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La completa assenza di resti archeologici e, forse, la secondaria importanza di tale anfiteatro spiega, almeno in parte, il disinteresse degli studiosi nei confronti di tale edificio, la cui localizzazione nel Campo Marzio e, in particolare, in prossimità del Circo Flaminio sembra possa essere dedotta da un passo di Strabone:

πλησίον δ’ ἐστὶ τοῦ πεδίου τούτου καὶ ἄλλο πεδίον καὶ στοαὶ κύκλῳ παµπληθεῖς καὶ ἄλση καὶ θέατρα τρία καὶ ἀµφιθέατρον καὶ ναοὶ πολυτελεῖς καὶ συνεχεῖς ἀλλήλοις, ὡς πάρεργον ἂν δόξαιεν ἀποφαίνειν τὴν ἄλλην πόλιν64.

In esso, infatti, il geografo greco, descrivendo la parte meridionale del Campo Marzio e in particolare il Circus Flaminius – da lui definito ἄλλο πεδίον

-, fa riferimento a tre teatri, da identificare con quelli di Marcello, di Balbo successore Claudio, la seconda venne tralasciata.’) Per quanto concerne l’amphitheatrum Caligulae si veda PALOMBI 1993a, p. 35, il quale non esclude che tale struttura possa essere relazionata con quella menzionata da Dione nel passo riportato nella nota precedente. Si sarebbe in ogni caso trattato di un edificio inizialmente ligneo e, in seguito, permanente. Tale anfiteatro, d’altra parte, non fu mai portato a termine da Claudio. Sulla scelta di collocare tale struttura in vicinanza ai Saepta si veda COARELLI 2001, pp. 44-45.

63 Cfr. Suet. Cal. 18.1: Munera gladiatoria partim in amphitheatro Tauri partim in

Saeptis aliquot edidit, … . (‘Qualche volta offrì giochi gladiatori sia nell'anfiteatro di

Tauro sia nei Saepta … .’) L’ipotesi dell’utilizzo dell’anfiteatro di Statilio Tauro al

tempo di Caligola è proposta da GOLVIN 1988, p. 53 e ribadita sia in VISCOGLIOSI 1993a, p. 37 sia in WELCH 2007, p. 113.

64 Strabo. 5.3.8: ‘Nei pressi di questo Campo (con riferimento al Campo Marzio) vi è

un altro campo e intorno numerosi portici, boschetti sacri, tre teatri, un anfiteatro e splendidi templi contigui l’uno con l’altro, così che il resto della città potrebbe apparire come un suo accessorio’.

e di Pompeo, e ad un anfiteatro collocato nelle loro vicinanze e, quindi, individuato con quello di Statilio Tauro65.

D’altra parte, la questione dell’ubicazione dell’anfiteatro di Tauro si è legata, nel corso dei secoli, all’altrettanto spinoso problema dell’identificazione del Circus Flaminius66 e del Theatrum Balbi67. Nel XVIII secolo, infatti, il Piranesi ha raffigurato tramite incisione le reliquiae substructionum visibili in un’osteria sotto Palazzo Cenci, presso l’omonimo Monte e ad est dell’odierna via Arenula, e da lui identificate come parte del Teatro di Balbo68 (figura 30). In effetti, in un’altra tavola del Piranesi69, l’anfiteatro è chiaramente posizionato in prossimità dell’odierno Montecitorio, dove il rinvenimento di blocchi di marmo ritenuti in passato pertinenti all’edificio di Statilio sono stati definitivamente attribuiti a un monumento funerario ivi collocato e venuto alla luce durante gli scavi del 1910 per la fondazione dell’Aula Assembleare della Camera dei Deputati70 (figura 31).

Le stesse rovine raffigurate dal Piranesi sono state, in seguito, riprodotte anche dal Lanciani71 in prossimità dell’angolo sud-occidentale di

65 Tale interpretazione del passo è condivisa sia in VISCOGLIOSI 1993a, p. 37 sia in

WELCH 2007, p. 120.

66 Su tale edificio si veda VISCOGLIOSI 1993b, pp. 271-72.

67 Su tale Teatro si veda MANACORDA 1999, p. 31.

68 PIRANESI 1975, tav. XXVIII n. 61 in cui scrive <<Avanzi delle sustruzioni del

teatro di Balbo, delle di cui rovine si è formato il tumulo che s’inalza alla regola. Si veggono in un osteria sotto il palazzo Cenci in riva al Tevere>>. Le stesse rovine erano ancora visibili una cinquantina di anni dopo in quanto NIBBY 1839, p. 588, riferendosi al Teatro di Balbo, scrive che Piranesi <<scoprì uno de’ cunei sostenenti i gradini del teatro nella bottega allora di osteria, oggi di conceria di pelli sotto la chiesa di s. Tommaso a Cenci nella via di s. Bartolommeo de’ Vaccinari, dirimpetto alla sega de’ marmi nel Tevere>>.

69 PIRANESI 1975, tav. IV numero 46.

70 Cfr. GATTI 1979, p. 245 n. 21; VISCOGLIOSI 1993a, p. 37.

71 LANCIANI 1988, tav. XXVIII. Da notare che Lanciani collocava l’anfiteatro di

Palazzo Cenci (figura 32): in questa posizione egli collocava, infatti, il

Theatrum Balbi del quale tratteggiava, quindi, il contorno della cavea e della scena, le cui dimensioni erano analoghe a quelle del Teatro di Marcello mentre i due edifici era distinti per quanto concerne l’orientamento spaziale (figura 33). Anche Marchetti Longhi, d’accordo sia con Piranesi sia con Lanciani, collocava in prossimità di Palazzo Cenci il Teatro di Balbo, correggendo tuttavia l’orientamento dell’edificio la cui cavea doveva essere orientata verso oriente72.

Nonostante oggigiorno non si conservi traccia del cuneus disegnato dal Piranesi, gli sviluppi delle ricerche sull’area meridionale del Campo Marzio e, in particolare, la ripresa degli studi da parte di Carettoni, Cozza, Gatti per la nuova edizione della Forma Urbis hanno permesso, fin dagli anni 60 del secolo scorso, di escludere la pertinenza di tali strutture di sostegno rinvenute presso Monte Cenci al Teatro di Balbo. In particolare, Gatti, in un articolo pubblicato proprio nel 1960, basandosi proprio sull’analisi di alcuni frammenti della Forma Urbis chiaramente riferiti al Teatro di Balbo, giungeva ad affermare che <<il cortile porticato nel quale è scritto Theatrum Balbi

potesse corrispondere all’area attualmente compresa fra le vie delle Botteghe Oscure, Michelangelo Caetani, dei Delfini, dei Polacchi>>73, attribuendo, dunque, a tale edificio le rovine di una cavea visibili sotto Palazzo Mattei, fino a quel momento considerate pertinenti al Circo Flaminio. Dopo aver, quindi, dato una nuova collocazione all’edificio teatrale di Balbo, Gatti giungeva a posizione in corrispondenza del cuneus rinvenuto dal Piranesi

(figura 36). Cfr. MARCHETTI LONGHI 1940, p. 242, il quale riferendosi al Lanciani dubita che tali rovine fossero ancora visibili al suo tempo.

72 MARCHETTI LONGHI 1940, pp. 237-47.

la terminazione curva del Circus Flaminius, collocato, quindi, in base a questa nuova ricostruzione tra la Porticus Octaviae ed il Tevere74 (figura 34).

D’altra parte, proprio Marchetti Longhi, riferendosi al passo di Strabone sopra citato75, ha posto l’attenzione del lettore sull’anfiteatro, unico tra gli edifici menzionati dal geografo greco a non essere stato ancora individuato76. Nonostante lo studioso non faccia esplicitamente il nome dell’edificio di Tauro, tale riferimento implicito sembra essere stato intercettato da numerosi studiosi, i quali hanno proposto di collocare proprio l’anfiteatro di Statilio in corrispondenza delle sustrutture identificate dal Piranesi77 (figura 35).

Anche se tale ipotesi è stata accettata da molti studiosi, alcune obiezioni sono state mosse da Viscogliosi: quest’ultimo, infatti, in seguito all’identificazione del Tempio dei Dioscuri in Circo Flaminio e proprio in corrispondenza con Monte dei Cenci e la chiesetta di San Tommaso78, sosteneva che l’anfiteatro di Statilio Tauro non dovesse coincidere con le rovine individuate dal Piranesi ma essere comunque collocato nelle vicinanze

74 GATTI 1960, p. 11. La stessa ricostruzione è accettata, anche se con qualche

riserva dato l’eccessivo utilizzo della Forma Urbis severiana e dagli scarsi dati

archeologici, anche in MARCHETTI LONGHI 1970, pp. 118-27 e 155-56.

75 Strabo. 5.3.8. Per la traduzione si rimanda alla nota 64 di questo capitolo.

76 MARCHETTI LONGHI 1970, p. 130 n. 1 si chiede: <<L’indizio di cavea a piazza dei

Cenci, negato per il Teatro di Balbo riconosciuto altrove, è ancor dubbio per il Circo Flaminio, a quale altro monumento potremmo riferirla?>>

77 Cfr. WISEMAN 1974, p. 11; COARELLI 2001, pp. 44-45 (secondo il quale

<<l’anfiteatro doveva trovarsi all’interno dell’area occupata in precedenza dal circo stesso>> andando a coincidere, dunque, con la collinetta artificiale del Monte dei Cenci); COARELLI 1997, pp. 13 e 399; GROS 2011, p. 323.

78 CONTICELLO DE’ SPAGNOLIS 1984, pp. 44-45 e 62. Secondo la studiosa, infatti,

la collocazione del Tempio dei Dioscuri presso Piazza Cinque Scole determina la corrispondenza dei cunei visti dal Piranesi con <<la serie di magazzini del complesso A della lastra di via Anicia>>, pertinenti alla struttura templare da lei studiata. Essa, dunque, conclude affermando che Piranesi avrebbe <<segnato tali strutture molto liberamente>>.

del Circo Flaminio data la descrizione del Campo Marzio attestata in Strabone79.

Recentemente, d’altra parte, la Welch, dedicando particolare attenzione all’anfiteatro di Statilio Tauro, considerato come <<link between early amphitheatres … and the great amphitheatres of the imperial period>>80, ha fortemente ribadito la localizzazione dell’edificio in corrispondenza con le strutture murarie radiali riprodotte dal Piranesi. Già Coarelli, infatti, aveva corretto l’ubicazione del Tempio dei Dioscuri proposta da Conticello de’ Spagnolis sulla base di uno studio di Tucci pubblicato nel 1993: entrambi gli studiosi, infatti, avevano proposto di spostare l’edificio templare più a est della chiesa di San Tommaso ai Cenci, in corrispondenza, quindi, con l’area della vecchia “Scuola Catalana” riuscendo, in tal modo, a riportare in auge l’antica identificazione tra Monte dei Cenci e l’anfiteatro di Statilio Tauro81. A supportare tale corrispondenza, inoltre, concorre, secondo la Welch, la natura stessa di Monte dei Cenci, ossia <<an artificial hill, created by the ruins of something monumental>>82.

d)

L’Amphitheatrum Statilii Tauri: la distruzione