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I principi fondativi dell’ICF

3.1 L’International Classification of Functioning Disability and

3.1.1 L’International Classification of Functioning Disability and Health (ICF)

3.1.1.1 I principi fondativi dell’ICF

Da quanto finora rappresentato, è evidente che l’ICF si sta affermando sia in qualità di strumento per rilevazioni statistiche ed epidemiologiche (Chiappetta Cajola, 2014a), sia come modello teorico, in numerosi contesti, compreso il vasto campo dello sviluppo tecnologico con i relativi paradigmi, come descritto nel quarto capitolo.

Le informazioni raccolte dall’ICF descrivono situazioni relative al funzionamento umano e alle sue restrizioni e la Classificazione organizza queste informazioni in due parti, in modo interrelato e facilmente accessibile: l’area del Funzionamento e Disabilità e quella dei Fattori Contestuali (OMS, 2001, 2002).

La prima parte, del Funzionamento e Disabilità, è costituita a sua volta dalle componenti Funzioni Corporee (funzioni fisiologiche e psicologiche dei sistemi corporei); Strutture Corporee (parti anatomiche del corpo) e dalle Attività e Partecipazione che indicano l’esecuzione di un compito o di un’azione da parte di un individuo: le prime due componenti riguardano pertanto osservazioni a “livello corporeo” mentre l’ultima componente si riferisce all’osservazione “a livello della persona”.

Ogni componente viene codificata facendo riferimento a codici alfanumerici e a qualificatori che denotano l’estensione o la gravità delle menomazioni a carico delle funzioni e strutture corporee e delle capacità del soggetto nell’eseguire determinati compiti. La seconda parte relativa ai Fattori Contestuali considera i Fattori Ambientali ed i Fattori Personali.

Le componenti sopra elencate vengono, infatti, influenzate dai fattori ambientali, che comprendono l’ambiente fisico, sociale e gli atteggiamenti in cui le persone vivono e conducono la loro esistenza. Questi fattori possono avere un’influenza positiva o negativa sulla partecipazione dell’individuo come membro della società, sulle capacità dello stesso di eseguire compiti, sul suo funzionamento o struttura del corpo.

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I Fattori Personali (sesso, razza, fattori socio-economici, età, stile di vita, educazione ricevuta, ecc.) non vengono classificati nell’ICF a causa della loro grande variabilità culturale e sociale.

Pertanto, la classificazione ICF, tramite l’analisi delle varie componenti che la caratterizzano, evidenzia l’importanza di avvicinarsi alla disabilità facendo riferimento ai molteplici aspetti che la denotano come esperienza umana universale, che tutti possono vivere nell’arco della loro esistenza, sottolinea inoltre, l’importanza di valutare l’influenza dell’ambiente sulla vita degli individui quali la società, la famiglia, il contesto lavorativo, che possono influenzare lo stato di salute e diminuire le capacità personali di svolgere specifiche mansioni.

L’attuale modello, sincronico e multidimensionale, sembra così rispondere all’esigenza di rappresentare totalmente il senso vero della complessità dell’esperienza umana, costituita di fisico, di psiche, di emozioni, relativa a contesti, personali e ambientali e calata interamente nella vita reale: attività e partecipazione, i suoi principali descrittori, disegnano un profilo di persona protagonista del presente e del futuro, immersa nella società cui appartiene (Chiappetta Cajola, 2012).

Di seguito nella Fig. 4 si riporta uno schema che propone una visione generale della struttura dell’ICF.

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Fig. 4: Interazioni tra le componenti dell’ICF (OMS, 2007, p. 45)

Come si è detto, nello schema sono rappresentate le interrelazioni fra le Funzioni Corporee (ovvero le funzioni fisiologiche dei sistemi corporei e le funzioni psicologiche), le Strutture Corporee (parti anatomiche del corpo e relative componenti), le Attività e Partecipazione (esecuzione di un compito o di un’azione di un individuo), Fattori Ambientali (caratteristiche del mondo fisico, sociale e degli atteggiamenti che possono avere impatto sulle prestazioni di un individuo in un determinato contesto) e Fattori personali (sono il vissuto personale di un individuo e rappresentano le sue caratteristiche non riferite alla condizione di salute o degli stati ad essa correlati). I Fattori Personali, come già precisato, non sono classificati nell’ICF, ma sono comunque presenti nello schema per sottolineare la loro importanza nell’influire sull’esito dei vari interventi (Chiappetta Cajola, 2012).

La Classificazione ICF è articolata su più livelli, all’interno dei quali sono previsti dei codici alfanumerici. Ciascuna componente, segnalata dall’OMS con una propria lettera (b=body; s=structure; d=domain; e= enviroment), è

Condizioni di Salute (disturbo o malattia)

Funzioni e

Strutture Corporee Attività Partecipazione

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articolata in “capitoli”, i quali a loro volta sono sotto-articolati in blocchi di categorie (non sempre) e/o categorie individuali27.

Il codice alfanumerico viene quindi costruito progressivamente e rappresenta innanzitutto l’organizzazione classificatoria, ma è anche utile all’identificazione rapida e condivisa delle informazioni che permette di rilevare.

Un’ulteriore classe di definizione è costituita dai “qualificatori”, che consentono di associare a ciascuna persona un livello di funzionalità in relazione alle Funzioni e Strutture Corporee, Attività e Partecipazione e Fattori Ambientali e Personali: per ciascuna delle aree elencate l’ICF presenta qualificatori differenti.

Per quanto riguarda l’aspetto delle Funzioni Corporee vi è un solo qualificatore generico con scala da 0 a 4 per indicare l’estensione della menomazione (da “nessun problema” a “problema completo”), il valore 8 designa l’impossibilità di specificare l’estensione, mentre il numero 9 rappresenta la non applicabilità del qualificatore. Per le Strutture Corporee i qualificatori sono tre: estensione della menomazione (da 0 a 4, 8 e 9); natura della menomazione (da 0 a 7, 8 e 9); collocazione della menomazione (da 0 a 7, 8 e 9). Per la componente Fattori Ambientali è previsto un solo qualificatore che indica il grado in cui un fattore ambientale agisce come una barriera o come un facilitatore.

Rilevanti, per quanto riguarda l’aspetto progettuale didattico, sono i qualificatori che descrivono l’estensione del livello di salute rispetto alla componente Attività e Partecipazione: il primo qualificatore, performance, descrive ciò che una persona fa nel suo ambiente abituale; il secondo qualificatore, capacità, descrive l’abilità della persona nell’eseguire un compito o un’azione in un ambiente standard, ovvero presso un laboratorio specialistico. Per questi si applica la stessa scala dei qualificatori delle Funzioni Corporee.

27 A titolo esemplificativo la classificazione b11420 va letta nel seguente modo: b=strutture

corporee; b1=strutture mentali; b11=funzioni mentali; b114=funzioni dell’orientamento; b1142=orientamento alla persona; b11420=orientamento a se stessi. Per approfondimenti si rinvia al testo: Organizzazione Mondiale della Sanità, (2002). ICF- Classificazione

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Fondamentale è quindi il loro ruolo nel delineare il quadro valutativo relativo al profilo del soggetto in quanto consentono di poter individuare per gli allievi con disabilità sia le aree di sviluppo che hanno effettivamente necessità di interventi di aiuto, sia quelle nelle quali la persona possiede abilità ed a quale livello.

3.1.2 L’International Classification of Functioning, Disability and Health