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PARTE QUINTA: PROGETTO ACCESSIBILE E SICURO PER TUTT

5.2 Accessibilità per la fruizione degli spazi aperti per tutt

Per diverse e positive motivazioni di tipo culturale, socio-economico oltre che tecnico-progettuale, va delineandosi in questi ultimi anni ed in maniera sempre meno astratta e vaga, una nuova "disciplina"relativa alla progettazione ed alla riorganizzazione del territorio inteso nel senso più ampio del termine.

Voglio alludere alla "accessibilità urbana".

Essa, in analogia a quanta già definito dalla legislazione vigente per ciò che riguarda gli edifici , rappresenta l'insieme delle caratteristiche spaziali, distributive ed organizzative regionali dell'ambiente costruito che siano in grado di consentire la fruizione agevole, in condizioni di adeguata sicurezza ed autonomia, dei luoghi e delle attrezzature della città, anche da parte delle persone con ridotte o impedite capacità motorie. Perciò, al fine di perseguire l'obiettivo di una “città accessibile" occorre provvedere alla successiva eliminazione delle barriere architettoniche, delle fonti di pericolo e delle cause di disagio o di affaticamento.

L'accessibilità urbana si sta sviluppando, anche se lentamente, come importante settore interdisciplinare, oltre che come movimento sociale interpersonale.

Tra gli obiettivi dell’accessibiltà urbana si evidenziano i seguenti57;

- elevare il comfort dello spazio urbano per tutti i cittadini eliminando o riducendo gli ostacoli, le barriere architettoniche, le fonti di pericolo e le situazioni di affaticamento o di disagio; queste ultime possono essere ad esempio, nell'ambito

57

Aa.Vv. Le barriere architettoniche nel restauro,numero monografico della rivista TeMA,I,1998,Edizioni New Press,Como,pg.56

della città, il percorrere a piedi distanze eccessive, ovvero dover permanere in posizione eretta un certo periodo di tempo alle fermate dell'autobus;

- - aumentare la qualità della vita degli spazi urbani, intesa come rapporto tra le finalità che si intendono perseguire e la quantità delle energie psico-fisiche che si rendono necessarie per raggiungerle;

- rendere più tangibile il concetto di uguaglianza intesa come raggiungimento di pari opportunità discelte, indipendentemente dalle condizioni specifiche di svantaggio delle singole persone (2);

- aumentare le possibilità di opzioni individuali mediante il potenziamento dell'autonomia personale;

- tendere ad una più corretta ed intelligente utilizzazione delle energie psico-fisiche dell'uomo, inteso anche come risorsa.

L'accessibilità urbana deve essere intesa come disciplina "trasversale" di supporto e di raccordo tra i vari filoni normativi e di settore attinenti qualsiasi azione progettuale per l'uomo. Deve cioè fornire i necessari input, relativi alle reali caratteristiche psico-fisiche delle persone anche tenendo conto delle possibili situazioni di svantaggio, a tutti coloro che si occupano di pianificazione, governo e gestione del territorio e degli spazi urbani costruiti. Più in particolare essa deve costituire uno degli elementi di base per l'impostazione degli strumenti di pianificazione urbanistico-edilizia del territorio , di recupero del patrimonio immobiliare esistente, di restauro e riuso dei monumenti, di riorganizzazione ambientale. Inoltre deve fornire essenziali indirizzi nella predisposizione dei Piani urbani del traffico (PUT) e delle sistemazioni di arredo urbano , dell'organizzazione dei sistemi di trasporto collettivo e delle attrezzature connesse , degli adeguamenti alle prescrizioni antincendio o antinfortunistiche, delle soluzioni di sistemazione e di arredo degli spazi interni.

Per tendere verso l'obiettivo della "città accessibile" occorre procedere con programmi organici e tra loro integrati cercando di agire in tal senso utilizzando ogni occasione e qualsiasi intervento edilizio da effettuarsi sull'esistente o di nuova realizzazione.

La somma di tanti singoli episodi, se sono riferiti ad un piano generale, sarà in grado, nei tempi medi e lunghi, di far verificare un sensibile miglioramento delle

situazioni ambientali urbane e sul territorio sotto l'aspetto di cui si parla.

Le azioni per il perseguimento degli obiettivi sopraccennati porteranno benefici sensibili, in modo articolare, nei confronti delle cosiddette categorie svantaggiate, ma si otterranno anche evidenti ricadute positive per la generalità dei cittadini.

Essi, infatti, potranno usare al meglio uno spazio urbano più confortevole e sicuro, ottenendo un conseguente potenziamento dell'autonomia personale e facilitando per tutti lo svolgimento delle attività desiderate. Tutto ciò, a maggior ragione, per coloro che, per differenti motivi ed in modo temporaneo o definitivo, si trovano in condizione di invalidità più o meno sensibile, nella spostarsi nell'ambito cittadino o nel compiere determinate azioni. Si renderà quindi possibile una più intelligente gestione delle energie psicofisiche disponibili di ciascuno, anche se limitate o "residue".

La cultura della progettazione senza barriere architettoniche e delle fonti di pericolo promuoverà anche un sensibile calo degli infortuni e degli incidenti che sono sempre da considerazioni danno economico e sociale oltre de, ovviamente un grosso problema personale. Inoltre potrà riscontrarsi un potenziamento della "partecipazione" dei cittadini ad ogni attività sociale, culturale, ricreativa, ecc., con maggiori entrate conseguenti per gli esercizi commerciali, ricettivi, del tempo libero.

A livello più generale perciò, oltre che ridurre le condizioni di emarginazione delle categorie deboli, si renderà possibile elevare il numero delle persone in grado di svolgere un'attività produttiva e di relazione e quindi di trasformare soggetti "assistiti" in "contribuenti", con sensibili vantaggi, a livello di macro-economia, per la collettività.

Da quanto sembra esposto risulta chiaro che l'accessibilità urbana non va intesa semplicemente come la risoluzione, in modo episodico e saltuario, di singoli elementi o porzioni dello spazio urbano rispetto ai quali vengano eliminate le barriere architettoniche. Al contrario essa va interpretata come un sistema diffuso e complesso" per il comfort ambientale e per una mobilità agevole sul territorio.

L'accessibilità deve essere considerata come uno dei parametri di base anche per arrivare a specifiche invenzioni dello spazio costruito e/o dell'organizzazione del servizio da cui far discendere le soluzioni tecniche e gli approfondimenti progettuali.

Tutto ciò, pertanto, e cosa ben diversa dalla mera verifica o adeguamento ad astratte norme dimensionali, "a posteriori" di quanto già progettato o addirittura già costruito. Affrontare il tema della fruizione dei percorsi nei giardini e parchi storici e negli spazi all’aperto “naturali”, soddisfacendo alle richieste di accessibilità e di sicurezza, significa aggiungere elementi di non trascurabile complessità ad un ambito operativo già fortemente complicato e molto diversificato.

L’attenzione ai requisiti di accessibilità e di sicurezza è indubbiamente doverosa per motivi etici e per adempimenti normativi, ma lo è ancor più se si pensa che spesso aree verdi a valenza storica, specie quelle in contesti urbani sono luoghi vissuti quotidianamente, per gioco, per svago, per riposo, per diletto, specie da bambini ed anziani e fanno parte integrante dell’offerta di verde.

In ambienti naturali o storici, le opere effettuate per l’accessibilità e la sicurezza non dovrebbero mai essere prevalenti, né apportare modifiche pesanti ed incompatibili con le caratteristiche naturali o culturali del sito.

Per quanto concerne in particolare gli spazi verde con valenza storica occorre ricordare che,sebbene la teoria e la pratica dell’accessibilità e della sicurezza (così come ora sono concepite) fossero estranee alla cultura del passato, tuttavia si possono riscontrare negli antichi trattati sui giardini ed in alcune celebri realizzazioni alcune suggestioni, valide anche oggi ai fini dell’accessibilità.

Attraverso una rilettura della manualistica, si possono proporre, per un’odierna applicazione, alcune tecniche costruttive di compattazione dei suoli, utili sia ai fine di un’agevole percorribilità da parte di chi ha problemi motori, sia ai fini dell’impatto sull’ambiente. Infatti alcuni antichi trattati offrono interessanti indicazioni per la realizzazione di percorsi con materiali naturali, attraverso la compattazione di inerti, recuperando anche scarti di lavorazione.Dai giardini storici si possono trarre anche importanti indicazioni e suggerimenti nei confronti di una valorizzazione dell’esperienza

sensoriale che coinvolga globalmente tutti i sensi e non solo la vista (ad esempio le grotte acustiche): tale attenzione potrebbe offrire delle opzioni di fruibilità anche a chi ha problemi sensoriali (basti pensare a ciechi e ipovedenti).

Sono stati individuati e proposti alcuni criteri di progettazione58 ai fini di conseguire accessibilità e sicurezza nel verde (spazi all’aperto storici, naturali) ed in alcuni di essi sono state applicate alcune ipotesi di intervento:

1. interventi non solo per i disabili

2. pensare non solo alle persone in carrozzina (riferimento al bambino e al vecchio) 3. progettazione multisensoriale (sollecitare tutti i sensi)

4. progettazione multiopzionale (pluralità di proposte)

5. accessibilità non come elemento aggiuntivo, ma da considerare insieme ad altri requisiti e da intendere come stimolo e risorsa

6. normalità di immagine: banalizzare, non prevalere, rinunciare 7. controllare ed agevolare le lunghe distanze

8. favorire l’orientamento:orientamento guidato e orientamento spontaneo

9. trarre suggerimenti/suggestioni dai giardini storici (accorgimenti sensoriali, tecniche costruttive, senso della spazialità e della scoperta progressiva)

10. parcheggio nelle vicinanze 11. centro visite/informazioni 12. percorsi ed infrastrutture 13. autovalutazione

Occorre sottolineare che la connotazione storica o naturale potrebbe richiedere alcune rinunce all’accessibilità, qualora le modalità operative per conseguire l’accessibilità si rivelino fortemente prevaricatorie rispetto a contesti storici o comportino reali perdite di immagine, tuttavia la doverosa sensibilità a questi elementi non deve diventare un alibi per non cercare soluzioni.

58

E. Monzeglio, R. Pollo, Fruibilità dei sentieri-natura: facilitare ai disabili la visita dei parchI naturali, in L’arredo della città, n. 11, aprile-maggio 1989. pag 45-46

Anzi, si potrebbe dire che potrebbe essere utile ricercare una pluralità di proposte, differenziate tra di loro, in modo da poter favorire la più vasta gamma di persone, senza però recare danno alle valenze ambientali, naturali ed architettoniche già presenti nel sito, ma cercando di proporre significativi arricchimenti di immagine.

Quale verde?

Diversi tipi di verde:cortile (casa, scuola etc.) verde pertinenziale, verde all’aperto di struttire sociali e sanitarie,passeggiata urbana, giardino, area gioco, parco sentiero.natura, trekkingpercorso-ginnico. Percorso-salute, percorso-gioco,giardino e parco storico, orto botanico orto urbano, verde tematico (ad es. giardino dei 5 sensi, oasi),parco o percorso letterario,parco archeologico,percorso eno-gastronomico.

Quali principi?

• Uso generalizzato da parte di tutti: - ampliamento dell’utenza

- ampliamento delle attività (fruizione attiva e passiva) - ampliamento dei luoghi

- importanza della qualità visiva del verde anche per chi sta dentro l’edificio • Indice di progresso civile:

- la cura del verde per migliorare la qualità ambientale - l’accessibilità del verde per arricchire progettualmente

• Significato promozionale, ruolo “trainante” del verde accessibile

• Valore terapeutico (verde in strutture sanitarie e riabilitative, in centri per anziani, per disabili, per bambini etc.)

Quali criteri progettuali seguire? Analogie con altri spazi specificità del verde (ad es. visitabilità),(ad es. l’elemento “vivente”)

1. interventi non solo per i disabili

2. pensare non solo alle persone in carrozzina 3. progettazione multisensoriale

4. progettazione multiopzionale

6. normalità di immagine: banalizzare non prevalere (rispettare le “valenze” del sito, usare materiali locali, non alterare con sovrastrutture) rinunciare

7. controllare ed agevolare le lunghe distanze

8. favorire l’orientamento: orientamento guidato orientamento spontaneo

9. trarre suggerimenti/suggestioni dai giardini storici (accorgimenti sensoriali, tecniche costruttive, senso della spazialità e della scoperta progressiva)

10. parcheggio nelle vicinanze 11. centro visite/informazioni

12. percorsi ed infrastrutture : no a sentiero ghetto, sì a percorso facilitato/agevolato (adulto con passeggino, ragazzi con zaini, persona in carrozzina)