E ASSERVIRLO AI BISOGNI DELLA VITA Commento Globale della fiaba “Barbablù”
4. e ntrare in relazione col sintomo
Adesso vediamo quali sono le dinamiche da cui parte la storia nel momento in cui vuole cambiare. La prima parte dice che non è possibile che Barbablù cambi, quindi rimarrebbe così, c’è solo il rifiuto e basta, perché non c’è nessuno che preventivamente voglia entrare in relazione con Barbablù per capire meglio qual è il senso della barba blu, senza scappare, perché non ci vuole molto a scappare davanti a qualcosa che ci introduce in cose che ci interrogano, che ci inquietano! Questa è una situazione psicotica, è vero, ma nessuno ci vuole entrare per modificarla attivamente.
Quando uno presenta una situazione cosiddetta psicotica, in realtà le persone scappano, delegano a chi non può avere paura della barba blu perché viene pagato, quindi Barbablù non viene ucciso, ma viene messo
nei Presidi, prende psicofarmaci, che sono lo stesso delle soluzioni.
La fiaba avrebbe potuto anche continuare in modo diverso se, per esempio, ci fosse stata una famiglia vicina che stava facendo un percorso di crescita personale e non era invidiosa di Barbablù, ma vedeva che dietro quel colore blu della barba si nascondevano delle cose che anda-vano ascoltate, che andaanda-vano conosciute e, perché no, modificate.
Allora sarebbe potuta nascere un’altra fiaba. Invece, questa strada del cambiamento di Barbablù viene completamente eliminata, nessuno fa niente, questo viene lasciato in preda ai suoi meccanismi psicotici che socialmente funzionano in quanto rendono delle ricchezze. Perché poi più uno è funzionale socialmente, più non viene visto come proble-matico: sempre che la tua maniacalità la spendi per fare i soldi, finché fai i soldi vai bene; se la esprimi in altre cose, sei maniacale, perché per l’economia finanziaria, rappresentata massimamente negli ultimi anni dagli Stati Uniti, il modello di crescita di una persona è legato alla sua crescita economica.
Cosa fa Barbablù? Lui veramente cerca delle situazioni per entrare in relazione, cioè il suo è un bisogno reale, va alla ricerca di entrare in relazione, cerca attivamente una relazione. Questo sta a significare che è una persona, sì, psicotica, ma è consapevole di avere la barba blu, cioè un sintomo di cose che non vanno in profondità, e vorrebbe essere aiutato.
È uno che vorrebbe essere aiutato. Quando un figlio comincia ad avere un disturbo, un sintomo, comincia a dare fastidio, quello è un tentativo di entrare in relazione, cioè è un modo di dire: “Le cose non vanno!”.
Ma se noi ci fermiamo alla “barba blu” e subito lo portiamo al Presidio, al ricovero, non c’è nessuna possibilità di capire e di modificare le cose.
Fatto sta che Barbablù, tanto per entrare in relazione, le menò, insieme alla madre e a tre o quattro delle loro amiche e in compagnia di alcuni giovi-notti del vicinato, in una sua villa, dove si trattennero otto giorni interi. E lì fu tutto un metter su passeggiate, partite di caccia e di pesca, balli, festini, merende: nessuno trovò il tempo per chiudere un occhio, perché passavano le nottate a farsi fra loro delle celie.
Barbablù è desideroso di includere qualcuno nella sua situazione, non riesce a vivere da solo. In realtà, riesce a vivere da solo chi è più in contatto con se stesso, non chi ha tanto. Uno può avere tanti possedimenti ma, se non è in relazione profonda con sé, cerca sempre qualcosa fuori di sé, anzi con i soldi cerca sempre soluzioni diverse, ma quello significa
che i soldi non gli bastano, allora crea un incontro, un’esperienza, una socializzazione un po’ virtuale.
Fatto sta che Barbablù, tanto per entrare in relazione, le menò, insieme alla madre e a tre o quattro delle loro amiche e in compagnia di alcuni giovinotti del vicinato, in una sua villa, dove si trattennero otto giorni interi.
Nella sua villa si trattennero “otto giorni interi”, nel senso che per includere le persone dentro la nostra situazione, più c’è da andare in profondità, più ci vuole il tempo che ci vuole, qui parla di otto giorni.
E lì fu tutto un metter su passeggiate, partite di caccia e di pesca, balli, festini, merende.
Cosa fa Barbablù? Vuole creare un antidoto alla paura. L’antidoto alla paura qual è? È quello che ti faccio fare una vita virtuale ideale: passeg-giate, partite di caccia, di pesca, balli, merende, stare in piedi di notte, ecc. L’economia oggi fa lo stesso, non ci sta facendo rendere conto di quanto sta avvenendo, perché ora ci regala il computer di ultima gene-razione, ora ci regala la possibilità di un’altra cosa. Una situazione più vuole rimanere psicotica, più deve dare un contentino. Questo lo facevano anche i Romani che dicevano: “panem et circenses”, cioè dare un po’ di pane e di giochi al circo; adesso potremmo dire: “panem et calcium”!
Questi sono i meccanismi da parte di chi vuole mantenere nascosta la barba blu, cioè il sintomo, le cose su cui si fonda il suo stare, il suo esistere.
Che cosa avviene nel Femminile (v.)? Davanti alle opportunità della economia finanziaria, oggi non ci sono più grandi contestazioni orga-nizzate, né nei partiti, né in altro; ogni tanto il papa dice qualche cosa, ma anche lui vive abbondantemente dentro questa economia, lo dice perché è un ruolo, ma non mi pare che ci siano delle alternative, anche a livello esperienziale. Oggi c’è un unico modello, che è quello econo-mico-finanziario, che ha impoverito il panorama, specie da quando è venuto a crollare anche l’altro modello economico, quello russo. Fino al 1989 vi era lo scontro fra due modelli imperialistici e potenti, quello collettivistico e quello capitalistico, sono passati appena vent’anni. Fino a non molti anni fa, vi era una contrapposizione di modelli economici diversi. Quando il modello è unico cerca di farti rimanere dentro, come facevano i Romani, dandoti “panem et circenses”, cioè accontentandoti con delle cose virtuali.
Insomma, le cose presero una così buona piega, che la figlia minore finì col persuadersi che il padrone della villa non aveva la barba tanto blu, e che
era una persona ammodo e molto perbene.
Che cosa provocano queste offerte virtuali di Barbablù? Che la figlia minore, cioè un Femminile (v.) ancora non cresciuto, un po’ ingenuo, finisce col persuadersi che il padrone della villa non ha la barba tanto blu, che è una persona a modo e molto perbene. Questa è la modalità con cui ognuno di noi entra in una situazione psicotica e poi dimentica che c’è la barba blu, dimentica che prima aveva un rifiuto, che prima aveva un ribrezzo. Dovremmo imparare a non perdere la memoria storica di quello che si era prima.
Volevo farvi notare che questo Femminile (v.), che riguarda un po’
tutti, non ha un nome, l’autore lo indica come “moglie, figlia minore, sorella”. La sorella ha un nome, Anna, ma questa non ha un nome, come se volesse indicare ognuno di noi.
Tornati di campagna, si fecero le nozze.
Una situazione psicotica che ha a disposizione molti mezzi per crearti esperienze virtuali prima o dopo ti include nella sua struttura, nel suo stato. Barbablù risolve, cioè trova la sua soluzione, che è quella di avere in casa non solo tutte quelle cose, ma anche un essere umano, quale che fosse, senza troppe pretese.
Potremmo dire che Barbablù è un serial killer domestico, cioè le persone le abbindola, le fa entrare, le uccide e poi riparte col ciclo. Lui non ha scelto la figlia minore perché aveva determinate caratteristiche, ma solo perché era una donna, perché probabilmente andava alla ricerca di essere riconosciuto da una donna. Questo la dice lunga. Se noi appro-fondissimo, potremmo vedere: perché vuole questo? Che cosa c’è stato nella sua infanzia, nella sua storia? Anche un serial killer o un pedofilo vi assicuro che è inutile vederlo come qualcosa di oggettivo da cui scap-pare, non è che questo ci risolve i problemi! Poi scopriamo a distanza di 20-30 anni la pedofilia all’interno della chiesa!
Non ho detto che non si debba intervenire, ma si può intervenire in tanti modi, perché altrimenti si fa quello che fa anche Barbablù: si finisce con una donna e si comincia con un’altra, ma cosa abbiamo risolto? Ma anche questa ingenua ragazza, una volta che è passato un mese, avrebbe potuto rendersi conto di qualcosa, avrebbe potuto cercare capire questo uomo che fa, che dice, come vive! Avrebbe potuto cominciare a indagare e dire: “Oggi, caro, facciamo l’amore, ma fammi un po’ toccare la barba blu!”. Cioè poteva, attraverso varie strade, entrare dentro il sintomo, cioè
coinvolgersi, invece anche lei ha visto solo una parte di Barbablù, quella dell’uomo ricco, e la parte che la inquietava l’ha messa da parte, non si è data il tempo di approfondirla. Questa è un’altra cosa che dobbiamo portare a discredito degli altri, non certo di Barbablù, il quale ha un sintomo psicotico che da sé non riesce a cambiare.
In capo a un mese, Barbablù disse a sua moglie che per un affare di molta importanza era costretto a mettersi in viaggio e a restar fuori almeno sei setti-mane: che la pregava di stare allegra, durante la sua assenza; che invitasse le sue amiche del cuore, che le menasse in campagna, caso le avesse fatto piacere;
in una parola, che trattasse da regina e tenesse dappertutto corte bandita.
Vedete che Barbablù si dà poco tempo anche lui, perché per lui l’im-portante è accogliere questa persona, non farla spaventare, ma rassicurarla;
e poi continuare l’altra sua attività psicotica, perché qui ci troviamo in un altro comportamento psicotico: quello di fare continuamente affari.
Poi, una volta che soddisfava il fatto che lui valeva perché possedeva, doveva soddisfare il fatto che lui valeva perché possedeva la vita degli altri e la poteva anche eliminare. Quindi, sono i due comportamenti psicotici molto forti di Barbablù che andavano approfonditi. Se questa figlia fosse stata un po’ più adulta, un po’ più cresciuta, avrebbe potuto lavorare in questo senso e, se vedeva già degli aspetti strani, avrebbe potuto da subito vedere cosa fare.
Cosa fa Barbablù? Le presenta i benefici di questo matrimonio simbio-tico, perché in realtà è una simbiosi, non è un incontro: uno sta insieme perché questo gli fa fare tutte le sue feste, l’altro sta insieme perché c’è bisogno che ci sia una donna in casa. Barbablù la invita a portare le sue amiche, va in campagna, fa le cose con piacere, la tratta da regina, mette dappertutto la tavola dappertutto, ecc. Secondo me, questo denota proprio il fatto che Barbablù voleva essere aiutato nelle sue situazioni cosiddette psicotiche. Io vi assicuro che le persone che manifestano un sintomo ci danno dei segnali di quello che sono, ci danno degli agganci per essere aiutati, ma sta a noi leggerli!
“Ecco”, le disse, “le chiavi delle due grandi guardarobe: ecco quella dei piatti d’oro e d’argento, che non vanno in opera tutti i giorni; ecco quella dei miei scrigni, dove tengo i sacchi delle monete; ecco quella degli astucci, dove sono le gioie e i finimenti di pietre preziose; ecco la chiave comune, che serve per aprire tutti i quartieri. Quanto poi a quest’altra chiavicina qui, è quella della stanzina, che rimane in fondo al gran corridoio del pian terreno”.
Penso in una situazione doppiamente psicotica come quella di Barbablù la vita non si vive bene. Secondo me, Barbablù era stanco, voleva che qualcuno trovasse la modalità per sgamarlo e per aiutarlo in maniera adeguata, perché, vedete, le dà le chiavi. Le dà quelle di due grandi guardaroba dove c’è tutto, e avrebbe potuto fermarsi lì.
Questo, secondo me, vale anche oggi, in tutte le nostre situazioni interne, di coppia, ecc. I segnali che l’altro ci dà sono quando ci dice:
“Guarda che, oltre alle chiavi delle cose che a te piace vedere e che vuoi vedere, io ho una chiavicina, cioè una stanzina in fondo al corridoio in profondità”. Sono modalità per dire: “Se proprio vuoi, se proprio sei interessata a me, lo fai”, cioè non te lo dico direttamente, perché se non sei interessata vuol dire che ti limiti alle cose che vedi.
Le altre mogli lui le ha uccise, ma la prima moglie ha visto nella stan-zina cosa c’era? La prima moglie avrebbe potuto già conoscere la stanstan-zina, cioè la profondità di Barbablù, dove già si stavano creando tutte queste sue soluzioni, e lì sarebbe potuta intervenire. Ognuno quando trova una soluzione di questo tipo dà agli altri la possibilità di entrare in relazione, però questo avviene se l’altro ha determinate caratteristiche.
“Padrona di aprir tutto, di andar dappertutto...”.
Vedete, Barbablù fa come ogni psicotico: le dice di aprire tutto, di andare dappertutto (che dà il senso che tu sei padrona, che tutto quello che ti piace è tuo), cioè le dà il potere, perché tanto a lui delle ricchezze non gli interessa, perché il suo problema è ben altro.
“...ma in quanto alla piccola stanzina, vi proibisco d’entrarvi e ve lo proibisco in modo così assoluto che, se vi accadesse per disgrazia di aprirla, potete aspettarvi tutto dalla mia collera”.
Diciamo che è una minaccia ambivalente, perché quando noi diciamo:
“Se fai così vedrai cosa ti capita!”, spesso i figli lo fanno di più! Sono modi per incentivare, perché lui aveva un grande desiderio che qualcuno arrivasse al giallo... e poi anche al blu! Dietro ogni proibizione c’è una apertura, dietro ogni divieto c’è un desiderio di essere visitato. Guar-date che quando un soggetto cosiddetto psicotico vuole essere aiutato, capisce che tu potresti ma non si fida ancora, fa di tutto per scoraggiarti, per esempio fa dei gesti bruschi, oppure appena fai una cosa ti risponde male, perché se tu realmente non sei intenzionato ad entrare in relazione profonda con lui, allora, rispetto a quello che lui ha fatto, alla risposta che ti ha dato, che è ambivalente, ti prendi la parte di minaccia e ti ritiri.
Questo succede perché una situazione psicotica, essendo stata delusa tante volte, non vuole più essere delusa. Però se c’è qualcuno che riesce ad andare al di là, penso che potrebbe trovare la chiave per accedere alla stanzina in fondo al corridoio.
Ella promise che sarebbe stata attaccata agli ordini, ed egli, dopo averla abbracciata, montò in carrozza per il suo viaggio.
La simbiosi, cioè questo stare insieme per motivi parziali, all’inizio funziona, però vedremo che le cose non possono rimanere statiche.
Accontentarci che le cose vanno bene all’inizio, che l’altro promette che starà sempre con noi, che si adatterà bene ai nostri limiti, probabilmente sono cose parziali perché sono promesse temporanee. Quando uno vive in maniera forte le cose positive, non valorizza i dubbi, le paure, anche il rifiuto che ha dell’altra persona. Penso che in ogni rapporto (di coppia, tra genitori e figli, ecc.) c’è l’uno e c’è l’altro, c’è il desiderio ma c’è anche il rifiuto.
Finora abbiamo visto lo stato di partenza di Barbablù, lo abbiamo caratterizzato, abbiamo visto che una situazione psicotica tende ad inclu-dere gli altri, è molto più forte. Sono i familiari ad essere coinvolti dentro questa situazione, nella quale regna proprio l’ambivalenza, cioè ti faccio vedere che sto male, ma non deve cambiare niente.