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4. Il commento traduttologico

4.1 Analisi traduttologica

4.1.3.1 Le strategie di sottotitolazione

La riduzione è, quindi, senza dubbio la strategia principale usata dai sottotitolatori.178

Questa strategia è stata distinta in: riduzione parziale, detta anche condensazione, che si basa su una resa più concisa del testo originale, e riduzione totale, o cancellazione, che avviene con l’elisione di parte del messaggio originale. Sebbene non esistano regole in merito, chi si occupa di sottotitolazione dovrebbe agire secondo il principio di importanza, eliminando quello che viene evidentemente espresso dalle immagini e assicurandosi che nessuna informazione cruciale venga cancellata.179

Alle strategie di riduzione totale (che Gottlieb chiama “cancellazione”) e parziale (detta anche condensazione) Gottlieb aggiunge altre otto tipologie di strategie traduttive usate nell’ambito della sottotitolazione: espansione, che si attua nel momento in cui il testo originale richiede l’aggiunta di elementi per essere correttamente interpretato dal ricevente; parafrasi, attraverso la quale il testo viene adattato alla cultura ricevente senza, però, modificare il messaggio; trasposizione, ovvero la traduzione parola per parola dell’originale; imitazione, che prevede la trasposizione di segmenti verbali in segmenti identici della lingua di arrivo; trascrizione, usata per espressioni non standard della lingua di partenza, rese in modo tale che anche nella lingua di arrivo si possa comprendere la loro funzione comunicativa; dislocazione, che avviene quando nel sottotitolo si usa un’espressione diversa, rispetto a quella usata nella lingua di partenza, per riprodurre particolari effetti ritmici; riduzione, attraverso cui il prototesto viene reso in forma ridotta e infine la rinuncia, attraverso cui il

177 CHIARO, Delia, “Issues in Audiovisual Translation”, op. cit., p. 148.

178 GEORGAKOPOULU, Panayota, Reduction Levels in Subtitling: DVD-Subtitling, University of Surrey, 2003,

cit. in DÍAZ CINTAS, Jorge, “Subtitling – Theory, Practice and Research”, op. cit., p. 277.

179 BOGUCKI, Łucasz A Relevance Framework for Constraints on Cinema Subtitling, Lodz, PL, University of

Lodz, WUŁ, 2004; KOVAČIČ, Irena, “Relevance as a Factor in Subtitling Reductions”, in DOLLERUP, Cay; LINDEGAARD, Annette (a cura di), Teaching Translation and Interpreting 2, Amsterdam & Philadelphia, John Benjamins, 1994, cit. in Ibidem.

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significato originale non viene trasmesso e gli elementi che lo veicolano sono sostituiti da qualcosa di culturalmente affine ma lontano dal testo di partenza.180

Secondo Antonini, le parole contenute nei dialoghi originali tendono a subire una riduzione che va dal 40% al 75% nel loro trasferimento in forma scritta. A differenza di Díaz Cintas, la studiosa identifica nell’eliminazione, resa e condensazione, le tre operazioni principali che il traduttore svolge per ottenere dei sottotitoli efficienti. La prima corrisponde alla riduzione totale sopracitata e consiste nell’elisione di elementi che non modificano il significato del messaggio originale, ma solo della forma. Andando più nello specifico, spiega quali, secondo lei, sarebbero gli elementi di “disturbo”, quindi esitazioni, false partenze, ridondanze, e tutto quello che può essere direttamente compreso dallo spettatore del prodotto di arrivo, in particolar modo i tratti soprasegmentali, come scuotere la testa in segno di negazione e così via. La resa consiste nel trattare, nella maggior parte dei casi eliminare, tutte quelle caratteristiche che comprendono slang, dialetti, volgarità ecc., mentre la condensazione indica, invece, la semplificazione e frammentazione della sintassi originale per una lettura più confortevole.181

Generalmente, si tende, quindi, a catturare l’essenza di ciò che viene detto, neutralizzare, qualora presenti, accenti e cadenze del parlato. Un elemento degno di analisi in tema di riduzione è sicuramente il fenomeno sempre più frequente secondo cui chi si occupa di sottotitoli interlinguistici di un film che contiene parolacce o volgarità tenda a eliminarle o renderle in termini più “leggeri”,182

minando quella “fedeltà al testo originale” che si attribuisce alla sottotitolazione, in contrapposizione alla “libertà” di resa nel doppiaggio.183

Riducendo, però, troppo i contenuti del documento su cui si lavora, si potrebbe correre il rischio di insospettire lo spettatore, che ha diretto accesso alla colonna sonora e, nel caso della presenza di sottotitoli aperti, anche al testo scritto del documento originale. Questo fa della sottotitolazione interlinguistica un elemento “vulnerabile”, soprattutto nel caso in cui la lingua sorgente sia una delle lingue “generalmente conosciute” come ad esempio l’inglese, o linguisticamente molto vicina alla lingua dello spettatore finale, o ancora nel caso in cui quest’ultimo abbia delle conoscenze in merito. Una soluzione generalmente adottata, cui si è fatto ricorso anche durante la produzione della sottotitolazione proposta, è quella di fare in modo che i sottotitoli seguano,

180 GOTTLIEB, Henrik, “Subtitling: A New University Discipline”, in DOLLERUP, Cay; LINDEGAARD, Annette (a cura di), Teaching Translation and Interpreting. Training, Talent, and Experience, Amsterdam & Philadelphia, John Benjamins, 1992, pp. 161-170.

181 ANTONINI, Rachele, “The Perception of Subtitled Humor in Italy”, in Humor-International Journal of Humor

Research, vol. 18, n. 2, 2005, pp. 209-225, cit. in CHIARO, Delia, “Issues in Audiovisual Translation”, op. cit., p. 148.

182 DÍAZ CINTAS, Jorge, “Subtitling”, in GAMBIER, Yves; VAN DOORSLAER, Luc (a cura di), Handbook of

Translation Studies, op. cit., p. 346.

183 SÁNCHEZ, Diana, “Subtitling methods and team-translation”, in ORERO, Pilar (a cura di), Topics of

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per quanto possibile, la struttura sintattica del testo sorgente in modo da rafforzare la sincronizzazione e preservare la stessa cronologia degli eventi delle espressioni originali.184

Nello specifico, nella proposta di sottotitolazione presentata, si è cercato di far combaciare il più possibile la presenza di numeri arabi nei sottotitoli in lingua originale con la presenza degli stessi nella lingua target, così come sincronizzare perfettamente la pronuncia di nomi propri e soprattutto toponimi ai sottotitoli poiché sono elementi che potrebbero essere riconosciuti da un orecchio sottile; negli altri casi si è preferito adottare la struttura sintattica della lingua ricevente, così da rendere i sottotitoli immediatamente comprensibili allo spettatore modello e non indurlo a riflettere sul fatto che stia leggendo una traduzione. La forte componente comunicativa che presenta il prototesto in questione e la volontà di rendere il metatesto altrettanto comunicativo, inoltre, hanno portato, quando possibile, all’utilizzo di strategie di spiegazione. Queste sono state attuate proprio al fine di una completa comprensione da parte dello spettatore, nonché al mantenimento di espressioni forti e colorite, a volte rese attraverso espressioni comuni della lingua italiana, così che potessero colpire lo spettatore in maniera più diretta, e al mantenimento di alcune false partenze ed esitazioni, che sottolineano ancora di più quanto già reso evidente dai fattori extraverbali della traccia sonora e visiva.

La linea generale impostata attraverso l’individuazione della macrostrategia è stata, poi, applicata nell’utilizzo di microstrategie traduttive più specifiche, cui si è fatto ricorso per la risoluzione dei singoli problemi traduttivi incontrati durante la traduzione.

4.2 Microstrategie

Le microstrategie, ovvero i singoli processi traduttivi e le decisioni localizzate, che hanno portato alla resa finale della sottotitolazione proposta, sono state presentate utilizzando degli approcci differenti: nei casi in cui si è ricorso a strategie di parafrasi e particolari tipi di riduzione ed espansione, è stato deciso di riportare il sottotitolo originale, un eventuale traduzione letterale e la resa finale, mentre in tutti gli altri casi viene presentato semplicemente il sottotitolo originale e la resa finale. In entrambi i casi sono state riportate le finestre temporali in cui sono inseriti i sottotitoli nello stesso modo in cui si presentano nella tabella dedicata alla proposta di sottotitolazione, quindi h:mm:ss.decimi di secondo di entrata e uscita del sottotitolo.

Nell’applicazione delle microstrategie sono stati, inoltre, presi in considerazione tutti quei consigli e suggerimenti dati da terze persone sottoposte alla visualizzazione di una prima proposta di sottotitolazione. Questo gruppo eterogeneo, di età, competenze e bagaglio culturale diverso, ha, per

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la maggioranza dei casi, convenuto che fosse necessario ridurre ulteriormente la lunghezza dei sottotitoli italiani, non perché risultassero illeggibili in rapporto al tempo a disposizione per leggerli, ma perché, a lungo andare, la visione del documentario risultava stancante, poiché richiedeva un alto livello di concentrazione dall’inizio alla fine. Il prodotto ha, inoltre, raggiunto il suo scopo di informare i personaggi del “pubblico” riguardo una situazione a loro totalmente nuova, di renderli consapevoli e colpirli, impressionarli al punto di non cercare ulteriori informazioni in merito, ma di capire come avrebbero potuto, nel loro piccolo, agire per contribuire ad arginare il fenomeno che è stato loro presentato.