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PARTE TERZA: EDUCAZIONE AMBIENTALE E SVILUPPO SOSTENIBILE NELLE AREE PROTETTE

3.2 Analisi del Valore per uno sviluppo sostenibile

Antropocentrismo o biocentrismo nelle arre protette?

Risulta evidente la centralità dell’essere umano nel nostro pianeta, ma la cosa riguarda la consapevolezza dell’uomo che deve orientare le nostre azioni,soprattutto nelle aree protette,dove vengono perseguite finalità di sviluppo,oltre che di conservazione.

Per questo c’è la necessita di investire in cultura per creare una coscienza consapevole che un limite esiste ed oltrepassarlo comprometterebbe la stessa possibilità di sviluppo. C’è la necessità di una coscienza diffusa del far bene, costruendo bene e utilizzando materiali idonei ed energia rinnovabile, puntando ad uno sviluppo sostenibile in grado di essere attento ai mille aspetti della realtà e della bio- diversità.

Lo sviluppo sostenibile, oltre ad essere necessario per la salvaguardia del pianeta, è ormai diventato un obbligo ed è previsto dalle norme comunitarie in tutti i settori, dal turismo alle politiche agricole, dove è in continuo aumento lo spazio per le produzioni biologiche; ma è inoltre sempre più un fattore di convenienza, poiché, per paesi come l’Italia, non vi è alcuna possibilità di sviluppo se non attraverso la sostenibilità e la qualità.

L’attività turistica in Italia ha una valenza economica di grande rilievo ed è fondamentale per i parchi stessi, a patto che non si tratti di un turismo insostenibile, che moltiplichi le pressioni sul territorio, ma che anzi comporti una qualità diversa a partire dalle strutture ricettive e dai sistemi organizzativi dei parchi.

I parchi possono porsi come centri di eccellenza anche riguardo il grande tema dei mutamenti climatici, forse il più urgente, caratterizzandosi come aree ad “emissione zero” di CO2.

L’area protetta deve essere parte, oltre che a livello locale e territoriale, di una battaglia sulla sostenibilità a livello globale, con un ruolo esplicito di protagonismo, attraverso la promozione di politiche di elevata efficienza energetica e promuovendo l’utilizzo delle fonti rinnovabili.

La visita ad un’area protetta può essere rivolta sia alla conoscenza del patrimonio naturale, sia delle esperienze avanzate di politiche di sostenibilità sul territorio: la tutela e la valorizzazione delle aree naturali protette passano attraverso uno sviluppo sostenibile integrando le politiche ambientali con le diverse politiche di settore, dal turismo all’architettura fino all’agricoltura.

Un fattore di sostenibilità può essere rappresentato dall’innovazione tecnologica: è necessario arrivare ad una sintesi tra tutela ed innovazione, che potrebbe voler dire la riscoperta di materiali tradizionali con alte capacità energetiche e ambientali, oltre alla possibilità di utilizzare tecnologie avanzate.

Va accettata culturalmente la sfida dell’innovazione tecnologica, inserendola nelle politiche di sostenibilità, per garantire e produrre conservazione avanzata: è dunque necessario investire fortemente nella conoscenza, nella formazione e nell’innovazione tecnologica intelligenze, che, non va dimenticato, rappresentano importanti energie rinnovabili.

Carta della qualità dell’architettura sostenibile nelle aree protette46

• il 90% della vita di un cittadino europeo medio viene trascorso in casa l' aria che si respira in casa è dalle due alle tre volte peggiore di quella che stafuori casa

• il 45% dell'energia prodotta in Europa viene utilizzato nel settore edilizio

• il 50 % dell’inquinamento atmosferico in Europa è prodotto dal settoreedilizio

• il 50% delle risorse sottratte alla natura sono destinate all'industria edilizia

• il 50% dei rifiuti prodotti annualmente in Europa proviene dal settore edilizio

• l’industria edilizia è trasversale a tutte le attività umane e a tutti i settoriproduttivi

• l’industria edilizia è l’attività umana a più alto impatto ambientale

L’architettura è incredibilmente pesante dal punto di vista ambientale e per assurdo molto più pesante di quanto non lo fosse in passato.

46

POLITECNICO DI TORINO, Ricerca europea sulla pianificazione dei parchi naturali, relazione al Convegno internazionale "Parchi naturali e territorio in Europa", Politecnico di Torino, Facoltà di Architettura, 1996,Torino, pag 12

L’architettura tradizionale era ambientalmente “leggera” in quanto sempre basata su materiali reperibili localmente, in larga parte rinnovabili, spesso prefabbricati e standardizzati e quindi decostruibili e riutilizzabili. Per promuovere la Bioedilizia nelle attività da realizzarsi all’interno delle Aree Protette ma soprattutto per verificarne operativamente l’efficacia servono delle “Regole”.

La carta della qualità ha questo scopo e dovrebbe essere uno strumento aperto, un “work in progress” che viene implementato periodicamente con lo svilupparsi delle esperienze.La carta dovrebbe regolare in primo luogo gli interventi propri dei Parchi e Riserve, ma anche i servizi ricettivi e di ristorazione: agriturismi, alberghi, campeggi, rifugi, ristoranti, bed&brekfast; l'attivazione di “fattorie didattiche”, “atelier di creatività” più in generale gli interventi di privati che intendono acquisire finanziamenti o contributi pubblici.

La carta della qualità47 consisterà in:

1. Linee guida per l’indirizzo delle scelte preliminari dei progetti, nelle diverse tipologie di opere verso la qualità bio-ecologica e la sostenibilità

2. Lista positiva (criteri di selezione) degli elementi del progetto: materiali, tecniche 3. costruttive e tecniche impiantistiche secondo l'architettura bioecologica

4. Lista di controllo (criteri di valutazione) della corretta attuazione degli interventi per una valutazione il più possibile oggettiva del grado di qualità bio-ecologica delle opere da realizzare all’interno delle Aree Protette in fase progettuale, di cantiere e di utilizzo.

L’introduzione dei principi della Architettura Bioecologica negli interventi edilizi ed ambientali nelle Aree Protette attraverso la “Carta della qualità” richiede l’attivazione di una serie di “AZIONI” di supporto ed in particolare:

1. informazione agli abitanti delle aree interessate e del pubblico in generale sul tema

dell’architettura bioecologica e divulgazione dei suoi principali contenuti.

47 POLITECNICO DI TORINO, Ricerca europea sulla pianificazione dei parchi naturali, relazione al Convegno

2. formazione per la costruzione di una cultura tecnica coerente ai principi dello sviluppo sostenibile.

3. certificazione dei professionisti e delle Imprese qualificati ad operare in Bioedilizia , sulla base della frequenza del programma formativo da cui gli Enti di Gestione potranno selezionare tecnici per incarichi specifici per la progettazione ed esecuzione di diverse tipologie di interventi con criteri bioecologici.

E’ sostenibile quello sviluppo che garantisce alle generazioni future le stesse risorse su cui possono contare le attuali generazioni.

Oggi e soprattutto in italia si è diffuso un uso improprio del termine forse dovuto a una lettura consolatoria che induce a pensare allo sviluppo sostenibile come qualcosa di “praticabile”, “possibile”, e quindi di sostanzialmente a portata di mano.

Architettura leggera, l’ architettura dello sviluppo sostenibile.

L’Architettura bio-ecologica è l’architettura dello sviluppo sostenibile; risponde in modo concreto alla necessità di garantire un rapporto equilibrato tra esseri viventi e luoghi dell’abitare e tra questi e l’ambiente, il territorio, il pianeta; si è data la missione di rendere ambientalmente “leggera” l’attività umana di costruire agendo alla ricerca di una ricucitura tra tecnologie innovative e buonepratiche delle tradizioni costruttive locali.

Gli obbiettivi48 sono la riduzione del contenuto energetico degli edifici, la riduzione del loro consumo energetico, del consumo di acqua, della produzione di emissioni e rifiuti; la reintroduzione di tecniche costruttive basate sulla decostruibilità, ricuperabilità e riciclabilità delle componenti edilizie.

Non dovrebbe essere ammissibile che un edificio pubblico (Scuole, ospedali, edifici residenziali pubblici) sia energeticamente inefficiente e quindi contribuisca all’inquinamento globale con materiali e scelte tecniche inadeguate. Un’auspicabile crescita di una cultura diffusa della sostenibilità in edilizia nelle opere pubbliche o pubblicamente finanziate richiede ovviamente la definizione di standard di qualità condivisi e di un sistema di valutazione e controllo coerente.

48 , G. NEGRINI, , Iniziative di cooperazione tra parchi frontalieri contigui. Tre coppie di parchi del

Costruire un sistema di valutazione dei parametri della sostenibilità degli edifici e riconoscerne istituzionalmente la validità attraverso uno standard di certificazione riconosciuto è uno strumento indispensabile per consentire una crescita delle tecniche sostenibili in edilizia e richiede un approccio integrato che consideri la valutazione del singolo prodotto insieme a quella di sistemi più complessi fino a quella dell’intero organismo edilizio e che preveda anche i necessari sistemi di monitoraggio.

Nei parchi e nelle aree protette in Italia si costruisce. Si costruisce per le esigenze di gestione dei parchi e si costruisce nei comuni interni ai perimetri dei parchi.

Le Aree Protette rappresentano per questo un laboratorio ideale, per la loro unicità, in cui applicare i principi dello sviluppo sostenibile nelle realizzazioni edilizie direttamente intraprese dagli Enti di Gestione o da effettuarsi nei territori protetti e nei comuni compresi nelle aree protette.

Il valore di esemplarietà e di visibilità di quanto avviene in un parco è un ottimo elemento di comunicazione e di divulgazione. Il parco o l’area protetta hanno confini fisici delimitati e vivono di equilibri delicati. Godono di un sistema di governo particolare e si basano implicitamente su scelte di sostenibilità ambientale. Il parco è un territorio limitato e ha precisi limiti operativi. Il parco vive quindi nelle condizioni in cui oggi dovrebbero paradossalmente vivere più vasti territori.

Oggi l’immagine dei Parchi nazionali resta quella dei vincoli che impediscono di costruire, non di spazi desiderati al punto che tutti ne richiedono un programma di regole e controlli.

Un altro ostacolo da superare è il concetto romantico di natura che evoca l’idea di una Natura vergine, incontaminata, che esclude la presenza dell’uomo. Eppure anche la natura diventa bella quando incontra lo sguardo di un uomo intelligente che la sa apprezzare e anche coltivare. La natura è bella quando convive con persone che sanno accudirla come accudiscono se stesse.

L’idea che la natura venga naturalmente apprezzata non trova conferme, essa deve essere resa visibile mediante un insieme di interventi che ne rendono eloquenti i luoghi.

L’architettura, la migliore, ha sempre cercato di rispettare i luoghi in cui è stata costruita. In questa mia tesi è questo che cercherò di realizzare o almeno sarà questa la direzione che voglio seguire per conseguire questo risultato. Se è compito del progetto architettonico migliorare le naturali potenzialità abitative dei luoghi, cercando di esaltarne l’ospitalità attraverso interventi discreti, allora l’architettura può dare un senso a certi luoghi. Si è sviluppata una cultura che per valorizzare l’identità culturale dei siti propone l’istituzione di “musei di luoghi” che “espongono” il complesso di beni che contraddistinguono una particolare località.

Sono molto diversi dai musei tradizionali che espongono opere tematiche e provenienti da tutte le parti del mondo. A fronte dell’attuale cultura dei musei centrata soprattutto sul tempo, il museo di luoghi propone una cultura centrata sullo spazio, anzi sulla molteplicità di spazi.In un paese come l’Italia dove il turismo dovrebbe costituire l’economia portante l’abbellimento del nostro paesaggio dovrebbe rappresentare l’investimento prioritario.

Se facciamo mente locale e pensiamo agli operatori turistici, che controllano il marketing del turismo, l’immagine è il viaggio in un paesaggio di sogno, nella natura incontaminata. Gli operatori che reclamizzano quelle località, organizzano viaggi con l’aereo o con la nave e fissano un albergo.

In questa logica l’albergo diventa un prolungamento dell’aereo o della nave (la nave potrebbe anche non averne bisogno) mai del luogo.

Prendiamo il sole o visitiamo il paesaggio circostante coni suoi insediamenti ma torniamo nell’albergo che è una specie di aereo fissato al suolo, senza relazioni con il luogo. Ma l’Italia vende un altro tipo di turismo in maggioranza di tipi culturale e i luoghi da visitare sono loro la cosa più importante.

La specificità del paesaggio italiano, la mitezza del suo clima, la bellezza dei suoi monumenti, la sua cultura e la sua storia, non sarebbero valorizzati da questa macchina turistica, non sarebbero competitivi con molte altre località magari peggiori ma opportunamente filtrate dalla sua efficienza tecnologica.

La cucina, l’architettura, gli abiti, il paesaggio naturale e urbano, i materiali, sono tutti internazionali: perché viaggiare allora se dobbiamo incontrare sempre la stessa immagine? La varietà di luoghi offerta dall’Italia non è stata valorizzata da un turismo appropriato. Ciò che caratterizza l’architettura dei Parchi congruenti con lo sviluppo sostenibile è la sua continuità con l’ambiente circostante, la sua costruzione deve modificarlo il meno possibile.

I materiali saranno locali e l’edificio deve funzionare riducendo al minimo le emissioni e le immissioni di materiali, di energie, di sollecitazioni in genere nel suo intorno e anche l’aspetto degli edifici dovrà essere coerente col carattere regionale dell’architettura. Perché non basta che esso possegga quelle proprietà che lo rendono compatibile con l’ambiente, occorre che le mostri, che tutti lo riconoscano come un edificio finalmente appropriato, dall’interno e dall’esterno.

I monumenti e le opere d’arte, le città murate e il paesaggio sono sempre stati considerati dei beni di consumo, quindi beni improduttivi alla cui manutenzione occorre provvedere impegnando risorse prodotte altrove. Per questo i tanti patrimoni monumentali e paesistici che abbiamo in Italia non trovano mai risorse sufficienti per la loro manutenzione. Le città monumentali, i Parchi e le aree paesisticamente interessanti, essendo state considerate come beni di consumo culturale, mantenuti con le tasse pagate dal sistema produttivo, presupponevano soltanto la preservazione dei pochi patrimoni che esso riusciva a sostenere.

La consapevolezza che tali patrimoni da preservare -in Italia e in Europa - sono molto più numerosi di quelli che la produzione riesce a sostenere, deve essere accompagnata dalla loro trasformazione da “beni di consumo” mantenuti a “beni di produzione” capaci di mantenere se stessi e anche di produrre ricchezza. Il fascino dei luoghi proviene da questa complessità capace di rendere interessanti, perché unici, anche luoghi marginali che, ritenuti estranei alle attività turistiche, possono rientrarvi mediante interventi opportuni.

L’operazione49 che si propone di rendere visibile un sistema di luoghi e la possibilità di valorizzare tale sistema rendendolo meglio riconoscibile, non possono prescindere dalla sua storia: è questa infatti che tiene assieme, dando senso al sistema, la rete di luoghi che lo costituisce. Un luogo che separasse dal progetto la propria storia diverrebbe un luogo imbalsamato.

Ciò significa che il lavoro presente deve connettersi con quello passato; è quanto propone un progetto sostenibile. Esso radica le città e i Parchi sul loro suolo, un suolo che, così, torna a essere la loro maggiore fonte di sussistenza.

Dunque sostenibilità e museo dei luoghi trovano una connessione reciproca poiché, diversamente dai musei tradizionali rivolti prevalentemente a visitatori esterni, esso si rivolge prioritariamente ai cittadini.

L’Analisi del Valore –Value Analysis, è stata ideata da Lawrence D. Miles, ingegnere statunitense, negli anni’40. Gli studi che Miles mise a punto negli anni successivi permisero di affermare che oltre ad esistere sempre soluzioni alternative ad una proposta originaria, queste soluzioni spesso svolgono le funzioni richieste con prestazioni migliori a parità di risorse impiegate o in taluni casi anche con il risparmio di risorse. Il metodo AV non può prescindere dal lavoro di gruppo con fasi di attività interdisciplinare, dal rigore nello svolgimento delle attività suddivise in cinque fasi: informatica, creativa, analitico-selettiva, sviluppo delle soluzioni da proporre e presentazione, più quella eventuale di implementazione, dal porre l’attenzione sulle funzioni che devono essere rigorosamente definite e classificate, dalla stima delle utilità delle funzioni primarie da esplicare, dalla stima dei costi globali che conseguono a poterle esplicare nel tempo considerato,dall’esprimere nella fase creativa soluzioni alternative rispetto a quella originariamente analizzata.

49 A. PEANO, (a cura di), Parchi naturali in Europa, il Centro di Documentazione sulla Pianificazione

dei Parchi Naturali, in Urbanistica Dossier n. 7, supplemento al n. 155 di "Urbanistica

Il lavoro si completerà con un adeguata presentazione delle soluzioni in ordine di priorità per il valore stimato, a supporto di coloro che dovranno compiere le scelte.

Come tutte le entità complesse , il problema va di conseguenza affrontato con una cultura di processo, ricorrendo ad un metodo di approccio interdisciplinare coordinato, in una visione globale espressione della convergenza di tutte le informazioni portatrici di reali e comprovate esigenze e della rinuncia ai particolarismi contrari all’interesse generale comune,assumendo la diversità delle culture e la specificità dei luoghi come valori da rispettare e quindi vincoli, non già da riguardarsi come inevitabili fardelli, ma come stimoli alla creatività per esprimere tutte le potenzialità.

Dalle informazioni assunte e dalle elaborazioni conseguenti al raggiungimento dell’obiettivo della “sostenibilità” ne deriva la valutazione della compatibilità ed incompatibilità delle attività e degli interventi, al fine di evitare sprechi di risorse finite non riproducibili, di consentire sinergie nel rispetto delle condizioni necessarie per uno sviluppo sostenibile e di compiere scelte adeguate nell’ottica del rispetto dei diritti umani in una visione globale integrata.

L’Analisi del Valore è un metodo e una tecnica operativa di natura interdisciplinare che si basa sull’analisi funzionale e sul confronto tra utilità delle funzionale e sul confronto tra l’utilità delle funzioni e i loro costi globali, tradotto nell’indice di valore. Così il parametro utilità può tenere conto di tutti quei fattori che, concorrendo allo sviluppo sostenibile, sono di norma analizzati a monte di ogni intervento sul territorio, quali gli elementi estetici,tecnici,tecnologici,socio-economici e culturali in genere.

Individuare gli elementi di analisi, e quindi i “valori” essenziali ad una valutazione delle trasformazioni nelle aree protette è dunque il palinsesto essenziale per ogni applicazione su casi concreti. Se noi quindi assumiamo il concetto di “sostenibilità” quale paradigma guida per molte attività umane, e prime tra esse quelle che vanno ad incidere sul territorio ed affronaatno il tema della sostenibilità ambientale in ottica pragmatica e matura impone in primo luogo una riflessione sul metodo da adottare per

raggiungere l’obiettivo di uno sviluppo delle attività e degli insediamenti umani che sia compatibile con la salute dell’ambiente di cui l’uomo stesso è parte integrante.

Una risposta efficace può venire dall’affrontare ogni problematica inerente la trasformazione di sistemi edilizio-ambientali complessi mediante un metodo interdisciplinare coordinato e mediante l’uso di appositi strumenti di supporto alle decisoni, quale è l’Analisi del Valore. Il concetto di sviluppo sostenibile sintetizza un problema di grande complessità: ovvero come rendere compatibili le esigenze del sociale e dell’economia con le ragioni dell’ambiente, a livello dell’intero pianeta.

Mediante l’integrazione, la composizione ed il bilanciamento delle tre dimensioni (sociale,economica ed ambientale) si superano i programmi ed i progetti di sola equità sociale, di sola crescita economica e di sola conservazione ambientale.

Nel 1994 l’ICLEI50 (International Council for Local Environmental Initiaives) ha puntualizzato che lo sviluppo sostenibile è lo sviluppo che garantisce a ognuno i servizi ambientali ,sociali ed economici di base, senza minacciare l’evoluzione dei sistemi(naturale,sociale e costruito) dai quali dipendono tali servizi.

I quattro principi operativi per garantire lo sviluppo sostenibile ambientale sono:

1. il peso complessivo dell’impatto della specie umana sui sistemi naturali deve essere riportato al livello in cui non supera la capacità di carico della natura;

2. il prelievo delle risorse rinnovabili non deve superare la loro velocità di riproduzione;

3. il prelievo di risorse non rinnovabili deve essere compensato dalla produzione di pari quantità di risorse rinnovabili che, a lungo termine, siano in grado si sostituirle;

4. lo scarico di emissioni nell’ambiente non deve superare la capacità di assorbimento dei recettori.

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Nelle civiltà preindustriali ,ad eccezione di grandi opere pubbliche, il rapporto tra costruzione degli edifici e sito era diretto ed i materiali impiegati ,le fonti energetiche ed i processi costruttivi erano connessi al luogo in cui si costruiva.

Il rapporto che così si veniva ad instaurarsi tra il sito e l’edificio era diretto, e la dimensione degli insediamenti abitativi comportava un’intrinseca integrazione tra l’edificio e l’ambiente naturale circostante con conseguente mantenimento dell’equilibrio ecologico del sistema ambientale interessato dall’insediamento antropico.

A fondamento di ciò c’era la profonda conoscenza del clima.

Ne derivava pertanto un’architettura generalmente gradevole e confortevole,sia dal punto di vista dell’aspetto sia da quello dell’abitabilità degli spazi interni.

Lo scambio termo-igrotermico dell’edificio con l’ambiente esterno è sempre stato un punto critico della pratica costruttiva e ,nel tempo, alle varie latitudini e longitudinali, è stato affrontato e risolto in vari modi, tantochè la produzione architettonica di ogni epoca storica pùò essere classificata in tre modelli abitativi, a seconda della relazione con