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Horkheimer e Adorno nella loro opera Dialettica dell’illuminismo 53 fissano il mito fondativo dellřuomo occidentale in Ulisse e nella sua resistenza al principio di piacere.

IL MERAVIGLIOSO QUOTIDIANO TRA IRONIA E IDEOLOGIA: LUIS ARAGON E ANDRÉ BRETON

4. Horkheimer e Adorno nella loro opera Dialettica dell’illuminismo 53 fissano il mito fondativo dellřuomo occidentale in Ulisse e nella sua resistenza al principio di piacere.

Odisseo rappresenta lřuomo che decide di non sottomettersi alle potenze divine e ai mostri mitici, degradandoli a superstizioni. Ma come è ben evidente dal passaggio davanti alle Sirene e dalle cime con cui Ulisse ordina di farsi legare, alla maledizione mitica non si sfugge se non sottoponendosi ad altre forme, magari autoimposte, di sottomissione o di auto coercizione. Affermare la propria autonomia contro le superstizioni e le millenarie consuetudini richiede quindi un caro prezzo da pagare. Ulisse deve infatti sopprimere, dentro di sé, tutti quegli impulsi, debolezze o tentazioni che lo porterebbero a deviare da quello che è il suo comportamento di individuo razionale ed emancipato. Per emanciparsi dal dominio delle potenze mitiche e del

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Alessandro Pilo, Il meraviglioso metropolitano e gli spazi-tempi incantati della città, Tesi di Dottorato in

destino, Odisseo deve perciò sottostare a nuove e non meno avvolgenti forme di dominio: il dominio del sé sulla propria istintività e sui propri impulsi. Questa lunga digressione serve a mettere in evidenza come il surrealismo gioca a proporre modelli oppositivi a quelli imperanti e non si riconosce affatto in quel modello di uomo occidentale: se Ulisse può quindi essere visto come il paradigma di una razionalità moderna che, liberatasi dal mito, allo stesso tempo sřincatena con la società, al contrario Aragon sembrerebbe esaltare qualsiasi scelta che comporti lřabbandono al puro principio di piacere. Ad affascinare Aragon è semmai una condotta da anti-Odisseo. Lřattitudine dellřautore francese è quella di chi prova piacere nellřindugiare su tutto ciò che la modernità occidentale avrebbe superato, cancellato o controllato. Sembra fuori dubbio che ci si trova davanti a un ritorno del represso sia razionale che morale. Se Ulisse resiste ai miti e alle superstizioni del suo tempo, Aragon al contrario indugia con piacere su una visione della realtà compenetrata di magia e incanto, in cui è possibile immaginare ciò che lřordine imperante, assolutamente razionale, proibisce perché irragionevole. Ma è soprattutto davanti a impulsi e istinti sensuali che Aragon sembra manifestare maggiormente lřabbandono. Non è un caso che ne Le paysan de Paris Aragon parli in termini decisamente positivi della prostituzione. I passages, nella loro rifunzionalizzazione, iniziarono a essere considerati dal cittadino comune luoghi equivoci e pericolosi proprio per via di una delle varie attività che al loro interno continuava a esercitarsi senza crisi: il meretricio. I passages rappresentavano un Ŗaltroveŗ morale dove i propri impulsi erotici e libidinosi potevano trovare una soddisfazione impensabile in altri piani metropolitani. Aragon sembrerebbe valorizzare come positiva una professione normalmente censurata dal pensiero perbenista borghese. Lřalone di equivocità che circonda il mondo della prostituzione diventa motivo dřattrazione: «Dans tout ce qui est bas, il y a quelque chose de merveilleux qui me dispose au plausir. Avec ces dames, il sřy mêle un certain goût du danger»54

. Aragon stesso non nasconde lřaccusa spesso rivoltagli di mostrare la prostituzione sotto una luce troppo positiva: «On mřaccuse assez volontiers dřexalter la prostitution, et même, car on mřaccorde certains pouvoir sur le monde, dřen favoriser les voies»55

. Certo Aragon, nellřosservare il mondo della prostituzione, sembrerebbe filtrarlo da tutto ciò che ha di degradante. Ciò è evidente quando per esempio minimizza e coglie senza troppa pena lřinadeguatezza di alcune di

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L. Aragon, op. cit., p. 48: «In tutto ciò che è basso, vi è qualcosa di meraviglioso che mi dispone al piacere. Con quelle signore, vi si mescola un certo gusto per il pericolo», p. 42.

55 Ibid., p. 128: «Mi sřaccusa abbastanza volentieri di esaltare la prostituzione e persino, poiché mi

Alessandro Pilo, Il meraviglioso metropolitano e gli spazi-tempi incantati della città, Tesi di Dottorato in

loro, che pur di apparire ancora desiderabili e continuare così a lavorare, sono costrette a mascherare in modo ridicolo il proprio sfiorito aspetto fisico:

Pas une qui frôle lřair comme lřautre. Ce quřelles laissent derrière elles, leur sillage de sensualité, ce nřest jamais le même regret, le même parfum. Et sřil en est qui font monter en moi très dolcemente le rire par la disproportion qui règne entre leur physique médiocre ou burlesque et le goût infini quřelles ont de plaire, elles participent encore de cette atmosphère de la lascivité qui est comme le bruissement des feuilles vertes.

Vieilles putains, pièces montées, mécaniques momies, jřaime que vous figuriez dans le décor habituel, car vous êtes encore de vivantes lueurs au prix de ces mères de famille que lřon rencontre dans les promenades publiques56.

Pur se alcune appaiono ridicole e grottesche, agli occhi di Aragon le prostitute dei

passages sono donne che conducono una vita libera e avventurosa, immuni a tutti i

condizionamenti imposti dalla vita borghese. Aragon vede in esse un positivo modello femminile, sensuale e dalla forte personalità, antitetico a quello per lui insopportabile della madre di famiglia angelo del focolare. Va detto certo che anche la prostituzione descritta da Aragon non era immune a tratti poco moderni. La prostituta aveva ancora una funzione sociale, era una piacevole compagnia con cui intrattenersi a chiacchierare in un caffè. Funzione sociale che di lì a poco sarebbe stata destinata a scomparire. Come nota Sennett57, i clienti avrebbero perso lřabitudine di rimanere per tutta la sera a parlare e bere con le ragazze. La prostituzione si sarebbe ridotta al consumo di una prestazione sessuale a pagamento rapida e privata. Lřattività della prostituzione avrebbe perso così quel gioioso carattere sociale che tanto affascinava Aragon.

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