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Si aggiunge : Sperequazioni non mancano anche nel riscatto delle imposte sui redditi da capitali, a seconda delle condizioni in cui è avve

nuto 1’ acquisto o trapasso e si è verificato 1’ ammortamento (saggio del­ l ’ interesse molto basso o alto, prezzi ascendenti e discendenti, eco.).

(') Teoria dell' ammortamento delle imposte e sue applicazioni in G. degli

Econ. gen.-feb.-apr. 1918; Carta moneta, buoni del tesoro o riscatto delle im­

poste reali ? io Boll. econ. fin. dell'Ass. Banc. l t „ uov. 1920 ; Appunti sul riscatto

delle imposte ammortizzate in Festgabe fur Al. Hoffmann, Huske, Leipzig, 1939;

La contrinflaiione nella politica di guerra e del dopo guerra in questa Kiv.

1940, I, 9 5 ; e Riscatto delle imposte ammortizzabili e nuove finanze di guerra,

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Ma sperequazioni di questa dimensione non sono inerenti all’ imposta fondiaria (e ora anche a quella sui fabbricati) che colpiscono i redditi ■ordinari mediante catasti non contemporanei o all’ imposta di ricchezza mobile, che colpisce i redditi in base a criteri di riferimento al volume ■degli affari e simili e che lasciano esenti i redditi del debito pubblico e molti altri ancora ? E il discorso potrebbe continuare con l ’ imposta sul reddito, sulle successioni e così via. E le imposte sul patrimonio (sia quelle del 1920 sia le altre degli anni 1936 e successive) furono poco sperequate ? Perchè allora il fermo al riscatto, per difetti non più gravi

di quelli inerenti a qualsiasi imposta ?

Rispetto alla questione della perequazione è da rilevare anzi il pregio specialissimo del riscatto, di evitare la causa principale delle sperequa­ zioni fra i contribuenti, la quale consiste nell’ evasione parziale e totale •che l ’ accertamento dei tributi consente. Caio denunciò fino all’ ultimo cen­ tesimo il capitale per l ’ impósta sul patrimonio e Tizio ricco tre volte

tanto nemmeno un centesimo e se la cavò, e Mevio fu colpito per la metà dei suoi averi. Sono questi casi frequenti per l’ imposta sul patrimonio, che non sono possibili per il riscatto, operando in base agli accertamenti già avvenuti senza possibilità di evasioni.

Altra virtù perequatrice del riscatto consiste nel dar la spugna a im ­ poste che per effetto dell’ ammortamento da un lato e dell’ elisione dal- 1’ altro colpiscono gravemente il primo proprietario inciso dal tributo e lasciano allegramente tutti i successivi immuni da qualsiasi gravezza. Sono questi vizi macroscopici delle attuali imposte di fronte ai quali im palli­

discono d’ importanza quelli rilevati a carico dell’ operazione del riscatto. 3) Si conclude: il riscatto costituisce veramente una disuguale im ­ posta straordinaria sul patrimonio per i possessori dei capitali al momento del riscatto, poiché lo Stato dovrà incidere sui medesimi redditi i capitali per i quali si è effettuato il riscatto e 1’ ammortamento si verificherà anche rispetto alle imposte personali, se queste si porranno in luogo delle reali, perchè chi compera detrarrà dal reddito lordo; p. e., di una casa l ’ incre­ mento globale d’ imposta derivante dall’ impiego edilizio, per pagare la •casa capitalizzando il reddito netto.

Eliminata la questione della disuguaglianza inerente alla sperequa­ zione, che si è dimostrata non specifica nel riscatto ma inerente a qual­ siasi operazione tributaria e nel riscatto da ritenersi inferiore che nelle imposte attuali, non resta che da esaminare se davvero il riscatto debba ritenersi equivalente a un’ imposta straordinaria sul patrimonio.

Riconfermo la risposta negativa data precedentemente.

Intanto è da ritenere che la pretesa imposta sul patrimonio non si manifesta al m om ento del riscatto. Invero i contribuenti non rimangono incisi da tale pretesa imposta se essi, operato il riscatto, svincolano i loro •capitali e li depositano in banca, poiché l ’ eventuale imposta sui loro red­ diti non dà luogo ad ammortamento. Così avviene per tutti gli altri casi ■di investimenti non vincolati. Ciò dimostra che non e esatto che il riscatto per se stesso equivalga a un’ imposta straordinaria sul patrimonio perche

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i p o ssesso ri di ca p ita li a l m om en to del risca tto non n e sono n e c e s ­

s a ria m en te incisi.

Gli effetti dell’ imposta straordinaria sul patrimonio si verificano se si reintroduce un’ imposta identica a quella soppressa rispetto ai disgra­ ziati che in questo successivo m om en to saranno possessori dei beni colpiti ed essi possono essere diversi dai contribuenti che fecero il riscatto. Ma è un fenomeno inerente all’ ammortamento della nuova imposta ed è da sperare che l ’ Italia non retrocederebbe negli ordinamenti finanziari vi­ ziandoli di tributi, da cui essi sarebbero stati liberati. Se ciò malaugu­ ratamente avvenisse, il riscatto nella specifica forma di alienazione del­ l ’ imposta, che dà al contribuente riscattante il certificato conferente il diritto al rimborso della somma pagata pel riscatto, evita il pericolo pro­ spettato.

Se invece di un’ imposta reale si ponesse un’ imposta personale, i feno­ meni d ’ ammortamento previsti da uno studioso non si verificano: a ) perchè i contribuenti delle imposte reali riscattate non aventi il minimo imponi­ bile non pagando l ’ imposta personale sfuggirebbero incontestabilmente al minacciato danno; b) perchè gli altri non possono detrarre dal reddito lordo p. e. d’ una casa l ’ incremento di reddito, ottenibile con l ’ investimento, per capitalizzare il risultante reddito e stabilire così il prezzo d’ acquisto. E ciò per ragioni molto ovvie. Il venditore deve consentire nel prezzo di vendita ed egli non si cura della situazione personale tributaria del compra­ tore perchè potrebbe vendere a migliori condizioni a un altro capitalista che avendo meno imposte personali capitalizzerebbe un maggiore reddito netto. Sul mercato in condizioni di concorrenza si forma un unico tasso di capitalizzazione per gli stessi beni rispetto al loro reddito, al netto da qualsiasi onere r e a le (con esclusione quindi dagli oneri personali). Inoltre lo stesso compratore soprattutto in avvenir# coll’ anagrafe fiscale dovrà pagare l ’ imposta personale comunque investa i suoi capitali. Quindi, com­ prando una casa o un terreno, non avrà da detrarre dal reddito lordo (per capitalizzare il netto) nessun incremento d ’ imposta, perchè l ’ imposta è sempre la stessa. Caso mai si tratterebbe di quell’ incremento tributario dovuto al maggior reddito che potesse dare la casa (o il terreno) in con­ fronto agli altri impieghi.

Ma non sempre si fa un acquisto per un maggior reddito pecuniario e quindi già anche per questo motivo diminuirebbero i casi già rari di ammortamento parziale. Mentre questi sono da escludere per la ragione prevalente sopra esposta sicché è da trascurare praticamente l ’ ipotesi che l ’ imposta personale dia luogo ad ammortamento.

Dunque, gli effetti previsti da uno studioso non si verificheranno, so­ prattutto nel sistema di una finanza che vado esponendo in queste pagine, perchè i nuovi bisogni dello Stato devono essere soddisfatti con un’ area di tributi più ristretta e completamente diversa dall’ attuale.

Ma se anche per n e g a ta ip otesi il riscatto equivalesse in alcuni o molti casi a un’ imposta sul patrimonio, ben venga come tributo pro­ porzionato alla capacità contributiva, perchè ai bisogni straordinari at­

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tuali devono contribuire anche i patrimoni per la logica della finanza di guerra e per le esigenze economiche della contrinflazione. Nei paesi, nei quali 1’ avarizia -tributaria rode il cuore dei contadini come dei bor­ ghesi, questi concetti sono soffocati anche dalla scienza al pari che dalla politica, con danno enorme per la sorte della Patria. (È un danno paragonabile per la sua gravità al pregiudizio che nei paesi anglosas­ soni produsse alla struttura guerriera della nazione il ritardo alla co­ scrizione generale obbligatoria).

Si ponga termine alle obbiezioni inesaurienti, perchè meditai a lungo anche quella che in un periodo di crescenti necessità fiscali non si possa promettere ai contribuenti l ’ abolizione delle imposte reali da riscattare, ma non riuscii a persuadermene, perchè il gettito del riscatto evita di per se stesso il ricorso a nuove imposte e le nuove imposte da istituire per colpire tutte le capacità contributive senza evasioni nè elisioni non sono le imposte reali, a cui si ricorse di frequente forse più per criteri pratici d accertamento che per ragioni etiche e scientifiche, bensì le im ­ poste personali sia sulle persone fisiche sia sulle persone giuridiche. D e­ molita la sperequata ed enorme impalcatura delle imposte reali che im ­ pediscono lo sviluppo di quelle personali, queste potranno in tempo di guerra e di pace assolvere a tutto il loro compito, negli onesti limiti delle loro ragionevoli possibilità. Ne risulterà un assetto tributario razionale, che opererà un’ azione moralizzatrice, mettendo le imposte a chi le può pagare.

Nemmeno si tema di aprire il varco a imposizioni demagogiche, perchè la deprecata demagogia, caso mai, può essere eccitata a irrompere per reazione a un sistema mantenuto irrazionale e difettoso, come la guerra attuale scoppiò per l ’ incomprensione e l ’ insensibilità alla giustizia di chi detiene il potere del mondo.

Nè infine è argomento contrario, bensì favorevole quello antico e re­ centemente formulato con chiarezza da N . Eamularo nella R ivista del

C atasto e dei s e r v iz i tecn ici e r a r ia li (1942, p. 194) : la sperequazione

grandissima delle imposte sui terreni e sui fabbricati ; onde il riscatto avrebbe il difetto di consolidare a peso degli obbligati una difformità di carico fiscale. Ma questo avverrebbe nei pochi casi, cui si dovrebbe prov­ vedere con preventive revisioni catastali, poiché tali sperequazioni non vennero già consolidate con l ’ ammortamento di dette imposte a carico degli antichi proprietari, che non sopportarono l ’ incidenza dei tributi e delle loro variazioni. Gli attuali proprietari per lo più acquistarono i beni al netto dalle imposte. Essi pagano allo Stato nel riscatto quanto detrassero nel prezzo d ’ acquisto con danno del venditore. Le revisioni generali degli estimi rurali e la formazione del nuovo catasto edilizio urbano n el r eg im e delle v ec c h ie im poste creano per lo più questi in­ convenienti alternativi: 1) 0 sollevano il peso dell’ imposta e il pro­ prietario si procura una grossa rendita fiscale sotto gli occhi impassi­ bili (per non dire peggio) dello Stato, che regala all’ attuale proprie­ tario (mentre è in guerra e ha bisogno urgente di nuove entrate

tribù— 180

-tarie) quanto egli detrasse nel prezzo d’ acquisto del fondo e che spet­ terebbe proprio a lui, allo Stato, perchè la somma detratta nella compera corrisponde ad altrettanta incidenza di imposta ammortizzata a danno del vecchio proprietario. Orbene consultate i canoni delle imposte presso i classici italiani che precedettero quelli di tutti i paesi e troverete che

n on vi d eve essere dispersion e d i s a crificio con trib u tivo e che alV in ­

cid en za d eve c o rrisp o n d ere u n ’ e n tra ta p e r lo S tato e non una rendita

fiscale per una terza persona. 2) 0 dette operazioni aggravano i contri­ buenti fondiari ed edilizii, ed esse saranno per loro causa di una perdita patrimoniale in ragione dell’ ammortamento della maggiore imposta, senza che lo Stato ne tragga profitto nel momento di maggior bisogno, cioè quando esso incontra sempre più debiti a interesse relativamente alto. Quindi è inevitabile la razionalizzazione del sistema coll’ eliminazione delle vecchissime imposte fondiaria e fabbricati. Le operazioni di revisione degli estimi rurali e la formazione del nuovo catasto serviranno vera­ mente bene per i migliori accertamenti dei redditi da sottoporsi a n u o v e im poste n on p ro v o c a n ti V a m m orta m en to.

Onde — fa tte le rev isio n i p e i ca si da stu d ia re — non vi sono dif­ ficoltà per il riscatto sotto forma di alienazione delle imposte ammor- tizzabili e rimane tutta l ’ attrattiva del gettito cospicuo, semplice, rapido, poiché la rapidità può essere ottenuta colla obbligatorietà immediata nel momento della disponibilità, che ora è grandissima per l’ enorme potere d’ acquisto fluttuante, coll'attrattiva delle condizioni del riscatto, colle fa­ cilitazioni di pagamento con mezzi diversi dalla moneta, i quali possono essere a loro volta utili alla finanza, col suscitare la comprensione e il patriottismo dei contribuenti nel miglior modo che si riterrà conveniente.

È t e m p o d u n q u e d i n o n p i ù i n d u g i a r e a p e r d e r t e m p o p r e z i o s o e di a c c o g l i e r e c o n f i d u c i a e c u o r e s a l d o i l p r i n ­ c i p i o d e l r i s c a t t o s o t t o la n u o v a f o r m a di a l i e n a z i o n e d e l l e i m p o s t e a m m o r t i z z a b i l i , non essendovi sott’ occhi mezzi di eguale portata da prendere in considerazione in luogo di provvedimenti assai peggiori e dannosi come emissione di nuovi prestiti e di carta monetata. Onde l ’ Istituto Nazionale di Finanza Corporativa dovrebbe (in conformità alp art. 2, n. 1 del suo Statuto) concentrare l ’ attenzione nello studio ac­ celerato e minuto di tutti i provvedimenti tecnici, che possano rendere l ’ operazione più adatta ai fini da raggiungere e alle esigenze sia della finanza sia dei contribuenti.

Poiché occorrono entrate immediate allo Stato si p o t r e b b e a p a r ­ t i r e d a l s e c o n d o b i m e s t r e d e l 1 9 4 3 g i à m e t t e r e in r i s c o s ­ s i o n e i l 1 0 #/ o d e l l e s o m m e r a p p r e s e n t a n t i i l r i s c a t t o per t u t t i i c o n t r i b u e n t i i n t e r e s s a t i e p e r c e n t u a l i m a g g i o r i s a ­ l e n t i a n c h e f i n o al 1 0 0 7. , P e r 1 u e i c o n t r i b u e n t i , r i s p e t t o ai q u a l i e s i s t e l a d i s p o n i b i l i t à di p a g a m e n t o (come Istituti di Assicurazione e di Credito) oppure la p o s s i b i l i t à pe r l o S t a t o di c o m p e n s a r e i l d a r e a t i t o l o di f o r n i t u r a o di p a g a m e n t o di

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p r e m i p e r la p r o d u z i o n e ¡e così via) con l ’ a v e r e a t i t o l o d i r i s c a t t o .

Si o t t e r r e b b e r o così c ir c a 30-40 m il i a r d i n e l 1943, che ora forse invano si possono cercare coi prestiti e che anche ottenuti a carò prezzo per via creditizia peggiorerebbero forse in seguito la situazione.

I V . - A n tic ip a r e la riscossion e di u n a a n n u a lità di tutte le a ltr e

im poste o r d in a r ie di guisa che nel 1943 venga ad essere anticipata una

annualità e nel 1944 una seconda e così via di seguito, fino a che le esi­ genze della finanza richiedano questo provvedimento straordinario d’ impo­ sizione. Se la necessità finanziaria della guerra e del periodo immediato della pace avrà richiesto la ripetizione per più anni di questo prelievo straordinario, si potrà alla fine considerare il problema della abolizione delle imposte anticipate, per attuare il programma di restringere l ’ area tributaria, di cui si parlò più sopra.

Il provvedimento dell’ anticipazione, come quello precedente dell’ alie­ nazione delle imposte, ha due ragioni fondamentali, che lo giustificano :

la ra p id ità e la sem plicità di r isco ssio n e, in modo da assorbire drasti­

camente la massima parte di potere d’ acquisto fluttuante e da evitare l ’ ulteriore pericolosissima inflazione con l ’ emissione di nuova carta mo­ neta e di nuovi prestiti ad alto interesse.

Non mancano gl'inconvenienti di tale provvedimento dal lato della politica, della circolazione, della precisione fiscale, ma tutti questi incon­ venienti facili ad esporsi sono inferiori a quelli dell’ inflazione monetaria e creditizia solto l ’ aspetto politico, finanziario, economico, sociale e morale.

V . - Con le im poste n o n co lp ire i p o v e r i n è la p r o d u z io n e della

r ic c h e z z a ; m a la r ic c h e z z a a ccu m u la ta o a ccu m u la bile e la ricch ezza ,

con su m a b ile. Oltre che il vizio dell’ ammortamento bisogna sradicare dal

nostro sistema tributario due altri difetti assai gravi, quello di colpire i poveri e la ricchezza nell’ atto della produzione, anziché solo le rendite : rendite del produttore e del consumatore.

Già Pietro Verri raccomandò di non piombare immediatamente sulla classe dei poveri. Invece le nostre imposte dirette reali schiacciano i po­ veri con precisi accertamenti aggravanti le dure aliquote, con mancanza di esenzioni o con immunità irrisorie dei redditi e dei capitali minimi im ­ ponibili. Esse rendono difficile e lento, come spiegava il Verri quasi due secoli fa, l’ assestamento dei tributi nel mercato, per la ragione che quanto più debole e povero è il contribuente, tanto più arduo sarà per lui di ri­ muovere il tributo superiore alle sue forze contributive. Ne soffrono quindi le forze di lavoro costituenti la ricchezza principale del nostro Paese. Esse vanno quindi valorizzate, risparmiando generosamente le persone sfornite di capacità contributiva e di quel piccolo risparmio, che in ogni famiglia dovrebbe essere sacramente salvaguardato come fondo di assi­ stenza nelle avversità della vita.

colpita finché si compia il ciclo economico necessario a produrla. Invece ogni anno la produzione è colpita e, per l ’ indipendenza degli anni finan- ziarii, avviene frequentemente di colpire anche aziende risultanti passive alla fine della produzione, non potendo la finanza rimborsare negli anni cattivi le imposte percepite negli anni buoni. Si incide cosi non sulla rendita del produttore ma sul costo di produzione e anche per questa via il sistema finanziario è controperante al benessere dell’ economia nazionale.

Quindi bisogna cambiare direttive all’ imposizione : 1) alle imposte reali sostituire le im poste p er s o n a li su l red d ito com p lessivo, con sufficienti .esenzioni dei redditi necessari per l ’esistenza concepita a norma di vita mo­ derna veramente civile; 2) alle imposte sui redditi prodotti sostituire im­

p o ste su l p a trim o n io : o in caso di morte, coi tributi che colpiscono la ric­

chezza accumulata durante la vita del contribuente defunto ; o in v ita , du­ rante successivi e variabili periodi di tempo, rappresentanti fasi economiche o cicli congiunturali conclusi, con tributi, che colpiscano gli incrementi accertabili nel patrimonio, alla fine del periodo considerato.

Così può essere fin d’ ora varata un’ i m p o s t a s t r a o r d i n a r i a p e r ­ s o n a l e s u g l i i n c r e m en ti p a t r i m o n i a l i da prelevarsi in due tempi, in rapporzo a due periodi distin ti; attualmente la parte relativa agli in­ crementi di patrimonio del periodo 1920-39 e dopo la guerra la parte re­ lativa agli incrementi di patrimonio inerenti alla congiuntura di questa guerra.

L e ragioni etiche ed economiche dell’ imposta sugli incrementi verifi­ catesi a partire dall’ accertamento dell’ antica imposta straordinaria sul patrimonio sono:

a)

colpire l ’ incremento vegetativo della ricchezza nel periodo fascista, che è caratterizzato da un forte intervento dello Stato a favore di ogni ramo della produzione, così che lo Stato riprende una parte della capacità contributiva patrimoniale che esso stesso contribuì a for­ mare. È la parte abile della ricchezza che viene chiamata a dare il con­ tributo di guerra, così come la gioventù cresciuta nel venlennio è chia­ mata a dare anche la vita per la Patria ; b) colpire le differenze attive patrimoniali risultanti in Un periodo di profonde ridistribuzioni delle ric­ chezze, per varie cause politiche economiche monetarie, e risparmiare i patrimoni ripetutamente colpiti in pieno dall’ imposta patrimoniale del 1920 e del periodo successivo al 1936 (e in questi anni con criteri reali non discriminatori della diversa capacità contributiva) anche quando avevano subito le falcidie di perdite, dovute a cause generali o particolari; c) col­ pire gli evasori alle imposte patrimoniali precedenti, i percettori di gua­ dagni illeciti, i beneficiari di rendite fiscali e d’ altra natura inerenti alla stessa politica autarchica.

Sotto l ’ aspetto politico, questa imposta può essere difficile da appli­ care, e perciò molti sorridono al solo sentirne parlare o si ribellano in difesa dei propri averi. Ma proprio dal lato politico essa è vivamente da raccomandare come gesto di patriottismo, che susciterà le simpatie del popolo, dei combattenti e di quanti ebbero avversità più che congiunture favorevoli sulla propria via e che potrà favorire la pace sociale

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lioa, bene desiderabile da tutti sotto ogni aspetto e soprattutto dall’ Italia in un mondo avvolto dalla guerra.

In due anni — già essendovi i censimenti patrimoniali della imposta del 1920 e di quelle recenti — può avvenire l ’ accertamento di tale imposta con un gettito di 10-15 miliardi, la cui riscossione con opportuni avvedi­

menti può essere anche accelerata, in modo da venire incontro ai bisogni urgenti della contrinflazione e della finanza.

A completare questi gruppi di tributi neutrali per la produzione e le forze del lavoro sono da considerare le im poste su i con su m i, che siano ve­ ramente indizio indiretto di capacità contributiva, ossia di possesso di ric­ chezza consumabile, oltre che per spese private, anche per quelle pubbliche. Così anche per questa via si viene a epurare il nostro sistema da impóste indirette, che non possono sfuggire al dilemma o di intristire la vita dei poveri o di accrescere il costo della vita e quindi anche quello di produ­ zione di tutta l ’ economia nazionale, ponendo l ’ Italia in condizioni più dure di quelle che le fece la natura per la concorrenza mondiale.

V I. - D im in u ire V eccessiv a c o n c e n tr a z io n e della r ic c h e z z a e l’e c ­

cessiva c o n c e n tr a z io n e della p r o d u z io n e . Anche da altri due difetti deve

riscattarsi il sistema tributario : quello dì favorire i ricchi con cattivi ac­ certamenti e troppe larghe, innumerevoli o illogiche esenzioni dirette (come, quella senza limite superiore nella imposta sulle successioni entro il gruppo famigliare) oppure, indirette (come quella già detta per elisione delle imposte ammortizzabili): e l ’ altro di consentire una eccessiva concen­ trazione della produzione fuori dal controllo dello Stato.

L a promessa della finanza sociale e moralizzatrice attende 1’ esaudi­ mento da parecchi anni.

Intanto gli accertamenti delle imposte sul reddito che lasciano alla decima e alla centesima parte di quella dovuta le aliquote effettive per i più ricchi e le esenzioni illimitate dei tributi successori anche per i tra­ passi di miliardi agiscono nel senso di favorire il processo della concen­ trazione della ricchezza già favorita dalle congiunture di tutti questi anni