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1.4 L’Occidente nel Fintech

1.4.1 Gli investimenti e la gestione del denaro reinterpretati dal Fintech

Dunque tra le altre categorie del fintech più interessanti possiamo citare in primis il mondo degli investimenti e del risparmio, che sta accogliendo negli ultimi anni molte nuove attività, data la saturazione nell’ambito dei pagamenti digitali e dei trasferimenti di denaro, nei quali sono presenti ormai anche Amazon, Apple e Google solo per far qualche nome.

L’evoluzione digitale ha introdotto un’alternativa alla gestione classica, che permette ai risparmiatori di amministrare la propria situazione patrimoniale, i propri investimenti direttamente dal proprio smartphone o dal proprio portatile a prezzi nettamente inferiori; questa alternativa è possibile grazie ai robo advisors, un settore in netta via di espansione. Un robo advisor non è nient’altro che un servizio automatizzato che integra algoritmi complessi che permettono di acquisire, tramite un

training, alla macchina la capacità di consigliare quali siano le migliori decisioni di

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rischio. I robo advisors permettono di creare dei portafogli di investimento, fare una allocazione degli investimenti in modo automatico, valutare i rischi online, creare dei piani di accumulo e molti altro. Siamo in una fase dove sistemi automatizzati di gestione hanno un futuro molto promettente, sono già in qualche modo parte del presente ma attualmente non si può fare ancora a meno del rapporto personale, soprattutto in situazioni delicate o che richiedono una “assicurazione psicologica” attraverso un consulente. Tutte le attività di routine presso una filiale bancaria oggi si possono effettuare online e i clienti ormai si sono abituati a utilizzare l’home banking della banca o l’applicazione, ma nonostante questo rimane una certa dipendenza dal contatto umano, soprattutto quando si devono affrontare operazioni più complesse o relative agli investimenti. La funzione di questi assistenti smart è quella di incoraggiare e sostenere gli investimenti, a prendere dunque decisioni ponderate dal momento che la maggior parte dei clienti non riesce a dedicare sufficiente tempo ad approfondire i temi finanziari; buona parte della clientela confessa che gli piacerebbe avere la possibilità di scoprire e gestire in modo agile il proprio denaro. La tecnologia oggi può permettere tutto questo51. Svilupperemo questo punto più avanti, esponendo come le banche possono usare questa tecnologia, e come in parte lo stiano già facendo, per ottimizzare la propria organizzazione e offrire servizi più competitivi.

Ma anche il risparmio è coinvolto in questo cambiamento tecnologico, andando incontro alle esigenze di persone e soprattutto dei giovani, consumatori del futuro che hanno prospettive ed esigenze molto diverse dalle generazioni passate (in primis una minore stabilità del reddito ed una maggiore flessibilità del lavoro, con tendenze al consumo sempre crescenti). Diventa sempre più difficile risparmiare, pianificare le proprie spese e tenere d’occhio le finanze personali, ed in ciò molti hanno visto delle potenzialità, sviluppato app che stanno aiutano a metter da parte del denaro, raggiungendo obbiettivi di accumulo. Wealthfront, Learnvest, Mint sono ottime soluzioni multipiattaforma che hanno avuto molto successo e investimenti rilevanti per il loro sviluppo, ma all’orizzonte si sta definendo sempre di più il contributo concreto che i chatbots e l’intelligenza artificiale potrebbero fornire per tale scopo. Un esempio

51 “Investire i propri soldi con il Fintech: i Millenials e le banche digitali puntano sui servizi di intelligenza artificiale”, Bsnews, 2017

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interessante è un’applicazione che sta raccogliendo capitale di rischio online proprio in questo momento per il suo lancio è Ernest, un BOT52 che, sfruttando l’intelligenza artificiale, è in grado di rispondere a diversi tipi di domande sulla situazione finanziaria del cliente e sviluppare piani di risparmio personalizzati per gli investimenti futuri, ma fornisce a pagamento funzioni extra tra le quali il monitor costante del mercato, alla ricerca di tariffe più vantaggiose per le spese correnti quali luce, gas, telefonia e assicurazioni. È anche in grado di collegarsi a più servizi di ebanking intestati alla stessa persona, assumendo quindi più informazioni sullo stato finanziario di chi ne fa uso. Al momento è disponibile anche per le banche, dunque uno strumento B2B sviluppato pere raggiungere così un numero maggiore di utenti già clienti di istituti tradizionali. Sembra una missione ambiziosa ma, in realtà, ha una sua attendibilità, dato che nel contesto bancario attuale, dove imperano tassi decisamente bassi, diminuire i costi è diventato cruciale ed Ernest è in grado di svolgere molti dei compiti normalmente erogati dal customer service degli istituti53. Questo esempio pone diversi interrogativi, in primis sulle potenzialità di servizi di questo tipo, capaci di adattarsi perfettamente alle esigenze di ogni tipologia di cliente e in qualche modo influenzarlo nelle sue scelte e comportamenti, nonché sull’impatto occupazionale che macchine molto intelligenti avranno sulla popolazione mondiale, preoccupando da tempo gli esperti e i capi delle imprese tech. Si corre il rischio di ridurre di molto i lavori che verranno svolti in futuro dall’uomo e creare una massa di inoccupati. Da più parti, da Elon Musk a Bill Gates, è stata proposta l’idea di un reddito universale, capace di contrastare questa riduzione di lavoro prospettata. E c’è chi come la Finlandia ha già avviato una sperimentazione della sostenibilità del cosiddetto Reddito di Base Universale.

Non secondo al settore degli investimenti e del risparmio è sicuramente l’Insurtech, ovvero l'utilizzo di innovazioni tecnologiche progettate per ridurre i costi e migliorare l'efficienza dell'attuale modello di business del settore assicurativo. Le convinzioni che guidano le aziende innovative sono fondate sul fatto che l'industria sia ormai matura

52 un programma autonomo che nei social networkfa credere all'utente di comunicare con un'altra persona

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per una sua disruption. Si sta esplorando le strade che le grandi imprese d’assicurazione hanno meno incentivo a sfruttare, come l'offerta di politiche di copertura ultra-personalizzate, l'assicurazione sociale, l'utilizzo e l’analisi di nuovi flussi di dati aggregati provenienti da dispositivi collegati ad Internet fino a prezzi dei premi dinamici in base al comportamento osservato. Per riuscire in ciò, l’insurtech sta cercando di sfruttare tutti i dispositivi che possono essere utili alla causa: dalla geolocalizzazione GPS delle vetture fino agli activity trackers sui nostri polsi; così queste aziende riescono a delineare i rischi più finemente, consentendo ai prodotti assicurativi di essere prezzati in modo più competitivo. Oltre ad un miglior pricing, le startup nel settore assicurativo stanno testando una serie di potenziali game changers: tra questi l'utilizzo dell’intelligenza artificiale per definire il giusto mix di offerte finalizzate a integrare e completare la copertura assicurativa di un individuo, nonché l’utilizzo d’applicazioni per gestire e monitorare i comportamenti e le abitudini della clientela, creando, ad esempio, un'assicurazione su richiesta per micro-eventi oppure una copertura personalizzata di una cerchie di persone, una sorta di crowd-insurance, capace d’incentivare scelte positive attraverso l’applicazione di sconti di gruppo54. Ma anche nel segmento delle “case connesse”, ovvero l’Internet of Things applicato alle abitazioni, esistono ampi margini di sviluppo di nuove coperture assicurative, nonostante in questo campo si sia ancora agli albori. L’interesse maggiore è sicuramente nelle soluzioni per la smart home, che permettono di migliorare la sicurezza della casa ma anche di raccogliere dati sulle abitudini di chi la abita. Al contrario il segmento healthcare, le assicurazioni sanitarie, mostrano un grandissimo potenziale, aumentando la necessità d’accessibilità e prevenzione, due temi ancora poco affrontati dal sistema sanitario tradizionale55.

Anche se molte di queste innovazioni sono già da tempo testate con risultati eccellenti, ci sono ragioni per le quali gli incumbent del settore sono così riluttanti ad adattarsi ed integrarli nel proprio business, da rintracciare nell’adeguamento normativo che tali soluzioni richiederebbero e dal rischio di vedere i propri margini di profitto diminuire, almeno nel breve periodo.

54 “Insurtech”, definizione di Investopedia

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Altrettanto importante e, per certi versi, precursore del fintech è sicuramente il fenomeno del crowdfunding, che è usato per lo più da startup o da imprese in espansione quale modalità di accesso a finanziamenti alternativi. È un modo innovativo per reperire risorse per nuovi progetti, attività imprenditoriali o idee. Le piattaforme di crowdfunding sono siti web che consentono l’interazione tra i fundraiser e un ampio pubblico, e attraverso queste è possibile esprimere e raccogliere impegni finanziari. I fundraiser si vedono di solito chiedere il pagamento di una commissione dai portali se la campagna di raccolta fondi ha avuto successo, funzionando molti di questi secondo un modello massimalista (all or nothing)56. Ci sono varie forme di crowdfunding, quale per esempio il donation-base crowdfunding, il rewards crowdfunding, di cui Kickstarter e Indiegogo sono ormai due portali affermati, ma sempre più importante sta diventando l’equity crowdfunding, che facilita la ricerca di capitale di rischio da parte dell’azienda tra il pubblico, che siano investitori istituzionali o privati. Esempio molto importante in Europa è Seedrs, che ha permesso a centinaia di imprenditori di raccogliere risorse per la propria impresa o progetto. In generale dunque il crowdfunding garantisce a coloro che l’utilizzano diversi vantaggi: un banco di prova dell’idea o del business ed una sua convalida, da la possibilità di ottenere altre forme di finanziamento tramite l’accesso a una platea ampia di soggetti, nonché un potentissimo strumento di marketing per le proprie specifiche finalità57. Questi sono solo alcuni esempi di sezioni tradizionali all'interno del banking e della finanza che sono o stanno per essere trasformate dalla tecnologia. Ma ce ne sono molte altre: la cybersecurity, che sta raccogliendo risorse importantissime per i crescenti attacchi e crimini informatici che stanno coinvolgendo gli istituti di credito; gli e-

wallet; le financial researches, che forniscono servizi che aiutano a indagare e

analizzare la situazione finanziaria di altre società o del mercato, utilizzate da banche d'investimento o fondi comuni; oppure le aziende correlate alle cryptocurrencies, che hanno avuto negli ultimi anni una diffusione incredibile, capitanate dal Bitcoin, al quale è riservata un’attenzione particolare per i suoi continui rally nelle quotazioni, ma soprattutto per la blockchain, la tecnologia sulla quale è basato, che potrebbe avere

56 ciò significa che se si raggiunge l’obiettivo di raccolta si riceve il denaro, altrimenti ciascuno dei potenziali donatori lo riceve indietro, senza perdite finanziarie

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davvero un effetto disruptive nella catena del valore dell’economia mondiale, data la possibilità d’applicarla ad infiniti ambiti. Avremo modo di riparlarne più avanti per vederne le implicazioni nell’industria finanziaria. Prima di affrontare con esempi il rapporto duale tra banche e fintech, è però importante capire il ruolo ricoperto dagli investitori privati e come questa loro azione abbia creato un circuito virtuoso, capace di rivoluzionare l’approccio degli istituti di credito verso business innovativi ad alto rischio in pochi anni, riaccendendo in alcuni casi lo spirito imprenditoriale del far banca.