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di consumi alimentari in Italia Sergio Sene - Giuliano Venir

Nel documento Cronache Economiche. N.011-012 Anno 1976 (pagine 52-60)

Le serie storiche dei dati ri-guardanti i consumi alimentari offrono un'immagine abbastanza completa del grado di sviluppo economico di un paese in un determinato periodo storico.

1 dati raccolti dall'Istat al ri-guardo e pubblicati nel « Som-mario di statistiche storiche del-l'Italia » permettono di risalire dai giorni attuali fino al 1861, anno dell'Unità d'Italia. È pos-sibile quindi disporre per questo ampio lasso temporale di elemen-ti staelemen-tiselemen-tici sulle quanelemen-tità consu-mate (totali e per abitante pre-sente) di generi alimentari, non-ché di informazioni sul consumo medio giornaliero per abitante di sostanze nutritive e di calorie. Per pochissimi altri fenomeni e-conomici si può affermare la stessa cosa, per cui uno studio anche approssimato sullo svilup-po economico nel nostro Paese e delle sue varie fasi non può non tenere conto di questa pre-ziosa fonte.

L'analisi di tali elementi for-nisce un'idea del tenore di vita medio degli italiani nel corso degli ultimi 115 anni. La voce « a l i m e n t a z i o n e » nel suddetto scorcio storico ha inciso per una larghissima parte sul totale dei consumi e questi, a loro volta, hanno per lungo tempo rappre-sentato porzioni del reddito as-sai vicine al 1 0 0 % .

Dalla tab. I si rileva infatti che nei decenni tra il 1861 e

TABELLA 1. — C O N S U M I E R I S P A R M I I N I T A L I A

( % sul reddito netto nazionale ai prezzi di mercato)

Anni Consumi Risparmi

1861 102,2 - 2,2 1871 95,6 4,4 1881 98,9 1,1 1891 94,6 5,4 1901 87,6 12,4 1911 88,6 11,4 1921 102,7 - 2,7 1931 93,2 6,8 1941 93,2 6,8 1951 87,7 12,3 1961 81,7 18,3 1971 70,6 29,4 1974 74,1 25,9 Fonte: ISTAT.

l'inizio del secolo successivo la percentuale dei risparmi sul red-dito netto è sempre rimasta su valori molto bassi, con tutte le ovvie conseguenze in termini di accumulazione di capitale e quin-di quin-di sviluppo economico. Sola-mente negli anni antecedenti la prima guerra mondiale la quota di reddito sottratta ai consumi è divenuta apprezzabile ed in li-nea con i valori medi di u n pae-se che sta compiendo i primi incerti passi sulla via dello svi-luppo. Tra le due guerre mon-diali la situazione è ancora peg-giorata in seguito alla grande de-pressione economica: solo negli anni '50 il meccanismo di ripre-sa si è rimesso in moto e quindi il peso dei consumi sul totale del

prodotto nazionale è sceso piut-tosto sensibilmente.

Dall'osservazione della tab. 2 si evince che le spese per l'ali-mentazione sono passate da va-lori vicini all'80% dei consumi totali nel 1861 al 3 5 % dei tempi nostri. Naturalmente si tratta di dati medi che non tengono conto delle differenze di reddito delle classi sociali, dei differenti rami di attività economica, di posizio-ne posizio-nella professioposizio-ne, delle varia-zioni di età della popolazione e delle diverse situazioni climati-che, tutti fattori che influiscono non poco su tale rapporto.

Ciò non toglie che i dati ri-portati nella citata tabella offra-no un quadro abbastanza

signi-TABELLA 2 . — P E R C E N T U A L E D E I C O N S U M I A L I M E N T A R I S U L T O T A L E D E I C O N S U M I Anni % 1861 77,0 1871 75,9 1881 70,8 1891 76,0 1901 60,0 1911 70,5 1921 65,8 1931 65,7 1941 54,8 1951 46,8 1961 43,1 1971 36,5 1973 34,9 1974 35,0

Fonte: ISTAT dal 1951 al 1974. Per

gli anni antecedenti si è p r o c e d u t o a stime attingendo da fonti diverse.

ficativo del trend manifestato nel consumo di sostanze nutritive in Italia. La spesa per consumi ali-mentari ha svolto la parte del leone nell'ambito delle diverse destinazioni di spesa praticamen-te fino all'inizio degli anni '50. Soltanto da allora si è verificato un vero e proprio salto di qualità nella struttura dei consumi ita-liani, per cui negli ultimi 5-6 an-ni le spese alimentari rappresen-tano poco più di un terzo del totale, mentre negli anni prece-denti il loro peso è sempre stato superiore al 5 0 % e addirittura al di sopra del 7 0 % negli ulti-mi decenni del secolo scorso.

Pur osservando che i dati ri-portati nella tabella 2 sono frut-to di stime largamente approssi-mate, non si può fare a meno di notare come da essi traspaia as-sai evidente la tendenza di fon-do, cioè di lentissima evoluzio-ne tra l'unità d'Italia e la se-conda guerra mondiale e di vero e proprio « take off » tra tale da-ta ed oggi.

Nelle tabb. 3 e 4 sono rappre-sentate le serie storiche dei dati riguardanti i consumi totali e medi per abitante di alcuni ge-neri alimentari a partire dal 1861 fino al 1975, raccolti per decen-ni sino al 1960 e successivamen-te per insuccessivamen-tervalli più brevi. Il con-sumo totale per uso alimentare dei vari generi è stato ottenuto sommando alla quantità prodot-ta quella imporprodot-taprodot-ta, detraendo quindi le quantità esportate, de-stinate alla semina, all'alimen-tazione del bestiame, all'indu-stria, le perdite e l'incremento delle scorte. 11 consumo medio per abitante è stato ottenuto di-videndo le quantità complessiva-mente consumate per la popola-zione presente a metà anno.

Esaminiamo ora brevemente l'andamento nel tempo dei

con-sumi più significativi, iniziando con i cereali.

Il consumo di frumento ha su-bito in più di un secolo una variazione abbastanza modesta ( + 2 1 % ) , passando da 146,7 kg. per abitante nel periodo 1861-70 a 177,6 kg. nel 1975. Dagli anni '50 ad oggi la lievitazione è sol-tanto del 9 % , indubbiamente di poco conto se confrontata con quelle corrispondenti registrate nei settori delle carni, dei pro-dotti lattiero-caseari e dei prodot-ti ortofrutprodot-ticoli in genere. Per il granoturco, è netta e costante la diminuzione di consumo, che da 50 e più kg. annui prò capite si è stabilizzato intorno ai 5 kg. Il ridotto uso a scopo alimentare del cereale, diffuso come noto quasi esclusivamente nelle regio-ni settentrionali, va certamente posto in relazione con il gene-ralizzato e più rapido migliora-mento del tenore di vita registra-to nelle predette regioni in con-fronto al resto dell'Italia, che ha consentito la sostituzione di ge-neri alimentari « poveri » dal punto di vista qualitativo, ma in grado di saziare quantitativa-mente, con altri più pregiati di maggior valore nutritivo. Ciò vale anche per il risone i cui va-lori massimi di consumo intorno ai 15 kg. annui per abitante, ri-levati nei primi decenni del se-colo, confrontati agli attuali 6 kg. circa, segnalano una riduzio-ne piuttosto rilevante, ( — 6 0 % ) . La riduzione è ancor più eviden-te per segale ed orzo, la cui uti-lizzazione alimentare è variata nel rapporto da 5 a 1.

Il nostro Paese, per quanto riguarda il consumo totale di ce-reali, è al primo posto nell'am-bito dei Paesi Cee che registra-no un consumo medio di alme-no un terzo inferiore, e supera di oltre il doppio quello degli Usa e del Canada.

Passando ad esaminare il com-parto dei prodotti ortofrutticoli, si rileva un consumo lievemente crescente delle patate, oggi cir-ca di 43 kg. pro-cir-capite contro i 25 in media negli ultimi decen-ni del secolo scorso. Un aumento del 7 5 % che appare peraltro mo-derato se confrontato con l'incre-mento manifestatosi negli ortag-gi in genere, passati da 35 kg. a oltre 100 kg., ( + 1 7 6 % ) . Pari-menti vistose le variazioni in più dei pomodori ( + 2 4 2 % ) da 11,2 kg. nel periodo 1861-79 a 20,3 kg. negli anni 1951-60 a 38,3 kg. nel 1975, e dei legumi freschi ( + 4 3 8 % ) da 1,8 kg. a 6,9 kg. a 9,7 kg. negli stessi anni, cui fa riscontro la flessione dei legumi secchi, calati di oltre il 7 0 % .

Il consumo totale degli ortag-gi in Italia, che nel 1975 è pari a kg. 149 prò capite, si pone al primo posto nella graduatoria Cee, che registra un valore me-dio intorno ai 105 kg.; per il con-sumo di patate occupiamo invece la posizione di coda con una quantità per abitante, 42,8 kg., pari alla metà di quelle rilevate in Francia e in Germania Fede-rale (94 kg.) e a poco più di un terzo delle quantità consuma-te nei paesi maggiori utilizzatori, Belgio e Irlanda, che manifesta-no valori rispettivamente di 111 kg. e 117 kg.

Il consumo di frutta fresca, da valori inferiori a 20 kg. in media per individuo è raddop-piato sulla soglia degli anni '50 ed è addirittura quadruplicato nel 1975 raggiungendo gli 81,2 kg. pro-capite; la frutta secca ha segnato invece una parabola de-crescente per cui dai 40 kg. di oltre cento anni fa, si è passati agli appena 4 kg. di questi ulti-mi anni. Continuamente in asce-sa risulta il consumo di agrumi; 8,2 kg. nel 1861-70, 17 kg. nel 1961-65, 35,6 kg. l'anno scorso.

TABELLA 3. — C O N S U M O (miji Cereali Prodotti or t o f r u t t i c o l i I Anni Fru-mento Grano-turco Risone Segale e orzo Patate Legumi secchi Legumi

freschi Pomodori Ortaggi Frutta fresca Agrumi Frutta secca Bovina 1 8 6 1 - 7 0 3 4 . 6 0 0 1 0 . 0 6 3 2 . 6 9 8 1 . 5 2 5 6 . 5 9 8 3 . 0 7 9 4 2 4 2 . 6 0 7 8 . 4 7 8 3 . 9 2 2 1 . 9 1 0 9 . 6 3 4 9 9 0 1 1 8 7 1 - 8 0 3 6 . 8 2 5 1 4 . 5 2 3 4 . 1 8 5 1 . 5 9 4 7 . 4 2 7 3 . 9 0 0 6 4 9 3 . 0 8 1 9 . 7 8 1 5 . 1 8 3 2 . 5 3 9 9 . 5 2 1 1 . 3 7 3 1 1 8 8 1 - 9 0 3 3 . 7 7 2 1 0 . 1 3 8 3 . 5 1 2 1 . 2 4 9 6 . 8 5 5 3 . 3 2 2 7 6 8 3 . 9 1 8 1 0 . 6 2 3 6 . 5 2 5 3 . 0 8 7 7 . 9 7 3 1 . 7 9 9 1 1 8 9 1 - 9 0 0 3 6 . 0 3 2 1 0 . 0 3 5 2 . 7 5 1 1 . 2 6 2 6 . 7 3 0 3 . 4 3 7 9 7 4 5 . 5 5 0 1 3 . 1 7 1 6 . 9 8 5 2 . 7 2 8 8 . 2 5 2 1 . 9 8 2 1 1 9 0 1 - 1 0 5 1 . 6 8 2 1 1 . 5 4 3 4 . 6 7 3 1 . 7 2 5 1 1 . 9 5 9 4 . 8 1 7 9 3 4 6 . 3 8 3 1 5 . 4 2 4 8 . 8 7 7 3 . 9 2 5 1 0 . 8 2 3 1 . 9 9 7 1 1 9 1 1 - 2 0 5 8 . 0 8 6 1 0 . 4 4 7 5 . 6 8 0 1 . 7 3 0 9 . 6 4 3 5 . 2 0 5 9 2 0 7 . 7 1 8 2 2 . 0 3 4 1 1 . 4 8 6 5 . 3 4 2 9 . 3 5 7 2 . 8 9 7 2 1 9 2 1 - 3 0 7 0 . 8 6 2 1 2 . 3 3 7 4 . 0 7 7 1 . 7 0 9 1 1 . 8 4 0 4 . 7 2 1 1 . 1 8 4 8 . 1 7 8 2 7 . 8 7 1 1 2 . 1 2 3 3 . 8 3 7 7 . 7 2 2 3 . 8 3 8 2 1 9 3 1 - 4 0 7 0 . 5 2 1 1 3 . 2 7 9 5 . 2 2 0 1 . 8 3 7 1 6 . 2 3 8 5 . 2 1 6 1 . 8 1 8 6 . 7 7 3 2 4 . 5 8 7 1 1 . 2 4 1 4 . 3 3 5 5 . 5 2 2 3 . 8 2 2 2 1 9 4 1 - 5 0 6 3 . 6 5 3 9 . 0 0 0 4 . 9 9 7 1 . 9 4 2 1 5 . 6 9 0 2 . 4 0 3 2 . 3 3 1 8 . 0 5 4 2 7 . 8 3 8 1 3 . 9 6 0 4 . 3 3 7 4 . 5 4 7 2 . 4 2 5 1 1 9 5 1 - 6 0 7 7 . 6 8 2 4 . 5 7 3 4 . 3 6 2 1 . 8 8 3 1 8 . 6 6 3 2 . 5 9 1 3 . 3 5 8 9 . 8 5 0 3 3 . 9 4 8 2 1 . 8 0 4 5 . 5 5 6 4 . 9 1 8 4 . 7 1 7 2 1 9 6 1 - 6 5 8 3 . 1 7 3 3 . 3 7 2 4 . 0 6 3 1 . 4 3 5 2 2 . 9 3 1 2 . 8 3 4 4 . 6 0 4 1 0 . 1 1 8 5 1 . 3 7 1 3 6 . 4 9 1 4 . 9 1 8 5 . 3 4 1 7 . 9 3 1 3 1 9 6 6 - 7 0 8 9 . 9 7 7 2 . 5 7 3 3 . 5 6 7 8 9 6 2 3 . 7 8 3 2 . 7 5 3 5 . 2 1 3 2 2 . 6 8 8 5 8 . 2 9 8 4 4 . 0 6 4 1 5 . 2 5 7 2 . 8 8 6 1 2 . 0 0 3 4 1 9 7 1 - 7 3 9 6 . 4 9 3 2 . 6 9 1 3 . 3 0 8 6 8 6 2 1 . 0 4 5 2 . 4 7 3 4 . 7 2 9 2 0 . 7 9 5 4 9 . 9 4 5 4 7 . 3 0 2 1 7 . 9 1 4 2 . 6 7 0 1 3 . 7 2 4 6 1 9 7 4 9 8 . 7 1 6 2 . 8 0 4 3 . 4 1 1 6 9 2 2 2 . 6 0 9 2 . 5 4 3 5 . 3 1 5 2 0 . 7 8 1 5 6 . 1 8 9 4 4 . 6 5 4 2 0 . 3 8 7 2 . 4 7 5 1 3 . 5 1 5 1 9 7 5 9 9 . 1 4 4 2 . 8 2 9 3 . 4 1 1 6 9 6 2 3 . 8 9 0 2 . 2 8 8 5 . 4 1 1 2 1 . 4 0 2 5 6 . 2 8 6 4 5 . 2 7 4 1 9 . 8 7 0 2 . 2 6 6 1 2 . 3 6 2 Fonte: I S T A T . TABELLA 4 . — C O N S U M O M E D I O

Cereali Prodotti ortofrutticoli Anni Fru-mento Grano-turco Riso-ne Segale e orzo Patate Legumi secchi Legumi freschi Pomo-dori Or-taggi Frutta fresca Agru-mi Frutta secca Bovin 1 8 6 1 - 7 0 1 4 6 , 7 4 1 , 6 1 0 , 4 6 , 5 2 7 , 8 1 3 , 1 1 , 8 1 1 , 2 3 6 , 5 1 6 , 6 8 , 2 4 1 , 4 4 , 3 1 8 7 1 - 8 0 1 3 3 , 0 5 2 , 2 1 5 , 2 5 , 7 2 7 , 2 1 4 , 1 2 , 4 1 1 , 2 3 5 , 6 1 8 , 9 9 , 2 3 4 , 8 5 , 0 1 8 8 1 - 9 0 1 1 6 , 4 3 5 , 5 1 2 , 5 4 , 4 2 3 , 5 1 1 , 3 2 , 6 1 3 , 4 3 6 , 3 2 2 , 2 1 0 , 5 2 7 , 2 6 , 1 1 8 9 1 - 9 0 0 1 1 3 , 9 3 1 , 1 8 , 2 4 , 0 2 1 , 3 1 0 , 9 3 , 1 1 7 , 6 4 1 , 9 2 2 , 3 8 , 7 2 6 , 3 6 , 3 1 9 0 1 - 1 0 1 5 4 , 2 3 4 , 4 1 4 , 3 5 , 2 3 5 , 6 1 4 , 4 2 , 8 1 9 , 2 4 6 , 1 2 6 , 6 1 1 , 8 3 2 , 5 6 , 0 1 9 1 1 - 2 0 1 5 9 , 9 2 9 , 5 1 5 , 5 4 , 8 2 7 , 0 1 4 , 8 2 , 6 2 1 , 4 6 1 , 1 3 1 , 9 1 4 , 8 2 6 , 0 8 , 0 1 9 2 1 - 3 0 1 7 8 , 4 3 0 , 5 1 0 , 5 4 , 3 2 9 , 9 1 1 , 9 3 , 0 2 0 , 8 7 0 , 9 3 0 , 8 9 , 8 1 9 , 7 9 , 7 1 9 3 1 - 4 0 1 6 5 , 3 3 0 , 5 1 1 , 7 4 , 3 3 7 , 3 1 2 , 0 4 , 2 1 5 , 8 5 7 , 6 2 6 , 4 1 0 , 2 1 2 , 9 9 , 0 1 9 4 1 - 5 0 1 3 7 , 6 2 1 , 6 1 1 , 5 4 , 3 3 4 , 7 5 , 4 5 , 1 1 7 , 6 6 0 , 9 3 0 , 5 9 , 5 1 0 , 0 5 , 3 1 9 5 1 - 6 0 1 6 0 , 7 9 , 5 9 , 0 3 , 9 3 8 , 5 5 , 4 6 , 9 2 0 , 3 7 0 , 2 4 5 , 1 1 1 , 5 1 0 , 2 9 , 7 1 9 6 1 - 6 5 1 6 4 , 1 6 , 7 8 , 0 2 , 8 4 5 , 2 5 , 6 9 , 1 2 0 , 0 1 0 1 , 3 7 2 , 0 1 7 , 0 1 0 , 5 1 5 , 6 1 9 6 6 - 7 0 1 6 6 , 7 4 , 8 6 , 6 1 , 7 4 4 , 1 5 , 1 9 , 7 4 2 , 0 1 0 8 , 0 8 1 , 6 2 8 , 3 5 , 3 2 2 , 2 1 9 7 1 - 7 3 1 7 6 , 5 4 , 9 6 , 1 1 , 3 3 8 , 5 4 , 5 8 , 7 3 8 , 0 9 1 , 4 8 6 , 5 3 2 , 8 4 , 9 2 5 , 1 1 9 7 4 1 7 8 , 1 5 , 1 6 , 2 1 , 3 4 0 , 8 4 , 6 9 , 6 3 7 , 5 1 0 1 , 4 8 0 , 5 3 6 , 8 4 , 5 2 4 , 4 1 9 7 5 1 7 7 , 6 5 , 1 6 , 1 1 , 3 4 2 , 8 4 , 1 9 , 7 3 8 . 3 1 0 0 , 8 8 1 , 2 3 5 , 6 4 , 1 2 2 , 1 Fonte: ISTAT.

Ed ora il settore delle carni. Nei primi anni dopo l'Unità,

l'i-taliano consumava in media 14,8 kg. di carne (4,3 kg. di carne bovina, 4,6 kg. di suina, e 1,8 kg. di ovina e caprina, 4,1 kg. di altre carni). Nel 1975 il con-sumo totale è di 62,3 kg., di cui

22,1 kg. di carne bovina, 15,4 kg. di carne suina, 1,1 kg. di ovina e caprina e 23,7 kg. di altre carni; l'incremento supera il 3 2 0 % e, manifestatosi lentis-simo ma abbastanza regolare nel corso dei decenni, con la ovvia flessione negli anni del secondo

conflitto mondiale, ha eviden-ziato un'accelerazione durante gii anni '50 ed ancor più negli anni seguenti. Particolarmente vistoso è stato il « boom » del pollame e dei conigli a partire dal 1965 circa, per cui il consu-mo delle « altre carni »

sopra-.GENERI A L I M E N T A R I I N I T A L I A ijfi quintali)

'ni Pesce

Uova Latte For-maggi Olii e grassi Zucchero Caffè Bevande alcooliche (migliaia di hi) Vino Birra Ovina e

ca-prina Altre Fresco

Secco e conserv.

Uova Latte For-maggi Olio di oliva Olio di semi Burro Lardo e strutto Zucchero Caffè Bevande alcooliche (migliaia di hi) Vino Birra £20 943 415 251 1.850 6.574 357 1.869

_

80 734 597 113 22.721 63 550 1.032 479 378 1.883 7.667 675 2.402 157 995 753 129 26.030 128 650 1.081 679 442 1.748 9.657 945 1.590 181 199 1.243 822 150 29.295 220 573 998 857 487 1.615 10.459 967 1.766 255 221 1.190 781 132 29.237 177 484 1.095 874 396 1.800 11.949 1.222 1.907 365 274 1.115 1.156 200 42.074 400 561 1.375 854 527 2.376 12.182 1.592 1.691 377 411 1.473 1.738 363 42.034 741 548 1.641 1.221 890 2.573 13.939 1.742 2.596 806 441 1.483 3.103 462 44.273 1.279 499 2.101 1.698 853 3.069 16.255 2.194 2.501 674 514 1.568 3.201 350 37.587 545 405 1.841 1.326 580 2.344 16.583 2.015 1.783 270 468 1.078 3.522 198 34.212 768 .422 2.735 2.379 1.152 3.720 26.443 3.802 3.005 1.559 726 687 8.142 742 49.036 1.792 414 4.776 2.980 1.370 4.784 31.622 4.431 4.986 2.671 904 759 12.145 1.147 55.123 3.951 506 8.466 3.904 1.293 5.333 35.580 5.213 5.048 4.543 1.003 937 13.863 1.440 60.549 5.767 596 10.806 3.987 1.118 6.056 38.969 5.959 6.377 5.552 1.122 1.164 16.004 1.786 60.406 6.968 ?00 12.370 3.691 1.145 6.418 41.149 6.465 6.750 5.650 1.234 1.126 17.718 2.000 60.500 8.300 588 r 13.197 4.079 1.001 6.492 43.166 6.167 6.650 5.750 1.210 1.005 14.497 2.005 60.000 7.100 B1 T A N T E D I A L C U N I G E N E R I A L I M E N T A R I logrammi) Pesce

Uova Latte For-maggi Olii e grassi Zuc-chero Caffè Bevande alcooliche (litri) Vino Birra 'ina ca-nna Altre Fresco Secco e con-serv.

Uova Latte For-maggi Olio di oliva Olio di semi Burro Lar-do e strutto Zuc-chero Caffè Bevande alcooliche (litri) Vino Birra ,8 4,1 1,8 1,1 7,9 28,1 1,5 8,0

_

0,3 3,2 2,6 0,5 97,0 0,3 ,9 3,8 1,8 1,4 6,9 28,0 2,5 8,8 0,6 3,6 2,7 0,5 95,0 0,5 ,2 3,7 2,3 1,5 6,0 33,0 3,2 5,4 0,6 0,7 4,3 2,8 0,5 100,0 0,8 ,8 3,2 2,8 1,6 5,2 33,3 3,1 5,7 0,8 0,7 3,8 2,5 0,4 93,2 0.6 ,5 3,3 2,7 1,2 5,4 35,8 3,7 5,7 1,1 0,8 3,4 3,5 0,6 125,9 1,3 ,6 3,8 2,4 1,5 6,6 33,8 4,4 4,7 1,0 1,1 4,1 4,8 1,0 116,8 2,1 ,4 4,2 3,1 2,3 6,5 35,4 4,4 6,6 2,0 1.1 3,8 7,9 1,2 112,6 3,3 ,2 4,9 4,0 2,1 7,2 38,0 5,1 5,8 1,6 1,2 3,7 7,5 0,8 87,9 1,3 $ 4,0 2,9 5,1 36,3 4,4 3,9 0,6 1,0 2,4 7,7 0,4 74,9 1,7 $ 5,6 4,9 2,4 7,7 54,7 7,9 6,2 3,2 1,5 1,4 16,8 1.5 101,4 3,7 a 9,4 5,9 2,7 9,4 62,4 8,7 9,8 5,3 1,8 1.5 24,0 2,3 108,7 7,8 9 15,7 7,2 2,4 9,9 65,9 9,7 9,4 8,4 1.9 1,7 25,7 2,7 112,2 10,7 1 19,8 7,3 2,0 11,1 71,3 10,9 11,7 10,2 2,1 2,1 29,3 3,3 110,5 12,7 9 22,3 6,7 2,1 11,6 74,3 11,7 12,2 10,2 2,2 2,0 32,0 3,6 109,2 15,0 1 23,7 7,3 1,8 11,6 77,3 11,0 11,9 10,3 2,2 1,8 26,0 3,6 107,5 12,7

vanza oggi lievemente quello di carne bovina, un po' diminuito in questi ultimi mesi causa le note difficoltà valutarie ed i con-seguenti pesanti rincari. Se si confronta il consumo globale pro-capite di carni in Italia con quello registrato in altri Paesi

europei, si constata che il nostro valore di 62,3 kg. è di poco su-periore alla metà dei corrispon-denti valori raggiunti negli Stati Uniti (115,7 kg. nel 1973), in Canada (96,6 kg.) e in Francia (95 kg.) e assai inferiore a quel-lo rilevato in alcuni Paesi

euro-pei come Belgio (88 kg.), Irlan-da (87 kg.), Germania F.(86 kg.), Austria (81 kg.) e Regno Unito (72 kg.). Si può affermare, a conclusione, che i consumi car-nei nazionali, pur migliorati sen-sibilmente negli ultimi 10 anni, sono ancora ben lontani dai

li-velli raggiunti in molti altri Pae-si europei e non, e le differenze sono soprattutto dovute ai più bassi consumi che si riscontra-no in Italia nel campo delle car-ni suine, ed in subordine delle « a l t r e c a r n i » .

Per quanto riguarda il consu-mo di pesce fresco, esso ha se-gnato un andamento lievemen-te crescenlievemen-te, passando dagli 1,8 kg. degli anni '60 e '70 del se-colo scorso, a 5 kg. intorno al

1950, agli attuali 7,3 kg. Abba-stanza stazionario è il consumo di pesce secco e conservato che, dopo aver evidenziato una pun-ta massima di 2,8 kg. nel 1962, è oggi di poco superiore ai livelli di cento anni fa (1,8 kg. contro 1,4 kg.). A questo proposito è interessante ricordare la discreta diffusione manifestatasi in que-sti ultimi 10 anni nel consumo di alimenti surgelati, in particola-re appunto di prodotti ittici, che arriva oggi a sfiorare il kg. pro-capite. L'utilizzazione del pesce surgelato ha esteso il consumo del pesce soprattutto nelle grandi città e nei centri urbani lontani dal mare ed insieme ha prodotto l'effetto di frenare l'uso del pro-dotto cosiddetto « f r e s c o » , che come si è visto non ha manife-stato in questi ultimi anni una evoluzione degna di nota.

Passando ai prodotti lattiero-caseari, constatiamo il crescente consumo di latte, quasi triplica-to rispettriplica-to al secolo scorso. Ma i 77,3 kg. dello scorso anno, che confrontati con i 49,3 kg. del 1950 rivelano un incremento di consumo prò capite del 5 6 % non permettono all'Italia di abbando-nare il posto di coda nella gra-duatoria tra i vari Paesi della Cee (Irlanda 227 kg., Danimarca 143 kg., Paesi Bassi e Gran Bre-tagna 142 kg., Belgio 96 kg., Francia 87 kg. e Germania 86 kg.). Il consumo del latte nella

Penisola è pari circa alla metà di quello degli USA (145,7 kg.)^ del Canada (151,8 kg.), Norve-gia (185,2 kg.), Svezia (171,1 kg.), Austria (150,2 kg.) e non supera il quarto di quello regi-strato in Finlandia (313,6 kg.) paese campione in assoluto.

Il consumo dei formaggi, che cento anni fa non toccava i 3 kg. per abitante, è raddoppiato ne-gli ultimi 25 anni, passando da 5,7 kg. ad 11 kg. nel 1975, e di circa l ' 8 0 % è cresciuto il consu-mo delle uova, oggi pari a 11,6 kg. contro i 6,5 kg. del 1950. Per le uova è interessante rile-vare come la quantità dai tempi dell'Unità d'Italia sino al secon-do secon-dopoguerra si sia mantenuta all'incirca costante e che soltan-to negli anni seguenti si sia mani-festata evoluzione, per cui oggi il consumo di uova è di poco in-feriore alla media dei Paesi Cee, che si aggira intorno ai 14 kg., e degli altri Stati europei in ge-nere.

Passando al comparto degli olii e dei grassi, constatiamo la crescente diffusione del burro, che oggi supera i 2 kg. pro-ca-pite, meno della metà però del consumo medio dei Paesi Cee in complesso (5 kg.), e la conse-guente ridotta utilizzazione di lardo e di strutto, pressoché di-mezzata nel giro degli ultimi 40 anni (1,8 kg. nel 1975), dopo aver mantenuto per decenni al-l'incirca gli stessi livelli tra i 3 ed i 4 kg. di consumo per indi-viduo. Piuttosto irregolare l'an-damento del consumo dell'olio di oliva: in costante diminuzio-ne sino agli anni della seconda guerra mondiale, ha negli anni '50 e '60 recuperato e quindi so-pravanzato di un 4 0 % circa i livelli registrati il secolo scorso. La lievitazione appare peraltro piuttosto contenuta a causa del consistente processo di

sostitu-zione realizzatosi con l'afferma-zione degli olii di semi, il cui consumo da valori modestissimi sino alla soglia degli anni '50, è successivamente cresciuto a raggiungere un peso di poco in-feriore a quello dell'olio di oliva (nel 1975, 10,3 kg. contro 11,9 kg.).

Il consumo di zucchero, decu-plicato rispetto agli ultimi 40 an-ni del secolo scorso, è raddop-piato nel trascorso venticinquen-nio, raggiungendo nel 1974 i 32 kg. a testa. Allo stesso modo cre-scente è l'uso del caffè, che di poco superiore al kg. fino al 1950 circa è in seguito lievitato ed oggi raggiunge i 3,6 kg.

Per le bevande, infine, a fron-te di una situazione quasi sta-zionaria per il vino, intorno ai

100 litri annui per abitante sin dal 1861, è da segnalare il no-tevole sviluppo del consumo del-la birra, che da valori inferiori al litro sino all'inizio del secolo, è successivamente oscillato pas-sando dai 3 litri del 1950 ai qua-si 13 litri attuali.

Dalla breve analisi effettuata, risulta che la situazione alimen-tare in Italia, dalla formazione dello Stato unitario, è caratteriz-zata da un continuo processo di miglioramento fatta eccezione per i periodi delle due guerre mondiali. Esso è stato assai lento nei primi decenni, ma negli ul-timi 25 anni il suo sviluppo è proseguito assai più spedito, gra-zie all'aumento del reddito me-dio e delle risorse a disposizio-ne. Come risulta dai confronti internazionali sopra effettuati tra alcuni dati di consumo in quan-tità fisiche, l'Italia appare però ancora piuttosto distante dai maggiori paesi industriali. La prevalenza relativa nelle quan-tità consumate di cereali, in par-ticolare del frumento e dei pro-dotti ortofrutticoli sulle carni e

TABELLA 5 . — C O N S U M O M E D I O G I O R N A L I E R O P E R A B I T A N T E D I S O S T A N Z E N U T R I T I V E E D I C A L O R I E

(sostanze nutritive in grammi, calorie numero)

Anni

I

S o s t an z e nutritive

Calorie Anni Proteine Grassi Idrati di carbonio

Calorie Anni di origine Totale di origine Totale di origine Totale di origine Totale Anni vegetale animale Totale vegetale animale Totale vegetale animale Totale vegetale animale Totale 1 8 6 1 - 7 0 7 2 , 2 1 4 , 2 8 6 , 4 4 2 , 0 2 1 , 2 6 3 , 2 4 1 0 , 6 3 , 7 4 1 4 , 3 2 . 3 6 2 2 6 6 2 . 6 2 8 1 8 7 1 - 8 0 7 0 , 1 1 5 , 4 8 5 , 5 4 2 , 0 2 3 , 9 6 5 , 9 4 0 9 , 9 3 , 8 4 1 3 , 7 2 . 3 5 1 2 9 6 2 . 6 4 7 1 8 8 1 - 9 0 5 7 , 3 1 7 , 4 7 4 , 7 2 9 , 0 2 7 , 5 5 6 , 5 3 3 1 , 4 4 , 3 3 3 5 , 7 1 . 8 5 7 3 4 0 2 . 1 9 7 1 8 9 1 - 9 0 0 5 5 , 9 1 6 , 8 7 2 , 7 2 9 , 0 2 5 , 6 5 4 , 6 3 1 8 , 6 4 , 3 3 2 2 , 9 1 . 8 0 0 3 1 9 2 . 1 1 9 1 9 0 1 - 1 0 7 3 , 4 1 6 , 9 9 0 , 3 3 2 , 8 2 4 , 5 5 7 , 3 4 1 6 , 0 4 , 7 4 2 0 , 7 2 . 3 0 6 3 1 1 2 . 6 1 7 1 9 1 1 - 2 0 7 6 , 2 1 9 , 3 9 5 , 5 3 1 , 2 2 8 , 9 6 0 , 1 4 2 3 , 7 4 , 5 4 2 8 , 2 2 . 3 2 4 3 6 0 2 . 6 9 4 1 9 2 1 - 3 0 7 6 , 3 2 1 , 2 9 7 , 5 3 8 , 7 2 8 , 4 6 7 , 1 4 4 0 , 0 4 , 7 4 4 4 , 7 2 . 4 7 0 3 6 4 2 . 8 3 4 1 9 3 1 - 4 0 7 0 , 8 2 2 , 2 9 3 , 0 3 0 , 8 2 9 , 1 5 9 , 9 4 1 3 , 1 5 , 1 4 1 8 , 2 2 . 2 6 5 3 7 6 2 . 6 4 1 1 9 4 1 - 5 0 5 7 , 8 1 6 , 9 7 4 , 7 2 1 , 5 2 1 , 6 4 3 , 1 3 5 4 , 3 4 , 8 3 5 9 , 1 1 , 8 8 6 2 8 5 2 . 1 7 1 1 9 5 1 - 6 0 4 6 , 4 2 5 , 3 7 1 , 7 3 3 , 3 2 7 , 4 6 0 , 7 3 7 9 , 9 7 , 4 8 , 6 3 8 7 , 3 2 . 0 5 1 3 8 3 2 . 4 3 4 1 9 6 1 - 6 5 4 7 , 9 3 2 , 4 8 0 , 3 4 9 , 2 3 2 , 5 8 1 , 7 4 1 0 , 2 7 , 4 8 , 6 4 1 8 , 8 2 . 3 2 6 4 6 4 2 . 7 9 0 1 9 6 6 - 7 0 4 8 , 8 4 0 , 1 8 8 , 9 5 7 , 3 3 7 , 7 9 5 , 0 4 1 9 , 6 9 , 2 4 2 8 , 8 2 . 4 4 1 5 4 5 2 . 9 8 6 1 9 7 1 - 7 3 4 9 , 5 4 5 , 8 9 5 , 3 6 8 , 4 4 3 , 8 1 1 2 , 2 4 3 5 , 4 1 0 , 1 4 4 5 , 5 2 . 6 1 1 6 2 7 3 . 2 3 8 1 9 7 4 5 0 , 3 4 8 , 0 9 8 , 3 7 0 , 1 4 6 , 2 1 1 6 , 3 4 4 5 , 5 1 0 , 4 4 5 5 , 9 2 . 6 7 1 6 6 0 3 . 3 3 1 1 9 7 5 4 9 , 9 4 7 , 8 1 9 7 , 7 6 9 , 5 4 5 , 7 1 1 5 , 2 4 2 7 , 1 1 0 , 8 4 3 7 , 9 2 . 5 8 8 6 5 6 3 . 2 4 4 Fonte: ISTAT.

sulle produzioni lattiero-casearie lo testimonia chiaramente.

Nella tabella 5 sono riportati i consumi medi giornalieri per abitante di sostanze nutritive e di calorie. Prima di commentare tali elementi statistici, si osserva che gli esperti di scienza della nutrizione stimano per u n ita-liano medio un fabbisogno gior-naliero totale di circa 2.340 ca-lorie. Tale dato tiene conto della distribuzione della popolazione italiana per peso corporeo, per età, per sesso, per occupazione, per località (questo ultimo ele-mento interessa in termini di temperatura ambientale). Di con-seguenza, dall'analisi della tabel-la 5 risulterebbe che già nel de-cennio 1861-70 e 1871-80 il pro-blema della fame era pratica-mente risolto in quanto le calo-rie consumate erano state, nel-l'ordine, pari a 2.628 e a 2.647. La situazione segnò un peggio-ramento nei successivi vent'anni

in cui la disponibilità media di calorie si portò al di sotto del fabbisogno di circa 200 unità. Dopo quell'epoca esse furono sempre superiori alle esigenze, con l'unica eccezione del perio-do della seconda guerra mon-diale che fece tornare l'Italia in-dietro di parecchi anni. Il valore medio del decennio 1941-50 (2.171 calorie) è infatti il più basso dell'intero arco considera-to nella tabella.

Il giudizio sostanzialmente ottimistico espresso nei confron-ti dell'evoluzione alimentare ita-liana deve però essere piuttosto drasticamente ridimensionato al-la luce di alcune considerazioni. Innanzitutto si tratta di valori medi che non tengono, in quanto tali, assolutamente conto della irregolare distribuzione dei con-sumi. Non disponendo di stati-stiche più analitiche per gli an-ni più lontaan-ni, possono soccor-rere le numerose testimonianze fornite dalla letteratura per dare un'idea della misera situazione

dell'alimentazione delle classi sociali più umili, e in specie nel-le zone più povere, come ad esempio nel Mezzogiorno.

Tra le analisi più rigorose si può citare quella del Raseri che studiò la situazione alimentare negli anni 1872-78 e pubblicò tali indagini nelle monografie della Società italiana di antropo-logia e di etnoantropo-logia. La ricerca riguardò un gruppo di famiglie distinte, a seconda dell'apparte-nenza alla classe sociale, in po-vere e ricche ed inoltre riparti-te in otto zone geografiche che comprendevano pressoché tutte le regioni d'Italia.

A prescindere dalle diversità di abitudini alimentari, come ad esempio il forte consumo di gran-turco e di riso al nord e di le-gumi e di frutta al sud, risulta evidente la forte diversità della razione alimentare tra ricchi e poveri e tra differenti zone geo-grafiche. Infatti, il consumo di pane di farina di frumento è ge-neralizzato f r a i ricchi, mentre

oscilla tra il 17 e il 9 0 % , a se-conda delle zone, per i poveri.

Se si passa a cibi meno comu-ni, la differenza cresce sensibil-mente. Basti pensare alla carne, che va da un 9 0 % circa per i più abbienti a meno del 2 0 % per i meno fortunati. Il consumo di carne di pollo era riservato esclusivamente ai ricchi, mentre era sconosciuto ai poveri.

Questi ultimi inoltre non di-sdegnavano di consumare cerea-li a basso contenuto calorifico, quali l'orzo, il miglio, la segala e addirittura cibi come le ghian-de. Nelle regioni più sottosvi-luppate (Puglia, Basilicata e Ca-labria) tali alimenti erano con-sumati in elevate quantità da circa 1 / 3 delle famiglie meno abbienti. Quanto alle bevande, mentre tutti i nuclei famigliari più dotati di mezzi finanziari consumavano vino, neanche la metà di quelli poveri poteva di-sporre di tale bene e si limitava a bere vinello o acqua.

In conclusione occorre sotto-lineare che il consumo medio-giornaliero di calorie della mag-gioranza degli italiani era assai più basso dei valori riportati nel-la tabelnel-la e spesso abbondante-mente al di sotto di quelli con-siderati sufficienti. Un altro ele-mento da notare consiste nel fat-to che, anche nel caso in cui la disponibilità totale di calorie si avvicinava a quanto era sufficien-te, ben raramente essa coincide-va con un'alimentazione razio-nale.

Si prenda infatti in considera-zione la riparticonsidera-zione delle calo-rie tra le diverse sostanze

Nel documento Cronache Economiche. N.011-012 Anno 1976 (pagine 52-60)