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La Riforma Fischler e la programmazione 2007-2013

2. La nascita della PAC e la Politica di sviluppo rurale

2.2 La politica di sviluppo rurale

2.2.3 La Riforma Fischler e la programmazione 2007-2013

La Riforma Fischler, nota anche come Riforma di Medio Termine, rappresenta l’epilogo delle politiche di sostegno ai prezzi e ai mercati, pone di fatto fine alla “vecchia PAC” e muta in modo sostanziale il quadro di riferimento rispetto al quale l’agricoltura avrebbe dovuto operare negli anni successivi.99 Le proposte del “pacchetto Fischler”, contenente sette nuovi Regolamenti e approvate a Lussemburgo, hanno segnato l’inizio di un nuovo percorso strategico per la PAC, diventa infatti possibile dare piena centralità all’imprenditore e alle sue scelte competitive, alla dimensione ambientale e allo sviluppo rurale, avendo come traguardo strategico il raggiungimento dei seguenti obiettivi:

- potenziamento della competitività dell’agricoltura; - promozione della qualità alimentare;

- adozione di standard obbligatori, relativi alla tutela ambientale, alla sicurezza alimentare, alla salute e al benessere degli animali, nonché all’ecocompatibilità delle pratiche agricole zootecniche;

- rafforzamento della politica di sviluppo rurale, sia nei contenuti che negli interventi, anche attraverso l’utilizzo elle risorse derivanti dalla modulazione;

- semplificazione delle procedure gestionali e amministrative.

In questo quadro, il Reg 1782/2003 stabilisce norme comuni relative ai regimi di sostegno diretto, nell’ambito della PAC, ed istituisce regimi di sostegno a favore degli agricoltori, fissando i principi, validi in linea orizzontale, da rispettare per la realizzazione degli obiettivi sopra citati.

Questi principi, veri punti-cardine della Riforma di Medio Termine, hanno introdotto nella PAC:

- il regime di pagamento unico per azienda, disaccoppiando dalla produzione gli aiuti diretti alle aziende;

98VANTAGGIATO F, op. cit., p.63

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- la condizionalità, ossia il rispetto, vincolante per il pagamento unico, di criteri di gestione obbligatoria in materia di ambiente, sicurezza alimentare, salute e benessere degli animali;

- la modulazione, ovvero la progressiva riduzione, dal 2005 al 2013, dei, pagamenti diretti alle grandi aziende agricole pari al 3% nel 2005, al 4% nel 2006 e al 5% dal 2007 al 2013, a favore dello sviluppo rurale.

La riforma di Medio Termine ha inteso dare piena centralità “al rapporto tra agricoltura, bisogni della società e dimensione rurale”, in questo modo essa ha fatto si che, per il settennio 2007-2023, la competitività economica e la funzione socio-ambientale fossero elementi indispensabili per il conseguimento di uno sviluppo sostenibile e duraturo per l’azienda agricola e i territori rurali. Su questa linea tale Riforma si è anche proposta di eliminare gli incentivi per attività con impatto ambientale negativo e di promuovere pratiche eco- compatibili, capaci di contribuire al miglioramento del modello agricolo europeo, a beneficio anche dei consumatori e dei contribuenti.100

2.2.3.1 Reg CE. 1783/2003

Come si è detto in precedenza la Mid Term Review (Riforma di Medio Termine), a causa del mancato riequilibrio tra primo e secondo pilastro della PAC e la mancata semplificazione delle politiche strutturali, ha cercato di porre rimedio a tale situazione attraverso una serie di Regolamenti. Tra questi troviamo il Regolamento 1783 dedicato al sostegno allo sviluppo rurale; tale Regolamento è stato approvato dal Consiglio Europeo nel settembre del 2003 e modifica e integra il Regolamento 1257/1999.

Nell’ambito nel nuovo regolamento sono state introdotte o migliorate sei categorie: a) Qualità alimentare.

La prima delle misure previste riguarda il miglioramento della qualità alimentare, fortemente incoraggiata dall’Unione Europea, ma che fino a quel momento non aveva beneficiato di alcun regime di aiuti specifici.

Ai fini della promozione della qualità dei prodotti agricoli, attraverso la partecipazione ai sistemi-qualità comunitari e nazionali, e dei relativi processi produttivi, viene concesso un aiuto annuo (fino ad un massimo di cinque anni) per

100NAZZARO C, Lo sviluppo rurale nella Mid Term Review in “Sviluppo rurale, multifunzionalità e

diversificazione in agricoltura. Nuovi percorsi per la creazione di valore per le aziende agricole delle aree interne del Mezzogiorno d’Italia”, Franco ANGELI, Milano, 2008, pp. 45-47

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azienda. E’inoltre previsto un aiuto, fino ad un massimo del 70% dei costi ammissibili, a favore delle associazioni di produttori dedite ad attività di informazione, a beneficio dei consumatori e di promozione dei prodotti agricoli che rientrano nei cosiddetti sistemi qualità

b) Rispetto delle norme.

Agli agricoltori viene accordato un sostegno temporaneo e digressivo al fine di aiutarli ad adeguarsi alle rigorose norme comunitarie in materia di ambiente, salute pubblica, salute degli animali, settore fitosanitario, benessere degli animali e sicurezza sul luogo del lavoro. Gli aiuti possono essere erogati su un arco di cinque anni per un massimale annuo di 10.000 euro per azienda.

c) Servizio di consulenza agricola.

Per gli agricoltori che utilizzano servizi di consulenza aziendale vengono concessi degli aiuti per un importo massimo dell’80% del costo dei servizi stessi e fino ad un massimo di 1.500 Euro

d) Benessere degli animali.

Sono concessi degli aiuti agli agricoltori che si impegnano a migliorare il benessere dei propri animali da allevamento, oltre il livello richiesto dalle normali buone prassi del settore agricolo, sulla base dei costi aggiuntivi sopportati e del mancato guadagno. Gli aiuti sono soggetti ad un massimale pari a 500 Euro l’anno per capo di allevamento.

e) Regioni soggette a vincoli ambientali.

Il Regolamento prevede la concessione di aiuti a favore delle zone soggette a vincoli ambientali nell’ambito del programma Natura2000 per la protezione degli uccelli e dei rispettivi habitat.

75 f) Giovani agricoltori.

È previsto un aiuto non superiore ai 30.000 Euro per un massimo di tre anni per il primo insediamento dei giovani agricoltori insieme con l’adeguamento strutturale delle aziende.

Altre integrazioni e modifiche, di minore entità, sono state dedicate alla formazione, alla forestazione e all’indennità compensativa.

La Riforma di Medio Termine ha sicuramente introdotto degli elementi innovativi e di rottura, rispetto alla precedente politica di sviluppo rurale, permettendo alle Regioni di rafforzare i processi d’intervento delineati nei Programmi di Sviluppo Rurale per il periodo 2004-2006. Sono però stati conservati diversi limiti del Reg 1257/1999 i quali non hanno favorito il giusto riequilibrio dei rapporti tra aree rurali e aree urbane. Nonostante la necessità di una maggiore attenzione alla dimensione territoriale, la politica di sviluppo rurale riformata ha continuato ad avere per la programmazione 2000-2006, una prevalente impostazione settoriale. Di conseguenza nelle zone rurali, diversificazione e miglioramento della qualità della vita hanno avuto a disposizione risorse più esigue rispetto a quelle destinate alla competitività delle filiere e alla salvaguardia dell’ambiente.

A favore della multifunzionalità sono, però, rinvenibili interventi più chiari che vengono posti anche tra gli obiettivi del nuovo corso di politica agricola, come ad esempio la condizionalità.

Nel complesso la Riforma di medio termine può essere valutata positivamente per molte delle soluzioni adottate.101

2.2.3.2 Reg CE. 1698/2005

Il Consiglio d’Europa, per delineare la programmazione del periodo 2007-2013, nel 2006 adotta il nuovo regolamento CE 1698/2005 per lo sviluppo rurale, a cui è stato demandato il compito di prevedere possibili strumenti per la gestione della multifunzionalità.

Tale Regolamento introduce alcune importanti novità:

- Promuove il partenariato tra rappresentanze dei settori economico, sociale, ambientale e delle pari opportunità, al fine di favorire un più efficiente sistema di governance;

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- Per rendere più coerente il quadro di programmazione e priorità espresse a livello nazionale e comunitario, introduce un approccio strategico che prevede l’adozione di Orientamenti Strategici Comunitari e di Piani di Sviluppo Nazionali (PSN), propedeutici ai Piani di Sviluppo Rurale introducendo anche i Programmi di Sviluppo Regionali (PSR);

- Per l’apposito finanziamento dello Sviluppo Rurale si istituisce con il Regolamento CE n. 1290/2005, oggi disciplinato dal Reg. UE 1305/2013, un fondo ad hoc, il Fondo Agricolo per lo Sviluppo Rurale (FEASR).

- Il FEASR, per l’assolvimento delle sue funzioni, si rifà a quattro priorità quali: complementarietà dei programmi con le azioni intraprese dalle altre amministrazioni, principio di sussidiarietà, incentivazione dei partenariati, parità tra uomini e donne. Tali priorità sono ricomprese all’interno dei quattro Assi di intervento prioritari, attorno a cui si strutturano i PSR in conformità ai PSN:

• Asse 1 “Miglioramento della competitività dei settori agricolo e forestale”; • Asse 2 “Miglioramento dell’ambiente e dello spazio rurale”;

• Asse 3 “Qualità della vita in ambiente rurale e diversificazione dell’economia rurale”;

• Asse 4 “Leader”.

Il Regolamento CE 169872005 prevede anche l’adozione di apposite azioni di controllo e di valutazione dei PSN e dei PSR, che devono essere svolte ogni due anni per verificare gli andamenti e gli impatti delle misure sui territori rurali.

Ulteriore strumento di promozione della politica di sviluppo rurale viene prevista la creazione di reti rurali europee che in Italia trovano concreta attuazione con la Rete Rurale Nazionale.

Nel corso del periodo di programmazione 2007-2013, gli investimenti della PAC nel settore agricolo e nelle zone rurali italiane ammontano a 40,5 miliardi di euro. Gli interventi principali hanno avuto l’obiettivo di stabilizzare il reddito degli agricoltori, ammodernare e rafforzare la sostenibilità delle aziende agricole italiane e garantire a tutti i cittadini alimenti sicuri e di qualità a prezzi accessibili.102

102LAMPREU S, La Pac nella nuova programmazione 2007-2013 in “Ideazione e sperimentazione di nuove

ipotesi per la valorizzazione delle zone interne della Sardegna. Il marketing territoriale come elemento di promozione delle tipicità: l’esempio della Marmilla”, Tesi di Dottorato in Scienze dei sistemi culturali,

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