In occasione dell'inaugurazio-ne del Salodell'inaugurazio-ne dell'Automobile, apertosi il 3 novembre 1976 per 12 giorni e cioè fino al 14 com-preso è stato scritto che « l'auto-mobile ha cent'anni ed è preoc-cupata del suo futuro». La data centenaria è un po' approssima-tiva, non indicabile con sicurez-za assoluta dato che occorre ri-salire al periodo tra il 1873 e il 1890 per rintracciare i primi esemplari di motori, alcuni dei quali a carbone con lunghi tempi di preriscaldamento. Forse sa-rebbe più esatto dire che l'auto-mobile ha compiuto 90 anni e ricordare la data del 3 luglio 1886 quando, nelle strade di Mannheim, Cari Benz guidava la prima automobile che raggiunse i 15 chilometri orari. Un altro tedesco Gottlieb Daimler, che un anno avanti aveva costruito la prima motocicletta del mondo, a sua volta sperimentò con suc-cesso una sua automobile. La Germania in questi mesi ha or-ganizzato una mostra in celebra-zione della ricorrenza, mostra che però, come sovente accade quando si tratta di invenzioni e scoperte, potrebbe essere conte-stata: infatti in quel periodo di tempo da varie parti, in diverse nazioni, venivano svolti esperi-menti, studi, ricerche diretti allo stesso fine.
Il recente Salone di Torino non può essere indicato come un Salone importante. Interessante si è rivelato attraverso una
ec-cezionalmente alta affluenza di pubblico del fatto che l'automo-bile, come già nei precedenti
de-cenni, continua ad essere la mac-china verso la quale si indiriz-zano aspirazioni, desideri,
cessità di una sempre più vasta fascia di pubblico non più ri-stretta agli strati abbienti, ma invece veramente popolare.
La rassegna nel consueto pa-lazzo di Torino-Esposizioni al Valentino, a differenza di quan-to accadeva in passaquan-to, si è aper-ta un poco in sordina. E saper-taaper-ta meno ricca di qualche orpello esteriore, meno profumata di grandi macchie di fiori freschi e di piante sempreverdi; ha espo-sto meno hostess e ragazze da copertina davanti alla specchiata lucentezza delle vetture. L'auste-rità ha colpito anche l'estetica espositiva, dato che questo Sa-lone con la benzina a 500 lire il litro è stato un « Salone dif-ficile ». Sin dal giorno dell'inau-gurazione e poi per tutto il pe-riodo in cui è stato aperto ha suggerito una considerazione u n poco triste e patetica. Si può di-re che è stato il Salone dei gio-vani, meglio ancora dei giovanis-simi, quasi dei ragazzi accorsi in decine di migliaia. Molti pro-venivano dalla immigrazione me-ridionale, molti erano
disoccu-pati, ma hanno raggranellato i soldi per comperare il biglietto di ingresso, han fatto la fila din-nanzi alle biglietterie per entra-re, per vivere un sogno che non può essere detto un « sogno proi-bito » ma piuttosto un « sogno differito ». La data dei diciotto anni per molti non sarà più quel-la delquel-la prima utilitaria, acqui-stata di seconda mano con i ri-sparmi del lavoro. Occorreranno molti più anni. Quanti? Oggi non è possibile dirlo, qualsiasi previsione potrebbe essere erra-ta per eccesso ma non è neppu-re da escludeneppu-re che possa esserlo per difetto date le sorprese a cui ci ha abituati il confuso svilup-po dell'economia italiana tra mi-racoli e tragedie recessive.
Nei discorsi inaugurali non sono mancati spunti polemici co-me quello del sindaco di Torino, Diego Novelli, che ha polemiz-zato appunto con il « miracolo economico » indicandolo come
« il prodigio di una moltiplica-zione della produmoltiplica-zione non di-sciplinata da un programma so-ciale » ed ha chiesto un nuovo
Giochi di luci e di riflessi.
« miracolo di consapevolezza »
che porti ad uno sforzo di par-z i a l e rinunpar-zia all'automobile.
Il ministro del turismo e del-lo spettacodel-lo Antoniozzi ha det-to quel poco che poteva a nome del Governo, non foss'altro per-ché il turismo c'entra poco con l'industria. Il ministro competen-te Donat-Catcompeten-ten non è venuto, forse perché il governo Andreotti in materia di politica dell'auto-mobile è molto incerto e fa agire soltanto le leve degli aggravi fi-scali e delle automobili si ricor-da nel caso delle pur necessarie applicazioni dell'una tantum che la maggioranza degli automobili-sti ha ben compreso ed accettato senza eccessive proteste. Comun-que Antoniozzi ha tentato una difesa del Governo e ha espresso la speranza che « zone d'ombra
e difficoltà saranno passeggere »
anche se di non breve durata. (Facciamo un passo indietro: dato che si parla di discorsi ri-cordiamo che, prima dell'inaugu-razione, l'Associazione dei co-struttori italiani automobili (An-fia) aveva organizzato nella sala dei 500 all'Unione industriali un incontro tra alti esponenti del-l'industria e giornalisti. Ha pre-sentato la riunione l'ingegner Adolfo Bardini presidente del-l'Anfia e del comitato organiz-zatore del Salone. Poi hanno parlato nell'ordine il presidente dell'Alfa Romeo dottor Gaetano Cortesi, il consigliere di ammini-strazione della BMW Raderma-cher, il direttore per l'Europa della British Leyland Lawrence, il direttore del gruppo automo-bili Fiat ingegner Tufarelli, il di-rettore generale per l'Europa del-la General Motors Me Cormack, il presidente della Lancia inge-gner Righini, il direttore
marke-ting della Volvo Haggstròm). Le novità italiane presentate
« m u
Per il m o m e n t o n e s s u n a possibilità di a p p l i c a r e una m u l t a p e r s o s t a v i e t a t a .
sono state la 126 Personal e la Lancia Beta in versione 1300, alle quali si può aggiungere una originale versione Mini Innocen-ti rielaborata da De Tomaso, uInnocen-ti- uti-litaria che si distingue per ritoc-chi alla carrozzeria, per l'adozio-ne di un motore da 1275 cc che eroga 74 CV e può raggiungere i 160 chilometri orari. Non è molto per un Salone italiano; tuttavia la 126 Personal è una vettura di avvenire, aggiornata dalla Fiat che della 126 aveva già prodotto 750 mila esempla-ri dei quali 600 mila inseesempla-riti nel mercato italiano. Ora la « Per-sonal » presenta diverse miglio-rie. Quelle meccaniche sono quattro: freni a tamburo
mag-giorati, i mozzi delle ruote, gli alberi delle ruote posteriori, i cu-scinetti irrobustiti; l'alternatore invece della dinamo; le sospen-sioni tarate in maniera da ren-derle più morbide con l'impiego di nuovi ammortizzatori. Ester-namente la carrozzeria è meglio protetta con fasce laterali in gomma e paraurti in resina. L'in-terno è completamente rifatto con migliorie estetiche, tapez-zerie in moquette in funzione an-tirumore e diverse piccole co-modità.
Sempre la Fiat ha annunziato al Salone una serie di iniziati-ve: una detta « chiavi in m a n o » e cioè il prezzo uguale in tutta Italia per vettura pronta a
scen-dere in strada Iva compresa; ga-ranzia integrale per sei mesi compresa la manodopera e i ma-teriali di consumo; garanzia di tre mesi sulle riparazioni dopo scaduto il periodo di garanzia assistenziale per la vettura nuo-va; disponibilità gratuita di una
126 quando l'intervento in ga-ranzia comporti un fermo mac-china superiore a tre giorni. In-fine l'utente Fiat disporrà per cosi dire di un « telefono ami-co » al quale potrà rivolgersi 24 ore su 24 per esporre eventuali problemi della sua macchina: ri-ceverà prontamente risposte al suo quesito.
La Lancia ha presentato la sua novità con la Lancia Beta
coupé, motore 1300, che viene a colmare il vuoto lasciato dalla fine di produzione della Fulvia coupé. Per realizzare un prezzo più competitivo carrozzeria e fi-nizioni sono semplificate rispetto agli altri coupé Beta. Il gruppo propulsore di 1297 cc 82 CV è quello della berlina 1300.
Elenchiamo alcune altre no-vità o semi nono-vità o modelli che compaiono per la prima volta in un Salone italiano pur senza darne un elenco completo. Da citare la Alfa Sud coupé, sorel-la sportiva delle berline, di linea molto elegante, con velocità mas-sima di 165 kmh; la fortunata Ford Fiesta in due versioni di 900 e 1100 cc modello assai agi-le e piacevoagi-le da condurre; la Peugeot 104 che è la più corta 5 porte del mondo; la elegante Audi 100 della V W con motori da 1600, 2000 e 2200 a cinque cilindri. Della British Leyland
erano presenti la sportiva Trium-ph TR 7 e la sofisticata Jaguar XJS. Non mancano modelli me-no impegnativi come le nuove Skoda la RI4 della Renault. Al-tre vetture di lusso sono invece la Rover 3500 con motore 8 ci-lindri velocità 198 kmh e la Fer-rari 400 con cambio automatico; la Matra Simca Bagheera a tre posti affiancati. La stessa casa propone la popolarissima 1005, una delle più economiche utili-tarie europee. Altra utilitaria è la Citroen LN.
La Volkswagen ha presentato la Golf con il nuovo Diesel da 1500 cc che sembra destinato a molto successo. In apertura di Salone le trionfali vetture della Rolls-Royce e della Bentley dai costi favolosi, che però nell'anno
1976 hanno notevolmente au-mentato la loro vendita in tutto il mondo ed anche in Italia.
Come abbiamo detto prima
l'elenco non è completo. Anche quest'anno il Salone è stato af-f i a n c a t o dal settore riservato ai
carrozzieri, agli accessoristi; ha presentato le più recenti conqui-ste stilistiche per cui l'Italia è famosa; ha interessato il pubbli-co pubbli-con i suoi curiosi modelli per fuori-strada o vetture multiuso o di nuovi tipi di taxi ricchi di mol-teplici soluzioni razionali e pra-tici, veri mezzi di lavoro.
Il Salone era il 56° dall'inizio della manifestazione; è stato vi-sitato da oltre mezzo milione di persone ed è stato espressione di quel rapporto tra uomo e auto-mobile che in questo momento di difficoltà merita una meditata attenzione, sia da parte di chi l'automobile produce sia da par-te di chi se ne serve. Nessuno dimentichi che deve essere l'auto al servizio dell'uomo e che l'uo-mo non deve diventare suddito o schiavo della sua macchina.