• Non ci sono risultati.

Contesto normativo dell’attività agrituristica in Sardegna

2. La nascita della PAC e la Politica di sviluppo rurale

2.4 Normativa nazionale dell’attività agrituristica

2.4.1 Contesto normativo dell’attività agrituristica in Sardegna

L’agriturismo è un fenomeno diffuso in tutte le Regioni italiane, se pur con differenti esperienze a seconda della specificità territoriale.

In Sardegna si iniziò a parlare per la prima volta di agriturismo agli inizi degli ani Sessanta nella Provincia di Oristano, dove un gruppo di donne organizzate nella Cooperativa allevatrici sarde (CAS) diede vita alle prime forme di ospitalità rurale dei turisti, segnando così la nascita di un particolare tipo di turismo che si affiancherà al modello di turismo balneare, e dal quale sarà fortemente condizionato.

In questa fase, ancora embrionale, l’agriturismo offriva ai turisti ospitalità presso le famiglie degli agricoltori che vivevano in piccoli centri, mettendo a loro disposizione e condividendo le risorse di cui la famiglia disponeva, in cambio di un modesto compenso. In questi primi anni l’offerta agrituristica ha rappresentato un modo per utilizzare la tendenza spontanea e diffusa dell’ospitalità e dell’accoglienza, tipica del mondo rurale sardo, e trasformarla in un’opportunità di lavoro e in una nuova fonte di reddito. Il crescente successo ottenuto da questa iniziativa ha indotto alcune socie della CAS ad aprire pensioni a gestione familiare e ristoranti tipici, dando vita nel 1977 alla “Scuola alberghiera dell’agriturismo” che segna l’inizio dell’offerta agrituristica tout court così come la conosciamo oggi.

Le caratteristiche di questo genere di ospitalità erano: spontaneità, ambiente familiare e confortevole, genuinità dei pasti rigorosamente di provenienza propria che venivano consumati insieme ai membri della famiglia. Tutto ciò unito alla ricchezza del patrimonio storico, culturale e locale, che va dai monumenti artistici ed archeologici al paesaggio interno e costiero.

Da quel momento in poi l’offerta agrituristica si è proposta come forma di turismo diversa ma complementare al turismo balneare, rispondendo anche ad una domanda di turismo verde.

Il fenomeno agrituristico non si è mai presentato come modello di sviluppo alternativo a quello che si è affermato nelle coste sarde, è sempre stato secondario rispetto al turismo balneare ma non per questo trascurabile. Infatti una delle funzioni che l’agriturismo svolge nelle sue varie possibilità è quella di attenuare gli squilibri della stagionalizzazione del turismo balneare. Infatti grazie alla presenza degli agriturismi in tutto il territorio regionale, la Sardegna sta proponendo un tipo di turismo orientato alla valorizzazione delle zone interne

84

dell’isola, alla scoperta delle culture e delle tradizioni locali, alla conoscenza del mondo rurale.

Un contributo significativo all’aumento crescente delle aziende agrituristiche proviene dall’ambito normativo che disciplina la materia in termini di finalità e contenuti.

Più per necessità che per vera opportunità, l’operatore agricolo ha riconosciuto nell’attività turistica forse il percorso naturale, o obbligato, per la sopravvivenza e la riconversione di numerose aree rurali destinate, diversamente a scomparire e con esse il patrimonio culturale e naturale esistente.109

L’interesse crescente a forme di turismo “alternativo” si è rivelato un vero salvagente per molte aree rurali dell’Isola. Le prime iniziative di valorizzazione del turismo rurale risalgono al 1991 con l’avvio del primo programma d’iniziativa comunitaria Leader, contribuendo a diffondere anche nell’isola una maggiore consapevolezza delle opportunità di sviluppo offerte da un uso endogeno ed integrato delle risorse delle comunità rurali.110

In generale la Legge Quadro definisce il carattere e i limiti dell’agriturismo, detta le norme ed i principi da osservarsi in materia di autorizzazioni amministrative, stabilisce le competenze delle Regioni alle quali è poi demandato il compito di disciplinare nel dettaglio l’attività agrituristica in funzione della propria specialità, inserendola nella programmazione economica e nella pianificazione territoriale e regionale.

La Regione Autonoma Sardegna, perfettamente in linea con la normativa nazionale, emanò la prima normativa che disciplinava lo svolgimento di tale attività, con la Legge Regionale 20 Giugno 1986 n.32 “Disciplina e incentivazione dell’agriturismo”.

Nonostante alcuni limiti, a questa legge va attribuito il merito di aver fatto decollare tra gli anni ’86 e ’98 il settore agrituristico in molte aree della Regione; ma è con la Legge Regionale 23 Giugno 1998, n.18 “Nuove norme per l’esercizio dell’agriturismo e del

turismo rurale” a determinare ulteriori aspettative per quanto riguarda lo sviluppo

dell’offerta agrituristica. Gli incentivi e le agevolazioni per la riqualificazione, l’adeguamento e la costruzione dei locali da adibirsi ad agriturismo, insieme ai contributi offerti per la creazione di strutture per le attività ricreative e per i servizi previsti dalla normativa, sono state condizioni favorevoli allo sviluppo delle aziende agrituristiche nell’isola.

109PADDEU S, Il contesto normativo in “Il fenomeno dell’agriturismo nella Provincia di Oristano: un esempio

di turismo rurale”, Sociologia urbana e rurale n.76, 2015, pp. 11-12

85

La finalità più importante emerge all’art 1 nel quale è dichiarato che la disciplina e l’incentivazione dell’esercizio agrituristico devono essere finalizzate alla salvaguardia e alla valorizzazione del patrimonio socio-economico, culturale e ambientale del territorio, nonché alla promozione dello sviluppo rurale.

Da ciò deriva che l’agriturismo non solo può essere considerato come un’importante opportunità di integrazione del reddito agricolo, ma può esercitare altre rilevanti finalità come la permanenza della popolazione agricola nel territorio, l’integrazione sociale e culturale tra ambiente urbano e mondo rurale, la valorizzazione delle tradizioni e dei consumi locali, la conservazione di procedure produttive tradizionali a basso impatto ambientale.

Un altro aspetto della legge riguarda, sempre all’art.1, la volontà di includere l’esercizio agrituristico nell’offerta agrituristica regionale in modo tale che l’agriturismo pur mantenendo una connotazione prevalentemente rurale e agricola viene ad inserirsi come una nuova proposta di turismo che si affianca al modello di turismo balneare.

Con l’approvazione delle leggi regionali n.11/2015, e n.19/2016, la Regione Sardegna ha apportato modifiche sostanziali alla normativa di riferimento per il settore.111

La Legge Regionale 11 Maggio 2015, n. 11 “Norme in materia di agriturismo, ittiturismo,

pescaturismo, fattoria didattica e sociale”, successivamente modificata dalla L.R. 2 Agosto

2016, n.19, istituisce una nuova normativa di riferimento per tutte le attività multifunzionali agricole e ittiche di ospitalità e accoglienza che operano in Sardegna e abroga la normativa precedente. La nuova legge stabilisce i requisiti soggettivi e oggettivi per l’esercizio di ciascuna attività, e istituisce un unico Albo regionale delle imprese multifunzionali agricole e ittiche, che viene suddiviso in cinque sezioni:

1. Agriturismo; 2. Ittiturismo; 3. pescaturismo; 4. fattoria didattica; 5. fattoria sociale.

Le direttive approvate dalla Giunta Regionale con Delibera n. 47/2 del 30 Agosto 2016 disciplinano inoltre modalità di attuazione, procedure amministrative, criteri per la

86

classificazione di agriturismi e relative strutture, sistema dei controlli e ogni altro aspetto inerente lo svolgimento delle attività.112

Terzo Capitolo: I CASI DI STUDIO

3. Alcuni dati sul settore agricolo sardo, le attività