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In questa tesi si è osservato come il sistema dominante, il capitalismo globale, in seguito alla sua espansione sia in termini geografici, sia in termini di accumulazione, sia giunto ad uno stadio di crisi sempre più frequenti e dalla portata sempre più devastante.

La complessità che l’espansione capitalistica ha raggiunto in epoca contemporanea ha fatto sì che questo percorso di sviluppo si sia talmente radicato nelle società Occidentali da non poter più essere abbandonato senza enormi sconvolgimenti sociali83. Al contrario,

il crescente dinamismo dell’Asia orientale sembrerebbe essere dovuto ai percorsi storici peculiari della regione che hanno fatto sì che vi fosse minore presa sulla società da parte dei valori del capitalismo globale e che sopravvivessero le strutture statali preesistenti. In questo capitolo cercheremo di comprendere fino a che livello l’emergere della Cina in particolare e dell’Asia orientale in generale rappresenti la maggiore sfida al perpetuarsi di tale sistema. L’Asia orientale e meridionale, infatti, è stata un’area di fondamentale importanza strategica per tutto il corso della storia capitalistica. L’Occidente ha per secoli

tentato di dominare il sistema-mondo imperniato sulla Cina – il sistema tributario84 -

cooptandolo nel proprio sistema di valori, conseguendo tuttavia, come osserva Arrighi, una vittoria solamente parziale perché basata unicamente sulla superiorità militare e scientifica e non su di una reale legittimità politica85.

Da una parte la crescita Cinese sarebbe stata impossibile senza la rivitalizzazione dei legami con l'Asia in generale e con l'Asia orientale in particolare86. D'altro canto, in seguito alla crisi delle così dette Tigri Asiatiche che ha accresciuto le critiche al Washington Consensus, e ora che la Cina è divenuta centro dell'economia globale, tutti i paesi dell'Asia fanno riferimento alle decisioni di Pechino e le sue politiche in tutti gli ambiti sono di fondamentale importanza per l'intero continente. In quest’area strategica però anche gli Stati Uniti mantengono un ruolo cruciale e gli sviluppi dei rapporti, molto complessi e spesso turbolenti, tra le due potenze sono in grado di trasformare la più fiorente regione del globo in uno spazio d’instabilità geopolitica ed economica87. Gli sviluppi futuri in Asia orientale saranno pertanto decisivi per il futuro globale.

Attualmente, dal punto di vista economico, l'Asia Orientale non solo è la regione più dinamica al mondo, ma appare sempre più evidente la sua importanza a livello geopolitico. Gli stati della regione stanno facendo passi sempre più concreti verso l’integrazione economica attraverso accordi bilaterali e multilaterali di libero scambio, al fine di innalzare i propri tassi di crescita e garantire condizioni di vita migliori alle proprie popolazioni. Negli ultimi trent’anni i paesi dell’Asia hanno innalzato progressivamente i livelli di benessere delle proprie popolazioni e un ulteriore passo in questa direzione significherebbe includere un sempre più grande numero di persone alla partecipazione

84 Sin dal Cinquecento, le relazioni internazionali in Asia orientale non avevano fondamenta militari, ma si

basavano su un sistema tributario consensuale e pacifico di scambi commerciali al cui centro stava la Cina imperiale e che era vantaggioso per tutti. Al fine di garantire la sicurezza dei propri vasti confini, la Cina aveva creato un sistema di consenso in cui gli stati della regione riconoscevano la supremazia

dell’Imperatore legittimandone il potere – mandato del cielo - per mezzo del pagamento di un tributo simbolico. Infatti, l’imperatore era tenuto a ripagare il tributo con doni che spesso sopravanzavano il tributo spesso. Inoltre, le missioni tributarie erano l’occasione di acquisire la conoscenza tecnologica e culturale dell’Impero.

85 ARRIGHI, Giovanni, Chaos e Governo del Mondo, op. cit. 86 WESTAD, Odd Arne, Restless Empire, op. cit.

87 Autore anonimo, Editoriale, in USA Contro Cina, Washingto e Pechino al Bivio, Collaborare o Scontrarsi?, la

allo sviluppo economico, con implicazioni sociali di grande portata88. L’evoluzione del

processo di integrazione regionale rappresenta una grande opportunità per l’espansione di quello che è già oggi il mercato con il più alto potenziale al mondo, soprattutto in riguardo allo sviluppo dei mercati interni che potrebbe compensare nel medio periodo il calo delle esportazioni dovuto alla crisi economico-finanziaria che ha colpito i paesi avanzati nel 2008. Inoltre, il 60% della popolazione mondiale vive oggi in Asia, il 37% in India e Cina89. Stando alla The Banker’s 2012 global asset manager survey, sembra inevitabile che anche il flusso di capitali diretti verso questa regione aumenti progressivamente. Infatti, le compagnie dei paesi sviluppati sembrano maggiormente intenzionate a ricollocare i propri capitali in Cina e nell’Est asiatico piuttosto che nei paesi del gruppo BRIC o nei paesi emergenti dell’Europa orientale90. Le motivazioni di tale preferenza sembrano ovvie alla luce della rapida evoluzione che il processo d’integrazione regionale sta sperimentando in Asia orientale.

In parallelo con le riforme e lo sviluppo economico, la Cina ha portato avanti una strategia di apertura verso Stati Uniti ed Europa, ha assunto un ruolo preminente in Asia orientale ed è diventata sempre più influente nelle relazioni internazionali in generale. Ma l'aspetto più importante dello sviluppo internazionale cinese negli ultimi trent'anni è stato senz'altro il suo riavvicinamento con il resto dell'Asia. La Cina è diventata un importante punto di riferimento per tutti i paesi della regione asiatica orientale e le sue politiche sono d’importanza cruciale sotto vari aspetti. Le relazioni diplomatiche della Cina in Asia orientale nelle ultime tre decadi si sono trasformate considerevolmente e sono sempre più guidate dalla cooperazione e dalla collaborazione, soprattutto in termini economici. Ai fini di questa tesi, la trasformazione dell’Asia orientale è da contestualizzare nel più generale spostamento del potere economico verso l’Asia e in particolare verso la Cina. L’attuale strategia diplomatica di Pechino nell’area, infatti, persegue lo scopo di creare un ambiente regionale forte e stabile, soprattutto per bilanciare l’influenza degli Stati Uniti nella regione.

88 ARRIGHI, G., ZHANG, L., Beyond the Washington Consensus: a New Bandung?, art. cit; STIGLITZ, J. E.,

YUSUF, S., Rethinking the East Asian Miracle, op. cit.; HARVEY, D. The Enigma of Capital, op. cit.

89 BUHLER, Pierre, Whose Century, the 21st?, The International Herald Tribune, 25 novembre 2011. 90 PIGGOT, C., Frontier mentality fuels rise in developing world activity, Financial Times, 22 ottobre 2012,

Ad ogni modo, è importante evidenziare che come molti aspetti della Cina contemporanea sono influenzati dai lasciti del passato91, così anche la sua politica

diplomatica. Più nello specifico, secondo Enrica Collotti-Pischel (2003), in seguito all’arrivo delle potenze coloniali occidentali – soprattutto del Regno Unito – e delle azioni espansionistiche del Giappone, la Cina è stata in passato depredata delle proprie ricchezze, delegittimata della propria autorità territoriale e le sono stati sottratti vari territori. In altre parole, la storia turbolenta dell’incontro con l’esterno ha plasmato la percezione cinese rispetto agli altri stati. Inoltre, è proprio per questo motivo che il principio della sovranità è diventato un tema tanto importante quanto delicato nella politica estera cinese odierna92.