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BOOK OF ABSTRACT
S04-T13/2
Servizio sociale e cooperazione internazionale: Verso una cittadinanza condivisa
Cooperazione internazionale, ong, sviluppo, diritti umani, cittadinanza condivisa
Argento Gabriella – [email protected] Assistente sociale, Università degli studi di Palermo
Di Rosa Roberta Teresa
L’attuale processo di globalizzazione fa sì che il confine tra locale e globale si sia gradualmente assottigliato; ne consegue che il “cambiamento” del quale il servizio sociale è portavoce non può esaurirsi all’assetto nazionale, ma è chiamato a proiettarsi anche verso realtà extraoccidentali e dunque a considerare il mondo della cooperazione internazionale. Tuttavia, tendenza diffusa in molti di tali progetti è di focalizzare più la dimensione economica, contraddicendo così l’odierna idea di sviluppo che sulla base delle teorie di Sen integra simultaneamente aspetti economici, sociali, culturali e politici. È dimostrato, infatti, che qualsiasi progetto di sviluppo genera effetti positivi e duraturi solo se frutto della concertazione di professionalità diversificate, comprese quelle di servizio sociale. L’assistente sociale, infatti, come promotore di sviluppo, può migliorare la qualità di tali interventi e contribuire alla realizzazione di uno sviluppo di fatto fondato sui diritti umani (Di Rosa R.,2013 ) .
Interessanti in tal senso, sono i risultati della ricerca “Assistente sociale ed ONG italiane: il ruolo emergente del servizio sociale”, che ha coinvolto tutte le ONG italiane, considerate componenti per eccellenza della cooperazione italiana. Attraverso dei questionari semi-strutturati somministrati ai rappresentanti di tali ONG, si è voluto investigare rispetto a: regioni di appartenenza delle ONG, iscrizione ad una delle federazioni di ONG (FOCVIS, COCIS e CIPSI), principali Paesi di azione, presenza di assistenti sociali e settori di intervento (Argento G., 2011) . Una parte di tale lavoro, inoltre, di tipo qualitativo, ha riportato delle buone prassi di servizio sociale con un focus sulle funzioni e modalità di azione dell’assistente sociale in realtà del sud del mondo.
La lettura dei dati della ricerca ha fornito interessanti spunti di riflessione circa la necessità e l’opportunità di consolidare la presenza degli assistenti sociali nel panorama della cooperazione internazionale. Occorre realizzare un cambiamento sinergico e multidimensionale che coinvolga dal mondo accademico alle politiche macrosociali, al fine di ampliare il servizio sociale verso nuovi orizzonti di senso ed esperienza e concorrere alla costruzione di una giustizia globale ed una cittadinanza condivisa.
TITOLO
AUTORI PAROLE CHIAVE
ABSTRACT ID ABSTRACT
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BOOK OF ABSTRACT
S04-T13/3
Mio, nostro e altro tempo. La Metafora temporale nel Servizio Sociale
Tempo, identità, metafora, mancanza di tempo, paradosso
Raimondo Valentina – [email protected] Assistente sociale, Asl Toscana Centro
Il presente lavoro di ricerca costituisce elaborato finale della Laurea Magistrale in Servizio Sociale. È necessario occuparsi di tempo e Servizio sociale perché l’assistente sociale si trova costantemente in una posizione di mediazione tra quelli che sono i tempi delle istituzioni, degli individui e della professione. Proprio in questa direzione nasce l’idea della metafora del tempo; il tempo diventa quel contenitore naturale, all’interno del quale si possono inserire significati, scelte di senso e compiti, ma anche incontrare, negoziare ed entrare in relazione: in altre parole diviene quel luogo dove ogni individuo costruisce la propria biografia. Per il Servizio Sociale il tempo assume il significato di spazio entro il quale il processo di vita della persona e il processo di aiuto dell’assistente sociale, inteso come sequenza di azioni professionali significative, entrano in relazione costruendo altrettanti processi di inclusione sociale. La metodologia di ricerca adottata è l’intervista in profondità. L’analisi è su tre gruppi di interviste (2005-2012). Il primo ha un campione di 5 assistenti sociali operanti in diverse aree ma con esperienza consolidata. Il secondo, è composto da quattro assistenti sociali diversi nel genere e nella posizione contrattuale. Il terzo di interviste tiene conto dei risultati ottenuti fino a quel momento e ha un campione di genere femminile, operante in aree diverse ma con esperienza diversa. I risultati ottenuti possono essere riassunti in 3 ambiti:
1. è stato possibile compiere un’analisi della strutturazione dell’identità dei soggetti che accedono ai servizi attraverso le narrazioni sulla gestione del tempo di vita quotidiana e la loro idea di urgenza
2. è stata compiuta un’analisi su quale sia l’idonea strutturazione temporale del processo di aiuto al fine del raggiungimento degli obiettivi fissati
3. è stato possibile intraprendere una riflessione sull’identità professionale e cosa si cela dietro alla costante sensazione della mancanza di tempo
Risultato finale e inatteso è il passaggio da metafora temporale a paradosso temporale; marginali e assistenti sociali soffrano dello stesso disordine temporale dato da una presentificazione operativa del metodo professionale. TITOLO AUTORI PAROLE CHIAVE ABSTRACT ID ABSTRACT
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S04-T13.D/1
La valutazione dell’adolescente consumatore di alcool. Una comparazione fra servizi sociali pubblici, non specialistici, in Italia e Svezia
Alcool, adolescenti, assessment, italia, svezia
Guidi Paolo – [email protected] Docente a contratto, Università di Genova
Di Placido Matteo
Il consumo di alcool nelle società contemporanee desta crescenti preoccupazioni sia in ambito sociale che di salute pubblica. Gli adolescenti europei iniziano a consumare alcolici sempre più precocemente, comportamento percepito come problematico per le sue conseguenze sociali e l’impatto sulla salute individuale.
Questo fenomeno ha forti ripercussioni sui professionisti che lavorano con le famiglie ed i minori nei servizi sociali pubblici, in particolare quando il consumo di alcool non è parte centrale del mandato istituzionale. Questa ricerca evidenzia come il problema del consumo giovanile di alcool viene percepito da assistenti sociali impiegati nei servizi pubblici locali in fase di primo accesso ai servizi. La ricerca si basa su una comparazione cross-nazionale fra Italia e Svezia al fine di confrontare come gli assistenti sociali italiani e svedesi valutano in fase di primo accesso di un minorenne con problematiche relative al consumo di alcool. Inoltre la ricerca evidenzia come aspetti culturali e prassi di consumo consolidate possono influenzare la percezione e la modalità di attivazione del servizio da parte degli assistenti sociali.
Trentacinque operatori, italiani e svedesi, hanno risposto ad un questionario che presentava la storia di una famiglia con una figlia adolescente che fa uso di alcool. La storia è evolutiva in quanto presenta ai rispondenti tre diversi momenti della vita famigliare. I partecipanti sono stati successivamente invitati a focus groups per discutere i principali aspetti emersi dalle valutazioni.
I risultati mostrano differenze significative fra i due gruppi di operatori. Gli assistenti sociali italiani sono in generale più preoccupati del comportamento della ragazza e maggiormente interventisti. Gli assistenti sociali svedesi considerano il consumo della ragazza ascrivibile ad un quadro di “normalità” almeno nelle prime due fasi della storia.
La valutazione dei professionisti pare uniformarsi alla cultura nazionale condivisa in merito al consumo di alcool e alle aspettative di relative al comportamento di genere, mostrando tendenze chiare in entrambi i gruppi di professionisti.
Inoltre le risposte degli assistenti sociali italiani rivelano l’esistenza di una rete di servizi più “frammentata”, che individua meno chiaramente degli svedesi il contesto entro cui l’adolescente con problemi di consumo vada accolto e trattato. TITOLO AUTORI PAROLE CHIAVE ABSTRACT ID ABSTRACT