Negli anni recenti si è sviluppato un ampio dibattito sull’inclusione digitale che riguarda l’uguaglianza nell’accesso e l’utilizzo delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione. L’accesso alle tecnologie è tuttora un problema per alcune categorie di individui (disabili, anziani, migranti, ecc.) a causa di ostacoli di tipo economico, sociale, culturale e politico e di divari
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preesistenti che colpiscono le categorie svantaggiate. Nei nuovi scenari della conoscenza la capacità di padroneggiare in maniera autonoma gli strumenti informatici per selezionare e produrre informazioni è uno degli elementi chiave che permettono agli individui di svolgere un ruolo attivo nella società con una piena partecipazione alla vita della comunità di appartenenza. Inoltre, generalmente, le tecnologie vengono progettate tenendo conto degli utenti “normodotati”, mentre coloro che hanno dei bisogni speciali sono costretti ad adattarsi a quanto già realizzato. La rimozione degli ostacoli che rendono le TIC inaccessibili è divenuta perciò una priorità nelle politiche dei governi di un gran numero di paesi, che stanziano annualmente ingenti risorse per il superamento del digital divide, con una particolare attenzione alle persone con bisogni educativi speciali. A tale proposito l’Unione Europea nel Consiglio del 13 luglio 2001 ha raccomandato di impiegare il potenziale delle TIC a favore delle persone disabili agevolandone la fruizione di servizi e contenuti on line e rimuovendo gli ostacoli che ne impediscono la completa disponibilità37; altre iniziative mirano a integrare pienamente i disabili nella società dell’informazione con il piano d’azione, eEurope 2005, Una società
dell’informazione per tutti38
e la risoluzione eAccessibility for people with
disabilities (2002) finalizzata all’abbattimento delle barriere d’accesso alla
società basata sulle tecnologie dell’informazione39
.
37
Consiglio dell’Unione Europea, Risoluzione del Consiglio del 13 luglio 2001 sul ruolo
dell’istruzione e della formazione nelle politiche connesse all’occupazione, 2001.
38 Comunicazione della Commissione al Consiglio, al Parlamento europeo, al Comitato
economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni, del 28 maggio 2002 – Piano d’azione
eEurope 2005: una società dell'informazione per tutti, 2002.
39 European Council, eAccessibility for people with disabilities - Council Resolution, 2002. In
tale documento l’Unione Europea ha definito l’accesso ai servizi da parte di cittadini disabili per mezzo delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione, tenuto conto dei loro specifici bisogni. Si tratta di una delle azioni in cui è articolata una politica specifica per l’inclusione, sottolineata con la decisione della Commissione Europea di introdurre il termine e- Inclusion racchiudente il significato di una reale e-Partecipation delle persone con disabilità alla vita sociale, culturale e produttiva. Per approfondimenti si rimanda anche al Piano d’Azione
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In Italia le stesse priorità sono state recepite in documenti quali le Linee Guida
del Governo per lo sviluppo della Società dell’Informazione nella Legislatura40
(2002), il Libro Bianco: Tecnologie per la disabilità: una società senza
esclusi41 (2003), la Legge Stanca42 del 2004 e il Decreto Ministeriale43 del Ministero per l’Innovazione e le Tecnologie del 2005.
In diversi documenti la Commissione Europea ha sottolineato come il potenziale delle TIC debba essere impiegato a favore delle persone con disabilità agevolandone la fruizione di servizi e contenuti on line e rimuovendo gli ostacoli che ne impediscono la completa disponibilità: ossia, lavorare in direzione dell’accessibilità, che consiste nella capacità di un dispositivo o di una risorsa di essere fruibile con facilità da qualsiasi utente, incluse le persone che presentano disabilità (temporanee o permanenti) di tipo sensoriale, motorio o psichico44.
L’accessibilità, in quanto concetto tecnico, ha le sue regole e i suoi parametri, che trovano applicazione soprattutto nel caso di prodotti e servizi web. Rendere accessibile un sito web significa rispettare, nella sua progettazione e implementazione, specifiche tecniche e procedure predefinite; tali sono le linee guida elaborate nell’ambito della Web Accessibility Iniziative (WAI), iniziativa del World Wide Web Consortium (W3C). Sviluppate nel 1997 e oggetto di successive riformulazioni e aggiornamenti, le linee guida WAI si sono
40
Ministro per l’innovazione e le tecnologie, Linee guida del Governo per lo sviluppo della
Società dell’Informazione nella legislatura, Roma, giugno 2002.
41 Commissione interministeriale sullo sviluppo e l’impiego delle tecnologie dell’informazione
per le categorie deboli, Tecnologie per la disabilità: una società senza esclusi, Roma, 2003.
42
Legge 9 gennaio 2004, n. 4: “Disposizioni per favorire l’accesso dei soggetti disabili agli strumenti informatici”. In particolare nell’art.2, comma 1, l’accessibilità viene definita come “capacità dei sistemi informatici, nelle forme e nei limiti consentiti dalle conoscenze tecnologiche, di erogare servizi e fornire informazioni fruibili, senza discriminazioni, anche da parte di coloro che a causa di disabilità necessitano di tecnologie assistive o configurazioni particolari”. Quando si parla di accessibilità ci si riferisce a una caratteristica dello strumento (sito web, software o anche altri strumenti di uso quotidiano); se cioè è stato progettato e realizzato per essere usato da una gamma molto vasta di utenti, compresi quelli con disabilità.
43 Ministero per l’Innovazione e le Tecnologie, Decreto Ministeriale 8 luglio 2005: “Requisiti
tecnici e i diversi livelli per l'accessibilità agli strumenti informatici”.
44 Commissione delle Comunità Europee, Verso un’Europa senza barriere per i disabili,
Comunicazione COM (2000) 284 12/05/2000; Commissione delle Comunità Europee,
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rapidamente affermate come il più diffuso standard internazionale di accessibilità al web secondo alcuni principi di base: tutte le informazioni presenti nell’interfaccia devono poter essere percepite da tutti gli utenti, a prescindere che abbiano o no disabilità; tutti gli utenti devono essere in grado di navigare nell’interfaccia e utilizzarne gli strumenti; tutte le informazioni e le funzioni devono essere comprensibili; i contenuti devono essere accessibili da tutti i sistemi e devono supportare le Tecnologie Assistive45.
Non sempre seguire indicazioni tecniche equivale a garantire l’accesso a tutti i livelli, e il modello WAI è al centro di un dibattito scientifico che ne ha messo in luce i punti di debolezza. Le critiche si concentrano su una serie di aspetti, tra i quali: l’eccessiva mole di documentazione, che impatta negativamente sulla sua adozione da parte degli sviluppatori; il linguaggio generico e fuorviante; la mancanza di adeguate specifiche per gli utenti con disabilità cognitive e difficoltà di apprendimento. Kelly e Sloan (2007) considerano controproducente l’approccio tecnologico WAI, il cui principale limite è di essere concepito avendo in mente lo sviluppatore anziché l’utente finale: lo sviluppatore esercita il controllo sulla conformità alle linee guida WAI, ma non sul modo in cui l’utente accederà ai contenuti e sugli strumenti che utilizzerà. Gli Autori propongono perciò di integrare le linee guida WAI con altri standard, parametri e indicazioni per costruire un modello che tenga conto dei fabbisogni degli utenti e degli aspetti concernenti le questioni pedagogiche, le risorse disponibili, la cultura dell’organizzazione e l’usabilità46
. Un framework composto da più linee guida consentirebbe di avere a disposizione un modello in grado di rispondere a problemi reali con differenti soluzioni, flessibile e dinamico grazie alla sua estensibilità e alla possibilità di integrare nuove componenti.
45
Per approfondimenti cfr. www.w3.org/WAI
46 Lo standard ISO 9241 definisce l’usabilità come “la misura in cui un prodotto può essere
usato da determinati utenti per raggiungere determinati obiettivi con efficacia, efficienza, e soddisfazione, in un determinato contesto d’uso”. Ciò significa che l’usabilità è quella specifica condizione in cui l’utente può utilizzare correttamente uno strumento, interagendo con esso e raggiungendo i risultati desiderati.
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Un’altra criticità delle linee guida WAI riguarda la difficoltà di comprenderle e interpretarle univocamente a causa dell’eccessivo livello teorico rispetto alle situazioni reali e del conflitto tra accessibilità e usabilità. Molti studiosi concordano sulla necessità di adottare un punto di vista più ampio e considerare le linee guida come un punto di partenza e non un punto di arrivo.