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4. LE AZIENDE ALBERGHIERE

4.5. GLI STRUMENTI CONTABILI DELL’IMPRESA ALBERGHIERA

4.5.3. L’ANALISI DI BILANCIO

L'analisi di bilancio mira a comprendere la gestione economica, finanziaria e patrimoniale di un'azienda tramite lo studio del bilancio di esercizio e dei dati da questo ricavabili. Il bilancio soggetto a pubblicazione e disciplinato dal codice civile, costituisce uno strumento conoscitivo generalista, orientato alla fruizione di una vasta platea di utilizzatori. L’informazione che da esso promana investe sia la sfera reddituale d’impresa, sia la struttura patrimoniale che affronterà gli esercizi futuri, sia l’aspetto finanziario. L’analisi di bilancio è una tecnica che permette di confrontare i valori tipici della situazione patrimoniale tra loro, i valori tipici del conto economico tra loro, i valori tipici dei due documenti presi e correlati insieme. Gli scopi che si intendono raggiungere attraverso le analisi di bilancio possono essere così sintetizzati:

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- Avere una conoscenza d’insieme attraverso i dati contabili ed extracontabili per un esame critico della gestione;

- Dare un giudizio sui futuri andamenti gestionali, secondo gli indirizzi di gestione;

- Analizzare la variabilità dei fenomeni finanziari, economici e patrimoniali dell’azienda;

- Analizzare particolari aspetti gestionali per il ricorso al credito, per la politica di rinnovo delle immobilizzazioni, per la concessione di credito; Il punto di partenza è sempre il bilancio ufficiale, ma i dati in esso contenuti necessitano di elaborazioni propedeutiche all’analisi per indici. Gli indici costruiti in tal modo, forniscono informazioni sintetiche sufficienti per determinare decisioni confermative di quanto svolto fino al tempo delle analisi, o “cambiamenti di rotta” che, assunti in tempo utile, consentano di evitare risultati negativi o irrecuperabili. Come già detto, lo Stato Patrimoniale deve essere riclassificato secondo il criterio finanziario; mentre il Conto Economico necessita di una rielaborazione a cosiddetto valore aggiunto e in forma scalare, che evidenzia l’area caratteristica della gestione patrimoniale e finanziaria.

Dopo aver effettuato la riclassificazione dei valori dello stato patrimoniale e del conto economico si procede al calcolo degli indici. Gli indici sono rapporti aventi al numeratore ed al denominatore valori tratti dalle riclassificazioni eseguite e da altri dati contabili ed hanno un significato, che è opportuno però non analizzare singolarmente, ma interpretare nel loro insieme, costituendo così un sistema di quozienti di bilancio. Esistono nella pratica e in teoria molti indici, ma si ritiene opportuno fare riferimento a quelli più ricorrenti. La prima macroclasse è costituita dagli indici patrimoniali che analizzano la struttura degli investimenti e dei finanziamenti ed esprimono la capacità dell’azienda di mantenere nel tempo una situazione di equilibrio strutturale. Gli indici patrimoniali vengono formati mettendo in rapporto una parte di un insieme con il valore complessivo dell’insieme; questi indici si chiamano di composizione e possono riguardare i valori dell’attivo e i valori del passivo. Per quanto riguarda l’attivo patrimoniale possiamo avere l’indice di rigidità degli impieghi dato da

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Attivo immobilizzato Totale impieghi

che esprime la percentuale di impieghi a lungo ciclo di utilizzo rispetto al totale impieghi. Tale indice è complementare all’indice di elasticità degli impieghi dato da

Attivo circolante Totale impieghi

Questi due indici dipendono dal tipo di attività svolta (un’azienda mercantile avrà meno immobilizzazioni e più attivo circolante rispetto ad un’impresa industriale). Nelle imprese alberghiere il primo indice ha un valore elevato per la rilevanza del capitale immobilizzato, mentre il secondo ha un valore più contenuto ed evidenza una bassa incidenza del capitale circolante sul totale delle attività che confermano l’alto grado di rigidità della gestione alberghiera.

Per quanto riguarda il passivo patrimoniale possiamo avere l’indice di autonomia

finanziaria dato da

Capitale proprio Totale finanziamenti

ed esprime il rapporto tra capitale netto e totale dei finanziamenti. L’autonomia finanziaria aumenta con l’aumentare del capitale netto. Un indice pari a 1 indica che tutti i finanziamenti sono rappresentati da capitale proprio. Altro indice da tenere in considerazione è l’indice di dipendenza finanziaria dato da

Capitale di terzi Totale finanziamenti

ed esprime la misura dei debiti per ogni 100 di capitale investito.

Altro aspetto meritevole di analisi è la correlazione tra gli impieghi e le fonti di finanziamento. L’azienda, allo scopo di mantenere le condizioni su cui poggia l’equilibrio finanziario, dovrà cercare di finanziare gli impieghi immobilizzati con capitale vincolato all’azienda stessa per un periodo medio lungo e, quindi, con mezzi propri o con passività consolidate. Diversamente il finanziamento dell’attivo circolante potrà avvenire con mezzi propri o con passività correnti. L’analisi della correlazione può essere effettuata attraverso l’impiego di alcuni

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indicatori denominati “margini di correlazione”. Abbiamo i margini di struttura che possono essere

Margine di 1° livello: mezzi propri – attivo immobilizzato Margine di 2° livello: (mezzi propri + passività consolidate) – attivo

immobilizzato

Il primo livello rappresenta una situazione ottimale in cui l’azienda non è dovuta ricorrere all’indebitamento per la copertura degli impieghi nell’attivo immobilizzato. Il secondo livello evidenzia la situazione più facilmente riscontrabile, in cui l’azienda ha finanziato gli impieghi nell’attivo immobilizzato sia con mezzi propri, sia con capitale di terzi a medio lungo termine.

Abbiamo anche il margine di disponibilità dato dalla differenza tra attivo circolante e passività correnti e il margine di tesoreria che può essere

Margine di 1° livello: liquidità immediata – passività correnti

Margine di 2° livello: (liquidità immediata + liquidità differita) – passività correnti

Il margine di struttura ed il margine di disponibilità sono tra loro strettamente correlati. Sia il margine di struttura di secondo livello, sia il margine di disponibilità devono assumere valori maggiori o uguali a zero. Il margine di tesoreria consente di verificare le condizioni di equilibrio finanziario di breve periodo coinvolgendo al primo livello la sola liquidità immediata e, al secondo livello, la liquidità immediata e la liquidità differita. Se il margine di tesoreria assume valori positivi o uguali a zero esprime la capacità dell’azienda di fronteggiare nel breve periodo le passività correnti con il ricorso alla liquidità immediata e/o differita. Il rispetto della correlazione tra gli impieghi e le fonti è condizione necessaria per il raggiungimento ed il mantenimento dell’equilibrio finanziario aziendale. Nella ricerca della correlazione impieghi-fonti, ciò che non deve assolutamente accadere è il finanziamento dell’attivo immobilizzato con passività correnti. Sul fronte della situazione economica all’interno dell’azienda turistica assumono rilievo i ricavi di vendita ed i costi di produzione. Per i ricavi

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dell’azienda turistica si deve rilevare come essi siano, generalmente, riconducibili all’erogazione di un servizio principale, talvolta affiancato da altri servizi accessori aventi minore entità: spesso, infatti, il “prodotto turistico” è dato dalla somma di più attività/servizi. I ricavi di vendita dovrebbero trovare correlazione con i costi di produzione, dovendo il prezzo remunerare tutti i fattori produttivi coinvolti nel processo di produzione/erogazione del “prodotto turistico” con un margine di guadagno per l’azienda. Sulla correlazione tra i prezzi di vendita ed il costo di produzione all’interno del sistema turismo sono state sottovalutate talune perplessità, evidenziando come il costo di produzione giochi un ruolo determinante nella quantificazione del prezzo, ma non sempre sufficiente, essendo il prezzo stesso formato dall’incontro tra la domanda e l’offerta. La determinazione del prezzo di vendita, pertanto, può seguire all’interno del sistema turismo logiche tra loro anche diverse e non sempre rispondenti ai principi della razionalità economica. Si pensi a questo riguardo alle politiche promozionali effettuate dalle strutture ricettive e dai tour operator con importanti oscillazioni di prezzo da un periodo dell’anno all’altro. È evidente come dette oscillazioni non possano essere interamente riconducibili ad una corrispondente diminuzione del costo di produzione del “prodotto turistico”, ma siano piuttosto riconducibili all’esigenza di far incontrare l’offerta con la domanda. Laddove l’incontro tra offerta e domanda in alcuni periodi dell’anno non è sempre garantito le aziende turistiche possono intervenire con politiche promozionali volte ad incentivare la domanda medesima. Si deve, tuttavia, rilevare come in molti casi parte della diminuzione del prezzo possa essere ricondotta anche ad una corrispondente diminuzione del costo di produzione. Si pensi a titolo esemplificativo ad un villaggio turistico nel quale è agevole immaginare che il numero di persone coinvolte nell’animazione e nei servizi prodotti/offerti in periodi di alta stagione sia superiore a quello corrispondente in un periodo di bassa stagione. La differenza ha sicuramente un impatto diminutivo anche sul prezzo. Diversa è la situazione per una compagnia aerea che in certi periodi dell’anno effettua promozioni, come ad esempio i week-end all’estero con pernottamento, o tariffe particolari su talune tratte o legate alla partenza ed al

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rientro in determinati giorni della settimana. In questi casi dette promozioni non rispondono ad una corrispondente diminuzione del costo di produzione del servizio di trasporto, quanto all’esigenza dettata dalla convenienza per la compagnia di riempire l’aeromobile, che comunque deve effettuare il trasporto su una determinata tratta. L’offerta di pacchetti con pernottamento coinvolge sicuramente alberghi e strutture ricettive già convenzionate con la compagnia aerea, che riesce per questa via, a spuntare condizioni economiche molto vantaggiose rispetto a quelle ottenibili dal singolo viaggiatore/turista. La differenziazione delle tariffe in taluni periodi su certe tratte o legate alla partenza ed al rientro in determinati giorni della settimana rispondono, diversamente, all’esigenza dell’azienda di raggiungere su quel singolo servizio il punto di pareggio con i costi di produzione. Quanto detto a titolo esemplificativo evidenzia come l’universo turismo anche per questi aspetti sia profondamente eterogeneo e legato a fattori interni ed esterni all’azienda turistica medesima. Con riguardo ad aziende turistiche di piccole dimensioni, infatti, si può aggiungere, come ulteriore variabile che può influenzare la determinazione del prezzo, “l’effetto imitativo” o, comunque, la tendenza di adeguarsi ai prezzi praticati dai concorrenti presenti sullo stesso territorio. L’influenza dell’ambiente circostante è facilmente percepibile con riguardo alle catene alberghiere, che pur offrendo nelle proprie strutture gli stessi standard con riguardo ai servizi prodotti, praticano prezzi anche molto differenti a seconda della collocazione dell’albergo. In parte tali differenze si possono giustificare in base ai costi, anch’essi diversi a seconda della zona in cui è situata la struttura alberghiera, ma in altra parte si giustificano per l’influenza di fattori ambientali locali e non locali. La struttura dei costi dell’azienda turistica è, pertanto, diversa in base alla tipologia di azienda cui si fa riferimento. Nelle aziende alberghiere è ragionevole attendersi una forte incidenza dei costi fissi di struttura, tra cui si possono trovare i costi relativi al personale stabile, al personale amministrativo, agli ammortamenti delle immobilizzazioni, alle utenze, alle assicurazioni, alle manutenzioni, ecc. I costi variabili hanno sicuramente una minore incidenza al Conto economico e possono essere rappresentati dalle provvigioni pagate ai tour operator o alle agenzie di

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viaggio, dal materiale di consumo, dal personale stagionale o a tempo determinato, dalle bevande e dagli alimenti, ecc. Nelle compagine aeree low-cost è ragionevole attendersi una minore incidenza dei costi fissi di struttura rispetto ai concorrenti tradizionali e, rispetto a questi ultimi, una maggiore incidenza dei costi variabili. Possono essere costi variabili il carburante, i servizi aeroportuali, ecc. Nelle agenzie di viaggio, diversamente, è ragionevole attendersi una maggiore incidenza dei costi variabili tra i quali si possono trovare i canoni di locazione dell’immobile, il personale addetto al pubblico, i costi per servizi, ecc. Quanto detto permette di sottolineare l’importanza della lettura e dell’interpretazione del bilancio di un’azienda turistica, allo scopo di comprendere nelle singole fattispecie quali decisioni, scelte ed azioni adottate dagli amministratori hanno determinato i valori rappresentati all’interno del sistema di bilancio medesimo. La lettura e l’interpretazione devono avere ad oggetto tutti i documenti componenti il sistema di bilancio e devono tenere in debita considerazione la tipologia di attività esercitata dall’azienda turistica ed il contesto ambientale in cui è inserita ed in cui opera. In questa direzione si deve anche rilevare l’utilità del sistema di bilancio e della lettura e della interpretazione dello stesso, per effettuare analisi comparative tra aziende turistiche diverse.

La seconda macroclasse è costituita dagli indici finanziari. Un’azienda presenta una struttura finanziaria sana quando è in grado di far fronte con le entrate correnti di tutti i giorni alle uscite correnti e alle esigenze di investimento. Un’azienda finanziariamente sana è in grado di pagare con regolarità e secondo la loro scadenza tutti i debiti contratti. Questa regolarità è dovuta alle corrette politiche di scelta delle fonti di finanziamento dovendo correlare adeguatamente fonti e impieghi. Uno degli indici più importanti è l’indice di disponibilità dato da

Attivo circolante Debiti a breve

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che esprime la capacità di far fronte ai debiti a breve utilizzando le disponibilità a breve (magazzino, disponibilità, liquidità). È comunemente denominato current

ratio e fornisce una prima misura della liquidità dell’albergo e in particolare della

capacità di far fronte ai propri impegni a breve termine ricorrendo alle attività che si trasformeranno in forma liquida entro un anno. Questi indici finora esposti riguardavano lo Stato patrimoniale. Sulla base della rielaborazione del Conto economico a Valore aggiunto, è possibile costruire alcuni indici particolarmente significativi.

Il rapporto “camere occupate/camere disponibili” esprime il Tasso di

occupazione delle camere; nella misura in cui si avvicinasse al valore 1,

esprimerebbe il grado di utilizzo della ricettività dell’albergo. Il Ricavo medio per camera:

Ricavi camere Camere occupate

il quale informa sulle politiche dei prezzi praticati nel corso dell’anno. In combinazione con l’indice precedente si ottiene un significativo indicatore di performance dell’attività alberghiera, il revenue per available room (RevPar), vale a dire il ricavo medio per camera disponibile, ottenuto dal prodotto di

Camere occupate X Ricavi camere = Ricavi camere Camere disponibili Camere occupate Camere disponibili

L’informazione circa le politiche di vendita effettuate dall’impresa alberghiera in un determinato arco temporale, è completata dal ricavo medio per cliente

Ricavi camere Clienti del periodo

Ulteriori indici di performance del reparto camere sono: il numero di ospiti per camera

Totale presenze Camere occupate

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l’occupazione multipla

Camere con più di un ospite x 100 Camere occupate

la durata media del soggiorno

Totale presenze Totale arrivi

che esprime, in un arco di tempo prefissato – settimane, mesi, stagione, anno – il numero medio di giornate di permanenza dei clienti. È un indice rappresentativo del comportamento del cliente, vale a dire le sue abitudini ad utilizzare il servizio alberghiero; è importante da abbinare al tasso di occupazione delle camere ed al fatturato sia del reparto camere sia degli altri servizi.

Analizzare la performance dell’impresa alberghiera significa concentrare soprattutto l’attenzione sul reparto camere, atteso che il pernottamento rappresenta la quota più consistente del fatturato globale; per tale motivo, nell’ambito dello stesso reparto è cruciale la corretta attribuzione dei costi e dei ricavi. In tal senso vengono utilizzati i seguenti indici:

Costi per camera occupata

Totale costi reparto camere Camere occupate

Margine camere

Ricavi camere Totale ricavi

Considerati isolatamente, gli indici appena esposti non fornirebbero informazioni utili in senso assoluto; come tutti gli indici, devono essere interpretati in un’ottica complessiva di struttura reddituale, patrimoniale e finanziaria dell’intera gestione operativa. Inoltre, le informazioni così ottenute non devono essere esaminate secondo analisi ex-post, ma come previsioni da accostare man mano che si conseguono risultati. In abbinamento agli indici finora esposti, tipici dell’attività alberghiera, devono essere utilizzati gli indicatori comuni alla generalità delle imprese, come il tradizionale

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Return on equity (ROE)

Risultato netto Capitale proprio

che fornisce notizia su quanto “renda” il capitale apportato nell’impresa alberghiera; esprime anche la capacità di attrazione esercitata nei confronti dei portatori di capitale di rischio;

il Return on investment (ROI)

Risultato operativo Capitale investito

utile alla conoscenza del rendimento del capitale investito nell’area caratteristica alberghiera;

il Return on sales (ROS)

Risultato operativo Fatturato

il quale segnala ciò che residua, in percentuale, dei ricavi netti dopo la copertura dei costi operativi, margine che si orienta a coprire i costi delle altre aree.

Il costo del lavoro

Retribuzioni + oneri relativi Totale ricavi

fornisce notizia sull’incidenza del costo del personale sui ricavi operativi.