SISTEMA PREVENTIVO E SITUAZIONI DI DISAGIO:
3. Ambiti di lavoro in rete
Dalla condivisione delle esperienze emergono gli svariati ambiti all’interno dei quali le opere lavorano in rete con istituzioni sia pub-bliche che private creando una feconda interazione che permette di affrontare i percorsi educativi sia a livello micro che macro. Nei punti che seguono si presentano tali realtà.
3.1. La rete con e a favore del territorio
Le opere a favore dei bambini/e, adolescenti e giovani in situazione di disagio attingono dalle risorse esistenti nel territorio strumenti validi e adeguati per rispondere ai molteplici bisogni dei destinatari. All’in-terno della rete si valorizzano in particolare le risorse che riguardano direttamente realtà di tipo educativo come ad esempio l’inserimento scolastico e l’attenzione personalizzata ai percorsi scolastici professio-nali. In alcuni casi la rete si presenta anche come un valido strumento per l’osservazione, la valutazione e la gestione in équipe interdiscipli-nare di singoli casi.21
Un altro campo virtualmente fecondo, ma ancora da esplorare, è quello delle reti che favoriscono l’inserimento dei giovani e delle giova-ni nel mondo del lavoro.22
Per quanto riguarda la formazione religiosa, le opere risultano
es-21 Cf seMinariodi verificadeL Processo, in APge/Territorio-Scheda 1/Dossier Roma.
22 Cf l. cit.
sere in stretta relazione con le parrocchie e altre associazioni presenti nelle diocesi di appartenenza.
La relazione tra opere e territorio si instaura, in genere, secondo una prospettiva di reciprocità. Da una parte le istituzioni educative sono in-teressate ad usufruire della rete dei servizi disponibili nel territorio per rispondere ai bisogni nel campo dell’educazione, della salute fisica, psi-cologica e psichica, dell’assistenza legale, della formazione religiosa, del rapporto con la famiglia, dello sport e di altre attività ludiche, dell’in-serimento socio-lavorativo. Dall’altra parte, però, le stesse istituzioni si impegnano, a diversi livelli, ad offrire opportunità formative che hanno una positiva ricaduta sul territorio. Questo si verifica soprattutto quan-do le opere sono inserite in luoghi fortemente colpiti da situazioni di povertà, violenza e sfruttamento.
Alcune azioni concrete in rete puntano a migliorare la qualità della vita dei più poveri indirizzando l’attenzione soprattutto sulla formazio-ne delle bambiformazio-ne, delle ragazze, delle donformazio-ne e favorendo i progetti di microcredito e l’educazione al risparmio.23
3.2. La rete con e a favore delle famiglie
Come si è già evidenziato nel presente lavoro, la costituzione del-la rete primaria o naturale deldel-la famiglia è un “nodo estremamente importante”.24 Spesso con un adeguato investimento di risorse materia-li e umane è possibile far sì che la famigmateria-lia possa attuare, o perlomeno contribuire, in modo sufficientemente adeguato, alla sua funzione in ordine al processo di identificazione, di protezione, di trasmissione di norme, valori e di socializzazione dei bambini.25 È molto importante perciò impegnarsi sempre più per suscitare la formazione di reti con e a favore delle famiglie.
I progetti educativi per le famiglie devono però essere elaborati con obiettivi raggiungibili, azioni concrete, divisione dei ruoli e delle re-sponsabilità in un continuo dialogo tra i protagonisti del progetto ai fini di garantire che l’azione di ciascun nodo, ossia soggetto della rete, non rimanga isolata. Tale coordinamento e accordo tra i servizi può
23 Cf id., in APge/Territorio-Risposte questionario/Dossier Roma 1.
24 Cf PoLLo, Note intorno ai progetti, in APge/Interventi/Dossier Roma 8.
25 Cf l. cit.
confluire in una sorta di griglia di valutazione della ricuperabilità della famiglia, attraverso l’analisi attenta dei fattori di rischio e di abuso, del-le risorse e deldel-le risposte ai tentativi di cambiamento.26
In alcune opere va progressivamente maturando e prendendo forma la rete con le famiglie che possiedono le risorse e le sensibilità necessarie per poter collaborare negli interventi educativi a favore di bambine/i, adolescenti, giovani in difficoltà. È l’esperienza delle cosiddette “fami-glie amiche” che appoggiano l’opera fornendo un modello positivo di famiglia, supportando e promuovendo una rete di solidarietà tra fami-glie, incoraggiando esperienze di affidamento familiare, diventando in-terlocutrici delle istituzioni e dei servizi pubblici per la promozione e la tutela del diritto dei minori a crescere in ambiente familiare, favorendo il coinvolgimento della comunità civile per una cultura dell’accoglienza e della giustizia sociale.27
3.3. La rete per la difesa dei diritti umani
La costituzione della rete per la difesa dei diritti umani risulta indi-spensabile soprattutto nel campo dei diritti dell’infanzia. Le opere delle FMA hanno a che fare con bambini, bambine, ragazzi, ragazze, giovani che hanno subito l’esperienza della violazione dei loro diritti fonda-mentali. Ora, secondo le Linee orientative della missione educativa il lavoro in rete è di fondamentale importanza in ordine alla difesa e alla promozione di diritti dei giovani e delle giovani in difficoltà.28
Gli educatori e le educatrici, perciò, devono prima di tutto cono-scere in modo approfondito i contenuti della Convenzione sui Diritti dell’Infanzia, poi essere al corrente dello status della ratifica di tale con-venzione da parte dei diversi Stati, e infine monitorare lo sviluppo delle politiche sociali per vedere l’effettiva attuazione di tali norme nell’am-biente nel quale si opera. Da esse, infatti, dipende la situazione della vita di tanti bambini e bambine.
Il Rettore Maggiore, don Pascual Chávez, nella Strenna inviata alla Famiglia Salesiana per l’anno 2008 ricorda ad ogni membro il dovere di lavorare alacremente in questo campo in quanto «il Sistema
Preven-26 Cf seMinariodi verificadeL Processo, in APge/Famiglia-Risposte questionario/
Dossier Roma 2.
27 Cf id., in APge/Persone in relazione-Scheda 3/Dossier Roma.
28 Cf istituto fMa, Perché abbiano vita n. 161.
tivo e lo spirito di Don Bosco ci chiamano oggi a un impegno forte, individuale e collettivo, teso a cambiare le strutture della povertà e del sottosviluppo, per farci promotori di sviluppo umano ed educare ad una cultura dei diritti umani, della dignità della vita umana».29
Il lavoro in rete, in questo caso, è utile in quanto permette di sensi-bilizzare l’opinione pubblica sui vari fenomeni di violazioni dei diritti di bambini, adolescenti, giovani e donne come l’abuso sessuale, il traffico degli esseri umani, le violenze domestiche, l’ingiustizia perpetrata nei confronti delle donne nel campo lavorativo e altre situazioni di rischio.
Anche a questo riguardo, don Pascual Chávez afferma che «il carat-tere comunitario dell’esperienza pedagogica salesiana richiede di crea-re comunione attorno agli ideali educativi di Don Bosco, saper coinvol-gere tutti i responsabili nelle diverse istituzioni e programmi educativi, formare in loro una coscienza critica delle cause della marginalità e dello sfruttamento giovanile, una forte motivazione che sostenga l’im-pegno quotidiano e un atteggiamento attivo e alternativo».30
Attraverso la rete, le opere s’impegnano anche a dialogare con gli organismi governativi per fare proposte politiche favorevoli al bene e per favorire l’affermazione dei diritti dei giovani in difficoltà.
3.4. La rete nell’ambito della comunicazione
La rete finalizzata a dare informazioni e a coinvolgere i mass-media è orientata, soprattutto, a favorire un reale cambio di mentalità negli utenti e a socializzare la prospettiva dell’educomunicazione, una realtà ancora trascurata nei servizi in favore dei bambini, adolescenti e giova-ni in situazione di disagio. Questa prospettiva si fonda sulla convinzio-ne che per affrontare la frammentazioconvinzio-ne, la dispersioconvinzio-ne e il novum delle tecnologie, è necessario imparare a cogliere “ciò che è tessuto insieme”, individuando cioè la relazione che consente di collegare elementi a vol-te distanti tra loro.31 Sembra, infatti, che lo stile del “connettere” sia la
29 chávez viLLanueva Pascual, Strenna 2008: Educhiamo con il cuore di Don Bosco per lo sviluppo integrale della vita dei giovani, soprattutto i più poveri e svantaggiati, promuovendo i loro diritti, Roma, Istituto FMA 2007, 30.
30 Ivi 33.
31 Cf equiPode coMunicación sociaLdeLas hijasde Maria auxiLiadoraen aMé
-rica, Propuesta de Educomunicación para la Familia Salesiana, Caracas, Publicaciones Monfort 2002, 40-59
formula vincente per affrontare con gli strumenti culturali adeguati la complessità della società contemporanea.
Le aree nelle quali si esplicita la prospettiva dell’educomunicazione vertono sulla formazione alla comunicazione, all’espressione e all’arte, sull’educazione alla cittadinanza e sulla mediazione tecnologica. Tali percorsi sono da promuovere e sviluppare soprattutto con bambine/i, adolescenti e giovani che hanno vissuto gravi situazioni di emarginazio-ne, abuso e deprivazione.
Ad esempio, nella Casa Mamãe Margarida (Manaus, Brasile) si pro-muove la dimensione educativa dell’arte favorendo la danza come mez-zo di espressione e creatività. Tra le educatrici e gli educatori, infatti,
«esiste una precisa coscienza circa il ruolo pedagogico e terapeutico che svolge la danza. Non solo per la disciplina e la concentrazione che esige, ma anche perché aiuta a ricuperare, a equilibrare la vita delle bambine».32 Il progetto educativo dell’opera esplicita così tale finalità, sottolineando che per la sua attuazione viene creata una rete di rapporti tra le diverse istituzioni: «La finalità è di insegnare danza dal punto di vista teorico e pratico: danza classica, contemporanea, jazz moderno, danza della strada. Arrivare ad avere un corpo di danza di qualità a Ma-naus non è facile; esige ricerca, preparazione di spettacoli, coreografie, saggi, partecipazione ad eventi teatrali negli spazi pubblici della città.
Per rafforzare il lavoro si cerca appoggio in altre istituzioni, gruppi e compagnie di danza (Corpo di Danza do Amazonas […]; Ballet Folclo-rido do Amazona […])».33
3.5. La rete nell’ambito dell’economia alternativa
La promozione di una economia alternativa è un ambito che nell’Istituto delle FMA sta prendendo sempre maggior consistenza e visibilità. Le scelte fatte nel settore del microcredito, dei progetti di auto-impiego e della formazione al risparmio sono solo alcune delle azioni dirette a favorire la valorizzazione del lavoro dei giovani, delle giovani e delle donne. Tali esperienze vengono anche socializzate at-traverso la rete.
Si presenta in questa sede l’esperienza della Casa Don Bosco di Pavia
32 Borsi - Mora - sangMa, Bambine, adolescenti e giovani a rischio 124-125.
33 Ivi 122.
(Italia) che, in collaborazione con il territorio, ha creato la Cooperativa sociale ‘Don Bosco Onlus’ al fine di agevolare nei giovani e nelle giovani l’acquisizione di competenze professionali ‘spendibili’ nel mondo del lavoro. La Cooperativa gestisce un’attività commerciale assumendo con regolare contratto i giovani che sono cresciuti nell’opera.34 La possibilità di trovare uno sbocco lavorativo favorisce il superamento della mentali-tà assistenziale, spesso presente nelle persone in situazione di disagio, e incentiva in loro il raggiungimento dell’autonomia economica.
Oltre a favorire la creazione di una economia alternativa attraverso iniziative concrete, è anche importante lavorare sul fronte della diffu-sione di una cultura umanizzata e umanizzante. Cioè promuovere, at-traverso la rete, la cultura della vita, della responsabilità, della giustizia e della solidarietà.35