Nelle normali attività quotidiane si assiste ormai da tempo ad una rapida e costante evoluzione delle nuove tecnologie (computer, internet, reti telematiche e reti wireless): questa ha determinato, e tutt’ora determina una continua trasformazione dello scenario sociale, politico, economico, produttivo, culturale e scientifico, rendendo il sistema più complesso con impatti relativi alla globalizzazione dei mercati ed alla interdipendenza economica e culturale dei Paesi a livello europeo e mondiale. Inoltre, la loro diffusione nei diversi contesti di vita quotidiana, dal mondo a quello della scuola, dal tempo libero all’uso domestico, dalla formazione extrascolastica all’università, hanno trasformato le abitudini e lo stile di vita di ciascuno di noi, oltre che il modo di apprendere, di pensare, di comunicare e di interagire (Fiorucci, 2007). Lo sviluppo delle tecnologie dell’informazione crea sicuramente opportunità fino a ieri non immaginabili ma espone anche a nuovi rischi e a nuove forme di esclusione. A tal proposito, da recenti rilevazioni dell’Assinform (TreLLLe, 2010) risulta che dopo un’iniziale e forte diffusione dell’informatizzazione pubblica e privata, coloro che navigano con consapevolezza e utilità nella rete restano sotto la barriera del 40%. Il digital divide, ovvero il divario personale e sociale in materia di Information Communication Technology, è la conseguenza inevitabile dei bassi livelli di istruzione di base della popolazione italiana. Allora non si può che pensare alla necessità strategica di una specifica attenzione non solo alla scuola e all’università ma anche all’educazione degli
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adulti, e a promuovere la domanda di formazione permanente con una offerta di qualità mirata ai differenti bisogni. Conservare l’istruzione di base, incrementare le competenze professionali e sviluppare il livello culturale della popolazione in età adulta sono le condizioni essenziali per un esercizio pieno dei diritti e dei doveri di cittadinanza e per lo sviluppo di una economia competitiva, rendendo quindi necessaria una formazione continua e costante nella prospettiva del LifeLong Learning (Domenici, 2005; TreLLLe, 2010). Infatti, lo sviluppo delle nuove Tecnologie dell’Informazione e della Comunicazione (in italiano TIC, in inglese ICT= Information and
Communication Technology) essendo, tra l’altro, caratterizzato dal fenomeno
del digital divide, ovvero dalla disuguaglianza nell’accesso e nell’utilizzo delle TIC da parte di categorie di persone o di intere aree geografiche, alla cui base esistono disparità che possono essere di tipo economico, culturale, sociale, politico e tecnologico35, richiede necessariamente a tutti e a ciascuno l’aggiornamento continuo delle proprie competenze con specifico riferimento a quelle tecnologiche.
In particolare, tra le competenze di base, ovvero quelle che tutti dovrebbero possedere a prescindere dal tipo di percorso formativo o scolastico prescelto, rientrano, come indicato anche dall’Unione Europea, l’alfabetizzazione digitale e la capacità di utilizzare strumenti di comunicazione telematica, ritenute entrambe indispensabili per adeguarsi alla gestione dei flussi di informazione della società attuale36. In Italia, peraltro, la Legge n. 35 del 2012, in materia di
35 In tal caso il riferimento è a quelle aree con limitata presenza della banda larga a causa degli
investimenti necessari per la costruzione di reti telematiche di nuova generazione, in "Che
broadband fa?" Corriere delle Comunicazioni a cura dell'Osservatorio Banda Larga, marzo
2012
36 Competenze chiave per l’apprendimento permanente – Un quadro di riferimento europeo è
un allegato della raccomandazione del Parlamento europeo e del Consiglio, del 18 dicembre 2006, relativa a competenze chiave per l’apprendimento permanente, pubblicata nella Gazzetta ufficiale dell’Unione Europea il 30 dicembre 2006/L394. La raccomandazione costituisce uno dei risultati del lavoro congiunto della Commissione Europea e degli Stati membri nell’ambito del programma di lavoro “Istruzione e formazione 2010“. Il programma di lavoro costituisce il quadro di riferimento per la cooperazione politica nel settore dell’istruzione e della formazione ed è basato su obiettivi concordati congiuntamente, su indicatori e parametri di riferimento
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semplificazioni nei rapporti tra cittadino e Pubblica Amministrazione, richiede al cittadino la capacità di utilizzo delle nuove tecnologiche comunicative già per le usuali attività quotidiane (iscrizioni
a scuola, università cambio di residenza, etc.) anche se già a partire dal 2002 erano state definite dal Governo specifiche Linee Guida per lo sviluppo di contenuti, tecnologie e norme in grado di permettere, tra le altre, di “…ottimizzare le procedure di accesso all’informazione al mondo dei disabili e degli anziani…”; di “…individuare e promuovere le applicazioni delle tecnologie innovative […] con particolare riferimento all’accesso dei servizi e del mondo del lavoro…” e di “…individuare le esigenze relative all’incentivazione di un ampio ed equilibrato sviluppo della ricerca finalizzata all’impiego delle nuove tecnologie della formazione…“ (Linee Guida del Governo per lo Sviluppo della Società dell’Informazione nella Legislatura, 2002, pp. 76-77).
In ambito didattico, pur in presenza di un ampio dibattito nell’ambito del recente orientamento di ricerca dell’Evidence Based (cfr. l’ottavo paragrafo nel quarto capitolo di questo lavoro) in merito ai risultati di efficacia ottenuti dall’impiego delle tecnologie a scuola, queste hanno acquisito una sempre maggiore rilevanza per le possibilità di apprendimento e di integrazione offerte agli alunni con disabilità, con DSA e con BES per il raggiungimento di quella autonomia che non sarebbe stata possibile con altre modalità. E’ diventata fondamentale, pertanto, consentire la più ampia diffusione di tali strumenti in particolare nei contesti scolastici in modo da costituire un ambiente di politiche scolastiche, di pratiche e di risorse, che consenta a tali allievi, anche con l’accesso alle tecnologie per l’integrazione, di conseguire i propri obietti formativi.
Il tema delle tecnologie è oggetto di un ampio dibattito scientifico e culturale, che ha determinato una rilevante produzione di documentazione, non solo
sull’apprendimento fra pari e la diffusione di buone pratiche. Per maggiori informazioni: http://ec.europa.eu/education/index_en.html.
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legislativa. Ai fini del quadro concettuale di riferimento della la ricerca oggetto della tesi di dottorato si segnalano le seguenti pubblicazioni: il Libro Bianco
sull’Innovazione nella Scuola e nell’Università, realizzato dal MIUR nel 2002
insieme al Technology Innovation Council in coerenza alle indicazioni del Consiglio Europeo di Lisbona del 2000 dove, tra l’altro, è stato predisposto un piano di formazione tecnologica per il personale delle scuole al fine di eliminare la carenza di abilità nelle TIC; il Libro Bianco: Tecnologie per la
Disabilità: una società senza esclusi, redatto nel 2003 e frutto del lavoro della
Commissione interministeriale sullo sviluppo e l’impiego delle tecnologie dell’informazione per le categorie deboli, costituita nel maggio 2002 dal Ministro per l’Innovazione e le Tecnologie di concerto con il Ministro della Salute ed il Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali. In tale lavoro sono riportate alcune azioni necessarie a promuovere l’inserimento dei disabili nella società basata sull’informazione e la conoscenza. Inoltre nel 2005 il MIUR in collaborazione con il Ministero dell’Innovazione Tecnologica ha predisposto il “Progetto Nuove Tecnologie e Disabilità”, che articolato su 7 “Azioni”, ha posto le tecnologie a supporto delle attività per l’integrazione degli alunni con disabilità. Per quanto riguarda l’aspetto relativo all’accessibilità del web e del software didattico legislativo, nel 2004 è stata promulgata la Legge n. 4, denominata Legge Stanca.
Infine, come anticipato nel secondo capitolo sia nelle Linee Guida per l’integrazione scolastica degli alunni con disabilità (2009) che nelle Linee Guida per il diritto allo studio degli alunni con DSA (2011), viene fatto esplicito riferimento all’utilizzo delle nuove tecnologie al fine di realizzare una efficace integrazione tra queste e le metodologie didattiche per l’apprendimento.