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Analisi di mercato delle “big three”

CAPITOLO 3: LE ETICHETTE DISCOGRAFICHE

3.1 Le major

3.1.1 Analisi di mercato delle “big three”

Le vendite congiunte di tutte e tre le principali case discografiche sono cresciute di un totale di $ 1,04 miliardi nel 2017, con ricavi di streaming cumulati che hanno superato 1,4 miliardi di dollari l'anno116.

111 http://sma.soundaymusic.com/major-e-indie-il-passo-a-due-della-storia-della-musica 112 Multinazionale tedesca proprietaria della major label Bertelsmann Music Group 113 Mortara, 2015

114http://www.ilsole24ore.com/art/finanza-e-mercati/2011-05-05/warner-music-vicinissima-miliardario- 130314.shtml?uuid=Aa9KJXUD

115 Mortara, 2015 116 Ingham, 2018

56 La corsa alla quota di mercato tra Sony, Universal e Warner è, di questi tempi, meno un caso di: "chi sta vincendo?" e più un caso di: "chi sta vincendo di più?".

Oggi, MBW117 può rivelare la risposta a questa domanda, con le quote di mercato

della musica registrata a livello mondiale delle tre principali etichette in termini di fatturato annuo riportato nel 2017. Sony, Universal e Warner hanno tutti riportato i loro risultati finanziari trimestrali per tutto l'anno solare.

Iniziamo osservando innanzitutto i ricavi annui totali delle major attraverso tutti i flussi di reddito118.

Come si può vedere nel grafico qui di seguito, Universal ha registrato la crescita maggiore rispetto alle altre major in termini di entrate di musica registrata, con oltre mezzo miliardo di dollari ($ 503 milioni) nel 2017 rispetto all'anno precedente. Questa è stata seguita da Warner Music, che ha registrato un aumento di $ 331 milioni, mentre Sony ha visto ricavi da musica registrati pari a $ 206 milioni119.

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118 Questo include le licenze e altre entrate accessorie 119 Ingham, 2018

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Figura 3-2

In termini di quota di mercato quindi, sia Warner che Universal hanno visto piccoli guadagni, mentre Sony ha perso l'1,1% rispetto al 2016.

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Figura 3-3

Dopo aver analizzato i ricavi annui totali attraverso tutti i flussi di reddito, si passa ad analizzare l’andamento dello streaming. L'anno solare delle major nel settore dello streaming è particolarmente illuminante, con dati che dimostrano l'intera crescita delle loro attività nel 2017120. Per tutte le major, lo streaming è quello che genera più

fatturato rispetto a tutto il resto.

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Figura 3-4

In effetti, le major hanno registrato un fatturato totale di oltre $ 5 miliardi dallo streaming l'anno scorso, rispetto ai $ 3,9 miliardi del 2016121.

Come mostra la Figura 3.4 ancora una volta, Universal ha visto il balzo più grande dei ricavi di streaming globale, con un aumento di $ 581 milioni nell'anno.

La Warner ha visto i suoi ricavi in streaming aumentare di $ 428 milioni, mentre Sony Music ha registrato un aumento di $ 405 milioni.

In termini di quote di mercato relative allo streaming, la Warner ha ottenuto un grosso guadagno lo scorso anno: in aumento dell'1,2% rispetto al 2016122. I grandi successi

di WMG nel corso dell'anno includono Ed Sheeran - con il suo Shape Of You da record, e l'album da cui proveniva, Divide - oltre ad artisti come Cardi B e Bruno Mars123.

121 Ingham, 2018

122 Ibid. 123Ibid.

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Figura 3-5

Come risultato del maggior guadagno di Warner nel settore, Universal - nonostante un mese di aumento del flusso di mezzo miliardo di dollari in più - ha visto una leggera diminuzione della quota di mercato (-0,3%). Warner ha anche strappato un piccolo pezzo di share da Sony, che è sceso dal 31,9% al 31%124(Figura 3.6).

124Ingham, 2018

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Figura 3-6

Il mercato dello streaming è sicuramente quello che cresce in maniera più sostenuta. Stando ai dati IFPI 2016, si stima che attualmente vi sono 68 milioni di consumatori in tutto il mondo che hanno deciso di abbonarsi ad uno dei vari servizi streaming. È stata anche condotta una ricerca di mercato dalla Ipsos Connet nel 2016 per conto dell’IFPI con l’obiettivo di indagare sul perché i consumatori usufruiscono di questi nuovi canali di distribuzione della musica. Stando ai dati raccolti dalla ricerca, “nel 2016 il 71% dei consumatori accede a musica legale, e il 55% di questi utilizza uno smartphone come device125 per fruirne. Di questo 71%, risulta che il 37% utilizza le piattaforme di streaming per ascoltare musica in licenza. Tra i giovani con un’età compresa tra i 13 e i 15 anni, si registra una percentuale ancora più ampia che arriva al 54%. Tra coloro che utilizzano i servizi in streaming, risulta che il 18% ha optato per un abbonamento premium”126. I principali motivi riguardano: il pagamento risulta più semplice e sicuro, il prezzo è conveniente, i servizi secondari offerti (come le playlist, i consigli, la possibilità di scaricare i brani) rendono l’offerta di valore più

125 dispositivo

62 completa. Mentre per quanto riguarda i motivi che spingono gli utenti ad utilizzare la versione free sono: utilizzo di piattaforme gratuite che garantiscono l’ascolto dei brani senza doverli acquistare; permettono di scoprire nuova musica più facilmente. Gli abbonamenti gratuiti permettono comunque di retribuire il lavoro delle case discografiche e degli artisti tramite i ricavi derivanti dai banners pubblicitari127.

Tutto ciò permette di comprendere come nel 2017, i ricavi derivanti dal mercato dello streaming per le case discografiche sono aumentati notevolmente rispetto al 2016. Dall’analisi si dimostra inoltre che vi è addirittura il sorpasso dei ricavi derivanti dallo streaming rappresentando il 47% delle entrate totali delle labels; per quanto riguarda il mercato dei supporti fisici, invece, contribuisce solo per il 20% e il restante 3% deriva da altre forme di distribuzione del prodotto. È da precisare inoltre che in questa ricerca non sono stati presi in considerazione i ricavi provenienti dalle performance dal vivo128.