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c ambiare l ’ ordine dominante

Commento Globale della fiaba “Il Gatto con gli stivali”

7. c ambiare l ’ ordine dominante

Arriviamo all’ultima fase. Come si diventa persona dominante nella vita? Come si arriva ad un momento in cui un’ipotesi nuova diventa dominante? Vediamo cosa avviene nella favola. Vediamo come si cambia realmente l’ordine storico, cioè il nuovo diventa dominante.

Siamo parlando anche di quello che riguarda il Progetto Nuova Specie (v.), stiamo vedendo il percorso che si potrebbe fare, però questo vale anche nel rapporto di coppia, nel rapporto con se stessi. Applicatelo a tutto quello che voi volete; tra tutte queste cose, io lo applico al Progetto Nuova Specie (v.).

Finalmente, il gatto arrivò a un bel castello, di cui era padrone un orco, il più ricco che si fosse mai veduto; perché tutte le terre, che il Re aveva attraversate, dipendevano da questo castello.

Che cosa manca una volta che uno ha fatto la sintonizzazione e ha

creato aggregazione? Manca il castello. Sapete che “castello” viene dal latino “castrum”, piccolo “castrum”. Sapete cos’è il “castro”? “Castrum”

è la modalità di avere una difesa o un’organizzazione particolare rispetto ai nemici. “Castello” significa quello che serve a me per difendere la mia dominanza, cioè dà il senso che ormai ho dei terreni, un mio territorio.

Come si fa? Del castello prima era padrone un orco. Quindi, non basta solo aggregare, ma bisogna occupare il castello! L’orco che cos’è?

È un simbolo dell’istituzione dominante storica retta da personaggi negativi: l’orco è visto come un gigante, un personaggio negativo perché mangia le persone. Quando si vuole rappresentare un nuovo ordine dominante, bisogna mangiare l’orco, perché, se non togli di mezzo prima l’orco, per quanto tu sia rappresentativo di tante cose, non rappresenti l’ordine dominante.

Il gatto s’ingegnò di sapere chi era quest’uomo e che cosa sapesse fare.

Qual è la strategia, secondo la fiaba? Anche qui il Gatto “s’ingegnò di sapere”, cioè uno deve zappare! Fin quando non rappresenti un ordine dominante, non devi dare per scontato che “ormai”... Ormai cosa? Ormai niente! Uno può dire: “Ormai il Re ha visto le terre e i possedimenti, ho concluso!”. No, manca il castello! Qui fino all’ultimo bisogna zappare, non accontentarsi di quello che già si è fatto.

E domandò di potergli parlare...

L’orco non lo si può solo dribblare, bisogna affrontarlo! Al momento opportuno, quello che rappresenta, dal punto di vista nostro, anche in maniera malvagia o parziale l’ordine dominante, bisogna affrontarlo!

Cioè con l’ordine dominante bisogna confrontarsi, altrimenti si delega sempre ai cattivi la gestione dell’ordine dominante.

...dicendo che gli sarebbe parso sconvenienza passare così accosto al suo castello senza rendergli omaggio e riverenza. L’orco l’accolse con tutta quella cortesia che può avere un orco; e gli offrì da riposarsi.

Qui il Gatto è molto virtuale, dice che è sconveniente passare davanti al castello senza neanche rendergli omaggio.

“Mi hanno assicurato”, disse il gatto, “che voi avete la virtù di potervi cambiare in ogni specie di animali; e che vi potete, per dirne una, trasformare in leone e in elefante”.

Come il Gatto frega l’orco, ovvero l’ordine dominante? Qualsiasi rappresentante dell’ordine dominante, l’orco in questo caso, ha un punto debole. Qual è il suo? La sua “dismaturità”. L’istituzione quando

entra in crisi diventa dismatura, si può traformare in ogni specie di animale, cioè non è più una cosa stabile, statica. Quello che sembra, oggi come oggi, il punto forte è l’economia, ma ha anche un suo punto debole. Più uno può cambiare, più uno può dimostrare che ha una grande flessibilità, una grande possibilità di cambiare apparenza, piùsignifica che l’istituzione è dismatura e debole. Cosa bisogna fare?

Bisogna fondarsi su questo punto debole, perché più un’istituzione è morta, più è inconsistente, più vuole apparire, più la si può fregare, se uno riesce a cogliere tutto questo.

“Verissimo”, rispose l’orco bruscamente, “e per darvene una prova mi vedrete diventare un leone”. Il gatto fu così spaventato dal vedersi dinanzi ali occhi del leone, che s’arrampicò subito su per le grondaie, ma non senza fatica e pericolo, a cagione dei sui stivali, che non erano buoni a nulla per camminar sulle grondaie de’ tetti. Di lì a poco, quando il gatto si avvide che l’orco aveva ripresa la sua forma di prima, calò a basso e confessò di avere avuto una gran paura. “Mi hanno per di più assicurato, disse il gatto,

“ma questa mi par troppo grossa e non la posso bere, che voi avete anche la virtù di prendere la forma dei più piccoli animali; come sarebbe a dire, di cambiarvi, per esempio, in un topo o in una talpa: ma anche queste son cose, lasciate che ve lo ripeta, mi paiono sogni dell’altro mondo!”. “Sogni?”, disse l’orco, “Ora vi farò veder io!”. E nel dire così, si cangiò in sorcio, e si messe a correre per la stanza. Ma il gatto, lesto come un baleno, gli s’avventò addosso e lo mangiò.

Certamente, ci sono trasformazioni, cioè modalità di apparire dell’orco che spaventano. Un’istituzione, per quanto sia in crisi, può diventare un leone che, come sapete, è anch’esso un felino come il Gatto, ma non c’è paragone, se lo può pappare! Quindi, non è facile rovinare l’orco. Quando l’orco manifesta la parte leone, però, il Gatto non scappa, si allontana per precauzione, ma non se ne va. Cioè, davanti al pericolo, al potere di un’istituzione che sta cambiando, uno può denunciare, può porre il problema, però non bisogna spaventarsi, perché quando l’istituzione è onnipotente manifesta la sua debolezza, perché ritiene che può trasformarsi: è così potente da trasformarsi in un animale piccolo, tanto nessuno può farle niente. Bisogna stare attenti perché proprio in quel momento, quando l’istituzione si dimostra dismatura e vuole strafare con la sua onnipotenza e quindi si indebolisce, bisogna mangiarla.

Intanto il Re che, passando da quella parte, vide il bel castello dell’orco, volle entrarvi. Il gatto, che sentì il rumore della carrozza che passava sul ponte levatoio del castello, corse incontro al Re e gli disse: “Vostra maestà sia la benvenuta in questo castello del signor Marchese di Carabà”. “Come!

signor Marchese!”, esclamò il Re, “Anche questo castello è vostro? Non c’è nulla di più bello di questo palazzo e delle fabbriche che lo circondano;

visitiamolo nell’interno, se non vi scomoda”.

A questo punto, dopo aver conquistato il castello, avviene il passaggio da un ordine vecchio ad un ordine nuovo. Quando si è arrivato a questo, il castello che cosa permette? Permette finalmente di chiudere con la propria identità per dimostrare al Re le carte in regola che si hanno. La figlia del Re si innamora ancora di più, trovano una magnifica tavola imbandita, il Re comincia a socializzare, a beneficiarne lui stesso, a sentirsi ospite e comincia veramente a dare dignità di ordine, di rappresentanza a quello che all’inizio era un semplice ragazzo, ultimo e terzo figlio del mugnaio con un Gatto.

Il Marchese dette la mano alla Principessa; e seguendo il Re, che era salito il primo, entrarono in una gran sala, dove trovarono imbandita una magnifica merenda, che l’orco aveva fatta preparare per certi suoi amici che dovevano venire a trovarlo, ma che non avevano ardito entrare nel castello, perché sapevano che c’era il Re.

La tavola era preparata per altri però, quando cambia l’ordine, loro non hanno diritto ad entrare nel castello, cambia un equilibrio. Gente che beneficiava di un ordine non ne beneficia più, e beneficiano di quella tavola imbandita altri tipi di soggetti che si spera siano persone più vicine alla vita e che non replichino i meccanismi di quelli che hanno combattuto.

Il Re contento da non potersi dire delle belle doti del Marchese di Carabà, al pari di sua figlia, che n’era pazza, e vedendo i grandi possessi che aveva, dopo aver vuotato quattro o cinque bicchieri gli disse: “Signor Marchese! Se volete diventare mio genero, non sta che a voi”.

Quando uno è arrivato alla conclusione di una dinamica, per avere le cose non deve più litigare, perché alla fine di un percorso è proprio la moglie, che prima non ne voleva più sapere, che dice: “Caro, iniziamo una relazione!”, o il figlio che dice: “Papà, oggi voglio stare con te!”, o il papà che scrive una lettera al figlio e dice: “Figlio, ricominciamo daccapo?”. Questi esempi servono per darvi l’idea dei vari livelli ai quali

la fiaba si applica.

Il Marchese, con mille riverenze, gradì l’alto onore fattogli dal Re, e il giorno dopo sposò la Principessa.

A questo punto abbiamo creato un percorso metastorico (v.): da una storia morta a una storia che ha fatto un Salto Quantico (v.) notevole, adulto.

Il gatto diventò gran signore, e seguitò a dar la caccia ai topi, lo fece unicamente per passatempo.

Questo secondo me è un errore, è sbagliato. Quando uno ha scoperto la sua parte metastorica (v.), l’ha risvegliata e l’ha potuta utilizzare, non dovrebbe smettere di coltivarla, perché serve a vedere d’anticipo le cose da cambiare, per non arrivare di nuovo alla morte di un equilibrio. Il Progetto Nuova Specie (v.) non vuole essere un’alternativa di potere ad un’altra, ma è una evoluzione di fondo qualitativa, nella quale questi meccanismi dovrebbero essere vissuti in maniera diversa.