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Nella puntata serale del programma televisivo Jimmy Kimmel Live’s, trasmessa in onda il 16 ottobre 2013 sull’emittente statunitense ABC, il conduttore intervista un gruppo di bambini intorno ai cinque anni domandando loro come potrebbero fare gli Stati Uniti a ripagare il debito di 1.3 trilioni di dollari contratto con la Cina. Un ragazzino risponde prontamente “shoot cannons all the way over and kill everyone in China.” La notizia indigna ben presto i commentatori cinesi, seguita dalle scuse da parte del conduttore321. Sebbene non grave e probabilmente anche divertente, l’episodio chiarisce immediatamente il sentimento anticinese che tutt’oggi dilaga negli Stati Uniti. Negli ultimi

317 SIMON, S., U.S. Southeast Asia Relations, Comparative Connections, October, 2007.

318 PERLEZ, J., COCHRANE, J., Obama’s Absence Leaves China as Dominant Force at Asia-Pacific Meeting, The

New York Times, 8 ottobre, 2013.

319 DRYSDALE, P., Asia Gets On With It While America’s Out of Play, East Asia Forum, 7 ottobre 2013, online:

http://www.eastasiaforum.org/2013/10/07/asia-gets-on-with-it-while-americas-out-of-play/.

320 VAN NESS, P., What Happens When the Us No Longer has Noral Authority?, East Asia Forum, 14

novembre 2013.

321 TOOMEY, A., Jimmy Kimmel Apologizes for “Kill Everyone in China” Skit: “It Was Certainly Not My

Intention to Upset Anyone”, E! News, 31 ottobre 2013, online: http://it.eonline.com/news/476417/jimmy- kimmel-apologizes-for-kill-everyone-in-china-skit-it-was-certainly-not-my-intent-to-upset-anyone.

anni, è in corso nel paese un acceso dibattito politico in riguardo alla possibilità che avvenga un conflitto imminente tra Cina e Stati Uniti. La diffusione tra gli osservatori statunitensi delle idee di una minaccia, presunta o meno che sia, e di una maggiore assertività cinese, sono osservate attentamente entro i confini della RPC e hanno l’effetto di influenzare le percezioni tanto dei politici quanto dall’opinione pubblica nazionale. Alla luce degli avvenimenti economici degli ultimi trent’anni e più, il rapporto tra Cina e Stati Uniti si è fatto sempre più controverso. Da un lato l’interdipendenza delle economie dei due paesi rende Washington e Pechino cauti nelle dichiarazioni reciproche, dall’altro lato i successi cinesi, soprattutto in Asia orientale, hanno l’effetto di oscurare la presenza statunitense. Tuttavia, il ruolo militare storico degli Stati Uniti in Asia resta perlopiù incontrastato, e ogni considerazione politica in riguardo alla regione non può prescindere dal riconoscimento di tale ruolo. Il 20 settembre 2013, il ministro degli esteri cinese Wang Yi in visita a Washington ha invitato gli Stati Uniti alla cooperazione win-win accennando a uno studio su 15 casi di ascesa di potenze nel corso della storia dichiarando che “di questi, undici sono sfociati nello scontro e nella guerra tra potenze stabilite”322. Al fine di scongiurare queste previsioni, il ministro invita a seguire un approccio diplomatico e analitico molto più creativo, piuttosto che quello di elaborare teorie e diffondere l’idea di una minaccia cinese, così radicate nella società americana. Il ministro cinese ha poi riassunto la visione del nuovo modello di relazioni internazionali elaborata dal presidente Xi Jinping, secondo cui i principali elementi del nuovo modello sarebbero la “assenza di conflitto e confronto”, il “rispetto reciproco” e la “cooperazione win-win”.323

Negli ultimi anni, la questione più incisiva che emerge dalla crescita cinese è quella che risponde a quale sarà il futuro della regione più importante al mondo. Le argomentazioni alla base dell’idea di una minaccia cinese sono quelle relative al potere che tale minaccia avrebbe nel destabilizzare la regione asiatica. Più nello specifico, a sostegno dell’argomentazione si fa riferimento all’aumento della spesa militare cinese, alla mancanza di democrazia nella RPC e, più in generale, alla mera acquisizione di una posizione di superpotenza. Alcuni autori tuttavia, fanno notare come in realtà vi siano

322 WANG, Y., Toward a New Model of Major-Country Relations between China and the United States, The

Brookings Institution, 20 settembre 2013.

degli ostacoli di natura economica ad un comportamento assertivo da parte di Pechino. Anzitutto, la crescita economica cinese dipende in larga misura dai legami con i mercati esteri, ma anche con i fornitori di materie prime ed intermedie necessarie alla produzione. Nelle intenzioni della nuova dirigenza cinese vi è l’impegno di sviluppare un grande ceto medio a livello domestico e per fare ciò dovrà risolvere un numero di questioni legate alla diseguaglianza sociale, alla corruzione, alla criminalità, al sistema sanitario ed all’inquinamento. Pertanto, un comportamento aggressivo nella propria proiezione verso l’esterno, avrebbe l’effetto di minare l’ambiente politico e distruggere le opportunità di sviluppo economico324. La Cina necessita dunque di un ambiente internazionale pacifico duraturo per il proprio sviluppo325. Inoltre, al fine di elaborare correttamente una previsione sul futuro, non si può prescindere dall’analisi di quei lasciti storici che sono tuttora in grado di influenzare i processi decisionali contemporanei. In questo senso, le relazioni internazionali imperiali del sistema tributario sembrano portare alla conclusione che, al contrario delle loro controparti occidentali, storicamente i decisori delle politiche in Cina non corrispondono alla definizione di imperialismo, e che la Cina ha optato per l’invasione militare di uno stato limitrofo solamente in casi eccezionali. Inoltre, i conflitti che ne risultavano, difficilmente duravano per più di qualche settimana326. Infine, per quanto riguarda l’argomentazione concernente l’aumento delle spese per la difesa, il processo di modernizzazione dell’Esercito Popolare di Liberazione (EPL) è stato enormemente sacrificato fino agli anni Novanta in virtù dell’allocazione delle risorse nello sviluppo economico, risultando altresì obsoleto327. Inoltre, la spesa per la difesa ufficiale cinese è ancora modesta se comparata a quella degli Stati Uniti e addirittura a quella del Giappone. Nel complesso pertanto, l’aumento della spesa destinata alla difesa della RPC potrebbe essere plausibilmente interpretato come parte del generale processo di modernizzazione. Alcuni autori inoltre, fanno notare come il processo di modernizzazione dell’apparato militare cinese, piuttosto che essere un piano con finalità espansioniste, sarebbe un progetto orientato alla difesa della periferia cinese, soprattutto per bilanciare

324 ROY, D., “China Treat” Issue: Major Arguments, Asian Survey, vol. 36, n. 8, agosto 1996, pp. 758-771. 325 Dalle parole di Jiang Zemin nel suo discorso dell’11 novembre 1994 in Malesia, in: “China’s Policy Toward

East Asia”, Heping, n. 36-37, marzo 1995, p.4.

326 CHEN, J., Will China’s Development Threaten Asia-Pacific Security?, Security Dialogue, vol. 24, n. 2, june,

p. 194.

l’incrementata presenza statunitense a livello regionale328. Negli ultimi anni, e soprattutto

in seguito al disimpegno militare in Iraq e Afganistan, gli Stati Uniti hanno circondato la Cina con alleanze formali e informali e hanno intensificato la propria presenza militare in Asia costringendo la Cina a impegnarsi per rafforzare il controllo sulla propria posizione relativa nella regione329. Nel giugno 2012, il segretario alla difesa degli Stati Uniti, Leon Panetta, ha annunciato che le navi da combattimento in Asia saranno raddoppiate fino al raggiungimento del 60 percento sul totale della flotta navale statunitense entro il 2020330. In parallelo, anche il governo del Giappone, alleato storico degli Stati Uniti, sotto l’amministrazione di Shinzo Abe, si sta impegnando a migliorare le proprie capacità militari e ad innalzare il tetto destinato alla spesa militare del 3 percento per quest’anno – il più alto stanziamento dalla fine della guerra fredda malgrado l’aggravarsi del debito governativo giapponese331.

328 HARRINGTON, A., Is the US Responsible For China’s Military Build-Up?, QFinance, 6 novembre 2013,

online: http://www.economywatch.com/features/china-military-buildup.06-11.html.

329 ELAND, I., Is Chinese Military Modernization a Treat to the United States?, Cato Institute Policy Analysis,

n. 465, 23 gennaio 2003.

330 STEINBOCK, D., Two Visions: US and Chinese Rebalancing in Asia, Economy Watch, 13 ottobre 2013,

online: http://www.economywatch.com/features/china-america-pivots-visions-asia-rebalancing.14-10.html.

Il contenimento della Cina, Fonte: le carte a colori di Limes – Laura Canali332