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BOOK OF ABSTRACT
S01-T14M/2
Proviamo insieme?
Autobiografia, resilienza, reinserimento, autoconsapevolezza, confronto
Lorenzetti Daniela – [email protected] Assistente sociale / docente a contratto, Sapienza università di Roma
Quondamatteo Vittoria, Varone Alfredo, D’Angelo Lia, Pistilli Martina, Giralucci Luna
La ricerca-azione si sviluppa come segmento interno al progetto Percorsi innovativi di inclusione sociale e pari opportunità per minori e giovani” che ha come obiettivo generale l’inclusione di giovani fragili attraverso percorsi sia laboratoriali finalizzati all’empowerment che di ascolto ed orientamento all’interno della Casa Circondariale Femminile di Rebibbia e dell’Istituto Penale Minorile di Casal del Marmo, in Roma, dal 20 novembre 2016 al 20 aprile 2017.
La metodologia utilizzata si rifà alla Diagnostic Research-Action di Lewin dove l’aspetto diagnostico del contesto viene integrato nel processo stesso della ricerca-azione volta alla risoluzione di problemi di interazione interpersonale, al miglioramento delle dinamiche gruppali, all’autoconoscenza consapevole.
La prima fase ha previsto gli incontri con le Direzioni delle carceri, la costruzione di alleanze con gli educatori, l’individuazione dei gruppi da coinvolgere.
IPM Casal del Marmo: sono stati individuati 8 maschi di età tra i 14 e i 18 anni (3 italiani, 3 egiziani, 1 marocchino, 1 romeno) programmati 10 incontri di 2 ore ciascuno, al 21 dicembre si ne sono svolti 3 con 24 presenze; l’obiettivo è di raccogliere le storie individuali, fornendo uno spazio collettivo di confronto e di riflessione attraverso modalità verbali ed espressivo/creative.
Casa Circondariale femminile Rebibbia: spazio settimanale di 2 ore rivolto a detenute dai 18 ai 28 anni con un approccio sociale e psicologico individualizzato con l’obiettivo di lavorare rispetto al reinserimento nel contesto di provenienza con una maggiore consapevolezza di sé e delle proprie potenzialità e risorse. Dal 23 novembre al 14 dicembre, 4 dei 20 incontri previsti, hanno usufruito dello spazio con accesso spontaneo 20 donne, di queste 8 prossime al fine pena, 7 della sezione Nido detenute con figli o da poco senza, 5 con una pena medio-lunga. Casa Circondariale femminile Rebibbia: laboratorio autobiografico rivolto a donne, prevalentemente Rom, tra i 18 e i 28 anni, prossime al fine pena con l’obiettivo di rielaborare il percorso di vita, ridisegnandolo nel confronto con il gruppo.
E’ previsto il monitoraggio in itinere e la valutazione finale.
I 3 laboratori della ricerca-azione vogliono favorire l’empowerment e le capacità resilienti delle/dei partecipati, rafforzare gli strumenti professionali degli operatori impegnati nell’inclusione di persone fragili e sperimentare metodologie di intervento efficaci.
TITOLO
AUTORI PAROLE CHIAVE
ABSTRACT ID ABSTRACT
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S01-T14M/3
Il lavoro di rete nella giustizia minorile
Minori, lavoro di rete, teoria, pratica, esperienza
Albano Maria Carmela – [email protected] Operatore sociale
Il seguente elaborato s’incentra sul lavoro di rete che i Servizi della Giustizia Minorile, in particolare, l’Ufficio Servizi Sociali per Minorenni di Reggio Calabria, promuovono sul territorio. Nello specifico, si analizza l’esperienza del campo scuola che si tiene ogni anno presso il soggiorno S. Paolo a Cucullaro (Gambarie d’Aspromonte,RC), con l’intento di fornire un quadro preciso degli obiettivi,dei metodi e della cultura professionale che gli assistenti sociali dell’U.S.S.M. propongono e sperimentano durante determinati eventi educativi. Attraverso le interviste somministrate, sia agli assistenti sociali sia ai ragazzi presi in carico, si esamina l’esperienza del campo scuola, snocciolandone i punti critici e i punti di forza e analizzando il grado di incidenza della partecipazione ad eventi di tale portata sulla riuscita del percorso rieducativo.
L’elaborato proposto ha l’obiettivo di dimostrare come la creazione di reti di solidarietà stia iniziando a dare i propri frutti nel territorio reggino. Per questo, si vuole descrivere e promuovere questo tipo di modalità operativa, con riferimento a due teorie: quella sistemica-relazionale di Goldstein e quella sul lavoro di rete di Folgheraiter; applicandole al contesto della Giustizia minorile esaminato, con specifico riferimento alle sfere di competenza degli attori coinvolti, potremmo ottenere un modello d’azione che vede intersecarsi più sistemi contemporaneamente. Tutti gli organismi istituzionali preposti alla tutela dei minori dovrebbero agire abitualmente come reti anche se questo, di fatto, non sempre avviene: essi si connettono tra loro, di solito, sulla base delle proprie sfere di competenza, creando delle correnti bidirezionali che permettono l’azione simultanea sulla situazione problematica, rimanendo però, comunque divisi. Questo modus operandi da vita ad interventi “d’emergenza” che pur affrontando il problema nell’immediato, non permette la ricomposizione della devianza minorile in sé.
Se, invece, si ipotizzasse un sistema di connessioni in cui ogni ambito di competenza si sovrappone e si interseca all’altro, si creerebbe davvero la sinergia fra i vari servizi. Nel punto in cui l’azione di due servizi si muove simultaneamente si ha l’integrazione, ma se tutti i servizi che si occupano dei minori agissero in questo modo, si creerebbero delle aree comuni che permetterebbero di raggiungere il miglior risultato possibile, ossia la giustizia sociale. TITOLO AUTORI PAROLE CHIAVE ABSTRACT ID ABSTRACT
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S01-T14M/4
Il parricidio commesso da minorenni in italia: analisi del fenomeno 1989/2005
Parricidio, famiglia, violenza, adolescenza, giustizia
Armenise Cecilia – [email protected] A.S. Specialista, Funzionario della professionalità di servizio sociale./Docente a contratto di “Principi, fondamenti e metodi del servizio sociale”, U.S.S.M. BARI (Dip. Giustizia Minorile e di Comunità)./ Dip. Scienze Politiche, Università degli Studi di Bari
AREA D’INDAGINE: parricidio commesso da minorenni in Italia dal 1989-2005, analisi quanti-qualitativa del fenomeno e focus sui dati processuali, in particolare sull’applicazione della Messa alla prova. Aggiornamento al 2005 di un lavoro di Tesi di laurea Sperimentale (2001, Università degli Studi Trieste, CdL in Servizio Sociale), che analizza il periodo 1989/1999. METODI DI RICERCA-STRUMENTI UTILIZZATI: a) RICHIESTA all’A.G.M.-Tribunali per i Minorenni e Procure della Repubblica Minorili- del dato numerico; b) QUESTIONARIO somministrato agli AS degli U.S.S.M. interessati dalla casistica, suddiviso in sezioni, strutturato su 37 item; c) INTERVISTE telefoniche agli A.S. referenti. La ricerca è corredata di GRAFICI/SCHEDE DESCRITTIVE dei casi, di cui 2 seguiti dall’autrice. RISULTATI-CONCLUSIONI DELLA RICERCA: la prospettiva adottata colloca il parricidio nella cornice della violenza domestica. Il parricidio commesso da minorenni, come osservato da studi precedenti (G. De Leo, G. Bollea, G. Giorda) e dalla letteratura (N. Schipkowensky -parricidio riparatore-, E. Tanay- parricidio reattivo), e confermato dalla presente ricerca, presenta elementi peculiari, anche legati alla fase evolutiva: la tipologia delle motivazioni, la maggiore tensione che unisce padri/figli, la non correlazione significativa con la malattia mentale e con la devianza (di solito il parricidio è il primo e unico reato). Pur essendo un fenomeno statisticamente ridotto, il parricidio è l’esito di un processo che fonda su un substrato talvolta comune a famiglie ‘normali’, in cui, sebbene poco ‘visibili’, sono presenti dei ‘prodromi’ dell’avvenimento (C. Malmquist). Il passaggio all’atto, fortunatamente, si verifica di rado, ma il disagio dell’adolescente in situazioni familiari disfunzionali può sfociare in disturbi psichiatrici e esprimersi in condotte autolesionistiche. In tal senso, il parricidio potrebbe leggersi come una sorta di ‘acting in’, in altri termini, un “suicidio mancato” (Ochonisky). Sono chiare le implicazioni preventive. La ricerca, infine, fornisce spunti utili ai fini trattamentali, sulla base dei risultati emersi dall’analisi del fenomeno e dei dati processuali.
TITOLO
AUTORI PAROLE CHIAVE
ABSTRACT ID ABSTRACT
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S01-T15/1
Welfare generativo e servizio sociale
Welfare generativo, servizio sociale, formazione, innovazione
Vecchiato Tiziano – [email protected] Direttore, Fondazione Emanuela Zancan onlus
Braida Cristina, Zambello Mirella
L’analisi dei modelli di welfare è stata approfondita dalla Fondazione Zancan con studi ad hoc (Vecchiato T., a cura di, 2005, Sistemi regionali di welfare, Fondazione Zancan, Padova.) e con i rapporti annuali sulla povertà in Italia (dal 1997). I fondamenti teorici e metodologici e i potenziali del welfare generativo sono delineati nei quattro rapporti pubblicati dal 2012 al 2015 (il Mulino). Hanno suscitato notevole interesse in Italia e in altri paesi, testimoniati da articoli e tesi di servizio sociale e di dottorato in cui gli autori approfondiscono il futuro della professione nei servizi, valorizzando il concorso al risultato e le capacità delle persone.
Metodi
Sono stati realizzati: studi ad hoc per riconoscere le capacità e potenzialità delle famiglie povere con figli; sperimentazioni sugli esiti che si possono conseguire con pratiche generative rispetto alle pratiche tradizionali; seminari di ricerca con varie università (Scuola Sant’Anna di Pisa, Università Cattolica, Università di Padova…) per approfondire i profili giuridici, tecnico professionali, formativi. Sono state seguite e raccolte numerose tesi in cui gli studenti hanno approfondito sul campo i potenziali professionali e strategici delle pratiche generative. Risultati
Il primo risultato è la ricca documentazione raccolta da studenti che si misurano con il problema e le possibili soluzioni. I risultati delle ricerche ad hoc documentano in modo quantitativo e qualitativo le possibilità a disposizione per innovare le pratiche nei sistemi locali di welfare. Le monografie dei seminari documentano i potenziali di studio e ricerca in diverse aree disciplinari con riferimento a metodologia professionale, questioni giuridiche, economiche, valutazione di esito, costo/efficacia, impatto sociale.
Implicazioni per la pratica del servizio sociale e conclusioni
I risultati della ricerca indicano il campo di studio e sperimentazione a disposizione di studenti e ricercatori. La pubblicazione dei risultati e la loro condivisione in diversi setting ha accelerato la fruibilità delle conoscenze e la loro implementazione. Su questa base potranno essere incoraggiati investimenti professionali ed economici (di finanza solidale) per valutare l’impatto sociale delle pratiche generative.
TITOLO AUTORI PAROLE CHIAVE ABSTRACT ID ABSTRACT