• Non ci sono risultati.

CAPITOLO TERZO Le reti sociali dei richiedenti asilo

2. I risultati della ricerca

2.2 La dimensione delle reti sociali a sostegno dei richiedenti asilo

2.2.1 Chi sono gli alter: tempi e modi della relazione con ego

La rete degli alter che emerge dalla conoscenza dei 30 ego è composta da 551 persone: 370 maschi e 181 femmine.

Grafico XIII – La rete degli alter

Tenendo presente che il campione di ego è composto da 27 uomini e 3 donne, il numero di alter donna con cui gli intervistati mantengono una relazione risulta meno della metà degli alter maschili. Gli uomini hanno, quindi, più relazioni con persone dello stesso sesso. Un altro dato importante è la presenza di nodi con molti alter e nodi con pochissimi alter. Si rilevano reti ego-centrate composte da una fitta rete di contatti giornalieri (65 contatti, 45 contatti, 30 contatti) e coloro che mantengono una o due relazioni quotidiane, al massimo. La polarizzazione tra nodi con una moltitudine di alter e nodi con relazioni scarne riflette le due facce della solita medaglia, per cui a parità di condizioni di vita e di partenza risulta estremamente differente, da un punto di vista quantitativo, la capacità di instaurare relazioni sociali.

76

Grafico XIV – L’età degli alter

L’età degli alter è stata suddivisa in quattro classi: prima classe da 0 a 17 anni; seconda classe da 18 a 24 anni; terza classe da 25 a 39 anni; quarta classe oltre i 40 anni. Gli appartenenti alla prima classe sono 27, alla seconda 226, alla terza 220 e alla quarta 78. Questo dimostra che la frequenza della comunicazione virtuale si concentra all’interno delle due classi intermedie (seconda e terza) che corrispondono alle classi di età maggiormente frequentate dai 30 ego intervistati (18-22; 23-33 anni). Possiamo ipotizzare che i coetanei comunicano tra loro per mezzo delle nuove tecnologie; questo accade sia all’interno della rete di amici, familiari e conoscenti emigrati in Europa sia con coloro che sono rimasti nel continente africano. Per quanto riguarda la rete sociale intercontinentale, l’aspettativa di vita in Africa è più bassa ed è quindi meno frequente trovare tra i contatti dei richiedenti asilo persone over 40; un’altra ragione plausibile è da ricercare nel fenomeno del digital

divide (il divario esistente tra chi ha accesso alle tecnologie dell’informazione e chi ne è escluso, in

maniera parziale o totale), per cui le persone della famiglia d’origine rimaste nei villaggi usano in maniera sporadica forme di comunicazione on line. All’interno della rete degli alter solo 78 individui sopra i 40 anni hanno relazioni virtuali. Gli alter appartenenti alla prima classe sono, invece, un numero esiguo a causa della giovane età; questi soggetti per la comunicazione utilizzano i dispositivi di familiari e amici, tra le 27 persone della prima classe troviamo infatti figli, nipoti, fratelli e sorelle di ego.

77

Grafico XV – Il livello di istruzione degli alter

Il livello di istruzione degli alter è stato suddiviso in: alto, medio, basso e non classificato, nel caso in cui ego non fosse a conoscenza di questa informazione. Un livello alto di istruzione corrisponde a una laurea universitaria o a un diploma di scuola secondaria superiore; il livello medio equivale alla scuola secondaria inferiore e un livello basso alla scuola primaria, a una una scuola coranica o a nessun tipo di istruzione. La classe più frequentata dalla rete degli alter si riferisce al livello più basso ed è composta da 231 persone; la classe media è costituita da 177 soggetti e alla classe alta appartengono 79 individui; tra i non classificati si trovano 64 persone. Da questi dati emerge che le due classi intermedie corrispondenti alla scuola primaria e alla media inferiore sono i più frequenti. Ciò non stupisce e non sorprende data la bassa scolarizzazione tipica del continente africano, soprattutto tra le classi povere le quali non riescono a costruirsi una formazione e spesso scappano in Europa, con mezzi di fortuna, in cerca di un futuro migliore. A sottolineare il carattere omofilo che spesso contraddistingue la formazione dei gruppi, possiamo notare che a bassi livelli di istruzione di ego, ovvero per quasi la metà dei partecipanti, corrisponde un livello basso di istruzione degli alter, ossia quasi la metà dei contatti di ego. Per quanto riguarda invece livelli di istruzione più elevati tra gli alter, la fascia dei laureati è composta soprattutto dai contatti con la popolazione locale; da questo punto di vista, seppur la classe di alter con un alto livello di istruzione sia minoritaria rispetto alle altre, la contaminazione tra classi diverse genera eterogeneità

78 all’interno della rete. Ai dati emersi sui livelli di istruzione corrisponde una condizione lavorativa altrettanto fragile: la rete degli alter è composta da 207 persone con un lavoro, 333 senza un’occupazione e 11 individui non classificabili.

Grafico XVI - La condizione lavorativa degli alter

La maggior parte degli alter risulta inoccupato, come del resto risultano senza lavoro 25 degli ego presi in esame. La rete degli alter è composta in maniera predominante da richiedenti asilo o familiari rimasti in Africa, ambedue queste condizioni non sono favorevoli all’ottenimento di un’occupazione; se compariamo il numero di alter che possiedono un lavoro (207) al numero di coloro che hanno un livello di istruzione basso (231) possiamo ipotizzare che la correlazione di queste due variabili comporti l’assunzione di lavori modesti e poco retribuiti che non prevedono un particolare titolo di studi. L’assenza di lavoro che affligge i 333 alter non facilita, secondo la teoria dei legami forti e deboli di Granovetter, la ricerca del lavoro da parte degli ego. Secondo questa teoria stringere legami forti con individui simili per caratteristiche, attitudini e amicizie non favorisce l’ingresso nel mondo del lavoro, perché gli ego saranno spinti a cercare un’occupazione tra coloro che, in questo caso specifico, non la possiedono e quindi la loro capacità di accesso alle risorse lavorative risulterà limitata. Se invece si instaurano legami più deboli, ma differenziati dal punto di vista economico e sociale, probabilmente la capacità di accedere a risorse diverse dalle

79 proprie potrà generare capitale sociale utile alla ricerca di un lavoro.

Grafico XVII – Il tipo di legame con gli alter

Nella relazione tra ego e alter il legame è di tipo amicale con 427 persone ed è di tipo familiare con i restanti 124 contatti della rete. Per quanto riguarda la supremazia del sistema amicale possiamo ipotizzare che sussista una volontà e una capacità di costruire reti mediante le nuove tecnologie al di fuori della cerchia familiare, alla ricerca di aiuto e sostegno pratico per affrontare le nuove condizioni di vita. Nonostante il supporto, seppur a distanza, della famiglia risulti fondamentale, soprattutto dal punto di vista affettivo, la necessità contingente spinge il nostro campione verso amici e conoscenti in Europa in grado di aiutarli. Da mettere in evidenza, ancora una volta, il digital

divide che colpisce le famiglie rimaste nel Paese di origine con le quali risulta più difficile e meno

frequente l’utilizzo delle nuove tecnologie all’interno del legame relazionale. Ogni contatto con gli

alter da parte di ego presuppone una relazione, una vicinanza affettiva o una semplice conoscenza,

che nonostante la natura forte o debole dell’interazione si mantiene attraverso la comunicazione virtuale.

80

Grafico XVIII – L’intensità del legame

Ciò che risulta dall’indagine è una vicinanza molto forte con 340 alter, forte per 186 soggetti, debole in 24 casi e molto debole in un unico caso. Le due categorie che esprimono una vicinanza affettiva comunque importante (molto forte e forte) riflettono la quasi totalità delle relazioni che intercorrono tra ego e alter; questo dato sottolinea l’importanza della rete virtuale che costruisce e mantiene relazioni cariche di risorse emotive, affettive e talvolta materiali. Inoltre, se consideriamo i dati a seguire, relativi al tempo di conoscenza tra ego e alter, scopriamo che il 35% delle conoscenze, seppur molto recenti (1-12 mesi), sono vissute in maniera molto intensa. Probabilmente, disporre di uno strumento come lo smartphone in grado di trasmettere immagini, video, messaggi vocali e testi scritti contribuisce a innalzare l’intensità della relazione proprio in virtù della sua multifunzionalità capace di creare un ambiente ricco di emozioni e suggestioni. Le immagini e i suoni scambiati sono evocativi di sentimenti in grado di ricreare la presenza e rinnovare la relazione.

81

Grafico XIX – Il tempo della conoscenza

Le relazioni che si instaurano tra gli ego e gli alter rivelano un tempo di conoscenza tra gli attori in gioco singolare e polarizzato. Il tempo della conoscenza è suddiviso in quattro classi di appartenenza: le conoscenze recenti sono circoscritte in un lasso di tempo tra 1 e 12 mesi; le nuove conoscenze da 13 a 35 mesi; le conoscenze di medio periodo da 36 a 60 mesi e le conoscenze di lungo periodo superano i 5 anni. Le classi più frequentate risultano la prima e l’ultima, nelle quali si trovano rispettivamente 195 e 224 alter. Alla prima classe appartengono relazioni nuove, appena nate, che hanno la necessità di essere alimentate e costruite anche attraverso la comunicazione digitale in grado di offrire uno scambio costante non solo di messaggi testuali, ma di immagini, di video e di voci che permettono una conoscenza immediatamente più ricca di particolari; alla classe di lungo periodo appartengono familiari e amici di infanzia ai quali gli ego si rivolgono soprattutto in cerca di un sostegno morale e affettivo e dove lo strumento digitale risulta essere l’unico mezzo per comunicare, vista la distanza geografica. Anche le amicizie nuove sono significative, nell’ipotesi che in questo range di tempo si collochino gli ego arrivati in Italia da 1 a 2 anni (70%, dati Tabella 1) e ancor di più se si prende in considerazione la partenza dal Paese di origine (da 1 a 2 anni fa per il 30% e oltre 2 anni per il 63%, dati Tabella 1). Ciò dimostra che molte delle nuove amicizie sono nate durante il lungo viaggio per arrivare sulle coste italiane o al momento della dislocazione nei vari centri di accoglienza nazionali. Per la classe di medio periodo (36-60 mesi) si

82 suppone che la relazione sia nata durante il viaggio, sempre comparando il periodo di partenza e di arrivo nella fascia oltre i 2 anni (63% degli ego) oppure che i contatti siano frutto di relazioni del passato africano.

Grafico XX – Il segno della relazione con gli alter

Le relazioni mediate dalle nuove tecnologie hanno un valore positivo per 492 alter, un segno negativo per 11 e un valore neutro per 48 alter. Questo dimostra semplicemente che le relazioni mediatizzate di ego sono da circoscrivere in un clima di socialità prevalentemente positivo e che prescindono dal tempo di conoscenza con l’alter. I rapporti recenti e quelli di vecchia data sono comunque valutati in maniera positiva perché rappresentano una relazione che soddisfa ego sia in termini di risorse materiali che immateriali.

83

Grafico XXI – Le applicazioni digitali utilizzate per la relazione con gli alter

La costruzione di reti sociali attraverso l’uso delle nuove tecnologie prevede sia il possesso di uno smartphone sia la capacità di questo dispositivo di supportare le applicazioni volte alla comunicazione tra gli utenti. Per questo motivo sono state prese in esame le applicazioni con questa precisa funzione dialogica. WhatsApp risulta essere la più utilizzata tra le applicazioni di messaggistica istantanea. Gli alter che la utilizzano sono 444, mentre gli altri 107 sono utenti di Imo, Messenger e Viper che sono state denominate “Altro”. La popolarità di WhatsApp, che verrà analizzata e approfondita nei paragrafi seguenti, è dovuta alle sue caratteristiche di immediatezza, multifunzionalità, facilità e rapidità di apprendimento e di trasmissione dei messaggi. Rispetto alla costruzione di reti sociali la capacità di creare gruppi con una moltitudine o un numero circoscritto di contatti conferisce a WhatsApp un ruolo sociale e di intermediazione affettiva fondamentale per qualsiasi tipo di relazione che si intende costruire o mantenere. WhatsApp sembra portare con sé quel senso di comunità che sopravvive con fatica dentro le città e i quartieri, oltre ad avere la capacità di colmare le distanze geografiche, emotive e relazionali. L’opportunità di creare social

group assolve sia alla mancanza di relazioni dal vivo sia al rafforzamento di quelle vissute nel

quotidiano. La vista delle immagini e l’ascolto di una voce riescono, infatti, ad amplificare i lineamenti di una relazione. La comunicazione mediatizzata è valida e diffusa sia all’interno della rete degli alter che si frequentano dal vivo, composta da richiedenti asilo, operatori e nuovi amici,

84 sia tra coloro che sono impossibilitati a vedersi, come familiari e amici rimasti in Africa, amici e compagni di viaggio che risiedono in altre città italiane ed europee.

Grafico XXII – Il tempo della comunicazione on line

La comunicazione digitale tra gli ego e gli alter permette la costruzione e il mantenimento di relazioni affettive e sociali; il tempo impiegato sui social groups è un tempo destinato, anche alla costruzione di reti sociali ed è stato suddiviso in 3 classi espresse in minuti trascorsi sulle applicazioni durante il giorno. La permanenza in rete con gli alter varia da 5 a 30 minuti (classe 1); da 31 a 60 minuti (classe 2); oltre un’ora (classe 3). Alla prima classe appartengono 427 alter, alla seconda classe 82 e alla terza i restanti 42 alter. Il primo dato significativo che emerge è l’assunzione di un tempo quotidiano, qualunque esso sia, dedicato alla comunicazione. Gli ego in relazione con la rete degli alter non rinunciano a questo spazio di comunicazione. La relazione tra lo spazio e il tempo costruisce la relazione e la rafforza. Se consideriamo che per almeno 20 ego la rete delle relazioni varia dai 10 ai 20 contatti giornalieri il tempo trascorso in chat diventa rilevante nell’arco della giornata; in media un ego con 20 contatti trascorre quotidianamente circa 10 minuti in chat con ciascun contatto, quindi il tempo trascorso sulle applicazioni è superiore alle 3 ore giornaliere. Questo dato aumenta se aumentano i contatti e la classe di tempo alla quale ci riferiamo. Questo dato dimostra, ancora una volta, la facilità e l’estrema portabilità dei mezzi di

85 comunicazione a disposizione. Il tempo della relazione non è più legato alla ricerca di una cabina telefonica, di una postazione digitale o di un phone-center, il bisogno di interazione può essere soddisfatto in ogni momento della giornata. La variabile tempo in chat è a tutti gli effetti un complemento del periodo di attesa vissuto dai partecipanti alla nostra ricerca.

Grafico XXIII – Frequenti personalmente i tuoi contatti telefonici?

Gli alter che non si frequentano e che quindi mantengono una relazione virtuale sono 307; mentre 244 sono coloro che, oltre a comunicare via smartphone, si frequentano per svolgere insieme attività di vario genere. Questi dati ci forniscono una leggera tendenza a comunicare maggiormente con coloro che non è possibile frequentare perché rimasti in Africa o emigrati in altre parti d’Europa o trasferiti in altri centri di accoglienza in Italia. Nella rete degli alter la frequenza dal vivo è impossibile a causa della distanza geografica che lega questi rapporti e difficile per tutti coloro che vivono in Italia. Se un richiedente asilo intende spostarsi per motivi personali in un’altra città italiana, in visita a un amico o un parente, deve intraprendere un iter burocratico che prevede l’invio di una richiesta di allontanamento dalla struttura di accoglienza almeno 15 giorni prima del viaggio e l’attesa della risposta da parte della prefettura di competenza. Inoltre, a condizionare le possibilità del viaggio c’è la mancanza di risorse economiche legata, a sua volta, allo stato di inoccupazione. Le caratteristiche specifiche come lo status giuridico e il sistema di accoglienza risultano gli

86 elementi che influenzano ogni aspetto della vita di un richiedente asilo, ponendo condizioni, divieti, limitazioni e attivando capacità di adattamento e sopravvivenza.

Tabella 3 – Le attività svolte con gli alter

TIPO DI ATTIVITA’ Numero

partecipanti %

Accoglienza 25 10.2

Accoglienza e tempo libero 1 0.4

Sport 13 5.3

Sport e scuola 1 0.4 Sport e tempo libero 12 4.9

Chiesa 1 0.4

Ciclofficina 2 0.8

Danza 2 0.8

Danza e tempo libero 21 8.6 Danza, tempo libero e volontariato 1 0.4

Scuola 10 4

Scuola e tempo libero 15 6.1 Scuola, tempo libero e ciclofficina 1 0.4 Scuola, tempo libero e volontariato 2 0.8

Teatro 1 0.4

Teatro e tempo libero 4 1.6 Tempo libero 131 53.6 Tempo libero e volontariato 1 0.4

Quando invece la frequentazione è resa possibile dalla vicinanza territoriale le attività svolte nella rete dei 244 alter sono molteplici e si sovrappongono. Spesso capita che la frequentazione abbia luogo per motivi scolastici, per le attività di volontariato e di inclusione sociale offerte dal territorio, per giocare a calcio o semplicemente per passare insieme il tempo libero. Il valore numerico più significativo è quello relativo alla quantità di persone che si frequentano esclusivamente per l’attività di tempo libero (53,6%). Presumibilmente questo accade perché molti degli alter con cui viene instaurata una relazione sono richiedenti asilo con molto tempo libero a disposizione a causa della propria condizione giuridica. Il secondo dato in ordine di grandezza è riferito alla relazione con gli operatori dei centri di accoglienza (10,2%). Questa relazione, seppur presente nella vita reale e quotidiana di tutto il nostro campione, non è sempre inserita in un rapporto di intermediazione virtuale che presuppone lo scambio del contatto telefonico e forse di una relazione

87 più stretta tra operatore e utente. Si può ipotizzare che la scelta di non comunicare via telefono sia una decisione determinata da motivazioni professionali e di gestione dell’utenza da parte degli operatori dei servizi. Questo dato è però singolare poiché non si sovrappone alle altre attività emerse come scuola, sport o percorsi di inclusione, ossia gli ego che frequentano gli operatori sembrano non svolgere altre attività. Mentre coloro che praticano sport, danza, teatro e frequentano la scuola in maniera continuativa svolgendo più attività contemporaneamente hanno relazioni più eterogenee e un capitale sociale maggiore per il raggiungimento del proprio benessere.