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Allřinterno del testo letterario la descrizione è solitamente un elemento funzionale, ed è tanto più efficace quanto più seleziona il suo materiale Certo anche nel caso d

SPAZI BANALI E INCANTO: GEORGE PEREC.

3. Allřinterno del testo letterario la descrizione è solitamente un elemento funzionale, ed è tanto più efficace quanto più seleziona il suo materiale Certo anche nel caso d

Perec la descrizione ha una valenza funzionale, seppure in un modo decisamente

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G. Perec, L’infra-ordinaire, Luogo?, Éditions du seuil, 1989, p. 30: «Allřincrocio tra la rue Villin e la Rue Julien-Lacroix, non resta in piedi che Selibter, Pantalons; gli altri tre angoli sono occupati, due da terreni non edificati, lřaltro da uno stabile completamente murato. Il 18 e il 22 sono caffè-hôtel ancora in piedi, come pure il 20 e il 24. Sul lato dispari, il 21 è in demolizione (si vedono bulldozer, scavatrici, fuochi), il 23 e il 25 sono sventrati. Dopo il 25 più niente. Al posto del 26, un piccolo rimorchio trasformato in baracca. Carcasse di automobili. Mucchi di rifiuti abbandonati (nella rue Julien-Lacroix, soldati di leva sostituiscono i netturbini in sciopero). Un passerotto morto in mezzo alla strada», L’infraordinario, Torino, Bollati

Boringhieri, 1994, p. 27.

150 ŖIl cignoŗ.

151 C. Baudelaire, Œuvres complete, op. cit., p. 85: «La vecchia Parigi è sparita (più veloce dřun cuore,

ahimè, cambia la forma dřuna città); […] Parigi cambia! Ma niente, nella mia melanconia, sřè spostato: palazzi rifatti, impalcature, case, vecchi sobborghi, tutto mřè allegoria; pesano come rocce i ricordi che amo», op. cit., p. 175.

Alessandro Pilo, Il meraviglioso metropolitano e gli spazi-tempi incantati della città, Tesi di Dottorato in

differente. Infatti nello scrittore francese descrivere si rivela un personalissimo modo per dire delle cose sulla realtà che ha davanti:

Detesto ciò che chiamano psicologia, soprattutto nel romanzo. Preferisco i libri in cui i personaggi sono descritti dalle loro azioni, dai loro gesti e da quanto li circonda. Voglio dire che descrivere un personaggio attraverso lřorologio che lo porta è per me, in un certo modo, molto più interessante che dire che è un uomo che sa questo, pensa questřaltro. È qualcosa che appartiene alla grande tradizione del realismo nel romanzo inglese e tedesco del XIX secolo e che ho un poř esagerato, quasi fino allřiperrealismo, descrivendo gli oggetti, andando ancora più lontano nei dettagli152.

Dallřosservazione di un altro luogo parigino a lui caro, Place Saint-Sulpice, Perec trae lřopera Tentative d’épuisement d’un lieu parisien. Leggendo questo testo, diventa più chiara la funzione della descrizione nella sua narrativa. Le descrizioni in presa diretta di questo testo avvengono in tre giorni diversi dellřOttobre del 1974. Lřautore francese offre una testimonianza statica da cui non traspare lo scorrere del tempo: in queste pagine non cřè alcun tentativo dřinterpretare o attribuire un senso a ciò che si vede, anzi lřobiettivo è proprio quello di registrare quanto accade in un modo solo apparentemente neutro. Infatti come si è già visto nella descrizione di Rue Villin le descrizioni appaiono decisamente impersonali. Ma quella presunta oggettività, a guardarla bene, sembrerebbe essere solo uno schermo che protegge dallřelemento patetico. Davanti al dissolversi del mondo che lo circonda, quello schermo nasconde da uno straziante senso di vuoto. In

Tentative d’épuisement d’un lieu parisien non cřè nessuna selezione dei contenuti; ciò

che si manifesta da questa esercitazione è il tentativo di descrivere e interrogarsi su gesti e avvenimenti metropolitani su cui solitamente non ci si sofferma: «personne ne voit jamais passer les autobus, sauf sřil en attend un, ou sřil attend quelquřun qui va en descendre»153. Per Perec si tratta di un modo di addestrare lřattenzione a vedere ciò che non è immediatamente pertinente o degno dřinteresse. Lřopera inizia così: «Il y a beacoup de choses place Saint-Sulpice, par exemple: une mairie, un hôtel des finances, un commissariat de police, trois cafés dont un fait tabac»154, e via così per unřaltra decina di righe. Ma Perec precisa subito:

Un grand nombre, sinon la plupart, de ces choses ont été décrites, inventoriées, photographiées, racontées ou recensées. Mon propos dans les pages qui suivent a plutôt été de décrire le reste: ce que lřon

152 G. Perec, ŖConversazione con Ewa Pawlikowskaŗ, in A. Borsari, o. cit., p. 99. 153

G. Perec, Tentativo di esaurire un luogo parigino, Bologna, Baskerville, 1989, p. 108: «nessuno vede mai passare gli autobus a meno che non ne aspetti uno, o non aspetti qualcuno che deve scenderne», traduzione a fronte, p 109..

154

Ibid., p. 8: «ci sono molte cose in Place Saint-Sulpice, ad esempio: un municipio, un ufficio delle tasse, un commissariato di polizia, tre bar di cui uno è anche tabaccheria», Ibid., p. 9.

Alessandro Pilo, Il meraviglioso metropolitano e gli spazi-tempi incantati della città, Tesi di Dottorato in ne note généralement pas, ce qui se passe quand il ne se passe rien, sinon du temps, des gens, des voitures et des nuages155.

Per Perec ciò che succede ogni giorno, il banale e lřordinario, passa inosservato. Lo scrittore francese cerca di dare importanza proprio a ciò che definisce il rumore di fondo della quotidianità. Perec si propone di tornare a sorprendersi davanti a ciò che si conosce o si pensa di conoscere già troppo bene: «Interroger ce qui semble tellement aller de soi que nous en avons oublié lřorigine. Retrouver quelque chose de lřétonnement que pouvaient éprouver Jules Verne ou ses lecteurs en face dřun appareil capable de reproduire et de transporter les sons. Car il a existé, cet étonnement, et des milliers dřautres, et ce son eux qui nous ont modelés»156

. In questo senso Perec si concentra su quelli che definisce microavvenimenti, fatti e momenti secondari e quotidiani, se non addirittura banali, tenuti solitamente in nessun conto:

Un homme sřarrête une seconde pour dire bonjour au gros chien du café, paisiblement étendu devant la porte157.

Une vieille femme met sa main en visière pour voir quel est le numéro de lřautobus qui arrive (je peux déduire de son air déçu quřelle voudrait prendre le 70) 158

.

Le varie immagini registrate da Perec nella piazza parigina non hanno alcun valore particolare, non sono né epifaniche né esemplari: tuttavia, nella loro essenzialità e mancanza di pathos, queste immagini hanno la capacità di mettere in evidenza quanto sia fitta la rete di cose ed eventi che accadono ogni istante senza che ce ne rendiamo conto. Le descrizioni perecchiane fanno uscire per un momento dal senso di anestesia sensoriale a cui la metropoli porta spesso159. Tentative d’épuisement d’un lieu parisien va

155

Ibid., p. 10: «Molte, se non la maggior parte di queste cose, sono state descritte, inventariate, fotografate, raccontate o censite. Il mio proposito nelle pagine che seguono è stato piuttosto quello di descrivere il resto: ciò che generalmente non si nota, non viene ricordato, ciò che non ha importanza: quello che accade quando non accade niente, se non il passare del tempo, delle persone, delle macchine e delle nuvole», p.11.

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G. Perec, L’infra-ordinaire, cit., p. 12: «Interrogare quello che ci sembra talmente evidente da averne dimenticata lřorigine. Ritrovare qualcosa dello stupore che potevano provare Jules Verne o i suoi lettori di fronte a un apparecchio capace di riprodurre e trasportare i suoni. Perché è esistito questo stupore, e con esso, migliaia dřaltri, che ci hanno plasmato», cit., p. 13.

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G. Perec, Tentativo di esaurire un luogo parigino, cit., p. 46: «Un uomo si ferma per un attimo a salutare il grosso cane del bar, placidamente allungato davanti alla porta», p. 47.

158 Ibid., p. 54: «Una vecchia signora si fa schermo con la mano per vedere il numero dellřautobus in arrivo

(posso dedurre dalla sua faccia delusa che vorrebbe prendere un 70)», p. 55.

159 È interessante notare come Sigmund Freud nel suo saggio ŖUn ricordo dřinfanzia di Leonardo da Vinciŗ

si soffermi sul diario dellřartista, nel quale è possibile trovare riassunti in brevi frasi alcuni avvenimenti minimi della sua giornata. Freud riconosce in questo atteggiamento la deformazione di una manifestazione affettiva tipica delle nevrosi ossessive. In questi casi dei sentimenti intensi divenuti inconsci attraverso la rimozione vengono spostati su attività insignificanti. Dunque secondo Freud emozioni intense possono

Alessandro Pilo, Il meraviglioso metropolitano e gli spazi-tempi incantati della città, Tesi di Dottorato in

dunque in questa direzione: si osserva con rinnovata attenzione tutto ciò a cui si crede di essere ormai troppo abituati, ciò che egli definisce il rumore di fondo della quotidianità. Perec indaga dunque ciò che è sempre uguale, ciò che nella quotidianità non cambia. Ciò lo distingue pertanto da autori come Cortázar, Aragon o Breton, per i quali è degno dřinteresse ciò che inserisce una nota dřinsolito nella quotidianità metropolitana.

4. Nel catalogare e inventariare con dovizia di particolari ciò che è banale e ordinario,

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