• Non ci sono risultati.

In Cortázar Buenos Aires sembrerebbe quindi una città che non consente istanze individualiste di libertà; al contrario nel suo spazio urbano sono ancora forti quei valor

JULIO CORTÁZAR: LA MERAVIGLIA TRA INCONTRI E DISINCONTR

10. In Cortázar Buenos Aires sembrerebbe quindi una città che non consente istanze individualiste di libertà; al contrario nel suo spazio urbano sono ancora forti quei valor

borghesi che obbligano lřindividuo a conformarsi a una vita moralmente e socialmente conveniente. Proprio per questo motivo, quasi a sognare di trovarsi da unřaltra parte, Buenos Aires potrà condensarsi con un altro spazio urbano e un altro tempo, la Parigi del XIX secolo: è il caso del racconto ŖEl otro cieloŗ. Il racconto inizia con la rievocazione da parte del protagonista delle gallerie coperte del porteño Pasaje Güemes negli anni ř30 del XX secolo, spazi considerati come malfamati e scandalosi e proprio per questo così sensuali e misteriosi. Il Pasaje Güemes è il luogo dove i languori adolescenziali del protagonista trovano soddisfazione:

Aquí, por ejemplo, el Pasaje Güemes, territorio ambiguo donde ya hace tanto tiempo fui a quitarme la infancia como un traje usado. Hacia el año veintiocho, el Pasaje Güemes era la caverna del tesoro en que deliciosamente se mezclaban la entrevisión del pecado y las pastillas de menta, donde se voceaban las ediciones vespertinas con crímenes a toda página y ardían las luces de la sala del subsuelo donde pasaban inalcanzables películas realistas [...] recuerdo sobre todo olores y sonidos, algo como una expectativa y una ansiedad, el quiosco donde se podían comprar revistas con mujeres desnudas y

135

Ibid., p. 226: «Rammento, con nitidezza senza tempo, i caffè portegni nei quali per alcune ore riuscimmo a liberarci della famiglia, e dei doveri, entrammo in una zona di fumo e di fiducia verso noi stessi e verso gli amici, varcammo la soglia di un qualcosa che ci dava conforto nel precario, ci prometteva una sorta di immortalità. E lì, a ventřanni, pronunciammo la nostra parola più lucida, sapemmo i nostri affetti più profondi, fummo quasi gli dei del mezzo litro di birra e del mezzo avana. Soffitto del caffè, piccolo cielo. La strada, poi, era come unřespulsione, sempre lřangelo con la spada fiammeggiante ecco dirigeva il traffico fra via Corrientes e il corso San Martín. A casa, che è tardi, agli affari, al letto coniugale, allřinfuso di tiglio per la vecchia, allřesame di dopodomani, alla ridicola fidanzatina che legge Vicki Baum e che sposeremo, non cřè scampo», p. 369.

Alessandro Pilo, Il meraviglioso metropolitano e gli spazi-tempi incantati della città, Tesi di Dottorato in anuncios de falsas manicuras, y ya entonces era sensible a ese falso cielo de estucos y claraboyas sucias, a esa noche artificial que ignoraba la estupidez del día y del sol ahí afuera136.

Anche Buenos Aires sembrerebbe quindi offrire luoghi metropolitani incantati straordinariamente simili a quelli parigini descritti da Aragon. Ma una volta cresciuto, il protagonista è destinato a conformarsi a una virtuosa condotta borghese. Egli deve così abbandonare la flânerie per quella scandalosa e poco funzionale Buenos Aires, per entrare suo malgrado in unřaltra città, una Buenos Aires moralmente esemplare:

Mi novia Irma, encuentra inexplicable que me guste vagar de noche por el centro o por los barrios del sur, y si supiera por mi predilección por el Pasaje Güemes no dejaría de escandalizarse. Para ella, como para mi madre, no hay mejor actividad social que el sofá de la sala donde ocurre eso que llaman la conversación, el café y el anisado. Irma es la más buena y generosa de las mujeres, jamás se me ocurriría hablarle de lo que verdaderamente cuenta para mí, y en esa forma llegaré alguna vez a ser un buen marido y un padre cuyos hijos serán de paso los tan anhelados nietos de mi madre137.

Il protagonista non è quindi in grado di compiere delle personali scelte di vita, dato che è troppo forte il peso dei doveri e delle aspettative che incombono su di lui. Per questo motivo, entra in gioco lo spazio immaginario di Parigi negli anni ř70 del XIX secolo, che si sovrappone e condensa su Buenos Aires come in un sogno. Nel racconto si crea infatti un corto circuito, e il protagonista sembra condurre due vite completamente opposte in due tempi e due spazi differenti. Se Buenos Aires rappresenta lo spazio reale in cui scorre la sua vita monotona di giovane agente di borsa inesorabilmente destinato al matrimonio con la fidanzata Irma, nello spazio immaginario di Parigi, città del desiderio e del represso, è possibile sfuggire dalle responsabilità familiari e lavorative, e insieme alla prostituta Josiane sotto lřaltro cielo dei passages parigini vivere una vita che appaga totalmente il principio di piacere. Anche in questo caso, comřè spesso ricorrente nei racconti cortazariani, ci si trova davanti a una denegazione: i personaggi non affrontano mai i loro problemi in modo diretto, al contrario vengono cercate soluzioni trasversali

136

J. Cortázar, Todos los fuegos el fuego, Buenos Aires, Alfaguara, 1995, p. 208: «Qui , per esempio, il Pasaje Güemes, territorio ambiguo dove molto tempo fa venni a togliermi di dosso lřinfanzia come un abito usato. Verso il ř28, il Pasaje Güemes era la grotta del tesoro dove deliziosamente si mescolavano intravisioni del peccato e pastiglie alla menta, dove si strillavano le edizioni della sera con delitti a piena pagina e ardevano le luci della sala del sottosuolo dove venivano proiettati inarrivabili film realisti […] Ricordo soprattutto odori e suoni, qualcosa come unřattesa e unřansia, lředicola dove si potevano comprare riviste con donne nude e annunci di false manicure, e già allora ero sensibile a quel falso cielo di stucchi e di lucernari sporchi, a quella notte artificiale che ignorava la stupidità del giorno e del sole là fuori», p. 566.

137

Ibid., p. 211: «La mia fidanzata, Irma, trova inspiegabile che mi piaccia vagare di notte per il centro o nei quartieri del sud, e se sapesse della mia predilezione per il Pasaje Güemes si scandalizzerebbe senzřaltro. Per lei, come per mia madre, la migliore attività sociale consiste nel sofà del salotto dove avviene quel che è detto la conversazione, il caffè e lřanisette. Irma è la donna più buona e più generosa che conosca, mai mi verrebbe in mente di parlarle di quel che veramente conta per me, e in tal modo riuscirò a essere, una volta o lřaltra, un buon marito e un buon padre i cui figli saranno fra lřaltro i tanto desiderati nipotini di mia madre», p. 566.

Alessandro Pilo, Il meraviglioso metropolitano e gli spazi-tempi incantati della città, Tesi di Dottorato in

molto più complicate che di fatto non risolvono il problema, solo lo negano o cercano di ignorarlo. Anche a Buenos Aires si potrebbe vivere una vita differente, ma piuttosto che emanciparsi dal tipo di vita in cui si sente intrappolato, per il protagonista di ŖEl otro cieloŗ è più facile fantasticare una vita stimolante a Parigi, soddisfacendo così, anche se solo nella propria immaginazione, il desiderio inconscio di qualsiasi abitante periferico: mettere in discussione il proprio contesto originario e spostarsi spazialmente o geograficamente allřinseguimento della centralità spazio-temporale.

Alessandro Pilo, Il meraviglioso metropolitano e gli spazi-tempi incantati della città, Tesi di Dottorato in

CAPITOLO 4

Outline

Documenti correlati