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2.3. La disabilità in ambito culturale

2.3.5. Alcuni case history negli altri rami della cultura

L’ambito culturale comprende una vastissima gamma di settori, oltre a quelli analizzati finora, ognuno dei quali si è mostrato sensibile al tema della disabilità. Non potendoli analizzare approfonditamente tutti, ci limiteremo a citare alcuni eventi che hanno caratterizzato la scena culturale per le iniziative rivolte ai disabili.

Editoria

Il diritto all’informazione è strettamente collegato alla libertà di opinione, di insegnamento, di creazione artistica e al diritto all’istruzione e alla partecipazione alla vita socio-politica del Paese. Per questo motivo è necessario garantire a tutta la fascia di popolazione l’accesso alla cultura attraverso la predisposizione dei testi in formato accessibile, a partire da quelli della scuola dell’obbligo.

I formati dei libri variano in base alla disabilità del lettore, in quanto:

- I ciechi hanno bisogno di un formato screen reader o in Braille;

- Gli ipovedenti devono avere la possibilità di aumentare la grandezza

dei caratteri e di impostare la pagina;

- Coloro che non posseggono gli arti superiori devono avere la

possibilità di scorrere il testo con supporti visivi;

- I disabili con difficoltà linguistico-lessicali (es: i sordi) necessitano di

- Gli audiolesi richiedono i sottotitoli.

Per rispondere a queste esigenze nel 1980 nacque a Caltanissetta la Stamperia Regionale Braille63 che inizialmente realizzò quattro riviste in Braille (Voce Nostra, il Corriere Braille, Gennariello e Il Progresso), ma grazie all’intervento della regione Sicilia è riuscita ad espandere la sua azione intervenendo su personal computer, testi in Large Print, materiale tiflotecnico64, tiflodidattico65 e informatico.

Ed è proprio la tecnologia ad assolvere un ruolo fondamentale nella informazione, riconosciuto dalla legge del 9 gennaio 2004 n.4, che recita:

“La Repubblica riconosce e tutela il diritto di ogni persona ad accedere a tutte

le fonti di informazione e ai relativi servizi, ivi compresi quelli che si articolano attraverso gli strumenti informatici e telematici. È tutelato e garantito, in particolare, il diritto di accesso ai servizi informatici e telematici della pubblica

amministrazione e ai servizi di pubblica utilità da parte delle persone disabili, in ottemperanza al principio di uguaglianza ai sensi dell'articolo 3 della

Costituzione”.66

Per far sì che l’offerta editoriale e la domanda dei lettori disabili si incontrino, l’AIE (Associazione Italiana Editori), in collaborazione con l’Associazione Italiana Ciechi ed Ipovedenti, ha promosso il progetto LIA (Libri Italiani Accessibili). Si tratta di una sorta di piattaforma multimediale che rende disponibile più di 3.000 testi in formato accessibile ai disabili, anche su supporti audio. Il progetto vede protagonista il Ministero dei Beni e le Attività Culturali il quale finanzierà 2.750.000 euro per la sua realizzazione.

Il dilemma resta quello della gratuità del prodotto, in quanto protetto da copyright nel rispetto dei diritti d’autore. Per sopperire a questo problema la

63

http://www.stamperiabrailleuic.it/progetti.htm

64 La tiflotecnica permette il superamento del deficit visivo attraverso la creazione di

strumenti hardware e software a supporto del disabile

65

Si definisce materiale tiflodidattico quell’insieme di strumenti atti a supportare i disabili con difficoltà visive nell’istruzione, soprattutto nella scuola dell’infanzia e primaria.

66

LIA intende costituire un portale nel quale i lettori possano scegliere, ordinare, scaricare e pagare i testi che prediligono.

Le statistiche dimostrano che i disabili visivi leggono in media nove libri l’anno contro i tre dei normodotati. Anche questo deve dunque essere un motivo che spinga le case editrici ad adottare sistemi di accesso alla cultura diversi da quelli esistenti: un modo per accrescere la propria redditività ma soprattutto un dovere sociale.

Eventi sportivi

Lo sport nasce come momento ludico, di svago, di integrazione e socializzazione tra individui. Attraverso la competizione i soggetti mettono in campo le proprie abilità, superano i propri limiti e, ovviamente, si divertono! Il riconoscimento di questa possibilità ai disabili non è un fattore straordinario - inteso come “extra-ordinario”- ma appartiene a quell’insieme di diritti che devono essere normalmente riconosciuti agli individui. E’ dunque opportuno trasformare la “diversità” in opportunità di crescita e riflessione sulle proprie possibilità.

Vediamo ora alcuni esempi di eventi sportivi che vedono i disabili protagonisti.

Nel 1948 il medico britannico Ludwig Guttmann diede vita ad una competizione sportiva per disabili della guerra con danni alla colonna vertebrale denominata Giochi di Stoke Mandeville, dal nome del piccolo paese in cui venne tenuta. L’evento giunse in Italia nel 1958 grazie all’iniziativa di Antonio Maglio, direttore dell’Istituto Nazionale per l’Assicurazione contro gli Infortuni sul Lavoro (INAIL), che propose al Guttmann di disputarne la nona edizione del 1960 a Roma, facendola così combaciare con la XVII edizione delle Olimpiadi. L’iniziativa riscontrò talmente tanto successo che le città che ospitarono successivamente le

Olimpiadi la accolsero nel programma sportivo; inoltre nel 1976 in Svezia si tennero le prime Paralimpiadi invernali. Nel 1984 il Comitato Olimpico Internazionale (COI) ne riconobbe la rilevanza istituendo i Giochi Paralimpici Estivi e nel 2001 firmò un accordo internazionale con il Comitato Paralimpico Internazionale (IPC) che prevedeva che ogni Stato ospitante le Olimpiadi dovesse organizzare anche la competizione Paralimpica.

Ad oggi la bandiera rivisitata delle Paralimpiadi è rappresentata da tre agitos (in latino significa “io mi muovo”) verde, blu e rosso – i colori più utilizzati nelle bandiere mondiali – che, partendo da un punto centrale si muovono in sensi opposti. Essa simboleggia il ruolo centrale dell’IPC nel raggruppare gli atleti disabili dislocati in tutto il mondo.

Nelle ultime Paralimpiadi di Londra 2012 si sono sfidati 1100 atleti disabili nelle seguenti discipline: sprint (100m, 200m, 400m), media distanza (800 m, 1500 m), lunga distanza (5000 m, 10.000 m), staffetta (4x100m, 4x400m), maratona, salto in alto, salto in lungo, salto triplo, lancio del disco, lancio del peso, lancio del giavellotto, pentathlon67.

Alcuni di essi hanno gareggiato sulla sedia a rotelle, altri con delle protesi agli arti, mentre gli ipovedenti con una guida al loro fianco. Si tratta di atleti che, nonostante la loro disabilità, non si sono fatti abbattere e continuano ad inseguire il loro sogno. Ed è giusto che anche lo sport, parte integrante della cultura di un popolo, dia spazio ai talenti soprattutto se questi costituiscono degli esempi di tenacia per i giovani di oggi.

Ma il momento più emozionante della manifestazione si è tenuto durante l’apertura dei giochi olimpici: sullo sfondo della Union Jack che veniva issata, il Kaos Signing Choir, costituito dall’integrazione di bambini sordi e udenti, ha intonato “God save the queen” utilizzando il linguaggio dei segni e mettendo così in comunicazione con l’evento non solo i disabili inglesi ma quelli di tutto il mondo. Questa iniziativa costituisce il primo esempio di partecipazione dei disabili alle Olimpiadi attraverso la lingua dei segni68.

67 http://www.disabili.com/sport/speciali-sport/speciale-paralimpiadi-londra-2012/26576- speciale-paralimpiadi-londra-2012-atletica- 68 http://invisibili.corriere.it/2012/07/27/god-save-the-queen-e-quei-bambini-in-pigiama-udenti- e-sordi-a-cantare-insieme-lintegrazione-linguistica-allolimpiade/

Sicuramente ricordiamo che, durante le Paralimpiadi di Pechino 2008, dei danzatori misero in atto un bellissimo balletto riuscendo a sentire la musica grazie alle vibrazioni che essa emanava.

D’altronde come disse l’africano Caster Semenya, primo atleta senza gambe che partecipò alle Olimpiadi, “Non sei disabile per la disabilità che hai, sei

abile per le abilità che hai”.

Durante la terza giornata dell’RBS Sei Nazioni 2013, tenuta il 23 febbraio in occasione della partita Italia-Galles, un gruppo di 15 bambini dell’ISISS (Istituto Statale di Istruzione Specializzata per Sordi) ha intonato l’inno di Mameli nella lingua dei segni69. L’iniziativa è stata promossa dalla Federazione Italiana Rugby ed ha visto la partecipazione dei giocatori italiani attraverso la donazione delle loro maglie autografate. In particolar modo il rugbista italo-argentino Martin Castrogiovanni ha fortemente desiderato che si istituisse una associazione che fungesse da ponte tra il mondo della disabilità uditiva e il rugby. Così nel 2010 è nata l’Associazione Olivia, che ha preso il nome da una bambina sorda a cui l’atleta ha sempre mostrato il suo affetto. Ad oggi, grazie al contributo di numerose donazioni e brunch di beneficenza, l’Associazione ha fatto costruire dei campus estivi per bambini sordi a Padova ed in Argentina.

Eventi musicali

Il più recente evento musicale che ha raggruppato milioni di ragazzi nelle piazze di tutta Italia è la notte bianca. In una di queste, piazza San Giovanni a Roma, si è tenuto il più grande applauso silenzioso della storia. Accompagnati dal cantante Daniele Silvestri, i deejay di Radio Kaos ItaLis hanno chiesto al pubblico di applaudire proprio come fanno i sordi: alzando le braccia e facendo oscillare le mani.

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http://rugby1823.blogosfere.it/2013/02/rugby-solidarieta-italia-galles-un-inno-cantato-con- la-lingua-dei-segni.html

In questi mesi la stessa radio sta raccogliendo le firme (ultimamente è giunta a 50.000 sostenitori) per sottoporre una petizione70 ai Presidenti di Camera e Senato che chiede l’introduzione della Lingua dei Segni nelle scuole, così come già avviene in 44 Paesi mondiali (tra cui Cina, Iran, Usa, Spagna e Francia).

Daniele Silvestri si è già mostrato sensibile alla tematica, portando sul palco della 63° edizione di Sanremo la sua canzone “A bocca chiusa”, interpretata alle sue spalle da Renato Vicini, uno dei più grandi interpreti della LIS.