Nel contesto attuale la formazione degli insegnanti è considerata uno dei fattori chiave per garantire la qualità dell'istruzione e migliorare il livello di istruzione (Commissione delle Comunità Europee, 2007) ed è considerevole l’esigenza di un’offerta formativa strutturata come un apprendimento permanente secondo la prospettiva del LifeLong Learning che sia, tra l’altro, in grado di rispondere alle carenze di condivisione e collaborazione che sono oggi riscontrate nelle diverse realtà scolastiche. Infatti ai docenti si chiede di adottare impostazioni dell'apprendimento più collaborative e costruttive in modo da svolgere un ruolo di coadiutori e di responsabili della gestione della classe, piuttosto che di “…formatori ex-catedra…” (Commissione delle Comunità Europee, 2007, p. 5). Questi ormai irrinunciabili ruoli richiedono una formazione specifica su tutta una serie di competenze tecnologiche, informatiche e modalità didattiche per realizzare un ormai improcrastinabile “…passaggio al futuro…” (Galliani, 2009, p. 101).
La possibilità di utilizzare le tecnologie in ambito educativo e per la progettazione didattica, deve essere “…sostenuta da un’autorevole e costante formazione (iniziale e in servizio) di professionisti e operatori, in ambito scolastico, tecnologico, sanitario…” altrimenti “…il processo di integrazione rischia di impoverirsi, di perdere slancio ideale e vitalità…” (Besio, 2009, p. 58).
Tale rischio peraltro viene sottolineato anche nelle Linee Guida del 2009 relative al processo di integrazione scolastica degli alunni con disabilità, che “…non può adagiarsi su pratiche disimpegnate che svuotano il senso
110
pedagogico culturale e sociale dell’integrazione trasformandola da un processo di crescita per gli alunni con disabilità e per i loro compagni a una procedura solamente attenta alla correttezza formale degli adempimenti burocratici…” (Linee Guida, 2009, p. 3). Inoltre, nelle Linee Guida per gli allievi con DSA, nel capitolo formazione, tra le altre competenze, si ribadisce che “…è necessario che i docenti acquisiscano chiare e complete conoscenze in merito agli strumenti compensativi e alle misure dispensative, con riferimento alla disciplina di loro competenza, al fine di effettuare scelte consapevoli ed appropriate. Inoltre, gli insegnanti devono essere in grado di utilizzare le nuove tecnologie e realizzare una integrazione tra queste e le metodologie didattiche per l’apprendimento, dato che le ricerche dimostrano che ambienti didattici supportati dall’uso delle nuove tecnologie risultano maggiormente efficaci…” (Linee Guida D. M. 12/7/2011, p. 28).
Ma l’attenzione ai temi di formazione degli insegnanti all’utilizzo delle tecnologie per le attività di progettazione didattica, finalizzato anche al miglioramento della qualità dei processi inclusivi, è un argomento che in Italia il MIUR (già Ministero della Pubblica Istruzione) ha affrontato nel passato con la revisione dei programmi della Scuola Media del 1979, con il varo dei Nuovi Programmi della Scuola Elementare nel 1985 in sostituzione di quelli del 1955 e con l’entrata in vigore dei nuovi Orientamenti per la Scuola Materna nel 1991 al posto di quelli del 1969. Le innovazioni hanno riguardato l’introduzione nei curricoli formativi i cosiddetti linguaggi non verbali (corpo, suono, immagine) come oggetti culturali, come strumenti di studio, come forme di espressione e di comunicazione, richiedendo un piano di formazione ed aggiornamento di tutti gli insegnanti degli ordini delle scuole interessate (Galliani, 2009).
Nel 1985 è stato attivato il 1° Piano Nazionale per l’introduzione dell’informatica nella scuola secondaria superiore rivolto agli insegnanti di matematica e fisica del primo biennio finalizzato a mettere in condizione docenti e studenti di usare le tecnologie informatiche; dal 1992 il piano è stato allargato anche ai docenti dell’area linguistica.
111
Nel 1995 è stato predisposto il Programma di sviluppo delle Tecnologie
Didattiche nel sistema scolastico, realizzato negli anni dal 1997 al 2000, al
termine del quale emerse la conclusione che “…per innovare la didattica e con essa la scuola italiana, occorreva andare oltre l’idea e la pratica dell’alfabetizzazione informatica e delle sue metodologie di ricerca delle informazioni e di esplorazioni/uso di software, verso una comunicazione educativa iper-multimediale praticata tutorialmente da insegnanti ed allievi, attraverso una metodologia off/on line cooperativa e collaborativa. Per operare questo passaggio occorreva formare insegnanti, particolarmente competenti e motivati all’uso delle tecnologie…” (Galliani, 2009, p. 97).
Una importante e positiva risposta a tali evidenze è stata la predisposizione nel 2002, di un piano di formazione tecnologica per il personale delle scuole56 al fine di eliminare la carenza di abilità nelle TIC ed il digital divide. Tale piano, peraltro, è stato predisposto a valle della realizzazione del già citato Libro
Bianco sull’Innovazione nella Scuola e nell’Università redatto dal MIUR nel
2002 in coerenza delle indicazioni del Consiglio Europeo di Lisbona del 2000. Recentemente oltre alla citate Linee Guida per gli Allievi Disabili (2009) e per allievi con DSA (2011), la rilevanza della formazione sulle nuove tecnologie è stata ribadita nel Decreto Direttoriale n. 7 del 16/04/2012 dove si fa esplicito riferimento alla necessità per gli insegnanti di sostegno di acquisire competenze con le TIC57; mentre nel 2013 è stato approvato dal Parlamento il pacchetto per Istruzione, Università e Ricerca, che contiene, tra le altre, la norma che nel capitolo formazione punta ad un rafforzamento delle “…competenze relativamente ai processi di digitalizzazione e di innovazione tecnologica…” (Legge n. 128, 2013, art. 16).
56
MIUR. Piano Nazionale di Formazione degli Insegnanti sulle Tecnologie dell’Informazione e della Comunicazione. Linee guida per l'attuazione del piano e presentazione dei percorsi formativi (2002). Sono state individuate in particolare le seguenti quattro aree prioritarie di intervento: l’innovazione del sistema scolastico, con l’apertura a nuove metodologie e nuovi contenuti didattici; il cablaggio degli istituti e la loro messa in rete; la creazione di comunità virtuali all’interno del sistema Scuola-Università; l’utilizzo dell’e-learning per l’erogazione di corsi per studenti, insegnanti e personale non docente.
57 Decreto Direttoriale n. 7 del 16/04/2012. Corsi di specializzazione degli insegnanti per le
112
In Europa l’attenzione ai temi di formazione è stata ribadita con la Comunicazione della Commissione Europea del 2007, dove si fa esplicito riferimento alla necessità di migliorare la qualità della formazione degli insegnanti come uno dei presupposti per conseguire gli obiettivi comuni individuati nel programma “Istruzione e formazione 2010” definito nell’Agenda di Lisbona del 2000 sulla crescita e l'occupazione. Successivamente nelle Conclusioni del Consiglio dell’Unione Europea del 2009 in merito agli obiettivi strategici a lungo termine che devono guidare la cooperazione europea fino al 2020 (ET 2020) è stato indicata esplicitamente l’importanza dello sviluppo professionale degli insegnanti.
Nel 2013, a seguito della considerazione della Commissione Europea secondo la quale “…le tecnologie digitali sono pienamente integrate nel modo in cui le persone interagiscono, lavorano e commerciano; tuttavia, non vengono pienamente sfruttate nei sistemi di istruzione e formazione europei…” (Commissione delle Comunità Europee 2013b, p. 2), la stessa Commissione Europea ha individuato alcune proposte per migliorare l’utilizzo delle tecnologie a scuola. Tra le più rilevanti ai fini della presente ricerca si segnalano: la necessità di stimolare i docenti ad attuare pratiche di apprendimento innovativo e quindi ricorrere alle esperienze di apprendimento che combinano lezioni in presenza e on line (apprendimento misto), in modo da accrescere la motivazione degli studenti e l'efficacia dell'apprendimento; la necessità di consentire agli insegnanti di acquisire le competenze didattiche digitali anche ai fini dello sviluppo professionale continuo per mantenere aggiornati gli insegnanti stessi; la costituzione di ampie comunità di pratica dei docenti che possano beneficiare dello sviluppo professionale attraverso risorse
on line e apprendimento tra pari.
Infine da segnalare anche l’operato dell’UNESCO che con la redazione delle
Guidelines on adaption of the UNESCO ICT Competency Framewok for Teachers (UNESCO, Institute for Information Technologies in Education,
113
sistemi di istruzione degli Stati membri devono seguire per promuovere la
competenza degli insegnanti per le ICT, considerata come una delle componenti più importanti nella politica dello sviluppo della formazione dei docenti. In particolare nelle Guidelines è riportato che “…the success of ICT integration into real educational classes will depend on the ability of teachers to restructure the educational environment with the purpose of combining new technologies and new pedagogics. Training for these teachers will focus on their ability to develop innovative ways to apply technology for the improvement of the educational environment, development of technological literacy, and creation of new as well as deepening of available knowledge…”
(UNESCO, 2013, p. 6). Va inoltre evidenziato che la metodologia riportata nelle Linee Guida dell’UNESCO fa riferimento anche alla educazione di allievi con BES (UNESCO, 2013, p. 9).