a)
Il profilo biografico: dagli esordi alla morte di
Cesare
La memoria storiografica relativa alle guerre civili della fine del I secolo a.C. celebra e enfatizza il ruolo di un homo novus, quale Asinio Pollione 1, nelle vicende che precedono la conquista dello Stato da parte di Ottaviano.
L’esordio sulla scena politica dell’Urbe da parte di Asinio Pollione, figlio di un cavaliere marrucino2, nato probabilmente a Roma intorno al 76 a.C.3, si situa nel 56 a.C. quando egli si oppose a un progetto del giovane tribuno della plebe Porcio Catone, alleato di Pompeo e Crasso, in base al quale si sarebbe dovuto richiamare in Italia il proconsole della Cilicia, Cornelio Lentulo Spintere, incaricato nel 57 a.C., ex Senatus consulto, di restaurare sul trono d’Egitto Tolomeo Aulete. Tra le cause del suo agire si può rintracciare una motivazione più propriamente politica, ossia un suo schierarsi in questa occasione a favore della pars senatoria e repubblicana in opposizione al progetto triumvirale di riservare proprio a Crasso il governatorato della ricca Cilicia, nonché una giustificazione personale, per la quale il suo modus
1 Sulla vita di questo personaggio si veda: GROEBE 1896, cc. 1589-92; ANDRÉ 1949,
pp. 9-26; BROUGHTON 1952, pp. 266, 287, 300, 306, 310, 327, 343, 372, 378, 381, 387-88: ZECCHINI 1982, pp. 1265-96; SCHMIDT 1997, pp. 82-83.
2 Si veda Catull. carm. 12 indirizzato ad Marrucinum Asinium. Sulla definizione del
padre come cavaliere si veda GROEBE 1896, c. 1589, confermata poi da ZECCHINI 1982, p. 1268.
3 Cfr. Tac. dial. 34.7: Nono decimo aetatis anno L. Crassus C. Carbonem, uno et
vicesimo Caesar Dolabellam, altero et vicesimo Asinius Pollio C. Catonem, non multum aetate antecedens Calvus Vatinium iis orationibus insecuti sunt, quas hodieque cum admiratione legimus. (‘A diciannove anni L. Crasso fu accusatore di G. Carbone, Cesare a ventuno di Dolabella, a ventidue Asinio Pollione di C. Catone, Calvo, non molto più anziano, di Vatinio, e con orazioni tali che anche oggi le leggiamo con ammirazione.’) Si fa qui riferimento agli eventi accaduti nel 54 a.C., quando Pollione aveva quindi ventidue anni, essendo nato nel 76 a.C. Cfr. ANDRÉ 1949, pp. 9-10 e n. 1 (qui lo studioso sostiene anche l’ipotesi di una sua nascita a Roma); ZECCHINI 1982, p. 69.
operandi debba essere ricondotto ad un preesistente rancore personale nei confronti di Catone e dei suoi antenati, noti per il loro astio nei confronti degli Italici4.
Pollione nell’aprile del 56 a.C. abbandona momentaneamente la scena politica e si reca in Grecia per il tradizionale viaggio di studi. A questo periodo risale probabilmente il Propempticon Pollionis scritto da Elvio Cinna mentre si trovava in Bitinia al fine di salutare Pollione prima della sua partenza per l’Oriente5.
Il ritorno di Asinio Pollione a Roma sembra possa essere datato agli inizi del 54 a.C., ossia due anni dopo sia la sua partenza sia la stesura degli accordi di Lucca, con i quali si concedeva il rinnovo dei patti triumvirali tra Cesare, Pompeo e Crasso e si riconosceva al primo un prolungamento del proconsolato in Gallia per un ulteriore lustro, mentre agli ultimi due la nomina a consoli per l’anno successivo. Il ritorno di Pollione nella capitale è accompagnato, d’altra parte, da un secondo scontro giudiziario con Catone, accusato in tale circostanza di aver illegalmente usato il potere dell’obnuntiatio quando ricopriva la carica di tribuno della plebe nel 56 a.C.6 A difesa di Catone si schierano due personaggi legati ai triumviri, ossia Licinio Calvo e Emilio
4 ZECCHINI 1982, p. 1270; cfr. Plut. Cat. min. 2. Non si deve dimenticare, infatti,
che il nonno di Asinio Pollione, Erio Asinio, era praetor Marrucinorum durante la
guerra sociale (cfr. Liv. perioch. 73; Vell. 2.16.1; App. civ. 1.40.1). D’altra parte è
ugualmente noto che i Marrucini, e tra loro gli Asinii, una delle famiglie più illustri,
ribellatisi per poter ottenere un riconoscimento politico a Roma, deposero le armi già
nell’89 a.C. quando vennero sconfitti da Gneo Pompeo (cfr. App. civ. 1.39 e 52). Cfr.
ANDRÉ 1949, p. 12 dove lo studioso supporta la medesima tesi riferendola, tuttavia, agli avvenimenti del 54 a.C.
5 Char. gramm. 1.124.5: Cinna in Propemptico Pollionis. Sui problemi di datazione di
questo poema si veda ANDRÉ 1949, p. 11. ZECCHINI 1982, p, 1269 riconosce in Cinna il partigiano di Cesare e tribuno della plebe nel 44 a.C., anno in cui fu erroneamente
ucciso dalla folla durante i funerali del dittatore (cfr. Val. Max. 9.9.1; Suet. Iul. 85.1;
App. civ. 2.147.1: Dio 44.50.4). ANDRÉ 1949, p. 29 sostiene che durante questo
viaggio egli si sarebbe inserito <<dans l’ambience de la tragédie grecque>>.
Scauro: costoro, quindi, riescono a far cadere le accuse imputate al loro cliente ma intervengono anche in difesa di Pollione, nel momento in cui quest’ultimo rischiava di essere assalito dai clientes di Catone con l’intento di ridurlo al silenzio7.
Il mutismo delle fonti per il periodo compreso tra il 53 a.C. e il passaggio del Rubicone il 10 gennaio del 49 a.C. ha messo fortemente in dubbio la possibilità che Pollione abbia soggiornato in Gallia durante il secondo proconsolato di Cesare8. Tra le motivazioni che si possono proporre al fine di giustificare una sua precoce adozione della fazione cesariana vi è, in primo luogo, il richiamo alle sue origini italiche ed il ricordo delle imprese portate a termine dal nonno Erio Asinio (la cui memoria vive nell’omonimo figlio9) e, quindi, la necessità di legarsi a quella frangia di nobilitas sostanzialmente favorevole agli Italici; in secondo luogo, una naturale simpatia verso Cesare riconosciuto sia come figlio del promotore della lex Iulia de civitate sia come propugnatore di un ulteriore allargamento della civitas, nella quale potessero essere inclusi anche gli abitanti della Tranpadana10.
Lasciando da parte ogni congettura, Plutarco, nella vita di Cesare, attesta chiaramente la presenza di Pollione a fianco del futuro dittatore nelle
7 Vi è discordanza tra ANDRÉ 1949, p. 12 e ZECCHINI 1982, p. 1270: secondo il
primo è Scauro ad intervenire mentre Zecchini sostiene che a difesa di Pollione si
erga Licinio Calvo basandosi su quanto si afferma in Sen. contr. 7.4.7.
8 Plut. Caes. 32.7 menziona Pollione in occasione dell’attraversamento del Rubicone.
ZECCHINI 1982, p. 1267 sostiene che il soggiorno in Gallia a fianco di Cesare sia possibile sulla base di tre motivi: in primo luogo la tradizionale abitudine dei giovani ambiziosi di farsi notare dai generali con qualche impresa bellica, in secondo luogo la possibilità che Pollione sia la fonte del IV capitolo della Geografia di Strabone (cfr.
ZECCHINI 1982, p. 1283) e l’origine delle discrepanze con la descrizione cesariana
della Gallia, e, infine, il richiamo in Cic. fam. 10.32.5 all’amicizia con Cornelio Gallo
probabilmente fiorita durante il soggiorno in Gallia di entrambi nel 50 a.C.
9 Sen. contr. 4 praef. 4.
10 Per tale analisi si veda ZECCHINI 1982, p. 1268. ANDRÉ 1949, pp. 13-14 sosteneva
al contrario l’idea che Pollione si fosse fermato a Roma, studiando gli sviluppi del rapporto tra Pompeo e Cesare.
concitate fasi dell’attraversamento del Rubicone nel gennaio del 49 a.C.11 ed, inoltre, sia Plutarco sia Appiano menzionano nuovamente Pollione come legato agli ordini di Curione con l’incarico di prendere possesso della Sicilia e di Siracusa, luogo in cui si era rinchiuso Marco Porcio Catone12. Anche in questa occasione, le fonti greche si discostano dai Commentarii di Cesare, dove le gesta di Pollione passano sotto totale silenzio e sono oscurate dalle imprese di Curione, cui in effetti è attribuito il merito della vittoria13.
Pollione prosegue la sua carriera militare a fianco di Cesare e nel 49 a.C. opera in Africa, sempre sotto il comando di Curione, riuscendo miracolosamente a scampare alla sconfitta subita dai cesariani ai Castra Cornelia14, combattendo, quindi, nell’anno successivo nella battaglia di Farsalo15.
Nel 47 a.C. Asinio Pollione rientra in Italia e si scontra con il tribuno della plebe Dolabella, il quale, all’inizio dell’anno aveva proposto, mediante una
rogatio, l’annullamento di una parte dei debiti e degli affitti arretrati. È questa, forse, la prima occasione in cui Pollione collabora direttamente con Antonio, incaricato, in qualità di magister equitum, di reggere l’Italia data l’assenza di Cesare: in base alle fonti, infatti, sembra che proprio Pollione
11 Plut. Caes. 32.7.
12 Cfr. Plut. Cato min. 53.2-4; App. civ. 2.40.
13 Cfr. Caes. civ. 1.30. Sulle ragioni di tale silenzio si veda ANDRÉ 1949, pp. 14-15.
ZECCHINI 1982, p. 1271 interpreta il silenzio come un modo per celare la verità dei fatti, ossia la facile fuga di Catone dinnanzi a Pollione. D’altra parte, nei racconti di Appiano e di Plutarco vi sono forti concordanze, in base alle quali è possibile
ipotizzare il ricorso o diretto o indiretto alle Historiae scritte dallo stesso Pollione,
cfr. ANDRÉ 1949, pp. 43 e 58-59; GABBA 1956, pp. 229-249; ZECCHINI 1982, p. 1284.
14 App. civ. 2.45
abbia convinto Antonio ad osteggiare Dolabella anche se, inizialmente, il
magister equitum sembrava appoggiare il tribuno della plebe16.
Pollione prosegue, quindi, la sua carriera militare combattendo a fianco di Cesare prima in Africa, dove si mette in mostra con una brillante azione prima della battaglia di Tapso17, e, quindi, in Spagna partecipando alla battaglia di Munda18, ottenendo così per il 45 a.C. la nomina a pretore come ricompensa da parte di Cesare per i suoi servizi19.