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4.1 Inquadramento storico e geografico:

L’intervento di recupero e riqualificazione è situato all’interno della tenuta di S.Rossore e più precisamente nella zona territoriale che costituisce l’ultimo lembo settentrionale della tenuta,quella compresa tra la riva sinistra del fiume Serchio e il mare.

Questa “striscia” di terreno si trova all’interno a sua volta del comune di S.Giuliano il quale confine territoriale a sud dell’area è delineato del fiume Morto Vecchio (si tratta di un fiume fossile senza scorrimento di acque, che si è trasformato in una zona umida nastriforme, composta prevalentemente da vegetazione forestale di latifoglie igrofile ad ontani neri e frassini).

Piaggerta confina a nord con il fiume Serchio, a sud con il fiume Morto Vecchio , ad est dopo una pineta di recente piantumazione, percorrendo un bel viale con circa 1 km. di doppio filare di platani e pioppi cipressini si giunge dopo aver attraversato una zona di allevamento e agricola lungo la riva del Serchio si giunge al Casale della Sterpaia di recente restaurato( proprietà di Ferdinado ΙΙ de’Medici il 18 marzo del 163853. fino al 1940 vi erano istallate le scuderie della razza equina ,voluta da Vittorio Emanuele Ι fino dal 1862).

Un vasto tratto della tenuta di San Rossore - l’area irregolare posta nel grande angolo formato dal Serchio e dal mare – fu per oltre un secolo e mezzo di proprietà della famiglia fiorentina dei Ricciardi; all’inizio del’600 per concessione in enfiteusi di Ferdinando I dei Medici e in seguito ad affrancazione livellaria,per proprietà legittima.

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Il terreno della famiglia Ricciardi era detto “punta del Serchio”denominazione derivata dal fatto che in quel tempo il fiume Morto ,tagliando la via di Piaggerta ,scorreva obliquamente nella Pastura degli Ontanelli,per andare poi ad aprirsi nel Serchio. L’alveo del fiume Morto ,causa di numerosi allagamenti, su proposta dell’Ufficio dei Fossi ,venne aperto sul Serchio con due bocche , ma poiché tale decisione non sortì l’effetto desiderato, su ordine della arciduchessa Maria Maddalena dei Medici,nel 1624 il fiume fu avviato al mare e la tenuta dei Ricciardi assunse la nuova forma di rettangolo irregolare,avente per i lati il mare ,il Serchio ed il fiume Morto.

Nel 1784 la tenuta dei Ricciardi,la parte della più vasta tenuta di San Rossore venne acquistata da Leopoldo I di Lorena,che però formalizzerà il pieno possesso solo mezzo secolo più tardi. A ricordo della presenza dei Riccirdi rimarrà solo la torre poi abbatttuta dagli ultimi eventi bellici.

Ad ovest percorrendo il viale della Torre Ricciardi verso il mare si arriva appunto alla Torre Ricciardi. Questa località prese il nome da una torre,un tempo slanciata,adesso scomparsa(demolita per eventi bellici),la quale a sua volta prese nome dalla proprietà di quella antica famiglia fiorentina.

Si trattò di una concessione enfiteutica concessa il 9 maggio 160454 da Ferdinando

Ι,dietro specifica richiesta del marchese Ricciardi per poter avere un luogo di riposo lungo la riva del mare. Richiesta cui granduca rispose favorevolmente con sollecita premura,l’11 dello stesso mese, e ciò malgrado i Ricciardi non si peritassero di lì a non molto a richiedere altro terreno.

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1.4.2. Stato attuale del complesso rurale di Piaggerta

Il complesso non comprende abbricati di vasta mole, in quanto quelli adibiti ad abitazione dei coloni sono separati l’uno dall’altro.

E’ situato presso il confine nord della Tenuta, in un ampio piazzale a ridosso dell’argine sinistro del fiume Serchio,al quale si perviene a mezzo della strada che conduce a “Torre” Ricciardi (il cosiddetto stradone della Torre).

E’ a servizio di n° 3 unità poderali e precisamente di quelle denominate Piaggerta,Oncino e Serchio.

Segue la descrizione dei singoli fabbricati incominciando da quelli per abitazione.

1° fabbricato( ex casa colinica):

E’ il primo fabbricato che si vede a destra ,quasi al margine della strada ,andando verso Torre Ricciardi, e per le sue caratteristiche costruttive si può paragonare ad un normale fabbricato di abitazione risalente ai primi del novecento o di fine ottocento.

E’ a due piani fuori terra su pianta rettangolare; il collegamento , ed ha le strutture portanti in muratura mista di pietrame e mattoni con le facciate a semplice intonaco civile tinteggiato; il collegamento fra i due piani è realizzato mediante una scala esterna che termina in un ballatoio coperto alla rustica.

Ha il tetto a testa di padiglione in legno e laterizio in buona parte crollato, i solai in laterizio armato, i pavimenti parte in battuto di cemento( al pianterreno) e parte in mezzane comuni o mattoni di graniglia, e gli infissi in legno privi di persiane; alcune finestre al pianterreno sono munite d’inferriate metalliche di protezione. Sulla facciata verso nord sono visibili le modifiche che il fabbricato a subito negli anni , infatti dove si è verificato il distacco dell’intonaco è possibile vedere due finestre ad arco acuto.

Al pianterreno si articola con due vani fra loro comunicanti ma con accesso indipendente dall’eterno,uno dei quali adibito a stalla,il quale occupa quasi per intero la superficie del fabbricato, e l’altro a deposito foraggi.

Il primo piano è interamente occupato dall’abitazione di un colono,con la consistenza di n°6 vani più bagno.

E’ da anni ormai in stato di totale abbandono per cui si trova in pessime condizioni di conservazione.

Ha la superficie coperta di mq. 187 , l’altezza in gronda di ml. 6.98 e un volume totale di mc 784.

2° fabbricato(ex casa colonica):

E’ posto a tergo del fabbricato precedente ma un po’ spostato verso ovest, ed è anch’esso a due piani fuori terra su pianta rettangolare con le fiancate piuttosto corte rispetto alla lunghezza di prospetto. Nei primi del novecento fino agli anni ’50 era adito a caserma della Guardia Forestale. E’ il più grande dei tre edifici esistenti con una superficie totale di circa 300 mq e un volume di mc 892. Ha il tetto a capanna in legno e laterizio.I solai sono in laterizio armato, i pavimenti parte battuto di cemento (al pianterreno) e per il resto in mattonelle di graniglia. Gli infissi in legno senza persiane.

Le finestre al pian terreno sono tutte munite di inferriate.Consta complessivamente di n° 9 vani oltre a disimpegni e servizi, di cui 4 al pianterreno e 5 al primo piano; due vani al pianterreno erano adibiti come magazzini.

Il grado di finimento è semplice e si trova tutto sommato in uno stato di conservazione che garantisce ancora la sua agibilità.

3° fabbricato(ex caserma):

E’ l’ultimo che s’incontra lungo lo Stradone della Torre procedendo verso nord, ed è praticamente identico per caratteristiche a quello descritto al n°1. Il suo stato di conservazione risulta comunque assolutamente migliore grazie anche agli interventi di rifacimento della copertura e dell’intonaco sia interno che esterno risalenti a meno di un decennio fa.