E ASSERVIRLO AI BISOGNI DELLA VITA Commento Globale della fiaba “Barbablù”
3. u n sintomo che Fa paura
C’è un punto di partenza, come in ogni fiaba, che nella Epistemo-logia Globale (v.) si chiama Stato Quiete (v.). È il punto da cui si parte, vediamo come la fiaba lo descrive, perché i cambiamenti che ci saranno li dobbiamo vedere rispetto a questo punto di partenza.
C’era una volta un uomo, il quale aveva palazzi e ville principesche, e piatterie d’oro e d’argento, e mobilia di lusso ricamata, e carrozze tutte dorate di dentro e di fuori.
Il punto di partenza è quello di un uomo che ha molti possedimenti.
Questo ricorda molto l’economia finanziaria che cerca soprattutto di possedere. Sono descritte tutte le cose possibili che una persona può possedere. Possedere oggetti d’oro e d’argento dà l’idea di uno che, secondo i criteri anche attuali, non ha bisogno di nient’altro, ha tutto, ecco perché è psicotico. Perché deve volere più di tutto quello che già ha? Anche noi spesso ci fermiamo a questo.
Ma quest’uomo, per sua disgrazia, aveva la barba blu.
Ogni situazione che ai nostri occhi sembra ottima, invidiabile, se è situazione circoscritta e non è più in viaggio, non è più in movimento
rispetto alla vita, ha una disgrazia. Questo vale per la nostra vita, in una soluzione personale, di coppia, nel rapporto con i gruppi e con la visione del mondo. Se non c’è un’ottica globale ma parziale, la parzialità come si fa vedere? Con un sintomo, in questo caso il sintomo era il fatto di avere la barba blu.
Vediamo di capire che può significare avere la barba blu, che poi è il titolo della fiaba. La barba blu è un elemento, è un sintomo di questo personaggio. Perché Perrault è partito da questo? La barba, come voi sapete, nei maschi è uno dei segni della nostra origine “animalesca”; la barba, la presenza dei peli nel viso nei maschi è uno dei segnali legati alla storia della vita, cioè è un segno legato alla nostra profondità. Oggi sapete che molti maschi vogliono depilarsi, vogliono sempre più femminilizzarsi.
Se noi leggessimo questo nella storia anche culturale, potremmo vedere per esempio perché in certe epoche si facevano i basettoni o i baffi o si portava il pizzo, perché i peli della barba ci riportano alla storia della vita, quella più antica.
La cosa strana è quel “blu”. Veramente, se fosse capitato oggi nessuno si meraviglierebbe! La barba blu sta a significare che c’è qualcosa che non va bene e fa vedere altro rispetto a quello che si vede: alle carrozze, agli ori, alle mobilie, ecc. Se ci pensate, il colore blu di per sé cosa significa?
Tutto l’opposto, “blu” significa calma, pace, eternità, serenità, quiete, sicurezza, piacere di vivere, unione, cioè tutto l’opposto che poi gli ha dato l’autore. In questo caso, noi il blu lo dobbiamo vedere come il fatto che si inserisce qualcosa di artificiale, di virtuale, in ciò che è naturale che è la barba; sta a significare che in questo personaggio ci sono cose un po’
raccapriccianti, cose che non vanno. La sua vita è una vita parziale. In realtà, la presenza di sintomi in una persona, sintomi di qualsiasi tipo, noi la leggiamo non come una cosa di interesse psichiatrico, ma come un sintomo che sta a significare che quella persona è disarmonica, che ci sono delle cose parziali, che ci sono delle parti che non vengono vissute e che quindi si esprimono con un sintomo.
Davanti a una persona sintomatica, nessuno la aiuta, nessuno si è posto il problema di cambiarla, compreso questa donna, questa sua moglie. Anzi, spesso succede che, quando uno ha i soldi o ha le possibi-lità di governare, di controllare e di possedere degli oggetti, delle cose, solo per questo noi abbiamo nei suoi confronti un rapporto di rispetto, se non quasi di curiosità, per approfittare delle sue ricchezze. Questo
è uno degli aspetti che vedremo, che poi nella fiaba viene utilizzato ad arte da Barbablù.
Questa cosa lo faceva così brutto e spaventoso, che non c’era donna, ragazza o maritata che, soltanto a vederlo, non fuggisse a gambe dalla paura.
Non dice che era brutto, ma è questa barba blu che lo rende spaventoso.
Questo è un altro aspetto. Davanti a un sintomo, anche il Femminile (v.), inteso come donna ragazza o maritata, reagisce scappando; quello che poi avviene nella gran parte dei sintomi. Ditemi chi non scappa davanti a una crisi di panico o davanti a chi beve o a chi ha un delirio, una allucinazione! Davanti a queste situazioni noi scappiamo.
Che cosa dovrebbe fare, invece, il Femminile (v.)? Il Femminile (v.) è ciò che intuisce che quel blu debba significare qualcosa, senza sapere quale sia il contenuto, è avere l’intuizione che quel sintomo sta a signifi-care che ci sono in quella persona delle parti oscure, c’è qualcosa che non quadra, qualcosa che inquieta. Questa è la globcezione delle donne, del Femminile (v.), che può essere anche dei maschi che lo vogliono utilizzare.
Fra le sue vicinanti, c’era una gran dama, la quale aveva due figlie, due occhi di sole. Egli ne chiese una in moglie...
Vedete come Barbablù stesso non è contento dei possedimenti che ha, perché un uomo del genere avrebbe potuto starsene tranquillo, godere del fatto che spaventava le persone, che poteva disporre di tante ricchezze, di tante opportunità. Invece Barbablù è spinto a chiedere una donna in moglie, cioè c’è il bisogno da parte di quest’uomo di condividere questa sua oscurità con qualche persona.
Nessuna soluzione parziale dura per sempre, ve lo garantisco. Oggi l’economia finanziaria sente il bisogno di sposarsi con Chiara e Francesco d’Assisi, cioè con una visione della vita molto diversa. Gli stessi scienziati adesso dicono di dover pensare ad una economia che non si sviluppi, ma che decresca. Non pensiamo che ci sia una situazione umana che possa avere in sé tutto! Anche la persona che noi invidiamo cerca ancora moglie.
Significa che noi, pur non stando in quella condizione, possiamo avere delle caratteristiche che servono all’altra persona. Oggi questo bisogna pensarlo per l’economia finanziaria, la quale non basta più da sé, sta in profonda crisi, cerca moglie.
...lasciando alla madre la scelta di quella delle due che avesse voluto dargli.
Vedete come è un bisogno generico, perché sta male: uno più sta male, più si accontenta di cose generiche. Non gli interessava la scelta
di una determinata persona, stava così male in quella situazione che si accontentava di una qualsiasi persona purché ci fosse. Molte delle nostre coppie si sono formate così, perché uno stava così male, si sentiva così insicuro, oppure così inadatto, così incapace, voleva così scappare da casa sua che diceva: “Basta che ne prendo una!”, e lasciava la scelta a fatti molto occasionali, perché non sapevamo bene quello che volevamo.
Ma le ragazze non volevano saperne nulla, e se lo palleggiavano dall’una all’altra, non trovando il verso di risolversi a sposare un uomo che aveva la barba blu. La cosa poi che più di tutto faceva loro ribrezzo era quella che quest’uomo aveva sposato diverse donne e di queste non s’era mai potuto sapere che cosa fosse accaduto.
Faceva anche ribrezzo, ed inoltre si sapeva che aveva sposato diverse donne e di queste non si era potuto mai sapere che cosa fosse accaduto.
Cioè, in ogni storia parziale ci sono dei punti oscuri, delle ombre. Sapete che la ricerca, anche quella scientifica, nasce proprio perché ci sono dei punti ombra, dei punti oscuri, i quali sono sicuramente legati a fatti che ancora non si vedono ma che in ogni caso spingono ad essere conosciuti.
Questo è lo Stato Quiete (v.). In questo Stato Quiete (v.) non c’è nessuna possibilità di evoluzione, c’è il rifiuto reciproco, perché Barbablù non fa niente per conquistarsi almeno una figlia. Quindi, le cose sareb-bero rimaste così.