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Lo scenario nazionale

Nel documento Volume Rapporto 1996 (.pdf 3.0mb) (pagine 43-57)

2. LE POLITICHE PER IL SETTORE AGROALIMENTARE

2.2. Lo scenario nazionale

In Italia la produzione lorda vendibile è leggermente diminuita (-0,2%), subendo un ridimensionamento significativo soprattutto nell’Italia centrale e meridionale (tab. 2.8).

In generale i cereali hanno fatto registrare un andamento positivo.

Gli aumenti sia delle produzioni, sia delle superfici investite e delle re-se unitarie hanno bilanciato la riduzione dei prezzi. Due sono stati i fattori che hanno determinato questo calo: l’incremento dell’offerta e la rivalutazione della lira.

Andamento opposto rispetto ai cereali hanno presentato le colture

Tab. 2.8 - Variazione percentuale 1996/95 della produzione lorda vendibile a prezzi costanti per comparti produttivi e ripartizioni territoriali

Cereali Ortaggi (a)

Piante Industriali

Arboree Allevamenti Totale

Italia 5.6 3.3 -4 -6.3 0.8 -0.2

Nord-occidentale 6.7 -0.2 -5.4 10.9 -1.1 1.3 Nord-orientale 6.3 4.1 -4.3 13.5 -1.2 3.7 Centrale 1.6 -2.7 -0.3 -9.3 1.3 -1.6 Mezzogiorno 3.2 4.1 0.1 -13 1.5 -3.7 Emilia-Romagna 2.8 7.2 -8.4 9.6 0.4 3.1 (a) Compresi meloni, cocomeri e fragole.

Fonte: INEA.

industriali. Infatti sono diminuite le produzioni (4%) a seguito delle minori superfici investite, mentre sono aumentati i prezzi di oltre il 4,4%. In particolare sono diminuite le semine a barbabietola da zuc-chero, mentre i prezzi e le quantità prodotte sono state soddisfacenti.

Tra le oleaginose, la soia ha fatto registrare un aumento consistente delle aree interessate (+32%) e prezzi in marcato aumento. Diversa si-tuazione del girasole, poichè la dinamica delle rese è stata meno fa-vorevole rispetto agli anni precedenti e i prezzi sono stati più contenuti.

Per le colture arboree da frutta l’annata ha generalmente favorito le rese. All’aumento produttivo si è tuttavia contrapposto un calo dei prezzi che ha determinato una riduzione dei ricavi. La produzione viti-vinicola ha avuto un andamento differenziato con un aumento nelle regioni settentrionali e meridionali e una diminuzione nelle restanti a-ree. Per l’olivo, il periodo di scarica verificatosi ha comportato una ri-duzione della prori-duzione fra il 15% e il 30% in tutte le regioni.

La produzione lorda vendibile per gli allevamenti è aumentata nel corso del 1996 dello 0,8%. In questo dato si nasconde la situazione negativa della produzione e dei consumi di carne bovina, a cui si con-trappone l’andamento positivo delle altre carni, in particolare pollame e carne suina.

L’Unione europea è intervenuta per sostenere il settore zootecnico, effettuando aiuti diretti ai redditi degli allevatori, ed in particolare, at-tuando un intervento sul mercato della carne bovina tramite una mini-riforma del settore. Il governo italiano per sostenere i consumi di carne a fine dicembre 1996 con il decreto n. 699, ha ridotto le aliquote IVA per il settore bovino dal 16% al 10%, ed ha varato un piano sulla qua-lità delle carni. La riduzione dell’IVA, è stata effettuata anche per av-vicinare l’Italia alla media europea che risulta pari a circa il 7% e ri-guarda contemporaneamente sia gli animali vivi, sia le carni. Il decre-to, prevede anche la riduzione dell’IVA per le vendite effettuate dagli allevatori e in particolare dall’8,5% al 7,5%, per gli ovicaprini, gli e-quini e i volatili; dal 9% al 6% per i bovini e dal 9% al 7,5% per i sui-ni. Le seguenti riduzioni dovrebbero rimanere in vigore per tutto il 1997.

Il “piano carni” sulla qualità delle carni bovine, che riguarda so-prattutto le razze privilegiate, è divenuto operativo il 13 maggio 1996.

Diversi sono gli obbiettivi del piano. Oltre a migliorare la qualità e

quindi espandere i consumi tramite una migliore valorizzare dell’immagine del prodotto, il piano prevede anche un miglioramento degli aspetti sanitari del bestiame, per prevenire alcune malattie, ed agevolare il processo di razionalizzazione delle tecniche di allevamen-to. Inoltre, il piano si rivolge anche all’intera filiera delle carni bovine, favorendo la ristrutturazione dell’industria della macellazione e conso-lidando gli accordi interprofessionali.

L’avicoltura dopo due annate non molto positive, nel corso del 1996 ha visto aumentare la produzione lorda vendibile di circa il 20%, cresciuta soprattutto in seguito all’aumento dei prezzi. Il quantitativo complessivo di carni di pollame è aumentato del 1,2% rispetto allo scorso anno, mentre la produzione di tacchino è aumentata del 2,9%.

Il settore lattiero-caseario ha vissuto nel corso del 1996 un momen-to di grande difficoltà. Le multe per il superamenmomen-to delle quote latte e l’esplosione su scala europea della BSE hanno indotto molti agricolto-ri ad azioni di protesta pubblica. Il governo italiano, per attenuare i fat-tori di tensione all’interno del mondo zootecnico, ha adottato una serie di misure sia strutturali che congiunturali. In particolare sono stati stanziati circa 370 miliardi per la concessione di mutui quinquennali a tassi che non superano il 2,8%.

Attualmente si è conclusa la riforma dell’organizzazione del merca-to comune (OCM) per l’ormerca-tofrutta, i cui punti più importanti riguarda-no i compiti e le funzioni delle nuove organizzazioni dei produttori, che dovranno gestire e organizzare il settore, programmando le produ-zioni e promuovendo la concentrazione dell’offerta.

Invece per il vino, la riforma dell’OCM non è giunta ancora a ter-mine, il Consiglio dei ministri agricoli ha stabilito per le campagne 1996/97 e 1997/98 una proroga al regime dei finanziamenti per gli e-spianti, stabilendo anche un tetto massimo che per l’Italia è di 5.785 ettari. Inoltre, è stata anche concessa una deroga al blocco di nuovi impianti.

Anche per la riforma del mercato dell’olio di oliva, i negoziati si presentano ancora molto complessi. La Commissione europea intende abbandonare l’attuale sistema di aiuti alla produzione, per sostituirlo al numero degli alberi posseduti. In particolare per l’Italia il numero di alberi risulta pari a 130 milioni con un contributo per albero di 4,5 ECU.

Le domande presentate in attuazione della riforma dei seminativi

nel 1996, secondo i dati AIMA, sono state complessivamente oltre 700 mila, di cui oltre 95 mila per il regime generale e di oltre 600 mila per il regime semplificato. Le superfici interessate sono aumentate di oltre 5 milioni di ettari, in particolare è aumentata la superficie per il grano duro con oltre 1.700.00 ettari coltivati. Sono aumentate le semine e il raccolto del mais, infatti sono stati superati nel 1996 1.117.000 ettari;

mentre sono diminuite le superfici di orzo e grano tenero.

Nel corso del 1996 si è cominciato a valutare, a livello nazionale, l’applicazione del reg. (CEE) n. 2078/92. Il numero di domande pre-sentate ha riguardato per oltre il 60% le misure di riduzione dell’uso di prodotti chimici, con il 38% della superficie interessata. Mentre per la misura relativa all’applicazione di metodi di produzione estensiva, le domande di adesione sono state il 16%, esse hanno interessato il 45%

delle superfici. Infine per l’agricoltura biologica le domande sono state il 10% del totale. Analizzando l’applicazione del reg. (CEE) n.

2078/92 per aree geografiche, si può sottolineare che nel Nord d’Italia è collocato il 65% degli ettari interessati all’applicazione della misura

“altri metodi di produzione estensiva”. Nelle regioni del Sud l’applicazione del reg. (CEE) n. 2078/92 si è concentrato invece per il 47% sulla misura a sostegno dell’agricoltura biologica. Un’analisi det-tagliata e puntuale dell’applicazione del regolamento (CEE) n.

2078/92 in Emilia-Romagna è effettuato nel capitolo 13.

Il Governo, con il così detto, d.d.l. “Bassanini” ha avviato la rifor-ma dello Stato in senso federalista (per una descrizione dettagliata si veda par. 2.2.2). Il MIRAAF assieme alle Regioni, nel corso del 1996, ha varato il decreto legge sulla riforma dell’AIMA, con cui si stabili-sce la soppressione dell’attuale AIMA e l’istituzione della nuova EIMA. Quest’ultima dovrebbe occuparsi delle previdenze finanziarie, mentre il ricevimento delle domande, le istruttorie e i controlli sono di competenza delle Regioni.

Il Governo nel corso del 1996, con la manovra correttiva del bilan-cio 1996, ha tagliato al settore della bieticoltura 50 miliardi, ed in un secondo momento con la finanziaria 1997 ha ridotto di 85 miliardi gli stanziamenti autorizzati dall’Unione Europea.

Inoltre, con l’approvazione della finanziaria per il 1997, è stata an-che approvata la nuova poliennale di spesa an-che stabilisce le nuove ri-sorse finanziarie per il settore agricolo per il periodo 1997-2000, che verranno illustrate nelle pagine seguenti. Invece, sono ancora in corso

le proposte di riforma delle strutture di ricerca e sperimentazione agri-cola.

Con il disegno di legge collegato alla finanziaria, si è stabilito il trasferimento al Ministero del Tesoro della partecipazione azionaria nella RIBS SPA posseduta dalla EFIM. Inoltre, la RIBS attualmente può intervenire come finanziatrice di capitale a rischio nell’imprese agro-industriali; infatti, nell’ambito delle operazioni di acquisizione delle partecipazioni azionarie, può stipulare appositi accordi, compati-bili con i principi di economia di mercato, in cui i soci o i terzi si im-pegnino a riscattare al valore di mercato e nel termine stabilito le azio-ni e le quote acquisite.

Infine, riguardo alla questione del consumo di gasolio agricolo, il Ministero delle Risorse Agricole e Forestali, dovrà calcolare entro la fine di marzo i consumi medi dei prodotti petroliferi per ettaro e per ogni tipo di coltivazione, ed in base ai risultati ottenuti dovrà emanare un decreto sulla concessione delle agevolazioni.

2.2.1. I finanziamenti all’agricoltura

La legge finanziaria 1997, oltre a stabilire i nuovi finanziamenti all’agricoltura, ha apportato alcune novità in tema di imposte dirette, con l’introduzione della nuova imposta regionale sulle attività produt-tive (IREP). Inoltre è stata approvata, sempre nel 1996, anche la nuova pluriennale di spesa per il 1997-2000, che stabilisce i fondi per gli in-terventi programmati nel settore agricolo e agroindustriale.

I fondi destinati all’agricoltura dalla finanziaria 1997 ammontano a poco più di 2.900 miliardi lire contro i 3.200 dell’anno precedente.

Analizzando gli importi, per il 1997, secondo i singoli provvedimenti si può rilevare che le spese correnti del Ministero rimangono invariate rispetto al 1996, anche se come il precedente anno l’importo di 1.000 miliardi è destinato al pagamento della multa relativa alle quote latte.

Le misure di accompagnamento alla PAC diminuiscono, passando da circa 430 miliardi nel 1996 a 340 nel 1997; diminuiscono notevolmen-te anche i finanziamenti all’AIMA che nel ‘96 erano 240 miliardi, mentre per il ‘97 sono solo 172 miliardi; diminuiscono inoltre anche gli aiuti nazionali e per lo zucchero, da 260 miliardi a 125 miliardi. In-vece per il ‘97 aumenta di 40 miliardi il fondo solidarietà nazionale,

raggiungendo i 200 miliardi (tab. 2.9).

Il contributo nazionale per il cofinanziamento delle politiche strut-turali ha assunto negli ultimi anni un’importanza sempre maggiore fi-no a raggiungere nel 1996 un valore totale di oltre 993 miliardi di lire, per le azioni nelle regioni dell’obiettivo 5b ed in quelle dell’obiettivo 1 (tab. 2.10). Gli interventi nelle regioni dell’obiettivo 5b hanno raggiunto quasi i 500 miliardi nel 1996 contro 265 nel 1994. Si tratta di finanziamenti per interventi a carattere regionale finalizzati soprattutto al raggiungimento dell’obiettivo 5a (ammodernamento aziendale) per 246 miliardi, e dell’obiettivo 5b (sviluppo rurale) per circa 129 miliardi. Nel corso del 1996 un incremento notevole hanno assunto i fondi destinati ai progetti Leader (quasi 106 miliardi).

Tab. 2.9 - Finanziamenti e dotazioni per l’agricoltura 1996-1997 (miliardi di lire)

Spese correnti del Ministero (a) 1.086,2 1.047,2 1.183,1 1.183,1 Interventi program. in Agricoltura 517 517 646 (2) 780 (b) Fondo di solidarietà nazionale 250 250 250 250

AIMA 240 172 200 200

Aiuti Nazionali e CEE per lo zucch. 260 125 35 35 Fondo di Solidarietà Nazionale 161,2 200 100 100 V° Piano triennale di pesca 50 90 45 45

Totale 3.202,8 2.911,2 2.609,9 2.605,1 (a) L’importo di lire 1.000 miliardi è destinato alla regolazione debitoria (quote lat-te).

(b) Comprendono 80 miliardi per gli interventi irrigui.

Fonte: Ministero del bilancio.

Gli interventi nelle regioni dell’obiettivo 1 sono sostanzialmente incentrati sui programmi operativi regionali a cui sono destinati oltre 353 miliardi dei 436 destinati a queste azioni. I fondi relativi a questi interventi sono più che raddoppiati rispetto a quelli del 1995 e stanno diventando sempre più cospicui.

I contributi per il cofinanziamento delle misure strutturali del FEOGA stanno quindi diventando sempre più importanti, giocando un ruolo determinante nella formazione dello sviluppo rurale e ammoder-namento aziendale. L’utilizzazione rapida e completa di questi fondi costituisce un aspetto importante della politica regionale i cui effetti andranno attentamente valutati con un opportuno monitoraggio.

Tab. 2.10 - Contributo nazionale al cofinanziamento del FEOGA 1994-1996 (miliardi di lire)

Interventi Misure 1994 1995 1996

OBIETTIVO 5

Interventi Regionali Ob.5A (Az.Indir.) 172,6 114,5 204,6 Ob.5A (Az. Dir.) .. 40,6 41,6

Obiettivo 5B 84,7 111,6 128,9

Pic Leader .. 12,6 105,8

Totale Interventi regionali 257,3 279,2 480,8 Interventi Nazionali Ob.5A (Az.Indir.) 7,7 4,5 4,5 Ob.5A (Az. Dir.) .. 11,5 11,5 Totale Interventi Nazionali 7,7 16,0 16,1

Totale Generale Regioni 5B 265,0 295,2 496,9

OBIETTIVO 1

Interventi regionali Prog. Operativi 32,1 168,8 353,9

Pic-Leader .. 29,4 53,8

Totale Interventi regionali 32,1 198,2 407,8 Interventi Nazionali Prog. Servizi 9,6 19,8 27,1

Prog. M.O.C. .. .. 1,8

Totale Interventi Nazionali 9,6 19,8 28,9

Totale Generale Regioni OB1 41,7 218,1 436,6

TOTALE GENERALE REGIONI 5B OB1

306,7 513,3 933,5

Fonte: Ministero delle Risorse Agricole e Forestali.

Con la nuova finanziaria 1997 sono state introdotte importanti no-vità per il settore agricolo. Per le imprese agricole individuali e le so-cietà semplici il reddito imponibile sarà determinato in base al reddito dominicale, quindi indipendentemente dal fatturato, che può superare o essere inferiore ai 500 milioni di lire. Invece per le società in nome collettivo e in accomandita semplice (S.n.c. S.a.s.) il reddito ai fini dell’imposta diretta sarà determinato in base al risultato economico. In particolare, sempre ai fini dell’imposta diretta il reddito dominicale dei terreni è rivalutato dell’80% mentre il reddito agrario del 70%. La maggiorazione del reddito dominicale dovrà essere applicata ai terreni concessi in affitto, mentre il reddito agrario si applicherà ai terreni col-tivati dalle ditte individuali, dalle società semplici ed enti non com-merciali, essendo questi ultimi gli unici a determinare il reddito sulla base delle risultanze catastali.

Nel corso del 1997 la base imponibile dell’imposta comunale (ICI) aumenterà del 25%, con una rivalutazione del reddito dominicale del 25% a partire dal 1° gennaio 1997.

Sempre nel periodo di imposta 1997 l’istituzione della nuova impo-sta regionale sulle attività produttive (IREP) con una aliquota compre-sa tra il 3,5% e 4,5%, porterà all’abolizione del contributo per il servi-zio sanitario (tassa della salute), ILOR, ICIAP, tassa di concessione governativa sulla partita IVA, imposta sul patrimonio netto delle im-prese. Anche se per gli agricoltori l’IREP sostituirà solo la tassa sulla salute e la tassa sulla partita IVA.

Per la determinazione della base imponibile dell’IREP è prevista la classificazione delle imprese agricole in tre categorie:

1) Produttori agricoli tassati in base alle risultanze catastali, in cui la base imponibile ai fini dell’IREP è pari alla differenza tra i corrispettivi delle operazioni risultanti nella dichiarazione IVA e l’ammontare degli acquisti destinati alla produzione.

2) Imprese agricole che realizzano redditi da impresa (si tratta pre-valentemente delle società in nome collettivo e in accomandita semplice), in cui la base imponibile dell’IREP è pari alla diffe-renza tra i ricavi (compresi i contributi in conto esercizio) e i co-sti di produzione.

3) Società di capitali, cooperative, di mutua assicurazione ed enti commerciali per i quali, la base imponibile per l’IREP è

deter-minata in base ai ricavi ed ai costi.

In particolare le S.n.c. e le S.a.s., che esercitano in agricoltura non saranno più tassate sulla base delle rendite catastali, ma saranno gene-ralmente obbligate alla tenuta della contabilità semplificata, ovvero dovranno obbligatoriamente tenere un registro I.V.A., oltre che al regi-stro dei cespiti ammortizzabili e al regiregi-stro di carico e scarico degli a-nimali.

La nuova pluriennale di spesa per l’agricoltura destina all’agricoltura 2.533 miliardi per l’intero periodo 1997-2000. La novi-tà del nuovo disegno di legge riguarda la necessinovi-tà di tener conto delle tante e diverse situazioni rappresentate dalle agricolture regionali e dalla riaffermazione della autonomia delle Regioni che impongono delle esigenze di programmazione del tutto nuove, con la presentazio-ne di piani agricoli regionali.

Le finalità del nuovo disegno di legge sono molteplici rispetto alle esiguità dei fondi stanziati. Infatti riguardano soprattutto la riforma e-conomico-sociale e strutturale dell’agricoltura, aumentando le capacità concorrenziali del settore agroalimentare e promuovendo le politiche di sviluppo rurale. Altri obiettivi riguardano invece il miglioramento delle condizioni di vita e di lavoro degli agricoltori; il mantenimento e la qualificazione degli stessi, la promozione dello sviluppo agricolo sostenibile e la salvaguardia del territorio, con particolare attenzione all’accesso dei giovani all’attività imprenditoriale agricola attraverso l’individuazione di adeguati incentivi secondo l’attuazione del reg.

(CEE) n. 2079/92.

Gli interventi programmati in agricoltura (tab. 2.11) sono pari a 517 per il 1997, ammontano invece a 646 miliardi per il ‘98 e 780 mi-liardi per il ‘99. In particolare gli ultimi due esercizi comprendono 80 miliardi per gli interventi nel settore irriguo. Gli interventi programma-ti, che in totale per i quattro anni ammontano a 2.533 miliardi lire, as-sicurano una continuità degli interventi pubblici nel settore agricolo, ma certamente rappresentano un forte ridimensionamento dei finan-ziamenti. Gli importi, dopo la riforma del MIRAAF, sono destinabili nella misura massima del 20% alle azioni del Ministero, il rimanente 80% alle Regioni.

Le azioni e i programmi previsti sono suddivisi tra i programmi in-terregionali cofinanziati, con le Regioni, a cui è destinata una somma

complessiva di 1.027 miliardi. Con questi interventi, si intende realiz-zare una coordinazione tra gli interventi realizzati dalle Regioni e quel-li del Ministero. Infatti, i programmi possono essere proposti dal Mini-stero o da almeno due provincie autonome e sono approvati dal comi-tato permanente sotto comunicazione del CIPE. Il campo di intervento prioritario, è il sistema dei servizi di sviluppo, anche se non si esclude la possibilità di interventi anche in altri campi, quali la creazione di apposite strutture che possano realizzare l’anello di congiunzione per le attività svolte dal Ministero e dalle Regioni.

Le azioni nazionali poste in atto dal Ministero individuate attraver-so il Piano Nazionale, assieme al Comitato permanente ed approvate dal CIPE, riguarderanno in particolare lo sviluppo della ricerca appli-cata nei settori agricolo ed agroindustriale. L’ammontare complessivo delle risorse destinate a queste azioni è di 1.178 miliardi.

Infine per i mutui di miglioramento fondiario, l’importo previsto è di 88 miliardi per il ‘97, mentre dal 1998 al 2000 saranno di 80 miliar-di per ciascun esercizio.

Naturalmente, per il raggiungimento delle finalità e degli obiettivi generali, sopra citati, vengono utilizzate anche le risorse finanziarie che le Regioni e le Provincie iscrivono autonomamente nei propri bi-lanci, le risorse erogate dal Fondo di rotazione, le risorse relative alla riforma della PAC, e l’insieme delle risorse rese disponibili, ogni an-no, dalla legge finanziaria.

Tab. 2.11 - Legge di spesa per gli interventi programmati nei settori agrico-lo, agroindustriale e forestale (miliardi di lire)

Azioni Nazionali

Programmi Interregionali

Mutui Stanziamento totale

1997 282 147 88 517

1998 286 200 80 566

1999 300 320 80 700

2000 310 360 80 750

Totale 1.178 1.027 328 2.533

Fonte: Ministero del Bilancio.

2.2.2. Il rapporto Stato Regioni

Con l’insediamento, nella primavera 1996, del Governo Prodi le re-lazioni tra Ministero delle Risorse Agricole, Alimentari e Forestali (MIRAAF) e Regioni hanno potuto giovarsi di un interlocutore gover-nativo nella pienezza del proprio mandato parlamentare e delle proprie responsabilità politiche. Ciò ha consentito di intensificare il confronto nel Comitato Permanente per le Politiche Agroalimentari e Forestali e, soprattutto, di affrontare le problematiche politicamente più impegna-tive a cominciare da quella della riforma dell’AIMA.

La ripresa di un confronto più intenso e politicamente qualificato tra MIRAAF e Regioni non ha comunque sopito il dibattito sul riasset-to delle competenze istituzionali in materia di agricoltura.

Il Governo, con il d.d.l. “Bassanini” per il conferimento di funzioni (fra le quali quelle inerenti l’agricoltura) alle Regioni ed agli Enti loca-li, ha assunto una decisa iniziativa per una riforma dello Stato in senso federalista; il MIRAAF sta predisponendo una proposta di riorganiz-zazione della propria struttura; una parte delle Regioni hanno invece promosso un nuovo referendum per l’abrogazione della L. 491/93 isti-tutiva del MIRAAF.

Il confronto tra Regioni e MIRAAF nel corso del 1996 (15 riunioni del Comitato Permanente, 20 riunioni del CTA, l’organismo tecnico incaricato delle istruttorie), ha permesso di concordare numerose pro-poste di riforma : oltre a quella dell’AIMA, già ricordata, quelle degli istituti di ricerca e sperimentazione agricola (IRSA), dei consorzi agra-ri, un nuovo d.d.l. pluriennale di spesa in agricoltura, un d.d.l. per i giovani agricoltori.

Il Comitato Permanente è stato poi fortemente impegnato sulle problematiche riguardanti le quote latte, la revisione della L. 468/92 di riordino del settore lattiero-caseario e le conseguenze per il settore zo-otecnico dell’epidemia di BSE.

Restano invece ancora irrisolti i nodi della riforma del Corpo Fore-stale dello Stato e quella dell’Ispettorato Centrale Repressione Frodi.

Il consenso raggiunto in Comitato Permanente sullo schema di d.d.l. di riforma dell’AIMA rappresenta certamente il più importante punto di convergenza raggiunto nel 1996 tra MIRAAF e Regioni. Il te-sto concordato e poi approvato dal Consiglio dei Ministri prevede, con la soppressione dell’AIMA e l’istituzione dell’EIMA, una chiara

solu-zione di continuità con la passata gestione. Il d.d.l. delinea un marcato spostamento del baricentro dell’attività della futura EIMA in senso re-gionalistico: all’EIMA è assegnata la funzione di organismo pagatore delle provvidenze finanziarie (aiuti al reddito, compensazioni finanzia-rie, integrazioni di prezzo, ecc.) mentre il ricevimento delle domande,

solu-zione di continuità con la passata gestione. Il d.d.l. delinea un marcato spostamento del baricentro dell’attività della futura EIMA in senso re-gionalistico: all’EIMA è assegnata la funzione di organismo pagatore delle provvidenze finanziarie (aiuti al reddito, compensazioni finanzia-rie, integrazioni di prezzo, ecc.) mentre il ricevimento delle domande,

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