Commento Globale del racconto “Il principe di Thing Zda”
2. c ostruire una casa per la vita
Faccio il commento di questo racconto a partire dalla Epistemo-logia Globale (v.), che è un po’ il caposaldo di tutto il Progetto Nuova Specie (v.). “Epistemologia” (v.) significa “punto di vista”. I punti di vista religioso, filosofico, scientifico, secondo il Progetto Nuova Specie (v.), sono punti di vista ancora buoni, ma sono anche un po’ superati, sono cioè un po’ parziali. Non ho detto “falsi”. “Parziale” significa “una parte”. Se tu in una bacinella d’acqua ci vuoi mettere il mare e dici che il mare è solo quello che contieni tu, non va bene. “Globale” significa
che è un tentativo di capire che stiamo davanti a quello che io chiamo
“In.Di.Co.” (v.), cioè Infinito, Dinamico, Complesso. Una cosa infinita, dinamica, che si intreccia continuamente, nessuno può osare dire che la comprende tutta, io per primo!
L’Epistemologia Globale (v.) è una Epistemologia (v.) più umile che capisce che, per comprendere l’In.Di.Co. (v.), una parte di In.Di.Co.
(v.), deve stare in viaggio. È sempre una ipotesi transitoria, parziale, però lo sa. Cioè, dobbiamo avere il senso del viaggio, che non significa non avere certezze, ma avere continue ipotesi, pure importanti, che però non chiudono quello che è l’In.Di.Co. (v.), perché l’In.Di.Co. (v.) è infinito, cioè non ha confini, è dinamico e complesso.
Qual è l’argomento che tratterò? Con chi sposarsi per dominare nella storia. Brevemente, lo voglio commentare leggendolo con l’Epistemologia Globale (v.) per dire: che cosa dice a me questo pezzo?
Non basta essere arrivati a essere Imperatore. Qui stiamo parlando di uno che è già sicuro che è Imperatore, non è che deve vincere il concorso!
È già Imperatore ma, se vuole dominare nella storia, deve vedere con chi sposarsi. Non basta che tu sei Imperatore.
La parola “dominare” l’ho già interpretata a proposito di un commento ad un brano di Nietzsche che è presente nel “Vangelo Globale”2.
“Dominare” viene da “dominus”, “signore”. Una delle etimologie che a me piace è che “dominare”, da “domus”, significa “casa”. Se noi la intendessimo così come è nel senso etimologico, dovremmo chiederci:
con chi sposarsi per costruire una “casa per la vita” nel terzo millennio?
Sarebbe diverso. “Dominare” non significa “sottomettere gli altri”, questa è la visione maschile e asimmetrica. “Dominare” significa: io, per primo, voglio costruire una “domus”. Allora, un Imperatore cosa dovrebbe fare per fare questo? Dovrebbe tutelare tutto il suo impero. Ha un potere, sì, ma dovrebbe essere un potere di servizio. “Dominare”, quindi, come “domus”.
Sapete perché si dice “don Pasquale”, “don Matteo”, ecc.? Sapete perché i preti, ma anche i signori, si chiamano “don”? L’origine del termine è “dominus”. Il “don”, il prete è un “signore”. Anche per i personaggi famosi si dice “don”. Significa “domus”, “casa”. Se fosse così, dovrebbero sfruttare ciò che sono per costruire la casa, una casa buona
2 Mariano Loiacono, Dominare e comandare con misericordia, in Il Vangelo Globale, op. cit., pp. 78-90.
per la vita. Quindi, leggetelo in questi termini. Non basta arrivare ad avere, come nella fiaba del “Gatto con gli Stivali”, un potere sociale, non basta crescere nel potere sociale perché, se vuoi diventare Imperatore, devi vedere con chi sposarti per dominare, per costruire una casa nella storia. Questo è il tema.
Come lo vorrei leggere questo? Per esempio, mettiamoci dal punto di vista dell’In.Di.Co. (v.), che non sappiamo neanche cosa sia. “Storia”, dalla radice “id”, significa “vedere e sapere”. La storia è ciò che vediamo e sappiamo. Quanti di noi, pur stando da trent’anni con una persona, vedono e sanno qualcosa molto dopo, cioè qualcosa che va al di là della storia, di ciò che hanno visto e saputo! C’è sempre nell’In.Di.Co. (v.), nell’Infinito, Dinamico, Complesso, una parte metastorica (v.), cioè che va “meta”, “al di là” della storia, di ciò che vedo e che so. Lo potete chia-mare anche Dio o altro, ma secondo me sono termini religiosi vecchi.
Io propongo di chiamarlo “In.Di.Co.” (v.) perché mi sembra più vicino alla vita. Questo vale anche nel rapporto di coppia. Se io non mantengo un margine metastorico (v.), ogni storia, bella che sia, ogni oasi diventa sterile, si chiude. Non si chiude ciò che è alimentato e generato dal nostro
“vento” metastorico (v.). Sapete come si dice “vento” in greco? “Anemòs”, cioè “anima”, che significa “vento”. Cioè chi, in una esperienza, conserva sempre l’anima della vita, il vento metastorico (v.).
L’In.Di.Co. (v.), che non sappiamo bene cosa sia, chi sceglie come Imperatore? Noi pensiamo che scelga cose vistose, ma l’In.Di.Co. (v.) è saggio. Sicuramente non sceglie in base a dei criteri apparenti. Quindi, lo vedremo dopo, noi che siamo una cosa molto marginale non possiamo fare come la mamma della favola, ma come la figlia. Cioè, l’In.Di.Co.
(v.) può scegliere tutti. Sceglie chi ha determinate caratteristiche, non chi è dominante, chi è potente, chi già rappresenta qualcosa.
Io parlo di me: sento che adesso il Progetto Nuova Specie (v.), dopo 50 anni di sperimentazione, ha diritto di “dominare”, ma sempre nel senso di prima, cioè per creare una casa migliore per la vita, perché ciò che già c’è fa un po’ schifo. Io questo l’ho capito nel ’66, per questo mi sono messo alla ricerca. Nel momento in cui c’era il “boom” economico, tecnologico, politico, ecc., io ho colto che c’era molta acqua sporca che sarebbe cresciuta e avrebbe soffocato la vita delle persone. Adesso mi pare che sia così. Ora è tempo di uscire da una placenta ormai vecchia.
Sapete che la placenta è l’organo più vitale che esiste nella vita, perché in
nove mesi fa delle cose grandiose, ma dopo nove mesi è vecchia e quindi il feto è obbligato a nascere. Le chiusure che noi abbiamo in famiglia, nella coppia, in ciò che facciamo, non potrebbero anche essere un segnale dell’In.Di.Co. (v.) che la placenta è vecchia e che quindi bisogna andare altrove?
Ammesso che sia così, prima di diventare Imperatori con chi ci sposiamo? Io sento che posso candidarmi a dominare la storia, ad essere Imperatore. Non è che mi senta chissà chi, penso che avete capito che a me non interessano i titoli, né i ruoli, ma sento che è il momento storico di dominare, cioè di creare una “casa”, in quanto io vedo che il tetto di quella che c’è è sfasciato e le porte sono anch’esse rotte. Ammesso che sia così, con chi ci si sposa? Leggetelo in questo modo: l’In.Di.Co. (v.) può scegliere me? Sì. E se sceglie me, con chi mi devo sposare? Questi sono i due pilastri.