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1.3. La Cina: il futuro del Fintech è già qu

1.3.2. Alipay e Lufax come alternative concrete al contante e al credito

Molte sono le società che sono nate e cresciute negli ultimi anni in Cina, fino ad arrivare ad avere rilevanza a livello internazionale, ponendosi come veri e propri agenti della digital disruption nella finanza digitale. Molte hanno attirato l’attenzione del governo ma anche del venture capital, che ci ha scommesso fortemente, facendo acquisire a certe realtà valutazioni elevatissime e lo status di “unicorni” (società con oltre un miliardo di dollari di valutazione). Sicuramente casi molto rivelanti sono Ant Financial Services di Alibaba Group, Tenpay e Lufax, di cui ora esporremo i tratti salienti.

Alipay e Tenpay: il denaro in un’app

Alibaba Group è la più grande società di commercio elettronico in Cina e anche la più grande al mondo, con circa 350 milioni di clienti attivi, che si dividono su tre portali per l’e-commerce, ognuno con diverse finalità: Taobao.com per C2C, Tmall per B2C e Alibaba.com per B2B, ed ognuno ha una quota di mercato dominante nel suo segmento. La posizione leader della creatura di Jack Ma ha creato, insieme ai suoi quasi mezzo miliardo di utenti, l'ecosistema perfetto per fornire servizi finanziari tra cui in particolare i pagamenti online. Ant Financial Services rappresenta la finanziaria di Alibaba, il cui prodotto principale è Alipay, fruibile anche tramite un’app per smartphone, che si pone al cuore di questo universo realizzato dall’azienda per fornire uno strumento sicuro e conveniente tra acquirenti e venditori. Spesso chiamata la PayPal della Cina, Ant Financial è molto più grande del suo rivale americano con un valore totale dei pagamenti stimato superiore a 900 miliardi di dollari, pari a più di tre volte quello della società californiana. Alipay ha una quota di mercato del 50% nei pagamenti online di terze parti a livello mondiale, quota che raggiunge l’80% del mercato cinese40.

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È evidente che la posizione dominanza rispetto agli altri competitors è difficile da spodestare, ma Alipay mira ad essere più che un payment provider per il commercio elettronico: come detto in precedenza, si è voluto offire ai consumatori e alle piccole imprese un portafoglio elettronico da usare per concludere operazioni offline. In Cina ormai, il pagamento tramite il suo e-wallet è accettato da ristoranti, supermercati, pompe di benzina e alberghi. I clienti possono ora utilizzare il codice QR o codice a barre Alipay della singola attività per saldare il proprio debito. L'espansione verso l’ambito O2O è una minaccia potenziale per la rete di pagamento esistente, UnionPay, l'unica autorizzata che collega la quasi totalità delle operazioni interbancarie in Cina. Come se non bastasse, tramite Ant Financial, Alibaba ha iniziato ad offrire una gamma completa di prodotti di risparmio, prestiti e conto corrente online: per citarne alcuni Zhao Cai Bao e Ant Micro sono piattaforme che offrono prestiti alle PMI, a micro imprese e a lavoratori autonomi, oppure MYBank, che è a tutti gli effetti una internet bank completa41, ma un’innovazione che merita d’esser menzionata è Yu'e Bao (o "tesoro rimanente"), un online money market fund lanciato da parte di Alibaba nel 2013, promosso dalla compagnia come un modo per gli utenti di ottenere degli interessi sui loro conti utilizzati per gli acquisti in rete. Questo ha ottenuto un successo rilevante attirando 185 milioni di clienti in 18 mesi, arrivando oggi a gestire più di 165 miliardi di dollari42.

Non approfondiremo ora questo ulteriore caso aziendale ma, analogamente a quanto fatto da Alibaba con Alipay, il gigante di Internet Tencent, meglio conosciuto in Europa per aver sviluppato il sistema di messaggistica più diffuso in Cina chiamato QQ e poi WeChat, ha fornito un proprio servizio di pagamento chiamato Tenpay. Questa l'applicazione di messaggistica mobile, la più popolare in Cina con 550 milioni di utenti attivi, una combinazione cinese di WhatsApp e Facebook, ampiamente utilizzato dagli adolescenti in tutto il Paese con molti utilizzatori anche al di fuori dei confini nazionali, da la possibilità d’inviare denaro ai coetanei ed ai contatti della rubrica con semplicità. Lo strumento, creato inizialmente per consentire agli utenti di Tencent di pagare l’online gaming, successivamente si è evoluto in un vasto sistema

41 Ant Financial Report, Alibaba Group, 2016 42 fonte Financial Times

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di pagamenti online di cui beneficiano anche terze parti. Il servizio ha una quota di mercato decisamente inferiore rispetto al competitor Alipay, ma sta recuperando strada grazie all'ampia adozione da parte della popolazione cinese e anche grazie all’integrazione di Tenpay con Didi Taxim, l’app per il servizio taxi in Cina, permettendo così di pagare la corsa comodamente con lo smartphone43.

Lufax: dal P2P alla IPO

Ma oltre a queste due conosciutissime realtà, che sono apprezzate ormai anche al di fuori dei confini cinesi, sempre di più si stanno affermando entità finanziarie che hanno cambiato in pochi anni il panorama fintech asiatico e mondiale. Nella recente lista “100 Leading Fintech Innovators 2016”44, pubblicata da KPMG e H2 Venture, sono ben quattro le aziende cinesi fra le prime cinque fintech più grandi del mondo per finanziamenti ottenuti. Una di queste si chiama Lufax e si posiziona al quarto posto del ranking. La Shanghai Lujiazui International Financial Asset Exchange Co., Ltd., nome completo di Lufax, ancora sconosciuta all’estero, è stata costituita nel settembre del 2011, ed è al momento partecipata al 43% da Ping An Insurance (Group) Co., uno dei più grandi gruppi assicurativi cinesi. Il suo marketplace online Lu.com propone prodotti finanziari di vario genere, dai mutui, i piani pensione, alle assicurazioni45. Ma in realtà la piattaforma è arrivata a questo format solo recentemente, dopo essere partita con un prodotto solo, i prestiti P2P per i quali, garantendo il “match” tra persone o aziende che cercano prestiti finanziari con investitori liquidi sia privati che professionali, Lufax ha incassa il 4% della somma prestata. Alla fine di giugno 2016, Lufax ha avuto oltre 23,3 milioni di utenti, più del doppio dell'anno prima, ottenendo nello stesso hanno una valutazione di 18,5 miliardi di dollari46. Nonostante le preoccupazioni riguardanti le piattaforme di prestito P2P, la crescita della società è stata tanto repentina quanto importante, tale da far riflettere i suoi vertici sulla possibilità di diversificare il business, passando al mercato degli investimenti al

43In-App WeChat Payment - Product Overview” , Tenpay.com, 2017

44 “100 Leading Fintech Innovators 2016” Report, H2 & KPMG, 2016

45 “Chi è la cinese Lufax, tra i leader mondiali del Fintech”, iFinanceweb, 2016

46 "China's Lufax Valued at Nearly $10 Billion in Recent Funding Round", The Wall Street Journal,

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dettaglio che in Cina è in forte espansione, con conti online che consentono ai clienti di vendere e comprare con facilità titoli, fondi comuni e prodotti fixed income. Il management di Lufax sta seguendo le indicazioni che provengono dalla domanda, spingendo con forza le vendite di fondi e altri strumenti d'investimento: per capire il fenomeno, il controvalore della gestione patrimoniale, secondo le divulgazioni del China Banking Wealth Management Registration System47, è aumentato fino a toccare la cifra di 3,8 trilioni di dollari nella prima metà del 2016.

La concorrenza è feroce, con offerte da banche, assicurazioni, startups simili Lufax e “le braccia finanziarie” di giganti tecnologici come appunto Alibaba Group, ma il trend è stato tanto positivo da permettere ai vertici della società di Shangai di pensare ad ulteriori mosse strategiche al fine d’ottenere significativi vantaggi rispetto ai competitors: si sta preparando infatti il lancio di una piattaforma per facilitare il trading per gli investitori cinesi in tutto il mondo. Lufax per questo obbiettivo ha costituito un partenariato con eToro, un'azienda israeliana fintech che ha preceduto l’avvento dell’ecommerce, sviluppando un trading floor digitale che ha permesso agli operatori di effettuare operazioni sui mercati con commissioni e limitazioni contenute. Il legame è un passo concreto per Lufax verso il lancio della piattaforma internazionalizzata, e segue un accordo firmato con Saxo Bank nel maggio 2016 in Danimarca, che consente anche nel continente cinese d’acquistare azioni sui mercati globali, data la crescente necessità manifestata da molti investitori nel Paese di svincolarsi dal pressante controllo dei capitali esercitato nell’ultimo anno dalle autorità, preoccupate che un saldo negativo tra entrate ed uscite di valuta nazionale dai confini cinesi potesse indebolire eccessivamente lo yuan48. Culmine di questo percorso, a riprova della bontà di quanto fatto finora, il management sembra orientato a quotare l’azienda: secondo fonti Reuters49, Lufax sta discutendo con quattro banche d'investimento perché l’assistano nel suo progetto di IPO alla Borsa di Hong Kong, che potrebbe oscillare da

47 “China’s Top P2P Lender Pivots Away From the Business”, The Wall Street Journal, 2016

48 “Lufax edges closer to creating international equity trading platform for Chinese investors”, SMCP, 2016

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un cifra di circa 5 miliardi di dollari di raccolta fino, secondo le previsioni degli analisti, nella migliore delle ipotesi a 25 miliardi.

Abbiamo visto, dunque, come queste realtà siano diventate davvero importanti nel proprio Paese d’origine, ma è altrettanto interessante notare come stiano anche cercando di penetrare in nuovi mercati esteri: l’e-wallet di WeChat è utilizzabile da tempo in molti paesi del mondo, con un’operatività internazionale, mentre Ant Financial ha investito in società di telefonia in India, Corea del Sud e Thailandia al fine di penetrare questi promettenti contesti. Ma replicare i loro successi in altri mercati non sarà semplice, dato che gran parte del loro business è stato sviluppato in modo specifico per affrontare le carenze nel sistema finanziario cinese, e qualunque azione tocchi l’attività core del banking all'estero richiederà un difficile inserimento e adattamento locale, con l’adesione alle specifiche normative, che potrebbero limitarne l’espansione globale. L'impatto più grande di tutto questo sviluppo del tech cinese appena presentato probabilmente sarà indiretto: aziende come Alibaba, JD.com ecc. hanno mostrato che cosa può essere fatto. Per i mercati emergenti, la lezione è che con la tecnologia giusta è possibile recuperare il gap di “finanziarizzazione” della popolazione e settare servizi finanziari completamente digitalizzati, che possano aiutare, come nel caso del Kenya, un celere sviluppo del territorio. Tutto quel che è stato detto riguarda il mainland, la Cina continentale, escludendo realtà come Hong Kong e Singapore che meriterebbero un capitolo a parte, data la rilevanza dei singoli contesti per lo sviluppo della internet finance.

Queste città stato sono a tutti gli effetti due degli hub fintech più importanti al mondo, diventando modelli di funzionamento della digital economy, dove la smaterializzazione del denaro ha definito i contorni di una società futuristica iperconnessa. Ma l’intento qui era evidenziare come anche in un paese come la Cina, dove la popolazione povera e rurale è ancora assolutamente consistente, l’applicazione delle financial technology permettessero l’inclusione finanziaria di gran parte della popolazione. Per capire l’entità di questo processo, nel 2016 sono stati 373 milioni gli abitanti delle zone rurali cinesi che hanno effettuato pagamenti con applicazioni di mobile banking, con un incremento del 35% sul 2015, secondo i dati della banca centrale People’s Bank of China (PBOC). Le operazioni hanno avuto un valore

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complessivo pari a 3,4 miliardi di dollari, in crescita del 71%, con il transato aumentato del 62% a 5,1 miliardi di dollari, sempre secondo i dati della PBOC50.

A conclusione i risultati, le dimensioni e l’innovazione nei servizi finanziari offerti da parte delle tech company orientali riaffermano la leadership della Cina in questa nuova branca della finanza, ponendosi come una luce da seguire in fondo al difficile percorso che le altre aziende bancarie stanno o dovranno affrontare, soprattutto in Occidente dove, almeno per il momento l’egemonia delle banche continua ad essere molto forte. In Europa e negli States si sta instaurando una battaglia tra incumbent e Over The Top che rischia di creare danni ad entrambe le parti, che avrà con tutta probabilità un’unica soluzione, di cui parleremo nel proseguo del capitolo e che certamente approfondiremo nel capitolo terzo, dove affronteremo come detto le soluzioni che possono esser percorse dagli istituti bancari per affrontare il prossimo futuro digitale.