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Il primo acquirente di latte nella regione Emilia-Romagna Partendo dalle informazioni raccolte negli archivi di Unalat che,

Nel documento Volume Rapporto 1996 (.pdf 3.0mb) (pagine 171-177)

7. L’INDUSTRIA ALIMENTARE *

7.3. Il primo acquirente di latte nella regione Emilia-Romagna Partendo dalle informazioni raccolte negli archivi di Unalat che,

parallelamente alle dichiarazioni di produzione degli allevatori, ripor-tano anche le destinazioni commerciali del latte, è stato possibile rico-struire, per le campagne 1994/95 e 1995/96, la mappa delle imprese che acquistano direttamente il latte dal comparto produttivo agricolo.

In questo lavoro ci riferiremo solamente agli acquirenti che hanno atti-vità di raccolta e/o trasformazione nel territorio della regione Emilia-Romagna (le imprese appartenenti a gruppi ne hanno preso il nome); il latte oggetto di queste transazioni commerciali potrà essere o meno di produzione regionale.

L’Emilia-Romagna raccoglie 1,646 milioni di tonnellate di latte, con un aumento, rispetto alla campagna precedente, dell’8% (tab. 7.4).

Il latte raccolto dalle imprese della regione rappresenta circa il 17%

del totale nazionale che risulta di 9,85 milioni di tonnellate. Il numero di conferimenti coinvolti a livello nazionale è pari a circa 93 mila e quelli che interessano la regione sono poco più del 10%. Le 621

im-prese della regione risultano diminuite, rispetto alla campagna ‘94/’95, di circa il 5% e rappresentano più di un quarto del totale dei primi ac-quirenti nazionali (2.400).

La dimensione media regionale dell’acquirente mostra, rispetto alla campagna precedente, una crescita di oltre il 13%: nel 1996 risulta pa-ri a 2.651 t/anno; è invece aumentata del 7,8% la dimensione media delle partite consegnate dai conferenti: nell’ultima campagna disponi-bile risulta pari a 168 t/anno circa.

Le imprese contenute in questi elenchi sono state classificate se-condo diversi criteri: il primo distingue in “municipalizzate”, società

“cooperative” e altre imprese (società di fatto, di persone o di capita-le), che chiameremo “private”.

Il primo dato è relativo al fatto che non esistono più realtà “muni-cipalizzate” che operino nella raccolta del latte sul territorio regionale.

Il grande numero di imprese presenti nella regione è legato alla realtà produttiva del comparto del Parmigiano Reggiano, nelle cui provincie interamente coinvolte, tralasciando quindi Bologna, ne sono concen-trate circa il 90%. Le imprese cooperative sono la preponderanza (501) Tab. 7.4 - Gli acquirenti di latte localizzati in Emilia-Romagna - campagna 1995/96

Acquirenti Produttori Latte raccolto (t) Tipo di impresa (n) agricoli

(n) totale per

acquirente per azienda

“Privata” 120 2.009 401.584 3.347 199,9 Cooperativa 501 7.799 1.244.742 2.485 159,6 Municipalizzata - - - - - Centro di raccolta 2 55 19.266 9.633 350,3 Latte alimentare 4 515 131.717 32.929 255,8 Formaggi tutelati 590 8.023 1.320.647 2.238 164,6 Altri formaggi 25 1.215 174.697 6.988 143,8 Locale 618 8.739 1.432.009 2.317 163,9 Nazionale 1 638 107.461 107.461 168,4 Multinazionale 2 431 106.856 53.428 247,9 Totale 621 9.808 1.646.326 2.651 167,9 Fonte: elaborazioni Osservatorio Latte su dati UNALAT.

in particolare stanno in un rapporto di 4 a 1 con le altre tipologie di impresa. In riferimento alla quantità di latte rappresentata dalle due ti-pologie di impresa il rapporto scende a 3 a 1 sempre a vantaggio delle cooperative. Queste sono globalmente più piccole, infatti le quantità mediamente lavorate si avvicinano alle 2.500 t/anno, mentre le private si dimensionano oltre le 3.300 t. La dimensione media anche delle sin-gole partite di latte si differenzia: 160 t/anno per i soci delle cooperati-ve e 200 t/anno per i conferenti dell’impresa privata.

Un secondo criterio di classificazione si riferisce all’indirizzo pro-duttivo prevalente, quindi una prima grossa distinzione sorge tra sem-plice “centro di raccolta” e impresa che compie trasformazione;

all’interno di quest’ultimo aggregato troviamo il produttore di latte a-limentare (e yogurt), il produttore di formaggi tutelati e il produttore di altri formaggi.

Il peso dei centri di raccolta, nella regione, si presenta molto conte-nuto, infatti non concentra che l’1% del totale del latte ritirato.

Come abbiamo già avuto modo di sottolineare, data l’area in esa-me, oltre il 95% delle imprese si caratterizza per indirizzo prevalente nella produzione di formaggi tutelati a cui, naturalmente, viene desti-nata la gran parte del latte ritirato dagli acquirenti con sede nella re-gione, precisamente oltre l’80%. La diretta conseguenza di questa real-tà si manifesta nell’esiguireal-tà numerica riservata alle altre tipologie pro-duttive: solo il 4% delle imprese, ritirando direttamente circa l’11%

del latte, si dedica alla produzione di altre tipologie di formaggi e so-lamente 4 imprese, a prevalenza produttiva di latte alimentare, ritira latte per circa l’8%. La quantità media di latte ritirata da questa ultima tipologia di impresa (circa 33 mila t) è circa 15 volte più grande di quella corrispondente alle imprese che sono dedite alle produzioni tu-telate, pari a 2.238 t/anno.

L’ultimo criterio distintivo è basato sulle caratteristiche del merca-to ove operano le diverse realtà produttive: la distinzione prevede im-prese “locali”, “nazionali” e “multinazionali”; in questa caratterizza-zione entra naturalmente in gioco l’appartenenza a gruppi.

Le imprese “nazionali” presenti sul territorio regionale sono rap-presentate dal gruppo cooperativo C.E.R.P.L. che, sempre in regione, comprende tra l’altro Granarolo, Felsinea, Centrale del latte di Parma,

Coop Produttori Rimini, Coop Produttori Ravenna, e ha rapporti di partecipazione con Unigrana e Consorzio Granterre (C.C.S.). Le im-prese “multinazionali” im-presenti sul territorio sono rapim-presentate da:

Bongrain, di cui fa parte Ludovico, e Parmalat, che comprende anche Giglio.

Con la sola esclusione di questi tre gruppi - nei quali ricordiamo sono raggruppate più ragioni sociali - tutte le altre imprese sono state classificate come “locali” e interessano l’87% del latte e la quantità media della latte annualmente ritirata rispecchia quella già vista per l’aggregazione “formaggi tutelati”.

La quota di latte raccolta dai primi quattro acquirenti emiliano-romagnoli si avvicina al 16% e se consideriamo i primi 8 l’incremento non è particolarmente significativo; il dato ci porta a poco meno del 19% (tab. 7.5). Infatti dalle quote rilevanti di CERPL e Parmalat (per entrambe superiori al 6%) con molta rapidità ci portiamo a quote di rilevanza molto relativa.

Se scendiamo nel dettaglio provinciale (tab. 7.6) vediamo che Par-ma, con il 36% del numero totale degli acquirenti, ritira una analoga percentuale di latte, seguita da Reggio Emilia che, con circa un terzo delle imprese, raccoglie poco più di un quarto del latte. Numericamen-te rilevanNumericamen-te è la provincia di Modena (23%) che raccoglie poco più del 16% del latte, un altro 10% si riferisce alla provincia di Piacenza, area non più del Parmigiano Reggiano, ma del diretto antagonista Grana Padano; Bologna, oltre ad ospitare l’impresa che ritira più latte in re-gione, raccoglie poco più dell’8% del latte; le altre tre provincie non giungono a rappresentare, nel complesso, nemmeno il 2% del totale.

In conclusione l’Emilia-Romagna con un quarto dei primi acqui-renti dell’intero Paese, che comprende circa la metà delle realtà coope-rative nazionali, raccoglie poco meno di un quinto del latte nazionale attraverso il 10% dei conferimenti totali e destina oltre l’80% del latte a prodotti tutelati.

Tab. 7.5 - Gli acquirenti di latte localizzati in Emilia-Romagna - campagna 1995/96 - : alcuni indicatori sulla struttura di mercato

Ragione sociale Provincia sede

dell’impresa Quota In termini di latte raccolto

1° impresa C.E.R.P.L. Bologna 6,5 2° impresa PARMALAT S.P.A. Parma 6,2 3° impresa COLLA S.P.A. Piacenza 1,9

4° impresa C.C.S. Modena 1,0

5° impresa GALLI S.R.L. Parma 0,8 6° impresa CE.LA.TRICOLORE SCARL Reggio Emilia 0,8 7° impresa TULLIA LATTERIA SCARL Reggio Emilia 0,7 8° impresa BONI S.P.A. Parma 0,7

Totale latte raccolto (t)

CR-4 15,6 257.404,4

CR-8 18,7 307.446,1

Per numero di conferenti

1° impresa C.E.R.P.L. Bologna 6,5 2° impresa PARMALAT S.P.A. Parma 3,9 3° impresa COOP.PRODUTT.LATTE A R.L. Forli 1,4 4° impresa COLLA S.P.A. Piacenza 1,0 5° impresa C.C.S. Modena 0,7 6° impresa LISI Piacenza 0,7 7° impresa PORCARI E TAMBINI S.D.F. Parma 0,6 8° impresa COMELLINI ROBERTO E C. S.R.L. Bologna 0,6

Totale latte raccolto (t)

CR-4 12,7 250.072,7

CR-8 15,3 278.947,1

Fonte: elaborazioni Osservatorio Latte su dati UNALAT.

Tab. 7.6 - Gli acquirenti di latte con sede nella Regione Emilia-Romagna - campagna 1995/96 Acquirente di cui: coop Multina-

zionali

Nazionali Latte ritirato Conf. Quantità me-dia per acq.

(.000 t)

Quantità me-dia per conf.

(.000 t)

Conferenti per acquirente

Sede n. %

n. %

latte n. %

latte n. %

latte .000 t %

latte n. coop. priv. coop. priv. coop. priv.

Parma 223 75 62 1 17 - - 593,7 36,1 3.280 2,2 4,1 165 214 13 19 Reggio E. 190 90 95 - - - - 433,5 26,3 2.709 2,4 1,3 160 178 15 7 Modena 141 91 90 - - - - 267,8 16,3 1.919 1,9 2,0 140 152 14 13 Piacenza 34 50 40 1 3 - - 171,1 10,4 714 4,0 6,0 301 211 13 29 Bologna 20 60 90 - - 1 78 138,2 8,4 897 10,4 1,7 156 142 67 12 Ferrara 1 100 100 - - - - 9,5 0,6 48 9,5 - 197 - 48 - Forlì 2 50 98 - - - - 9,4 0,6 134 9,2 0,2 69 202 133 1

Ravenna 1 - - - - - - 2,9 0,2 35 - 2,9 - 84 - 35

non definite 9 56 83 - - - - 14,4 0,9 72 2,4 0,6 201 228 12 3

Emilia R. 621 81 75 2 7 1 7 1.646,3 100,0 9.808 2,5 3,4 160 200 16 17

Fonte: elaborazioni Osservatorio Latte su dati UNALAT.

Nel documento Volume Rapporto 1996 (.pdf 3.0mb) (pagine 171-177)