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BOOK OF ABSTRACT
S04-T13.D/2
La mindfulness nel trattamento di disturbi da uso di sostanze: uno studio fenomenologico dell’esperienza di assistenti sociali svedesi
Mindfulness, mbis, fenomenologia, trattamento di disturbi da uso di sostanze, servizio sociale
Di Placido Matteo – [email protected] Ricercatore
Abstract
La mindfulness e le mindfulness-based interventions (MBIs) sono state applicate in molte discipline tra cui la medicina comportamentale, la psichiatria, fino alla psicologia ed al servizio sociale. La ricerca sulla mindfulness e sulle MBIs continua ad evidenziare l’efficcia ed i benefici delle MBIs nel trattamento di un ampio numero di condizioni cliniche. Ad ogni modo l’applicazione della mindfulness nel campo del servizio sociale è a suoi esordi e tra le più recenti aree della sua applicazione figura il trattamento di disturbi da uso di sostanze. La ricerca corrente è però basata su pilastri epistemologici e metodologici in contrasto con la natura esperienziale della mindfulness, e permette quindi solamente uno studio parziale del fenomeno, essendo primariamente orientata alla valutazione dell’efficacia della mindfulness e delle MBIs o nella ricerca di supposti meccanismi neurologici. Lo scopo di questo progetto è di utilizzare l’esperienza di cinque assistenti sociali svedesi per comprendere l’influenza della mindfulness nella relazione d’aiuto di servizio sociale, ed esplorare i vantaggi e le sfide che le MBIs offrono nel trattamento di disturbi da uso di sostanze nel contesto svedese. Lo scopo è perseguito utilizzando un disegno di ricerca basato sulla fenomenologia descrittiva di Husserl sia nei confronti del metodo di intervista utilizzato sia del taglio analitico applicato al materiale raccolto. I risultati principali di questa ricerca suggeriscono: (a) il coerente utilizzo della fenomenologia descrittiva di Husserl nel teorizzare la mindfulness e le MBIs all’interno della relazione di aiuto di servizio sociale; (b) il ruolo del corpo come strumento primario nel processo di comprensione della propria situazione emotiva e cognitiva; (c) il potenziale ruolo di alternativa ideologica che le radici filosofiche della mindfulness offrono al modello di zero tolleranza che caratterizza la politica sulle droghe svedese; (d) per i suoi praticanti, siano essi assistenti sociali o clienti, il ruolo della mindfulness si estende ben oltre la dimensione di metodologia di intervento.
TITOLO
AUTORI
PAROLE CHIAVE
ABSTRACT ID ABSTRACT
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BOOK OF ABSTRACT
S04-T13.D/3
Camminando tracciamo il sentiero: ricerca sul coinvolgimento dei familiari nel trattamento dei tossicodipendenti
Trattamento, familiare, tossicodipendenti, ricerca, clinica
Mazzi Rosita – [email protected] Assistente sociale, Ausl Reggio emilia
Lavoro da oltre dieci anni nel servizio per le tossicodipendenze e sono ancora qui, come un sopravvissuto! lo scorso anno iniziai a lavorare attorno ad un’idea “bruciante” : intraprendere una riflessione sistematica sull’importanza del lavorare coi familiari dei pazienti in trattamento.
Background ed obiettivi
Sono partita dalla tesi che il coinvolgimento dei genitori o di altri familiari possa migliorare i risultati di outcome dei pazienti ( tesi verificata nell’esperienza clinica mia e di altri professionisti , ma non sistematicamente dimostrata). Il tipo di dipendenza che ho analizzato nella ricerca e quella di medio/ lungo termine e da sostanze illegali cosiddette “pesanti”; l’analisi ha considerato due anni di trattamento nel ser.t dove lavoro
Metodologia
Ho standardizzato ed elencato i problemi più ricorrenti trattati , con quale frequenza tali problemi si sono presentati nelle famiglie studiate , nonchè le stategie terapeutiche più utilizzate per trattarli da parte degli assistenti sociali.
Ho selezionato 31 casi di tossicodipendenti trattati per 2 anni (2012 2013) e i relativi componenti familiari , solo genitori per l’esattezza per un totale di 51 persone , che hanno fruito del trattamento.
La scelta della variabile del campione è stato l’utilizzo del trattamento familiare insieme a quello individuale e il relativo utilizzo di uno specifico modello di valutazione e di terapia.
Risultati
La ricerca conclude che il livello di miglioramento ( comprensivo di “migliora” e “viene dimesso” confrontate con “peggiora” o “abbandona”) è superiore del 35% se la famiglia e stata trattata.
Discussioni e conclusioni.
I risultati di questa ricerca sono estremamente stimolanti. Questo piccolo campione , importante più dal punto di vista qualitativo che quantitativo, dimostra che la famiglia è un elemento essenziale nel trattamento della tossicodipendenza. TITOLO AUTORI PAROLE CHIAVE ABSTRACT ID ABSTRACT
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S04-T13.V/1
Azioni delle organizzazioni a prevenzione degli episodi di violenza verso gli Assistenti Sociali
Organizzazioni, prevenzione, strategie
Moreschini Giulia – [email protected]
Laurea specialistica in Progettazione, Gestione e Valutazione dei Servizi Sociali
Peris Cancio Lluis Francesc
Titolo: Azioni delle organizzazioni a prevenzione degli episodi di violenza verso gli Assistenti Sociali. (Tesi di ricerca Cdl magistrale LM87).
Autore: Giulia Moreschini, Relatore Prof. Lluis Francesc Peris Cancio Soggetto relatore: Giulia Moreschini, Lluis Francesc Peris Cancio Parole chiave: organizzazioni, prevenzione, strategie
Area tematica:Servizio sociale e organizzazioni Area d’indagine: Sicurezza sul lavoro
Metodi di ricerca: Il lavoro analizza le azioni delle organizzazioni a prevenzione degli episodi d’aggressività degli utenti verso gli assistenti sociali, mediante un’indagine che coinvolge 24 professionisti. Lo strumento di rilevazione utilizzato è quello dell’intervista semi-strutturata, somministrata agli assistenti sociali da maggio ad agosto 2016. Il reclutamento è avvenuto con campionamento a valanga.
Risultati: Gli strumenti organizzativi per la prevenzione della violenza si dividono in strategie: informali, come collaborazione tra dipendenti e il passaggio di caso al collega e, strategie formali come il servizio di vigilanza, presente in modo stabile in alcune realtà e il servizio di accoglienza degli utenti, con figure deputate alla loro ricezione. Sono formali le strategie di gestione dello spazio fisico dei luoghi di lavoro. Lo spostamento dei servizi sociali, da stanze isolate ad altre limitrofe al resto degli uffici, contribuisce a ridurre il rischio di aggressione. Implicazioni per la pratica dei Servizi Sociali: Le strategie di prevenzione della violenza sono diverse. L’attenzione delle organizzazioni di lavoro alle esigenze degli assistenti sociali è propositiva, poiché i professionisti vivono gli agiti violenti e acquisiscono un sapere esperienziale, utilizzabile per prevenirli. È fondamentale, poi, che le organizzazioni sottolineino il mandato istituzionale dell’assistente sociale, affinché le persone riconoscano nel singolo professionista sempre più l’ente per cui lavora. Altra azione è quella di rafforzare il servizio di vigilanza, attivandolo ove non presente. Strumento idoneo alla gestione delle conseguenze delle aggressioni è quello dei gruppi di auto-mutuo-aiuto di sostegno agli aggrediti, per la rielaborazione dell’accaduto e la costruzione di spazi di riflessione sul tema.
Conclusioni: Per far sì che ci siano azioni organizzative preventive efficaci, è tanto importante strutturare strategie d’intervento, quanto necessario costruire una logica sottostante che le sostenga e ne garantisca la continuità nel tempo.
TITOLO AUTORI PAROLE CHIAVE ABSTRACT ID ABSTRACT