3. LE POLITICHE REGIONALI PER IL SETTORE AGROALIMENTARE
3.1. Lo scenario regionale
Nell’annata agraria 1995-96, la produzione lorda vendibile regiona-le, a prezzi correnti, si è attestata attorno ai 7.258 miliardi, con una flessione del 3,7% rispetto allo scorso anno. La PLV a prezzi costanti è però aumentata del 3%, denotando un aumento di produttività di o-gni comparto, ma al contrario la diminuzione dei prezzi ha notevol-mente condizionato l’andamento dei bilanci aziendali. Diminuisce, an-che, l’occupazione in agricoltura con 21 mila unità in meno rispetto al 1995.
I consumi intermedi possono essere stimati a circa 2.940 miliardi di lire a prezzi correnti.
Il fatturato complessivo dell’agricoltura è risultato composto per il
49% dalle produzioni zootecniche, per il 31% dalle coltivazioni erba-cee, e per il 20% dalle produzioni arboree. La PLV del settore zootec-nico diminuisce dell’1%, e notevolmente colpito è il settore della car-ne bovina, la cui PLV diminuisce di oltre il 28% a fronte di una corri-spondente forte diminuzione dei consumi e dei prezzi. Al contrario aumenta la PLV dei suini (0,8%), anche se il numero dei capi diminui-sce dello 0,7%.
Fra le coltivazioni erbacee diminuiscono le produzioni dei cereali (6,6%), in particolare il frumento duro (11,4%), e il sorgo (14,3%).
In aumento notevole le produzioni frutticole, in particolare del pe-sco (36,2%) e delle nettarine (50,1%), del susino (80,9%) e dell’albicocco (80,4%). Per l’albicocco aumentano anche le superfici in produzione (5,5%), mentre in notevole diminuzione sono le superfi-ci per il pesco (9,9%).
La riforma della PAC dei seminativi è entrata, con la campagna 1995/96, al suo quarto anno di applicazione. Secondo i dati AIMA, le domande presentate in Emilia-Romagna sono state 57.536 (+0,5%), per un finanziamento totale di circa 336 miliardi di lire. Le compensa-zione al reddito sono però diminuite rispetto alla precedente campa-gna, poiché la rivalutazione della lira ha comportato una diminuzione del tasso di cambio della lira verde (12,2%). La superficie interessata alle compensazioni è stata di 445 mila ettari con un aumento del 7%
rispetto alla precedente campagna. Le provincie di Ferrara e di Bolo-gna sono risultate quelle con il maggior numero di superfici interessa-te, con 99 mila e 80 mila ettari, rispettivamente. Il numero maggiore di domande è stato presentato per il regime semplificato con poco più di 49 mila domande, anche se con una diminuzione rispetto alla scorsa campagna (3%). Al contrario aumentano le domande per il regime ge-nerale (38%), con un aumento anche delle superfici di ben il 25%. In particolare a Ferrara sono diminuite del 29% le superfici per il regime semplificato, mentre sono aumentate del 32% le superfici per il regime generale.
Le risorse stanziate dal bilancio regionale per il settore agricolo nel 1996 sono ammontate a oltre 500 miliardi con un aumento di 34 mi-liardi rispetto al 1995. L’aumento è da attribuire ai mezzi regionali che per il 1996 sono pari a 137 miliardi, mentre le risorse destinate al cofi-nanziamento di programmi comunitari, cioè l’obiettivo 5a e 5b, com-prendono anche risorse di precedenti esercizi, a cui si aggiunge la
nuova iniziativa comunitaria Leader II, attuata nel corso del 1996 (una descrizione dettagliata delle risorse per il settore agricolo è effettuata nel par. 3.2).
Il decentramento amministrativo. Nel corso del 1996 si è avviato l’iter del progetto di legge di iniziativa della Giunta Regionale sul tra-sferimento delle funzioni regionali in materia di agricoltura a Province e Comunità Montane. La proposta, che punta a superare l’attuale si-stema delle deleghe e prevede l’attribuzione di funzioni agli Enti loca-li, si pone l’ambizioso obiettivo di elevare, anche se con gradualità, l’efficienza e la qualità complessiva dell’intera macchina burocratica, riorganizzando l’intervento regionale al servizio del sistema agricolo-alimentare della Regione. Il progetto che prevede, dopo due anni di sperimentazione, anche il trasferimento agli Enti locali del personale regionale che attualmente opera nei Servizi Provinciali Agricoltura, è stato al centro di un vivace confronto tra la Giunta e i rappresentanti degli enti, delle organizzazioni professionali e dei sindacati. Al mo-mento di andare in stampa il progetto di legge è arrivato in aula per la discussione finale.
Il programma regionale di sviluppo. Nel corso del 1996 è stato definitivamente approvato dal Consiglio il Programma regionale di sviluppo agricolo, agroindustriale e rurale per il periodo 1996-2000. Il Programma ha come principale obiettivo l’aumento della competitività dei sistemi agro-industriali della regione Emilia-Romagna, tramite un miglioramento della qualità delle produzioni ed una valorizzazione di-versificata dell’offerta.
Per i sistemi agricoli-alimentari della regione si tratta di acquisire una valida conoscenza dei mercati; di riorganizzare il sistema della ri-cerca per fare corrispondere le scelte delle imprese alle domande in-novative dei consumatori, di sviluppare una programmazione per aree aderente ai sistemi produttivi territoriali; di spostare sul territorio pote-ri di governo dei fattopote-ri dello sviluppo e servizi; di darsi strumenti or-ganizzativi per massimizzare l’efficienza complessiva e contempora-neamente, salvaguardare i redditi dei coltivatori.
Lo spazio rurale, l’insieme degli aspetti sociali, culturali e paesag-gistici che caratterizzano il territorio, rappresentano, assieme alla so-stenibilità ambientale dei processi produttivi, i fattori costitutivi dei
si-stemi orientati verso la qualità. Le espressioni sindacali, associative e cooperative del mondo agricolo sono chiamate ad esprimere un ruolo fondamentale nell’aumento dell’efficienza delle aziende, nella orga-nizzazione unitaria dell’offerta e nella costruzione di efficienti stru-menti di coordinamento verticale.
Il Programma si articola in programmi generali, programmi specifi-ci e in progetti finalizzati. Nell’ambito dei programmi generali, la Pubblica Amministrazione è una componente chiave per la competiti-vità, e l’obiettivo primario è una sua riorganizzazione che migliori l’efficienza del sistema integrato Regione-Autonomie Locali. In parti-colare la Regione deve legiferare, programmare, coordinare e indiriz-zare, mentre le Province e le Comunità montane hanno la responsabili-tà di tradurre gli indirizzi in azioni di governo del territorio avvalendo-si di una struttura tecnica unificata e polifunzionale.
I programmi specifici riguardano lo sviluppo delle zone rurali, il miglioramento dell’efficienza delle strutture agrarie, il miglioramento delle condizioni di trasformazione e commercializzazione dei prodotti agricoli, la tutela del territorio ed una agricoltura eco-compatibile.
I progetti finalizzati sono la sostanziale innovazione del Piano Re-gionale, essi utilizzano le opportunità offerte da diversi provvedimenti legislativi già in vigore e risorse di natura regionale, provinciale e co-munitaria, e li organizzano per un obiettivo specifico. I progetti fina-lizzati indicati dal Piano riguardano: il rilancio della peschicoltura e-miliano-romagnola, l’insediamento dei giovani in agricoltura, i servizi d’area per il Parmigiano Reggiano, l’integrazione delle relazioni di mercato.
Le linee di azione delineate dal Piano di Sviluppo Regionale saran-no attuate tramite una collaborazione tra strutture private e intervento pubblico. Le strutture private dovranno fornire servizi e prestazioni al sistema, mentre l’intervento pubblico dovrà fornire soprattutto soste-gno e impulso alla realizzazione degli obiettivi.