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3. Alcuni dati sul settore agricolo sardo, le attività multifunzionali e i casi aziendali

3.2 Le attività che si possono svolgere nell’ azienda multifunzionale

3.2.1 L’agriturismo

Tra le attività multifunzionali per le quali sussiste un mercato abbastanza ben definito quella ricreativa, rappresentata dall’attività agrituristica, appare in Italia, ed in particolare nelle regioni del Centro, la più consolidata.116

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La definizione di agriturismo è stata coniata durante la prima metà degli anni sessanta. L’uso del termine rispetto ad altri similari è nato in concomitanza con la fondazione dell’associazione Agriturist promossa dalla Confagricoltura.

Il primo intervento legislativo risale al 1952, con la Legge n.991 e con il decreto del Ministero del tesoro, un provvedimento che concedeva un finanziamento alle aziende operanti nei territori montani. In realtà, si trattava di una misura diretta ad agevolare la permanenza di insediamenti umani in area montana più che un vero e proprio sostegno agli agricoltori durante l’epoca di fuga dalle campagne per trasferirsi in città. A livello statale, la cosiddetta Legge Quadro, per la disciplina del settore, è stata emanata, come abbiamo detto nel capitolo precedente, nel 1985.

Il primo cenno di riferimento all’attività agro-turistica si ha solo con la Direttiva 75/268/CEE; si trattava però di un’azione limitata, volta esclusivamente a “preservare

l’attività agricola necessaria per il mantenimento di un livello minimo di popolazione o per la conservazione dell’ambiente naturale in talune zone selvagge”.

L’attuale concetto di agriturismo emergerà solo in seguito dalla legislazione regionale. L’agriturismo può definirsi un’attività turistica a tutti gli effetti, benché si caratterizzi per la necessaria posizione di connessione e complementarietà rispetto ad un’attività agricola tradizionale. L’attività agrituristica si colloca a pieno titolo fra le attività turistiche dirette a salvaguardare “le risorse ambientali, le usanze locali anche ai fini di uno sviluppo turistico

sostenibile”. Tuttavia, l’agriturismo non è un’attività turistica “autosufficiente”: esso è tale

solo se dipende da un’attività agricola quindi “caratterizzante”.

È questo il motivo per cui tale impresa si colloca in posizione “secondaria” rispetto allo svolgimento dell’attività agricola tradizionale; infatti l’agriturismo si deve porre “in rapporto di connessione e complementarietà rispetto all’attività di coltivazione del fondo, silvicoltura, allevamento del bestiame, che devono comunque rimanere principali”.117

Il cambiamento della modalità di utilizzo del tempo libero nel quale è cresciuto l’interesse verso l’enogastronomia ed i prodotti tipici e di qualità è alla base del rapido sviluppo dell’agriturismo in Italia. Negli anni più recenti si assiste ad un nuovo tipo di rapporto tra la società metropolitana ed il mondo rurale, un rapporto più attento e sensibile nei confronti della relazione tra territorio e presenza umana e che si indirizza verso il recupero di antichi usi e tradizioni, l’interesse per l’architettura degli edifici rurali e del paesaggio, la rivalutazione della dignità del lavoro e dell’attività agricola, il ruolo centrale delle aziende

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agricole nella difesa dell’ambiente, la riscoperta del piacere di mangiare sano e genuino attraverso i prodotti tipici, la ricerca di una vacanza rilassante e, a volte, più economica. L’evoluzione dell’agriturismo in Italia è stata fortemente condizionata da:

• Le caratteristiche strutturali delle aziende agricole;

• La collocazione geografica e le caratteristiche del territorio in cui l’azienda è localizzata;

• La normativa urbanistica in vigore nel territorio in cui è localizzata l’azienda; • Le politiche e gli strumenti di sostegno.

Possono essere addetti allo svolgimento dell'attività agrituristica l'imprenditore agricolo e i suoi familiari, nonché i lavoratori dipendenti a tempo determinato, indeterminato e parziale, che sono considerati lavoratori agricoli ai fini della disciplina previdenziale, assicurativa e fiscale vigente. Il ricorso a soggetti esterni è consentito esclusivamente per lo svolgimento di attività e servizi complementari.

Rientrano fra le attività agrituristiche:

a) l’ospitalità in alloggi o in spazi aperti destinati alla sosta di campeggiatori;

b) la somministrazione di pasti e bevande costituiti prevalentemente da prodotti propri e da prodotti di aziende agricole della zona, ivi compresi i prodotti a carattere alcoolico e superalcolico, con preferenza per i prodotti tipici e caratterizzati dai marchi DOP, IGP, IGT, DOC e DOCG o compresi nell'elenco nazionale dei prodotti agroalimentari tradizionali;

c) l’organizzazione degustazioni di prodotti aziendali, ivi inclusa la mescita di vini; d) l’organizzazione, anche all'esterno dei beni fondiari nella disponibilità dell'impresa,

di attività ricreative, culturali, didattiche, di pratica sportiva, nonché escursionistiche (trekking, mountain bike, equiturismo), anche per mezzo di convenzioni con gli enti locali, finalizzate alla valorizzazione del territorio e del patrimonio rurale.118

L’attività agrituristica può essere realizzata esclusivamente in edifici rurali preesistenti nelle aziende agricole e non più utili alla conduzione del fondo; non è consentito, pertanto, costruire nuovi edifici, ma la maggioranza delle Regioni consente limitati ampliamenti per realizzare locali di servizio, come ad esempio per l’installazione di una caldaia a scopo di riscaldamento. Il restauro degli edifici deve conservare le caratteristiche architettoniche e paesaggistiche dell’edificio. È consigliabile, in occasione del restauro per la realizzazione

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degli alloggi conservare le caratteristiche interne degli edifici, soprattutto nei casi in cui presentino particolare tipicità legata all’impiego di materiali o a metodi costruttivi tipici del luogo.119

In Italia, nel 2017, le aziende agrituristiche sono giunte a quota 23.406, mostrando un aumento del +3,3% rispetto al 2016, di cui l’81,7% offre l’alloggio con 253.328 posti letto ed è dotato di 11.746 piazzole di sosta per l’agricampeggio, il 48,7 % delle strutture propone la ristorazione con oltre 441.000 posti a sedere (+0,7% rispetto al 2016), e il 20,7 %propone la degustazione di prodotti aziendali.

L’offerta di pacchetti integrati conferma la tendenza a diversificare i servizi: il 35,1% delle strutture offre alloggio e ristorazione con attenzione al cibo biologico, alle ricette contadine e ai piatti regionali, mentre il 46% arricchisce l’ospitalità con le osservazioni naturalistiche, la possibilità di praticare sport quali: equitazione, escursionismo, mountain bike, partecipare ai lavori agricoli dell’azienda, a corsi di cucina e ad altre attività ricreative, culturali e didattiche.

La loro diffusione territoriale interessa 4.893 comuni. L’84,2% degli agriturismi si concentra nelle aree montane e collinari, contribuendo in modo significativo, soprattutto nelle aree interne, al mantenimento degli insediamenti, del turismo e dell’attività agricola. Le strutture sono più diffuse nelle regioni del Nord, dove rappresentano il 45,1% del totale, con Toscana e Trentino Alto Adige e Lombardia che si confermano essere i territori più vocati. Seguono le regioni del Centro con il 35,3% del totale e quelle del Sud con il 19,6 %.

La conduzione al femminile degli agriturismi continua a essere significativa, con 8.483 strutture, pari al 36,2 % del totale nazionale.120

L’agriturismo, inizialmente, veniva concepito come una forma semplice di accoglienza, organizzata dagli stessi agricoltori che allestivano sommariamente alloggi in edifici aziendali resi disponibili dal rapido ridimensionamento degli occupati in agricoltura. Con il tempo l’agriturismo si è evoluto offrendo comfort e servizi adeguati alle esigenze del turismo moderno, coerenti, però, con la connessione all’attività agricola prevista dalla legge. Con la diffusione delle fattorie didattiche, che accolgono studenti per far conoscere i diversi aspetti dell’attività agricola e della preparazione di molti alimenti, è in aumento anche l’offerta di servizi didattici.

119 RETE RURALE NAZIONALE 2014-2020, L’alloggio in, op.cit., p.53

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L’agriturismo rappresenta una delle modalità per diversificare i redditi dell’impresa agricola e può determinare rilevanti benefici per lo sviluppo delle aree rurali, che vanno dall’opportunità di recuperare edifici rurali di particolare interesse storico- architettonico alla valorizzazione delle identità territoriali, grazie al contributo in termini di maggiore conoscenza dei prodotti di pregio e delle tradizioni locali, che possono produrre impatti rilevanti in termini di potenziamento dell’attività agricola presso l’opinione pubblica.121 L’agriturismo, inoltre, può svolgere anche funzioni di stimolo ad altre imprese locali sia nella fase di progettazione e realizzazione degli investimenti necessari che in quella di gestione dei servizi attivati.122

L’attività dell’impresa agrituristica risulta influenzata sia da fattori interni, ovvero dalle caratteristiche dell’impresa, sia da fattori esterni all’azienda, come ad esempio il territorio, le politiche e il mercato. Tra le caratteristiche dell’impresa giocano un ruolo prioritario la localizzazione, le caratteristiche delle strutture dedicate all’attività agrituristica, le risorse umane impiegate e le loro competenze, l’eventuale presenza di altre attività multifunzionali connesse, l’equilibrio complessivo tra le diverse attività aziendali, la reputazione.

Figura 15: Fattori che caratterizzano l'attività agrituristica. Fonte: Casini, 2009

121HENKE R, SARDONE R, Dinamica strutturale e nuove funzioni dell’agricoltura nel mezzogiorno – Il

sistema agroalimentare nel mezzogiorno: analisi della crisi e idee per il rilancio, Rassegna Economica, SMR

Associazione Studi & Ricerche per il mezzogiorno

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Per quanto riguarda i fattori esterni, il territorio può condizionare l’attività agrituristica, attraverso le caratteristiche ambientali e naturalistiche, storiche, culturali, artistiche e sociali, relative alla natura degli insediamenti e alla struttura economica. L’attrattività di un territorio può essere condizionata anche dalla presenza di eventuali marchi e riconoscimenti, quali distretti vari, strade di prodotto, Presidi, presenza di denominazioni, etc. (…), dalla reputazione, dalla possibilità di stabilire relazioni locali di impresa, e dal capitale sociale. I segni del mercato, invece, si manifestano attraverso la domanda di servizi agrituristici e multifunzionali in senso più ampio e la dinamica di tale domanda, attraverso l’offerta, la comunicazione e la certificazione di qualità. Infine la regolamentazione pubblica gioca un ruolo importante nell’ambito della gestione dell’attività agrituristica, della competitività, della adeguatezza delle opportunità finanziarie e della promozione di azioni di sistema.123

3.2.2 La trasformazione e la vendita diretta dei prodotti agricoli.