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SISTEMA PREVENTIVO E SITUAZIONI DI DISAGIO:

5. Alcune prospettive per il futuro

Il futuro dell’educazione si troverà sempre di più ad avere a che fare con la necessità del lavoro in rete. Per questo, nell’Istituto delle FMA è forte la presa di coscienza della necessità di potenziare tale strategia anche favorendo l’integrazione tra educazione formale e non formale ai fini dell’educazione integrale. Come si è già sottolineato, nel seminario di verifica del processo è emersa la proposta di raccordare in modo più sistematico le opere per bambine/i, adolescenti, giovani in situazioni di disagio con le Istituzioni di Studi Superiori e le Facoltà universitarie presenti nell’Istituto per favorire lo scambio, sostenere la ricerca e mi-gliorare la pratica educativa.38

Il lavoro in rete, inoltre, è auspicato anche a livello dei diversi con-tinenti nei quali operano le FMA. Ad esempio, per il contesto africano, si desidera il potenziamento della formazione di FMA e laici attraverso l’utilizzo della rete che favorisce lo scambio e il dialogo in ordine alle problematiche educative comuni.39

Nel contesto americano si rileva la necessità di elaborare un proget-to a livello mondiale, continentale e ispetproget-toriale per accompagnare il processo educativo in queste opere, prevedendo di attivare la ricerca, la sistematizzazione e la socializzazione di esperienze e di tematiche pertinenti.

Nel contesto asiatico risulta urgente prevedere la costituzione di un’équipe all’interno dell’Ispettoria e delle Conferenze Interispetto-riali che coordini il lavoro nell’ambito della promozione della donna, dei bambini, degli adolescenti e dei giovani in situazioni di disagio e di individuare azioni e strategie in rete per contrastare la diffusione

38 Cf seMinariodi verificadeL Processo, in APge/Conclusioni/Dossier Roma 3.

39 Cf ivi 1-2.

dell’AIDS e il traffico delle donne e dei bambini per lo sfruttamento sessuale, nell’orizzonte dell’educazione alla reciprocità.

A livello europeo si propone di favorire lo scambio di personale tra Ispettorie non solo nella stessa nazione, ma anche tra Ispettorie di diversi continenti per rispondere in modo significativo alla presenza in queste opere di ragazze/i immigrati.

Nell’ambito della rete ad extra, le proposte sono relative alla neces-sità di promuovere il lavoro in rete per essere più propositivi nei campi dell’educazione, della giustizia, della pace, dei diritti umani. Inoltre, si rileva l’importanza di creare una rete tra i gruppi della Famiglia Sa-lesiana per rispondere alle/ai giovani in difficoltà con attenzione par-ticolare alle associazioni delle Exallieve delle opere salesiane, molto spesso prime e preziose collaboratrici a motivo della condivisione degli stessi criteri educativi. Infine, si propone di rinforzare la comprensione dell’economia solidale come via di contrapposizione al capitalismo e al neoliberismo e non solo come forma di umanizzazione dell’economia.

Le Linee orientative della missione educativa affermano che «lavora-re insieme, olt«lavora-re che esse«lavora-re arricchente, è senz’altro positivo perché fa-vorisce, con l’apporto di tutti, la dimensione integrale dell’educazione a cui richiama continuamente il sogno dei nostri Fondatori».40 Le espe-rienze del lavoro in rete nelle opere a favore di bambini, adolescenti e giovani in situazione di disagio costituiscono le applicazioni concrete di questa prospettiva perché fanno emergere le potenzialità del Sistema preventivo anche nei confronti dell’incisività nel sociale che ciascuna opera salesiana dovrebbe possedere. È perciò importante continuare ad impegnarsi in questa linea nella certezza che il metodo educativo di don Bosco, creativamente vissuto da Maria Domenica Mazzarello, è una preziosa risorsa pedagogica anche per contrastare, attraverso la

“globalizzazione della solidarietà”, il crescente fenomeno dell’emargi-nazione e della discrimidell’emargi-nazione di bambine/i, adolescenti, giovani don-ne che si trovano in situaziodon-ne di disagio e povertà.

40 istituto fMa, Perché abbiano vita n. 27.

Il processo che si è cercato di documentare nel presente volume segna una tappa significativa per le opere delle FMA in favore di bambine/i, adolescenti e giovani in situazione di disagio. Il percorso che è stato delineato, infatti, dimostra la creatività e l’impegno posto dalle educatrici e dagli educatori per cercare di offrire alternative di vita e di futuro a persone che, purtroppo in età precoce, hanno già vissuto esperienze di grande sofferenza. Un impegno che le FMA si sono assunte fissando lo sguardo sull’esempio di san Giovanni Bosco e di santa Maria Domenica Mazzarello dai quali hanno attinto chiarezza e ampiezza di visioni, passione educativa e creatività apostolica, nell’af-frontare coraggiosamente nuovi percorsi ponendosi in dialogo con i laici e le laiche e le altre istituzioni educative e territoriali. Dal processo emerge anche una rinnovata consapevolezza nei confronti del Sistema preventivo considerato come vera porta di accesso per l’educazione dei giovani e delle giovani, a qualunque contesto appartengano, e piatta-forma di dialogo per una nuova cultura dei diritti e della solidarietà.1

La metodologia che ha animato l’intero processo ha inteso porre in dialogo esperienza vissuta e riferimento al carisma educativo dei Fon-datori. Ciò è stato possibile grazie alla feconda interazione stabilita tra i protagonisti del processo: gli Ambiti per la Pastorale Giovanile e per la Famiglia Salesiana; le FMA, i laici e le laiche che lavorano nelle opere per bambine/i, adolescenti e giovani in situazione di disagio, in parti-colare le responsabili dei progetti educativi delle opere in questione;

la Pontificia Facoltà di Scienze dell’Educazione «Auxilium» di Roma e i ricercatori e le ricercatrici appartenenti alla Organizzazione Non Governativa Dimensión Educativa di Bogotá (Colombia), costituita da

1 Cf chávez viLLanueva Pascual, Strenna 2008: Educhiamo con il cuore di Don Bosco 16.

docenti universitari specializzati nell’educazione popolare. Ne è sca-turito un percorso durante il quale si è cercato di mettere a confronto la prassi con la ricerca scientifica e si è concretizzato un tentativo di dialogo tra metodo educativo salesiano e alcune categorie pedagogiche contemporanee.2

Il motivo che ha sorretto la realizzazione del processo è stato quel-lo di migliorare la qualità della presenza e delle proposte educative in favore dei giovani e delle giovani più poveri/e, in fedeltà al carisma dei Fondatori della cui vitalità le FMA sono al contempo fedeli depositarie e creative interpreti.

Nella presente conclusione si evidenziano dapprima le sfide emer-genti dal processo, poi i nodi problematici in riferimento alle aree di riflessione scelte, e, infine, si ipotizzano i nuovi percorsi di rilettura del Sistema preventivo scaturiti dall’esperienza in esame.