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1.4 L’Occidente nel Fintech

1.4.2 Il contributo del Venture Capital e la nascita degli Hub Fintech

Come abbiamo detto, Paypal è stata la prima vera compagnia ad offrire servizi di pagamento via internet, la cui crescita è stata coadiuvata dall’acquisto della società da parte di eBay nel 2002, che fino al 2015 (anno della scorporazione e della quotazione a New York) se n’è servita come sistema di online payment per concludere le compravendite inizialemente in forma di asta. Nonostante la grave bolla dei titoli delle web company quotate in borsa a cavallo degli anni 00’, Paypal è riuscita, anche grazie al BlueRun Venture, che ha aiutato il progetto di Peter Thiel e Max Levchin (poi di Elon Musk) a diventare ciò che è oggi, a sopravvivere e trasformarsi nel giro di pochi anni da mero strumento a brand riconosciuto in tutto il mondo, sbarcando nei principali mercati esteri e abbattendo i limiti alla propria operativitià. Questo successo può essere spiegato da diversi motivi ma, con certezza elemento chiave è sicuramente il "programma di protezione clienti" (ora esteso anche ai viaggi) che, introdotto ormai da qualche anno, tutela gli acquirenti e i venditori che utilizzano lo strumento. Tale caratteristica, la credibilità, è stata la chiave del successo della piattaforma, ponendosi come ente in grado di controllare le operazioni, a fronte di percentuali variabili sulle

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transazioni. L’elemento della credibilità di un servizio che viene fruito esclusivamente online è un elemento che non sembra preoccupare gli utenti occidentali, men che meno i sopracitati Millenials, i quali trovano normale usare il denaro, trasferire le proprie risorse tramite app e portali che offrono servizi para-bancari, forniti da startup in maniera più conveniente e più vicina alle esigenze della clientela digitale. Come anticipato all’inizio del capitolo, la crisi dei mututi subprime ha da un lato incrinato l’immagine delle banche, destinate a periodi di rendimenti molto bassi sulle proprie attività e coinvolte in una necessaria razionalizzazione e riformulazione dei loro processi interni oltre che dell’offerta alla clientela, dall’altro ha spostato l’attenzione degli imprenditori, degli investitori, dei consumatori alle proposte di sempre più professionisti, ingegneri e programmatori che hanno immaginato il futuro del denaro. Ma per tramutare i sogni in realtà è stato fondamentale, detto brevemente all’inizio del lavoro, l’apporto del capitale di rischio, di investitori capaci d’utilizzare ingenti risorse per sviluppare business complessi da zero, assumendosi rischi molto rilevanti, ma anche di luoghi in cui le startups possono trovare competenze che le aiutino a crescere.

Il venture capital opera tramite gli accelleratori d’azienda, ovvero veicoli che permettano il successo imprenditoriale di queste business idea. Si può dire che dopo che le società in fase embrionale han trascorso un periodo negli incubatori, cioè organizzazioni che forniscono una vasta gamma di servizi alle aziende incubate58, una volta che si sono strutturate dal punto di vista funzionale ed imprenditoriale, le aziende vengono coinvolte da acceleratori, che investono in modo massivo per portarle in un tempo molto breve, dai 3 ai 6 mesi, sul mercato; ciò su cui si concentrano quindi è la verifica della scalabilità, replicabilità e interesse del mercato verso i prodotti e servizi che le startups selezionate sviluppano. Il modello di business è di puro investimento, oltre a servizi di mentorship, spazi e networking, in cambio di equity della startup. Il ritorno dell’acceleratore avviene dopo almeno 5 anni, al momento della cessione delle proprie quote di partecipazione. Esempi importanti, che hanno lanciato molte idee imprenditoriali negli ultimi anni sono Y Combinator e 500 Startups, realtà

58 quali ad esempio spazi fisici, consulenza per la definizione del business plan, consulenza per la costituzione societarie

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statunitensi che hanno creduto molto nella disruption dei servizi finanziari, la seconda delle quali ha istituito addirittura un fondo ad hoc “500 Fintech” per lo sviluppo di soluzioni innovative in questo ambito59; ma negli ultimi anni anche altri acceleratori, quale per esempio il londinese Startupbootcamp60 hanno lanciato i propri programmi fintech. Nonostante il fatto che l'importanza dell'Europa nell'industria sia aumentata di recente, è anche vero che la Silicon Valley domina ancora gli investimenti a livello mondiale in questo specifico contesto. Secondo dati recenti, la crescita di investimenti globali nel fintech è continuata nel 2016, raggiungendo i 5,3 miliardi di dollari nel primo trimestre, con un incremento del 67% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, ed in particolare con una percentuale di investimenti destinati alle aziende del settore in Europa e in Asia-Pacifico quasi raddoppiata al 62% del totale61. Questo crescente interesse e il costante afflusso di denaro sta facilitando la nascita di hub tecnologici specializzati nel fintech, concentrati nelle capitali finaziarie mondiali. Il paper di Deloitte del 201662 è molto esplicativo sul tema ed evidenzia come molti investiori venture abbiano deciso di aderire a questi poli d’innovazione per connettere competenze di manager, ricercatori e imprenditori al fine lanciare progetti validi e vincenti. Al crescere del loro numero negli ultimi anni, ogni città vuole diventare la capitale della internet finance del mondo ed è sempre più serrata la competizione tra i centri finanziari per accogliere talenti, iniziative e investimenti. L’immagine nella pagina seguente riporta il ranking secondo il Performance Index, definito da Deloitte in collaborazione con All Street Research, secondo diversi criteri quali principali investitori, aziende di successo e contesto socio-economico:

59 “500 Startups Announces 25 MLN $ Fintech Fund”, 500 Startups, 2016 60 anche grazie alla partnership con giganti come MasterCard, Lloyds e Rabobank 61 “Fintech Evolving Landscape”, Accenture, 2016

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Nel vecchio continente indiscutibilmente Londra ne è diventata il punto di riferimento, come Singapore, ancor prima di Hong Kong, per l’Asia e come lo è la Silicon Valley e New York per gli States. Non stupisce che nella classifica sopra riportata questi rappresentano i primi cinque Hub che emergono con un punteggio migliore: la loro posizione di leadership si basa su decenni d’evoluzione come centri finanziari globali o, nel caso della Silicon Valley, sull’aver primeggiato nella tecnologia. Queste entità territoriali hanno già ingredienti più che appropriati per eccellere: ad esempio talenti specializzati, organismi di regolamentazione progressiva, capitale disponibile per investire, supporto pubblico, nonché una stretta collaborazione all'interno dell'ecosistema creatosi intono alle financial tecnologies, necessaria per sviluppare ed innovare sia i servizi finanziari sia il “contesto tecnologico”, che han fatto si che questi centri diventassero riferimenti riconosciuti a livello internazionale.

Importante, però, sembra essere l’iniziativa di Innotribe, il braccio innovativo di SWIFT (Società per le Telecomunicazioni Finanziarie Interbancarie Mondiali) e Innovate Finance, organizzazione indipendente che opera a livello mondiale, la quale

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ha annunciato recentemente la nascita del Global Fintech Hub Federation (GFHF), che punta a soddisfare la necessità all'interno della comunità internazionale al fine di creare una piattaforma veramente transfrontaliera e aperta, che riunisca poli innovativi stabiliti e emergenti, nel quale i partecipanti avranno un ruolo importante d’impegno con gli stakeholders e con le organizzazioni di tutto il mondo. Inoltre, agevolerà l'accesso per le realtà innovatrici ad importanti eventi tra cui Sibos e il Summit Global Innovate. Ad oggi, più di 20 paesi, tra cui il Canada, la Cina, la Germania, il Messico, la Svizzera e il Regno Unito, per citarne alcuni, stanno partecipando al progetto, con altri paesi che prevedono d’aderire nei prossimi mesi.

"Dal momento che il settore FinTech si sta sviluppando a livello mondiale, non è mai stato così importante incoraggiare la discussione e la collaborazione all'interno dell'industria finanziaria",

ha dichiarato Fabian Vandenreydt, responsabile globale dei mercati dei valori mobiliari in Innotribe e SWIFT. Il lancio di questa federazione fornirà sicuramente una piattaforma per i player e gli hub globali per condividere le conoscenze e costruire una community inclusiva che contribuirà ad accelerare la crescita e l'influenza del FinTech63.

Tutto quanto appena descritto ci fa capire quanto sia stato e quanto sia attualmente importante la figura dell’investitore privato per arrivare alla condizione attuale. Una condizione nella quale è stato permesso ad alcune startup, finanziate, cresciute e diventate di successo, di sfidare direttamente le banche nel loro campo d’azione, andando a competere nei servizi che già forniscono alla propria clientela. Nel prossimo paragrafo presenteremo alcuni casi di società che hanno rivoluzionato diverse branche del banking, diventando prima una valida alternativa poi una minaccia per la redditività degli istituti di credito.

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1.4.3 Lending Club e Transferwise: la nascita di un sistema