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Lřincontro tra Oliveira e la Maga avviene in modo casuale per le vie di Parigi, come risultato di una serie di circostanze fortuite Ma la cosa interessante è che

JULIO CORTÁZAR: LA MERAVIGLIA TRA INCONTRI E DISINCONTR

3. Lřincontro tra Oliveira e la Maga avviene in modo casuale per le vie di Parigi, come risultato di una serie di circostanze fortuite Ma la cosa interessante è che

allřoccasionalità dellřincontro non segue una frequentazione basata su appuntamenti e incontri prefissati; al contrario i protagonisti di Rayuela decidono di mantenere fortuiti anche i loro successivi incontri:

Ahora la Maga no estaba en mi camino, y aunque conocíamos nuestros domicilios, cada hueco de nuestras dos habitaciones de falsos estudiantes en París, cada tarjeta postal abriendo una ventanita Braque o

Ghirlandaio o Max Ernst contra las molduras baratas y los papeles chillones, aun así no nos buscaríamos en nuestras casas. Preferíamos encontrarnos en el puente, en la terraza de un café, en un cine-club o agachados junto a un gato en cualquier patio del barrio latino. Andábamos sin buscarnos pero sabiendo que andábamos para encontrarnos86.

La técnica consistía en citarse vagamente en un barrio a cierta hora. Les gustaba desafiar el peligro de no encontrarse, de pasar el día solos, enfurruñados en un café o en un banco de plaza, leyendo-un-libro- más87.

La sicurezza dellřincontro non solo ai due protagonisti non interessa, addirittura sřironizza su chi non la mette in discussione: «la gente que se da citas precisas es la misma que necesita papel rayado para escribirse o que aprieta desde abajo el tubo de

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Ibid., p. 6: «So che un giorno arrivai a Parigi, so che per un certo periodo vissi vite altrui, facendo quel che fanno gli altri e vedendo quel che gli altri vedono. So che uscivi da un caffè di rue du Cherche-Midi e che ci parlammo. Quel pomeriggio tutto andò male, perché le mie abitudini mi vietavano di passare continuamente da un marciapiede allřaltro per guardare le cose più insignificanti nelle vetrine debolmente illuminate di non ricordo più quali strade», Ibid., p. 17.

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Ibid: «Adesso la Maga non era neppure sulla mia strada, e per quanto conoscessimo i nostri indirizzi, ogni vuoto delle nostre due stanze di falsi studenti a Parigi, ogni cartolina come una finestrella Braque o Ghirlandaio o Max Ernst stretta tra le povere modanature e la tappezzeria chiassosa, nonostante questo non saremmo andati a cercarci in casa. Preferivamo incontrarci sul ponte, al tavolino di un caffè, in un cineforum o curvi su un gatto in un qualsiasi cortile del quartiere latino. Camminavamo senza cercarci pur sapendo che camminavamo per incontrarci», Ibid., p. 15.

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Ibid., p. 21: «La tecnica consisteva nel darsi vagamente appuntamento in un quartiere e a una certa ora. A loro piaceva sfidare il pericolo di non incontrarsi, di trascorrere la giornata soli, avendo il muso in un caffè o sulla panchina di una piazza, leggendo-un-libro-in-più», Ibid., p. 40.

Alessandro Pilo, Il meraviglioso metropolitano e gli spazi-tempi incantati della città, Tesi di Dottorato in

dentífrico»88. Sembra dunque evidente che nel reinventare la realtà metropolitana

Rayuela si fa portatrice dřistanze anti-funzionali esattamente opposte a quelle che in

realtà regolano la moderna vita urbana. Se lřabitante della metropoli tende infatti a una condotta blasé, ma soprattutto a ottimizzare il proprio tempo evitandone la dispersione nei tanti e continui stimoli provenienti dal sempre più complesso mondo esterno, nei due protagonisti del romanzo non sembra esserci traccia alcuna di ciò. Al contrario la quotidianità della Maga e di Oliveira è retta da un modus vivendi in cui è possibile fare un uso del proprio tempo non produttivo e proprio per questo estraneo a valori come la puntualità e la precisione. Che in Rayuela lřincontro desiderato non avvenga infatti è tuttřaltro che grave: la caoticità e la sovrastimolazione metropolitana sono piuttosto una risorsa, dato che introducono nella quotidianità nuove possibilità. Possibilità che possono essere considerate dřimpiccio solo da chi tenta di ottimizzare il proprio tempo e regolare la propria vita quotidiana secondo un principio dřutilità: nella logica del romanzo, il mancato incontro con la persona desiderata verrà comunque sostituito da altre attività o altri incontri non previsti ma non per questo meno interessanti. Se ciò da un lato sminuisce lřincontro desiderato, dato che lo rende rimpiazzabile con altri accadimenti inaspettati, dallřaltro il suo realizzarsi nonostante lřassenza di un luogo e unřora precisa dà la sensazione di trovarsi davanti a un evento magico impossibile da spiegare razionalmente:

De acuerdo en que en ese terreno no lo estarían nunca, se citaban por ahí y casi siempre se encontraban. Los encuentros eran a veces tan increíbles que Oliveira se planteaba una vez más el problema de las probabilidades y le daba vuelta por todos lados, desconfiadamente. No podía ser que la Maga decidiera doblar en esa esquina de la rue de Vaugirard exactamente en el momento en que él, cinco cuadras más abajo, renunciaba a subir por la rue de Buci y se orientaba hacia la rue Monsieur le Prince sin razón alguna, dejándose llevar hasta distinguirla de golpe, parada delante de una vidriera, absorta en la contemplación de un mono embalsamado. Sentados en un café reconstruían minuciosamente los itinerarios, los bruscos cambios, procurando explicarlos telepáticamente, fracasando siempre, y sin embargo se habían encontrado en pleno laberinto de calles, casi siempre acababan por encontrarse y se reían como locos, seguros de un poder que los enriquecía89.

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Ibid., p. 6: «La gente che si dà appuntamenti precisi è la medesima che ha bisogno del foglio a righe per scriversi o che preme dal basso il tubetto del dentifricio», Ibid., p. 15.

89 Ibid., p. 21: «Dřaccordo che in quel campo non sarebbero mai stati dřaccordo si davano appuntamento lí

intorno e quasi sempre si incontravano. Gli incontri erano qualche volta così incredibili che Oliveira si proponeva ancora una volta il problema del calcolo delle probabilità e lo rigirava da tutti i lati, con diffidenza. Era impossibile che la Maga decidesse di svoltare quellřangolo di rue de Vaugirard esattamente nel momento in cui lui, cinque isolati più giù, rinunciava di risalire rue de Buci e si orientava verso rue Monsieur le Prince senza alcuna ragione, lasciandosi trasportare fin quando la scorgeva allřimprovviso, ferma davanti a una vetrina, assorta nella contemplazione di una scimmia imbalsamata. Seduti in un caffè ricostruivano minuziosamente gli itinerari, i cambiamenti improvvisi, cercando di spiegarli telepaticamente, fallendo sempre, eppure si erano incontrati in pieno labirinto di strade, quasi sempre finivano per incontrarsi e ridevano come pazzi, certi di un potere che li arricchiva», Ibid., p. 40

Alessandro Pilo, Il meraviglioso metropolitano e gli spazi-tempi incantati della città, Tesi di Dottorato in Y era tan natural cruzar la calle, subir los peldaños del puente, entrar en su delgada cintura y acercarme a la Maga que sonreía sin sorpresa, convencida como yo de que un encuentro casual era lo menos casual en nuestras vidas90.

Come si vede da questi due passaggi, ci si trova davanti a una formazione di compromesso fra reale e irreale. Davanti a degli incontri che avvengono in un dedalo di vie pur senza un appuntamento fisso, da un lato si cerca una spiegazione logica a questi incontri fortuiti così frequenti. Ma dallřaltro si prova un istintivo ritorno del represso nel non sapersele spiegare razionalmente: lo spazio urbano può ancora riservare sorprese. Ad ogni modo sarebbe sbagliato pensare che le istanze antifunzionali di Rayuela si traducono in una esaltazione dellřozio. In questo romanzo e più in generale in tutta lřopera di Cortázar ci si può permettere di spendere enormi energie in modo improduttivo. Ma si tratta ad ogni modo di una personalissima antifunzionalità, affatto priva di meticolosità: la flanerie cortazariana si distingue infatti per un rigore assente ad esempio in Aragon o Breton. Se nei due scrittori appena citati la flânerie è unřattività prettamente oziosa, al contrario il flâneur cortazariano spesso si applica al bighellonaggio con un dispendio di energia, ma soprattutto una meticolosità pari, se non addirittura maggiore, a quella necessaria per qualsiasi attività cosiddetta Ŗseriaŗ. La flânerie cortazariana si trasforma a volte in unřattività tanto, se non più faticosa, di unřattività produttiva:

En fin, no es fácil hablar de la Maga que a esta hora anda seguramente por Belleville o Pantin, mirando aplicadamente el suelo hasta encontrar un pedazo de género rojo. Si no lo encuentra seguirá así toda la noche, revolverá en los tachos de basura, los ojos vidriosos, convencida de que algo horrible le

va a ocurrir si no encuentra esa prenda de rescate, la señal del perdón o del aplazamiento91.

4. Come si è visto nel primo capitolo di questo lavoro, il flâneur, così come lo

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