• Non ci sono risultati.

Nel passo di Svetonio, più volte citato in quanto testimone dell’attività edilizia dei viri Triumphales nei primi anni del Principato augusteo, ricorre anche il nome di Statilio Tauro al quale è attribuito il merito della costruzione di un anfiteatro, il primo in muratura ad essere edificato all’interno della città di Roma44. È opportuno pensare, inoltre, che, come avvenuto per i personaggi fin qui analizzati, anche il Nostro si sia dedicato a tale progetto edilizio dopo aver conseguito nel 34 a.C. il trionfo militare,

39 CIL X, 409: [T(ito) Sta]tilio T(iti) f(ilio) Tauro / [aug]uri co(n)s(uli) iter(um)

imp(eratori) ter(tium) / [cu]rioni maximo.

40 SYME 1962, p. 238 n. 6, il quale ritiene che Tauro abbia ereditato la carica di curio

maximus da Calvisio. Lo storico, in particolare, menziona entrambi come esempi della tendenza da parte dei triumviri (in particolare di Antonio e Ottaviano) di far occupare le cariche sacerdotali più importanti ai loro uomini più fidati.

41 Tac. ann. 6.11. Per il testo e la relativa traduzione si rimanda alla nota 37 di questo

capitolo.

42 CHILLET 2012, p. 189, riprendendo le argomentazioni esposte in VITUCCI 1956, p.

35, ipotizza che il riferimento di Tacito non debba essere connesso all’età anagrafica di Statilio, considerato coetaneo di Augusto stesso, ma sia un indizio circa la durata della prefettura da lui ricoperta o fino al 13 a.C., anno del ritorno di Augusto a Roma, oppure fino al 10 d.C., anno in cui Chillet colloca la morte di Statilio Tauro.

43 Sull’Amphitheatrum Statilii Tauri si veda PLATNER – ASHBY 1929, p. 11; GOLVIN

1988, pp. 52-53; VISCOLGLIOSI 1993, pp. 36-37; WELCH 2007, pp. 108-27.

44 Suet. Aug. 29.4: Multaque a multis tunc extructa sunt, sicut … a Statilio Tauro

celebrato nella capitale il 30 giugno45, per le vittorie conseguite in Africa nel biennio compreso tra il 35-34 a.C. e aver, quindi, investito in tale struttura le

manubiae così ricavate nonché le proprie ricchezze personali46.

Inaugurato nel 30 o nel 29 a.C.47, sembra che tale anfiteatro, di cui non si conservano tracce nel tessuto urbano contemporaneo, fosse situato nel Campo Marzio, anche se la sua esatta posizione è ancora oggetto di discussione.

Per quanto le fonti letterarie e, in particolare Cassio Dione, descrivano tale edificio con l’aggettivo λίθινον ‘di pietra’48, è possibile immaginare che esso fosse strutturato internamente in legno mentre esternamente in

45CIL I2 (Fast. Triumph. Capitol.), p. 50: T(itus) Statilius T(iti) f(ilius) Taurus pro

co(n)s(ule) ann(o) DCCXIX / ex Africa pridie K(alendas) Iul(ias); CIL I2 (Fast.

Triumph. Barberin.), p. 77:T(itus) Statilius Taurus ex Africa prid(ie) K(alendas) Iul(ias) triump(havit) palmam dedit. Cfr. Vell. 2.127; Suet. Nero. 35 (Tauri bis consulis ac triumphalis).

46 Cfr. Tac. ann. 3.72.1: Erat etiam tum in more publica munificentia; nec Augustus

arcuerat Taurum, Philippum, Balbum hostiles exuvias aut exundantis opes ornatum ad Urbis et posterum gloriam conferre. (‘Vi era anche allora la munificenza nella tradizione pubblica; né Augusto aveva impedito a Tauro, Filippo, Balbo di impiegare le spoglie nemiche o le loro abbondanti ricchezze per abbellire la città e portare gloria fra i posteri.’)

47 Cfr. Dio 51.23.1: τότε µὲν δὴ ταῦθ’ οὕτως ἐπράχθη, τοῦ δὲ δὴ Καίσαρος τὸ τέταρτον ἔτι ὑπατεύοντος ὁ Ταῦρος ὁ Στατίλιος θέατρόν τι ἐν τῷ Ἀρείῳ πεδίῳ κυνηγετικὸν λίθινον καὶ ἐξεποίησε τοῖς ἑαυτοῦ τέλεσι καὶ καθιέρωσεν ὁπλοµαχίᾳ … .(‘Allora accaddero tali eventi, e mentre Ottaviano esercitava la carica di console per la quarta volta, Statilio Tauro costruì nel Campo Marzio un teatro cinegetico e di pietra a proprie spese e lo consacrò con un combattimento con armi pesanti … .’) Dal passo qui citato vi è un importante riferimento cronologico al quarto consolato di Ottaviano Augusto databile al 30 a.C. Propendono, dunque, a datare al medesimo anno anche il teatro di Statilio Tauro: SHIPLEY 1931, p. 24; WELCH 2007, p. 108. Lo datano, al contrario, al 29 a.C.: PLATNER – ASHBY 1929, p. 11; GOLVIN 1988, p. 52; SYME 1993, p. 18; VISCOGLIOSI 1993a, p. 36; COARELLI 2001, p. 44.

48 Dio 51.23.1. Il testo in greco e la relativa traduzione sono citati alla nota 37 di

muratura49: solo in tal modo, infatti, si può giustificare la sua distruzione nell’incendio di Roma del 64 d.C.50

Trascurato dagli studiosi moderni e contemporanei, sembra che tale anfiteatro non sia stato impiegato nel periodo augusteo né in occasione del

munus organizzato nel 7 a.C. in onore del defunto Agrippa51, né dei giochi organizzati sempre dal princeps nel 2 a.C. per la cerimonia di inaugurazione del Tempio di Marte Ultore52. Sulle cause del mancato utilizzo di tale

49 Cfr. GOLVIN 1988, p. 52; VISCOGLIOSI 1993a, p. 37; WELCH 2007, pp. 115-16.

50 Dio 62.18.2: τοιούτῳ µὲν δὴ πάθει τότε ἡ πόλις ἐχρήσατο οἵῳ οὔτε πρότερόν ποτε

οὔθ’ ὕστερον, πλὴν τοῦ Γαλατικοῦ. τό τε γὰρ Παλάτιον τὸ ὄρος σύµπαν καὶ τὸ θέατρον τοῦ Ταύρου τῆς τε λοιπῆς πόλεως τὰ δύο που µέρη ἐκαύθη, καὶ ἄνθρωποι ἀναρίθµητοι διεφθάρησαν. (‘In questa calamità, dunque, la città soffrì quanto mai prima o in seguito, eccetto che nel sacco gallico. Infatti, l’intero monte Palatino, il teatro di Tauro e circa i due terzi del resto della città furono consumati dal fuoco, e innumerevoli persone perirono.’) COARELLI 2001, p. 44, tuttavia, afferma: <<Ma il fatto che anche il Colosseo sia stato più volte distrutto da incendi toglie valore a questo argomento>>.

51 In base a Dio 55.8.5: κἀν τούτῳ καὶ αἱ ἐπιτάφιοι ἐπὶ τῷ Ἀγρίππᾳ ὁπλοµαχίαι, φαιὰν ἐσθῆτα τῶν τε ἄλλων πλὴν τοῦ Αὐγούστου καὶ αὐτῶν τῶν υἱέων αὐτοῦ λαβόντων, καὶ ἑνὸς πρὸς ἕνα καὶ πλειόνων πρὸς ἴσους, ἐν τοῖς σέπτοις διά τε τὴν ἐς τὸν Ἀγρίππαν τιµὴν καὶ διὰ τὸ πολλὰ τῶν περὶ τὴνἀγορὰν οἰκοδοµηµάτων κεκαῦσθαι, ἐγένοντο. (‘E in questo anno furono organizzati i giochi gladiatori funebri in onore di Agrippa: tutti eccetto Augusto e gli stessi figli di Agrippa indossavano una veste scura e sia

combattimenti singoli sia con più combattenti, nei Saepta sia per ossequio nei

confronti di Agrippa sia perché molti tra gli edifici del Foro erano bruciati.’)

52 Cfr. Dio 55.10.6-8; Vell. 2.100.2. I munera erano stati dedicati a Gaio e Lucio

Cesare, coinvolti nella corsa dei carri, mentre il fratello Agrippa con i primi geniti furono cavalieri nel gioco chiamato di Troia; duecentosessanta leoni furono massacrati nel Circo; combattimenti tra i gladiatori erano stati organizzati nei

Saepta; in un bacino scavato presso il Tevere fu realizzata una naumachia,

raffigurante la battaglia tra Persiani e Ateniesi a Salamina (cfr. RG 23; Suet. Aug.

43. 2; Tac. ann. 12.56; Dio 66.25.3); nel Circo Flaminio, parzialmente allagato, vennero

massacrati 36 coccodrilli. Cfr. BRACCESI 2010, p. 113 e pp. 137-45, secondo il quale tale naumachia, organizzata non tanto per solennizzare l’inaugurazione e l’apertura del tempio di Marte Ultore quanto per celebrare il trentennale della vittoria di Azio, doveva inizialmente riprodurre lo scontro navale tra Ottaviano e Antonio. Tuttavia la scelta di modificarne il contenuto, in modo tale da raffigurare un motivo meno scomodo, ossia la vittoria di Salamina quale sconfitta dell’Oriente da parte dell’Occidente, deve essere, secondo Braccesi, ricondotta alla congiura del 2 a.C. capeggiata da Giulia, figlia dell’allora Ottaviano, e da Iullo, figlio di Antonio, i quali

struttura, si sono sviluppate diverse ipotesi: l’anfiteatro, infatti, per quanto rappresentasse per i contemporanei <<an impressive building>>53, probabilmente si era dimostrato fin da subito di dimensioni troppo ridotte per poter ospitare manifestazioni così importanti oppure è possibile, d’altra parte, congetturare che l’edificio fosse stato costruito e concepito da Statilio Tauro come un <<bene privato>>54, così come sembrano dimostrare alcune iscrizioni rinvenute nel colombario dei liberti degli Statilii nelle quali si fa riferimento al personale impiegato proprio nell’anfiteatro55.

Tuttavia, sia in un passo della vita di Tiberio56 sia all’interno delle Res Gestae57, si fa riferimento ad un anfiteatro, interpretato dalla Welch, in

avevano, probabilmente, programmato l’uccisione di Augusto in corrispondenza del grandioso spettacolo della naumachia.

53 WELCH 2007, p. 113.

54 VISCOGLIOSI 1993a, p. 36.

55 Cfr. CIL VI, 6226: Charito custos de amp(h)itheat(ro); CIL VI, 6227: Menander

l(ibertus) / ostiarius / ab amphitheatr(o); CIL VI, 6228: Euenus Chresti / Auctiani vicar(ius) / de amphit(h)eatro / v(ixit) a(nnos) XXV. Per il colombario degli Statilii si rimanda a CALDELLI – RICCI 1999. Sono favorevoli a considerare l’anfiteatro come un edificio privato sia GOLVIN 1988, p. 53 e n. 97 sia VISCOGLIOSI 1993a, p. 36. Cfr. D’ARM 1981, p. 155 dove si afferma che l’anfiteatro <<was built in large part by the family’s own freedman, who are prominent in the building trade>>. In effetti,

alcuni liberti appartenenti alla familia degli Statilii sono attivi anche nel prestigioso

collegium fabrum tignariorum (CIL VI, 9405: … T(ito) Statilio Isochryso / T(ito) Statilio Hieroni f(abro) … T(ito) Statilio Onesimo …). Si veda anche MARTIN 1989, pp. 64-65.

56 Suet. Tib. 7.1: Munus gladiatorium in memoriam patris et alterum in avi Drusi

dedit, diversis temporibus ac locis, primum in foro, secundum in amphitheatro, … . (‘Organizzò un combattimento gladiatorio in memoria del padre e un altro del nonno Druso, in momenti e luoghi diversi, il primo nel Foro mentre il secondo nell’anfiteatro … .’)

57 RG 22: Venationes bestiarum Africanarum meo nomine aut filiorum meorum et

nepotum in circo aut in foro aut in amphitheatris populo dedi sexiens et viciens, quibus confecta sunt bestiarum circiter tria millia et quingentae. (‘Ventisei volte, nel mio nome o dei miei figli e nepoti, offrii al popolo caccie di belve africane nel circo o nel foro o nell’anfiteatro: durante questi furono uccise circa tremilacinquecento fiere.’)

entrambi i casi, come un chiaro richiamo all’edificio di Tauro58. La studiosa, infatti, contraria a considerare l’anfiteatro come una proprietà privata e anzi reputandolo <<an integral part of Augustus’ great building program>>59, riflettendo sulle cause per le quali esso perse di importanza a partire dal regno di Caligola giunge alla conclusione che <<the Amphitheatre of Taurus had begun to look small and old fashioned, compared to contemporary amphitheatres such as the Julio-Claudian arenas at Pola and Verona>>60.

In effetti, le fonti antiche menzionano per ben due volte l’anfiteatro di Statilio nel contesto cronologico del regno di Caligola e, da entrambe le testimonianze, il disuso di tale struttura non sembra essere connesso al suo statuto privato bensì alle sue dimensioni, probabilmente eccessivamente ridotte rispetto la reale affluenza di pubblico. Se, infatti, da un passo di Cassio Dione61 si apprende che l’imperatore disprezzava a tal punto l’anfiteatro di Statilio Tauro da decidere di edificarne uno nuovo, collocabile secondo un passo di Svetonio iuxta Saepta62, sempre da Svetonio si scopre,

58 WELCH 2007, p. 114.

59 WELCH 2007, p. 110. A p. 116, infatti, essa scrive <<the tomb of Statilii reveals

that Taurus’ familia was prominent in Rome’s building trade>>, ricordando iscrizioni in

cui schiavi e liberti si identificano con i titoli di faber (CIL VI, 6283: Bassus /

fab(er); cfr. CIL VI, 6284-85), di faber tignarius (CIL VI, 6363: Acasti fabri / tignuari(i); cfr. CIL VI, 6364-65) e di faber structor parietarius (CIL VI, 6354:

T(itus) Statilius Nicep(h)or / faber struct(or) parietar(ius)).

60 WELCH 2007, p. 113.

61 Dio 59.10.5: ἐποίησε δὲ τοὺς ἀγῶνας τούτους τὰ µὲν πρῶτα ἐν τοῖς Σέπτοις, πᾶν τὸ

χωρίον ἐκεῖνο ἐξορύξας καὶ ὕδατος πληρώσας, ἵνα µίαν ναῦν ἐσαγάγῃ, ἔπειτα δὲ καὶ ἑτέρωθι, πλεῖστά τε καὶ µέγιστα οἰκοδοµήµατα καθελὼν καὶ ἰκρία πηξάµενος· τὸ γὰρ τοῦ Ταύρου θέατρον ὑπερεφρόνησε. (‘Egli, in un primo momento, organizzava tali

combattimenti nei Saepta, dopo aver scavato l’intera area e dopo averla riempita di

acqua in modo tale da condurvi dentro una singola nave; in un secondo momento li trasferì altrove, dopo aver demolito molti e grandi edifici e aver costruito una piattaforma lignea: infatti guardava con disprezzo il teatro di Tauro.’)

62 Suet. Cal. 21.1: Incohavit autem aquae ductum regione Tiburti et amphitheatrum

iuxta Saepta, quorum operum a successore eius Claudio alterum peractum, omissum alterum est. (‘Pose mano ad un acquedotto nella regione di Tivoli e ad un anfiteatro vicino ai Saepta, delle quali opere mentre la prima fu condotta a termine dal suo

d’altra parte, che Caligola utilizzò anche l’edificio costruito dal Nostro, probabilmente in occasione di munera di minore importanza63.

c)

L’Amphitheatrum Statilii Tauri:

il problema della