• Non ci sono risultati.

270 LI, J., Regionalization of the RMB and China's Capital Account Liberalization, China & World Economy, vol.

12, n. 2, 2004, pp. 86-100.

271 Dopo l'approvazione, le compagnie cinesi venivano autorizzate a saldare le proprie importazioni ed

esportazioni in renminbi su base volontaria, grazie ad accordi ad hoc stipulati transazione per transazione con i vicini Mongolia, Vietnam, Cambogia, Nepal, Repubblica Democratica di Corea, Hong Kong e Macao.

Gli accordi di swap valutari273 rappresentavano inizialmente misure politico-economiche

per alleviare gli effetti negativi della scarsità di dollari seguita alla crisi economica del 2008 e sostenere il settore delle esportazioni cinese. La Cina ha stipulato i primi swap valutari con Repubblica di Corea, Hong Kong, Malesia, Bielorussia, Indonesia, Argentina, Islanda e Singapore, per un valore totale di 800 miliardi di RMB, della durata di tre anni e rinnovabile274.

Il vantaggio di queste disposizioni per le transazioni commerciali è rappresentato da un considerevole abbattimento dei costi e dei rischi di conversione verso una terza valuta, una considerevole riduzione dell’ammontare di riserve di valuta estera da destinare alle transazioni commerciali internazionali e soprattutto della limitazione della domanda di dollari da parte delle banche centrali coinvolte nell'accordo275.

Infatti, dalla fine del 2008 a oggi, gli accordi di swap valutari sono cresciuti considerevolmente in termini di copertura geografica e monetaria sia sotto la Chiang Mai Initiative Multilateralization in Asia orientale (vedi sopra) che con gli accordi bilaterali stipulati dalla Repubblica Popolare con altri partner internazionali.

Nel 2011, i ministri della finanza di Repubblica Popolare Cinese, Giappone e Repubblica di Corea, riuniti a Hanoi al vertice annuale della Banca per lo Sviluppo Asiatico, hanno annunciato l’intenzione di avviare una commissione di studio sull’uso diretto delle rispettive valute nelle proprie transazioni commerciali.

In seguito, alla fine dello stesso anno, come annunciato durante una visita del primo ministro giapponese Yoshihiko Noda a Pechino, Cina e Giappone hanno raggiunto un accordo per il trading diretto delle proprie valute. Inoltre il Giappone si è impegnato ad acquistare buoni del tesoro cinesi di modo da accantonare il renminbi come parte delle

273 Uno swap di valute è un contratto consensuale in virtù del quale due parti con relazioni commerciali che

implichino operazioni denominate in due valute diverse, possono stimare i prezzi e saldare le fatture in una delle due valute, con la garanzia che queste valute saranno scambiate tra le banche centrali emittenti delle valute in questione.

274 CHEN, X., CHEUNG, Y.W., art. cit.

275 LAWRENCE, J. L., Options for a New International Monetary Order in East Asia, Shanghai Forum, 28

proprie riserve valutarie276.

Benché nella prima metà di novembre 2012 il Financial Times abbia riportato un calo delle esportazioni e degli investimenti dal Giappone alla Cina277, i due paesi assieme alla Corea

del Sud hanno annunciato pochi giorni fa l’intenzione di creare un blocco commerciale. Segno che, nonostante i loro problemi politici, i tre sono in accordo sul rafforzare i propri legami economici soprattutto in opposizione alla crisi di fiducia nei mercati finanziari. L’espansione recente del processo d’integrazione economica nella regione asiatica è un potente incentivo per aumentare il commercio in renminbi, diversificando il rischio di conversione dell’euro e del dollaro, in prima linea data la volatilità di queste due valute e date le condizioni in cui riversano le economie di Stati Uniti ed Europa.

Accordi per lo scambio di valute sono avvenuti anche in altre parti del globo278, in sintonia con una strategia tutta cinese in cui l’aumento graduale del commercio in renminbi riduce il commercio in dollari con i principali partner commerciali cinesi.

Recentemente la Cina sta tentando esperimenti per l’uso della propria valuta in America Latina, dove il commercio e gli investimenti cinesi sono in forte crescita negli ultimi anni279. Inoltre, sembrerebbe che Pechino stia considerando di stipulare simili accordi anche con Pakistan e Thailandia280.

Nel dicembre 2010 un accordo tra Russia e Cina è stato stipulato per lo scambio reciproco di valute sul Moscow Interbank Currency Exchange (Micex), mentre già dal mese di novembre i rubli erano scambiati sullo Shanghai Stock Exchange. L’accordo è coinciso con l’apertura del gasdotto trans-siberiano, motore dell’espansione dei commerci tra i due paesi281.

276 WONG, E., SINGER, N., Currency Agreement for Japan and China, The New York Times, 26 dicembre 2011. 277 Mc LANNAHAN, B., Japan Posts China Trade Deficit, Financial Times, 21 novembre 2012, online:

http://www.ft.com/intl/cms/s/0/ed9cc68c-339c-11e2-9ae7-00144feabdc0.html#axzz2D7FmCYfD.

278 Ad esempio in India, Russia, Sud Africa, America Latina.

279 FRAYSSINET, F., Latin America, Testing Ground for Chinese Yuan, Inter Press

Service, 29 febbraio 2012, online: http://www.ipsnews.net/2012/02/latin-

america-testing-ground-for-chinese-yuan/.

280 Ibidem.

281 KRAMER, A.E., Sidestepping the U.S. Dollar, a Russian Exchange Will Swap Rubles and Renminbi, The New

Inoltre, la Cina ha annunciato che da quest'anno regolerà le proprie transazioni commerciali di petrolio con la Russia, il Giappone e l'Iran282 in renminbi.

Questa manovra potrebbe avere implicazioni economiche e politiche enormi283,

soprattutto per gli Stati Uniti - se il mondo inizia a escludere il dollaro e a fare acquisti di petrolio con valute diverse, il potere della divisa statunitense verrà messo fortemente in discussione. Inoltre, i problemi legati al pesante debito e allo scemare della struttura manifatturiera statunitense, potrebbero abbattersi direttamente sui cittadini americani284.