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3. Introduzione al commento traduttologico

3.3 Aegisub, il software per la sottotitolazione

Il presente lavoro di sottotitolazione interlinguistica è stato svolto avvalendosi dell’utilizzo del software Aegisub che ha permesso il ricorso a diversi approcci in relazione alle componenti del prodotto audiovisivo.

Un esempio è costituito, infatti, dalle diverse modalità di resa dei sottotitoli utilizzate: nelle parti del documento in cui erano già presenti i sottotitoli in lingua cinese sono stati inseriti, sotto di essi, i corrispettivi in lingua italiana, cercando di renderli perfettamente sincronizzati ogni volta che si presentasse la possibilità. La presenza dei sottotitoli in lingua originale ha aggiunto al limite temporale, derivante dalla necessità di coordinazione, il limite spaziale: se la resa italiana avesse raggiunto le due righe si sarebbe sovrapposta al sottotitolo cinese e ciò ne avrebbe causato l’illeggibilità, motivo per cui, in caso di necessità, la traduzione è stata divisa in due parti o ridotta.

Nella traduzione della trascrizione delle indagini telefoniche è stato, invece, preferito sincronizzare il sottotitolo in italiano, reso con dimensioni maggiori per garantirne la giusta visibilità, con le battute che appaiono sullo schermo una volta pronunciate. A differenza degli altri sottotitoli presenti nel documentario, posizionati in basso allo schermo in posizione centrata, in questo caso è stato ritenuto opportuno il loro allineamento rispettivamente a destra al momento dell’intervento dell’interlocutore “A” (solitamente corrispondente all’investigatore), e a sinistra nel momento in cui a prendere parola era l’interlocutore “B” (oggetto dell’indagine), in conformità con il loro posizionamento nell’immagine su schermo.

Tra i vari interventi che il software Aegisub permette di apportare ai sottotitoli, che comprendono la loro formattazione, partendo dalla possibilità di cambio di colore, dimensioni, carattere e così via e la scelta del loro posizionamento all’interno del video, vi è anche quello di inserire uno sfondo, di cui si può scegliere la grandezza, il colore e il livello di trasparenza. Nella sottotitolazione presentata si è ritenuta necessaria l’aggiunta di tale sfondo (in trasparenza e in colore grigio scuro) in tutti i momenti in cui il sottotitolo non sarebbe stato immediatamente individuabile e facilmente comprensibile a causa dell’elemento visivo presente e avrebbe creato, così, un fattore di disturbo allo spettatore modello, portandolo inevitabilmente a perdere una parte di testo. I sottotitoli senza sfondo restano, però, l’approccio maggiormente adottato durante la sottotitolazione.

Il software Aegisub è abbastanza semplice da usare, ed è proprio questo, insieme alla sua gratuità e agli altri fattori precedentemente analizzati, che costituisce uno dei motivi alla base del fenomeno del fansubbing o della sottotitolazione amatoriale degli internauti. Tra le sue caratteristiche

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vi è, infatti, anche quella di guidare chi lo utilizza nel lavoro di sottotitolazione, in quanto, stabilendo una soglia massima di 15 CPS (characters per second), lo avvisa che superando quella soglia diminuisce progressivamente la leggibilità del sottotitolo: più alto è il numero di CPS, più lo spettatore avrà difficoltà a leggerlo in relazione al tempo che ha a disposizione per farlo.

3.4 La sottotitolazione

Prima di affrontare l’analisi traduttologica del prototesto e del metatesto, e il commento traduttologico relativo alla sottotitolazione interlinguistica eseguita sul prodotto audiovisivo, è necessario comprendere appieno le caratteristiche di questa tipologia di traduzione audiovisiva.

A titolo di definizione,

subtitling may be described as a translation practice that consist of rendering in writing, usually at the bottom of the screen, the translation into a target language of the original dialogue exchanges uttered by different speakers, as well as all other verbal information that appears written on screen (letters, banners, inserts) or transmitted aurally in the soundtrack (song lyrics, voices off).149

La resa di un discorso parlato in testo scritto porta Gottlieb a definire i sottotitoli interlinguistici come una forma di “traduzione diagonale”, in contrasto con il “trasferimento orizzontale” che avviene quando si interpreta (da parlato a parlato) e nella traduzione interlinguistica (da scritto a scritto). Nella riproduzione di dialoghi si può parlare, perciò, di “trasformazione diamesica” che comporta il passaggio dal codice orale a quello scritto, il quale trasferimento spesso comporta l’abbandono di particolarità comunicative tipiche del codice orale a favore della maggiore presenza di caratteristiche del registro medio del codice scritto.150

Gottlieb definisce, quindi, la sottotitolazione una forma di traduzione intersemiotica, perché

it operates within the confines of the film and TV media, and stays within the code of verbal language. The subtitler does not even alter the original; he or she adds an element, but does not delete anything from the audiovisual whole.151

149 DÍAZ CINTAS, Jorge, “Subtitling – Theory, Practice and Research”, in MILLÁN Carmen; BARTRINA, Francesca (a cura di), The Routledge Handbook of Translation Studies, op. cit., p. 274.

150 ASSIS ROSA, Alexandra, “Features of Oral and Written Communication in Subtitling”, 2001, in GAMBIER, Yves; GOTTLIEB, Henrik (a cura di), (Multi)media Translation. Concepts, Practices and Research, Amsterdam & Philadelphia, John Benjamins, 2001, pp. 215-216.

151 GOTTLIEB, Henrik, “Subtitling: Diagonal Translation”, in DOLLERUP, Cay; GOTTLIEB, Henrik, HJORNAGER PEDERSEN, Viggo (a cura di), Perspectives Studies in Translatology, Routledge, vol. 2, 1994, p. 105,

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Oltre a definirla intersemiotica, Gottlieb descrive la sottotitolazione interlinguistica come una traduzione: scritta, aggiuntiva (dal momento in cui non sostituisce il testo originale ma coesiste con esso), sincronica, immediata (lo spettatore ne usufruisce nel momento in cui ascolta e vede il prodotto), contemporanea e preparata (il sottotitolo viene realizzato prima della diffusione del prodotto).152

Data la natura multimediale del materiale con cui i sottotitolatori lavorano, questi devono optare per soluzioni che diano il giusto equilibrio alle dimensioni sonore e visive, e per farlo devono considerare il fatto che lo spettatore deve leggere dei sottotitoli scritti a una certa velocità e contemporaneamente vedere l’immagine sullo schermo.153 I programmi sottotitolati si compongono,

infatti, delle parole in lingua originale (siano esse scritte, orali o entrambe), dell’immagine originale e dei sottotitoli, che per questo motivo non possono considerarsi indipendenti dal prodotto audiovisivo, ma bensì una parte di esso, poiché interagiscono con le componenti visive e sonore del prodotto di partenza.154 La natura restrittiva della sottotitolazione ha portato gli studiosi a etichettare questo tipo di traduzione come “traduzione limitata”.155

Anche se non c’è uniformità assoluta nel modo in cui i sottotitoli vengono cronometrati e posizionati sullo schermo, alcune tendenze sono considerate più valide e per questo più utilizzate nel settore. L’idea di base nell’industria multimediale è che i sottotitoli dovrebbero attrarre il meno possibile l’attenzione dello spettatore e per questo vengono generalmente posizionati orizzontalmente sulla parte bassa dello schermo e non contengono più di due righe (ad eccezione del Giappone, in cui si possono trovare posizionati verticalmente sui lati dello schermo). Ovviamente, in caso di necessità (l’azione principale del video si svolge in basso allo schermo o risultassero illeggibili) i sottotitoli possono essere spostati. A livello tecnico i sottotitoli in alfabeto latino non dovrebbero superare le 39 battute (punteggiatura e spazi compresi) per riga, ma recentemente, i programmi professionali di sottotitolazione consentono l’inserimento di addirittura 50 o 60 battute in una sola riga, il che dovrebbe corrispondere a un tempo maggiore di esposizione sullo schermo che non sempre si verifica, soprattutto per i sottotitoli in rete. Lo stesso avviene per il numero di righe, che arrivano ad essere addirittura il doppio di quelle suggerite. Generalmente una convenzione temporale di base è quella di permettere allo spettatore di identificare chi parla facendo apparire il sottotitolo sullo schermo

cit. in MUNDAY, Jeremy, Introducing Translation Studies: Theories and Applications, 3° ed., London & New York, Routledge, vol. 1, 2012, p. 270.

152 PEREGO, Elisa, La traduzione audiovisiva, Roma, Carocci, 2005, pp. 47-48.

153 GOTTLIEB, Henrik, “Subtitling: Diagonal Translation”, Perspectives Studies in Translatology, Routledge, vol. 2, 1994, p. 105, cit. in MUNDAY, Jeremy, Introducing Translation Studies: Theories and Applications, op. cit..

154 DÍAZ CINTAS, Jorge, “Subtitling”, in GAMBIER, Yves; VAN DOORSLAER, Luc (a cura di), Handbook of

Translation Studies, Amsterdam & Philadelphia, John Benjamins, vol. 1, 2010, p. 344.

155 TITFORD, Christopher, “Subtitling: Constrained Translation”, Lebende Sprachen, vol. 27, n. 3, 1982, cit. in DÍAZ CINTAS, Jorge, “Subtitling – Theory, Practice and Research”, op. cit., p. 274.

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nell’esatto momento in cui la persona inizia a parlare, e facendolo sparire non appena smette.156 Per

questo i sottotitoli vengono anche definiti

condensed written translations of original dialogue which appear as lines of text, usually positioned towards the foot of the screen. Subtitles appear and disappear to coincide in time with the corresponding portion of the original dialogue and are almost always added to the screen image at a later date as a post-production activity.157

3.4.1 Tipologie di sottotitoli

Esistono vari aspetti su cui distinguere differenti tipologie di sottotitoli: dal punto di vista linguistico, ad esempio, è già stata citata la differenza tra sottotitoli interlinguistici e sottotitoli intralinguistici.

Un’altra distinzione divide i sottotitoli in base alla loro preparazione in relazione alla trasmissione del programma: su questa base si distinguono i sottotitoli preparati in anticipo, o offline, che vengono preparati prima della messa in onda del programma e i sottotitoli in tempo reale, o online, che sono prodotti nel momento stesso in cui il programma viene trasmesso.158

I sottotitoli si distinguono anche in relazione alla tipologia di programma in cui vengono utilizzati: i programmi registrati in anticipo solitamente fanno uso di sottotitoli a comparsa (pop-on o

pop-up) che appaiono nello schermo e restano visibili prima di sparire o lasciare spazio a un altro

sottotitolo, mentre per gli eventi in tempo reale si preferisce usare i sottotitoli a scorrimento (roll-up), in cui le parole scorrono in una linea continua che appare sullo schermo da destra a sinistra che, quando raggiunge tutta la lunghezza dello schermo, scorre verso l’alto e scompare per lasciare spazio a una nuova linea. Questo continuo scorrimento di informazioni consente una maggiore velocità nella presentazione delle stesse ma rende la lettura più difficoltosa.159

Da un punto di vista tecnico i sottotitoli si distinguono in sottotitoli aperti, quando sono parte integrante del programma audiovisivo e non possono essere spenti o rimossi (questo è il caso dei sottotitoli in lingua cinese presenti nel documentario di cui è stata proposta la sottotitolazione in lingua italiana) e sottotitoli chiusi, quando sono aggiunti al prodotto in un secondo momento e gli spettatori possono scegliere se attivarli o disattivarli in base alle loro necessità.160

156 DÍAZ CINTAS, Jorge, “Subtitling – Theory, Practice and Research”, op. cit., pp. 274-275.

157 LUYKEN, George Michael; HERBST, Thomas; LANGHAM-BROWN, Jo; REID, Helen; SPINHOF, Herman,

Overcoming Language Barriers in Television: Dubbing and Subtitling for the European Audience, Manchester, European

Institute for the Media, 1991, cit. in GEORGAKOPOULU, Panayota, “Subtitling for the DVD Industry” in DÍAZ CINTAS, Jorge; ANDERMAN, Gunilla (a cura di), Audiovisual Translation: Language Transfer on Screen, Houndmills, Palgrave Macmillan, 2009, p. 21.

158 DÍAZ CINTAS, Jorge, “Subtitling – Theory, Practice and Research”, op. cit., p. 279. 159 Ibidem.

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