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Capitolo 4. Problematiche legate alla politerapia

4.3. Aderenza alla terapia e compliance

L’aderenza a regimi farmacologici complessi, rappresenta un problema di notevole entità nella gestione della politerapia nel paziente anziano. La mancata aderenza alla terapia, non è sempre strettamente correlata all’età del paziente; infatti, in uno dei primi tiral sull’ipertensione nell’anziano SHEP (Systolic Hypertension in the Elderly Program), si aveva una migliore compliance nel paziente anziano che in quello più giovane.79 In uno studio più recente su anziani

colpiti da depressione, la non aderenza al trattamento antidepressivo interessava circa il 28% dei pazienti80. Studi sulla aderenza ad un trattamento farmacologico in età geriatrica, meno specifici

per una singola patologia, riportano una non aderenza dell’anziano alla politerapia in una percentuale che va dal 20% al 50% dei pazienti81; uno studio europeo AdHOC (Aged in Home

Care), ha rivelato che la non aderenza ha una prevalenza di circa il 12.5%82. Nonostante ci sia

77 Budnitz DS et al (2007) Medication use leading to Emergency Department visit for adverse drug events in older

adults. [Ann Intern Med 147 (11), 755-765].

78 Linee di indirizzo sulla terapia farmacologica nell’anziano “i Criteri di Beers”. Commissione Terapeutica Regionale

- settembre 2011.

79 Black DM (1987) compliance to treatment for hypertension in elderly patients: the SHEP pilot study. Systolic

Hypertension in the Elderly Program. [J Gerontol 42: 552-7].

80 Bosworth (2008) The effects of antidepressant medication adherence as well as psychosocial and clinical factors

on depression outcome among older adults. [Int J Geriatr Psychiatry 23: 129-34].

81 Kripalani S. (2007) Interventions to enhance medication adherence in chronic medical conditions: a systematic

review [Arch Intern Med 167: 540-50].

82 Topinkova (2006) Cross-national comparison of drug compliance and non compliance associated factors in the

eterogenicità nei risultati dei diversi studi, emerge comunque una situazione critica nella non anderenza ai regimi politerapici negli anziani e ciò sottolinea la necessità di migliorare la compliance.

Lo studio portato avanti da GWG di AIFA83, rileva una bassa aderenza a farmaci antidepressivi,

con una percentuale di giorni coperti dalla terapia antidepressiva < 40% in un periodo di 6 mesi. È stata rivelata anche una bassa aderenza a farmaci antipertensivi, antidiabetici e anti- osteoporotici, in cui la percentuale di giorni coperti dalla terapia, in un anno, era inferiore a 40%; la scarsa aderenza a questi trattamenti ne riduce senza dubbio l’efficacia. La bassa adesione a questi trattamenti cronici si è dimostrata in aumento all’avanzare dell’età con la prevalenza maggiore nei soggetti di 85 anni o più.

La non aderenza alla terapia può essere definita come intenzionale o non intenzionale.

Nel primo caso, la non aderenza è frutto di un ragionamento da parte del paziente sul rapporto rischio/beneficio associato all’assunzione del farmaco; l’anziano frequentemente non accetta la diagnosi ne tantomeno il trattamento farmacologico, soprattutto quando complesso. Inoltre, i pazienti tendono a sospendere l’assunzione dei farmaci nel momento in cui si rendono conto che i sintomi che hanno generato la prescrizione, sono scomparsi; ciò è dovuto alla poca chiarezza delle istruzioni riguardanti la necessità di completare una cura (importante ad esempio nel ciclo di una terapia antinfettiva. La sospensione precoce del trattamento avviene più frequentemente per i farmaci più costosi o la cui somministrazione deve essere ripetuta nell’arco della giornata. La mancata aderenza non intenzionale, invece, può derivare da dimenticanza o confusione, soprattutto se il paziente ha numerose prescrizioni ed intervalli differenti di dosaggio. I pazienti che vivono in realtà sociali disagiate o senza l’assistenza di un caregiver, tendono a dimenticare o a confondere più facilmente i farmaci rispetto a pazienti anziani assistiti. I fattori che predispongono il paziente anziano ad una scarsa aderenza al trattamento, oltre al regime politerapico, sono: le patologie croniche, i disturbi cognitivi che sopraggiungono con l’età nella maggior parte dei casi e deficit fisici. Un gran numero di pazienti oltre i 70 anni è colpito da degenerazione maculare o soffre di cataratta, il che implica una riduzione della capacità visiva; inoltre, l’artrite o il tremore possono rendere molto complessa l’assunzione di compresse troppo piccole o di farmaci da assumere “a cucchiai”. Inoltre, il paziente anziano, ha difficoltà nell’ingoiare delle compresse grandi a causa della riduzione nella produzione di saliva dovuta all’invecchiamento. Per queste ragioni, il medico, durante la prescrizione della terapia, deve tenere conto della vasta gamma di forme farmaceutiche esistenti e deve suggerire al paziente strategie utili a migliorare la compliance nel paziente anziano (l’uso della siringa per liquidi da assumere per os).

Gli interventi che possono essere attuati per migliorare la compliance delle politerapie negli anziani, sono:

83AIFA (2012) Uno studio nazionale dell’AIFA sulla qualità della prescrizione farmacologica nella popolazione

geriatrica http://www.agenziafarmaco.gov.it/it/content/indicatori-valutare-la-qualit%C3%A0-della-prescrizione- farmacologica-nella-popolazione-anziana-la

- Riduzione del numero di sommnistrazioni giornaliere: l’uso di almeno un farmaco con più di una somministrazione giornaliera, espone già di per se il paziente anziano ad una potenziale non aderenza, causando confusione o dimenticanza.

- Fornire al paziente strumenti utili a ridurre il rischio di dimenticanze: il medico o il farmacista devono aiutare il paziente nella compilazione di un diario chiaro e semplice, in cui l’anziano appunta i farmaci da assumere nelle diverse fasi del giorno, nelle quntità adeguate.

- Attuare processi educativi rivolti a pazienti anziani e a caregiver: il farmacista o il medico possono istruire il paziente, o chi se ne prende cura, alla corretta assunzione dei farmaci, permettendogli di capire la reale necessità di un regime farmacologico continuo, soprattutto quando è utile a curare una patologia cronica. Gli operatori della salute, inoltre, devono illustrare al paziente anziano i rischi che può correre con un uso smodato di farmaci di automedicazione, oppure associando cibi o bevande all’uso di particolari farmaci.