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35 ZECCHINI 1982, p. 1273. Anche MASSA 1993, pp. 501 e 514: qui si enfatizza il

ruolo di Pollione nel ricercare un’intesa tra i membri di uno stesso partito.

36 Cfr. App. civ. 3.81 e 97; Vell. 2.63.3-4; Liv. Perioch. 120. Il passo 3.97 di Appiano

permette di datare il passaggio di Pollione alla fazione antoniana nel periodo

successivo alla marcia su Roma di Ottaviano e alla promulgazione della Lex Pedia.

37 App. civ. 4.2 e 27.

38 App. civ. 4.12 e 27

L’azione di Pollione all’interno della Gallia Cisalpina propone una serie di questioni, ancora aperte, circa il quando egli ricoprì tale incarico40, in che cosa consisteva e dove esercitava la carica da lui rivestita41. Durante la permanenza di Pollione nella provincia della Cisalpina, d’altra parte, sicuramente egli incontrò Virgilio: quest’ultimo, infatti, in procinto di essere espropriato dei propri beni, sembra sia stato reintegrato nei suoi possessi proprio per intervento diretto di Pollione, il quale, diventato suo protettore, ne facilitò l’ascesa letteraria.

Dopo Filippi, Ottaviano rimasto da solo nella parte occidentale dell’impero si trova costretto a risolvere il problema dell’assegnazione di terra ai veterani rientrati in Italia. Per questo scopo, l’erede di Cesare ottiene l’autorizzazione da parte di Antonio di sopprimere la provincia della Gallia Cisalpina, in modo tale da unirla al resto dell’Italia e da sfruttarla come territorio di confische42: inizialmente Pollione, in carica come governatore della Cisalpina, si oppone a tale decisione, rifiutandosi di lasciar attraversare

40 Per quanto riguarda la datazione, è ipotizzabile che egli si sia recato in Gallia

Cisalpina all’inizio del 42 a.C. e che abbia mantenuto il suo incarico almeno fino

all’incontro con Domitius Ahenobarbus nel 40 a.C. (App. civ. 5.50.208), cfr. CRESCI

MARRONE 2012a, p. 40.

41 Su tale questione non sono d’aiuto le fonti: in Vell. 2.76.2 egli sembra operare nella

Venetia come legatus di Antonio; sia i commentatori sia gli scolia a Virgilio sembrano, d’altra parte, qualificarlo quale presidente di una commissione composta anche da

Cornelio Gallo e Alfeno Varo, incaricata di distribuire terra ai veterani, cfr. Prob. Ad

ecl. et georg., p. 323 (ed. Hagen 1902); Serv. Ad ecl. 2.1 e 9.27; Don. Vita Verg., p. 84

(ed. Rostagni); Philarg. Verg. ecl. 1 incipit. Tra i commentatori moderni, mentre

ANDRÉ 1949, p. 20, BOSWORTH 1972, p. 462, ZECCHINI 1982, p. 1274 ritengono che egli operasse nella provincia come elemento della commissione triumvirale,

BROUGHTON 1952, p. 372, al contrario, lo classifica o come legatus cum imperio

oppure come promagistrato nel territorio della Transpadana. CRESCI MARRONE 2012a, p. 241 ipotizza che Pollione sia stato sia l’ultimo governatore della Cisalpina sia presidente della commissione triumvirale e gli riconosce, inoltre, un ruolo di preminenza nel territorio dell’Italia settentrionale.

42 App. civ. 5.3. L’11 marzo, su richiesta probabilmente di Ottaviano, furono approvate

sia la lex Roscia sia la lex Rubria, mediante le quali si aboliva la provincia e si

la propria provincia alle sei legioni agli ordini di Salvidieno Rufo, dirette in Spagna43. È probabile, d’altra parte, che proprio Pollione abbia esercitato uno stretto controllo sui territori della Cisalpina e abbia diretto le operazioni di censimento, originate dai processi di municipalizzazione e dalla concessione della cittadinanza romana e necessarie per stabilire gli elettori, i possibili magistrati e senatori locali44.

Tali eventi sono solo un preludio alle delicate fasi del bellum Perusinum, durante il quale Pollione, così come altri due cesariani quali Planco e Ventidio, può mettere nuovamente in atto quella <<tattica temporeggiatrice e rinunciataria>>45 che lo aveva contraddistinto nella corrispondenza con Cicerone nel 43 a.C. Egli, infatti, inizialmente non si schiera né a favore di Ottaviano né a favore di Antonio e alle richieste di aiuto inviategli dal fratello di quest’ultimo, ormai assediato nella piazzaforte di Perugia, egli risponde con un’avanzata molto lenta delle truppe interrotta da uno scontro diretto contro Agrippa e, quindi, dalla ritirata negli Appennini (in particolare a Ravenna). Nuovamente sia Pollione sia l’amico e alleato Ventidio tentano un nuovo ricongiungimento con le truppe di Planco come estremo tentativo di liberare Perugia e i suoi assediati. Essi, intercettati sugli Appennini da Agrippa e Salvidieno, si separano: Planco segue Fulvia in Oriente; Ventidio

43 App. civ. 5.20.80 sg. Cfr. SYME 1962, pp. 210-11.

44 CRESCI MARRONE 2012a, pp. 43-48 ritiene che a Pollione si debba attribuire le

attività di agrimensura nel territorio di Altinum, di Patavium (in particolare del

settore di Camposampiero, cfr. CRESCI MARRONE 2012b, pp. 82-89) e di

Opitergium, nonché la fondazione della colonia di Iulia Concordia (attuale

Portogruaro). L’attività di Pollione a Padova è confermata anche da Macr. sat. 1.11.22:

gli abitanti della città si erano, infatti, rifiutati di pagare i tributi in armi e denaro e per punirli Pollione aveva inutilmente cercato di convincere gli schiavi a denunciare i loro padroni, ottenendo in cambio la libertà personale.

dirige la marcia verso la costa adriatica così come Pollione che si reca a nord- est mantenendo il controllo sulla Venetia contro i generali di Ottaviano46.

Dopo aver condotto le trattative con Domitius Ahenobarbus, le fonti non menzionano più Pollione fino a quando egli ricopre la carica di console nel 40 a.C.47 Nel corso del medesimo anno Pollione, in qualità di rappresentante degli interessi di Antonio, si confronta con Mecenate, uomo di Ottaviano, nel corso delle trattative che portano poi agli accordi di Brindisi stipulati nel settembre del medesimo anno e interpretabili come un effimero coronamento del sogno di Pollione di mantenere unito il partito cesariano48.

Come ricompensa dei suoi servizi a favore di Antonio, Pollione ottiene, dunque, l’incarico di governatore di una provincia: in particolare, o della Macedonia, nell’Oriente controllato da Antonio, oppure dell’Illirico, nella parte occidentale dell’impero sotto l’autorità di Ottaviano. Durante il suo proconsolato egli conduce una vittoriosa campagna contro i Partini, celebrando, dopo il suo rientro a Roma nel 39 a.C., il trionfo militare49.

In seguito a tali avvenimenti politici e dopo aver raggiunto le più alte cariche statali, Pollione decide di ritirarsi dalla vita politica e di dedicarsi

46 Sulla partecipazione di Pollione nella guerra di Perugia si veda App. civ. 5.31-33 e

sgg. Sugli eventi si veda SYME 1962, pp. 211-13. Sul controllo di Pollione della

Venetia, cfr. Vell. 2.76.2-3; App. civ. 5.35.50 e 64. Velleio attribuisce a Pollione

l’ulteriore merito di aver convinto Domitius Ahenobarbus ad unirsi ad Antonio con le

sue settanta navi e le due legioni ai suoi comandi.

47 Sul consolato di Pollione cfr.: CIL I2, p. 341 (Fast. Triump. Capitol.) = InscrIt

13.1.1b; CIL X, 5159 = ILS 3784; CIL VI, 1976 = CIL I2 (Fast. Sacerd.), p. 60 = ILS

9338.3; Joseph. AJ 14.389; Dio 48.15.1; Virg. Ecl. 4. ANDRÉ 1949, p. 22 sostiene che

Pollione abbia potuto esercitare la carica di console solo dopo la sigla del trattato di

Brindisi e, comunque, per un breve periodo: sia lui sia il collega Domitius Calvinus

sarebbero stati sostituiti a dicembre del medesimo anno da due consules suffecti

(cfr. Dio 48.32). ZECCHINI 1982, p. 1276 ritiene che le trattative di Brindisi siano stato condotte da Pollione quando già ricopriva la carica di console.

48 Di questo avviso ZECCHINI 1982, p. 1276. Sull’accordo di Brindisi si vedano App.

civ. 5.65; Dio 48.28.4.

all’otium letterario e in particolare alla storiografia50. Durante il principato di Augusto egli svolge prevalentemente la funzione di avvocato e partecipa alle sedute del senato: al 9 a.C., infatti, risale la difesa di Nonio Asprenate dall’accusa di avvelenamento avanzata contro di lui da Cassio Severo51, mentre, in occasione dei Lusus Troiae52, interviene contro tale iniziativa imperiale in seguito ad un incidente accorso a suo nipote e protetto Claudius Marcellus Aeserninus. La sua morte si colloca comunemente intorno al 4 d.C.