• Non ci sono risultati.

Major, indie o self-publishing?

CAPITOLO 3: LE ETICHETTE DISCOGRAFICHE

3.4 Major, indie o self-publishing?

L’aspetto più importante per chi fa musica è quello relativo alla distribuzione e alla diffusione. L’obiettivo è quello di far arrivare ad un pubblico sempre più vasto la propria opera. Mentre fino a qualche anno fa l’unica opzione era quella di sottoscrivere il fatidico contratto con una casa discografica oppure sperare di venire “scoperti” da qualche talent scout di turno, ora la situazione si è completamente ribaltata165.

163 Roberts, 2017

164 Wintel, 2017 165 Bellu, 2018

77 Il web ha fornito ai musicisti strumenti per ottenere una certa visibilità fino ad ora impensabili.

Le strade quindi sono sostanzialmente tre: una rimane quella di ottenere un contratto discografico con una major (quelle che controllano il mercato), una è quella di rivolgersi alle indie, e l’altra è quella del self-publishing166.

Prima di analizzare i pro e i contro di queste tre alternative, è utile chiarire la differenza tra contratto di registrazione fonografica e contratto editoriale.

• Contratto di registrazione fonografica: Il contratto di registrazione fonografica è un accordo mediante il quale un artista singolo o un gruppo musicale si impegna a registrare delle tracce, svolgere campagne promozionali e pubblicare i propri brani sotto una determinata etichetta discografica. L’etichetta invece si occuperà di pagare all’artista o eventualmente al gruppo ogni spesa necessaria per la realizzazione del brano come ad esempio: le spese per lo studio di registrazione, per il produttore artistico, per gli eventuali musicisti, i costi di masterizzazione, di promozione, ecc. La label corrisponderà all’artista una percentuale sugli incassi derivanti dalla vendita di dischi, dai download o dallo streaming sulle varie piattaforme. La durata del contratto è decisa di comune accordo dai contraenti, ed è frequente che vengano sottoscritti per più album o per un singolo album con opzioni per eventuali altre registrazioni167.

Quindi:

a) “Riguarda l’artista e non l’autore;

b) Intercorre tra la casa discografica e l’artista;

c) Coinvolge tutti i membri nel caso si trattasse di un gruppo;

d) Contempla una serie di attività da svolgere da parte dell’artista. Tra queste attività rientrano la registrazione dei brani e l’attività di promozione;

e) La durata è decisa di comune accordo tra le parti”168.

166 Bellu, 2018

167 http://www.quadriproject.com 168 http://www.quadriproject.com

78 • Contratto editoriale: Il contratto editoriale è l’accordo con cui un autore, di un’opera già esistente o da creare, cede ad un editore i diritti di utilizzazione economica in cambio di una parte dei proventi che si ricaveranno da quell’utilizzo. L’editore si impegnerà in una campagna di promozione del brano o dei brani. La promozione riguarderà: concerti, registrazioni, diffusione in radio o in TV, ecc. “La società di collecting di riferimento destinerà all’autore l’ammontare indicato al momento del deposito dell’opera (ad es. 12/24 per i diritti di pubblica esecuzione e 50% per i diritti di riproduzione meccanica)”169.. È importante chiarire che questo tipo di contratto non prende

in considerazione il diritto di sincronizzazione che come detto del secondo capitolo riguarda l’utilizzo di una traccia per colonne sonore, pubblicità, filmati ecc. Anche in questo caso la durata del contratto viene decisa di comune accordo dalle parti170.

Quindi:

a) “Riguarda l’autore e non l’artista. È perciò possibile che non coinvolga nessun elemento di un gruppo, o solo alcuni;

b) Fa riferimento all’opera musicale nella sua forma immateriale;

c) Concerne la cessione dei diritti di utilizzazione economica dell’opera; d) Necessita della forma scritta ad probationem171;

e) La sua durata viene decisa di comune accordo dalle parti”172.

Dopo questa piccola parentesi iniziamo quindi ad analizzare i vari modi con cui un artista può farsi conoscere al grande pubblico andando ad evidenziare i pro e i contro.

Una major equivale fondamentalmente a un brand; scegliere un’etichetta discografica famosa e riconoscibile è un marchio di qualità che offre garanzie di un

169 http://www.quadriproject.com 170 Ibid.

171 La forma scritta è perciò necessaria per provarne l’esistenza in sede processuale, ma l’accordo può essere valido anche se effettuato in forma orale.

79 quasi certo successo per i musicisti che ne fanno parte173. Ogni etichetta discografica

che si rispetti ha a propria disposizione una serie di contatti da fornire all’artista per conoscere i vari soggetti indispensabili per una crescita musicale. Il bacino di utenze è quindi molto ampio. Per quanto riguarda il marketing, esso è gestito interamente dall’etichetta discografica174. Queste ultime investono sulla musica pagando, ad

esempio, la stampa dei dischi, supportando le spese di produzione, investendo nella promozione del progetto musicale, permettendo di ottimizzare le spese ed ammortizzare eventuali perdite che da solo l’artista non potrebbe permettersi175.

Come già detto, le major hanno una forte capacità distributiva sia per quanto riguarda il fisico e quindi i CD, i vinili e i DVD e sia per la distribuzione su diversi portali176.

Grafico, ufficio stampa, distributori sono alcuni dei servizi che una casa discografica potrebbe offrire. Le major danno anche la possibilità di inserire l'artista in una serie di contesti che lavorando autonomamente l’artista non avrebbe avuto occasione di conoscere e raggiugere.

È da notare che spesso questi servizi vengono pagati direttamente con gli introiti generati dall'artista quindi, se pur è vero che da una parte questi professionisti cureranno gran parte del lavoro dell’artista, da l’altra hanno un costo che, a seconda del contratto, potrebbe essere molto elevato per le finanze di un musicista177. Quindi

l’artista scegliendo una grande casa discografica va anche incontro ad aspetti non proprio positivi. Alcune case discografiche richiedono l’esclusiva e inoltre, molto spesso, i contratti non sono vantaggiosi in quanto le royalties provenienti dalla vendita dei dischi, dallo streaming, dal merchandising e dai concerti rimangono alla major178. Ma oltre all’aspetto prettamente economico, il principale svantaggio per un

artista riguarda la scelta musicale, molto spesso imposta, in quanto soggetta a politiche di marketing che va a discapito della libertà dell’artista179.

173 Musicraiser, 2016

174 Bellu, 2018

175 https://www.rockit.it/articolo/pro-contro-etichetta-discografica

176 Come ad esempio Spotify, iTunes, Tidal, Deezer, Amazon, Google Play etc 177 https://www.rockit.it/articolo/pro-contro-etichetta-discografica

178 Bellu, 2018 179 Bellu, 2018

80 Una volta firmare con una grande casa discografica era il sogno che diventava realtà, il punto di arrivo, voleva dire avercela fatta. Oggi, a meno di non essere super fortunati, è un modo se va bene per arrotondare e avere un po’ di persone in più ai concerti.

Fortunatamente c’è un’alternativa, ed è quella di firmare un contratto con un’etichetta indipendente. La caratteristica delle indie sta proprio nel rispetto della musica e dell’artista180. In particolare, occupandosi di generi musicali specifici, mercati di

nicchia o particolari artisti, contribuiscono a coltivare la varietà culturale. Al contrario, le grandi case discografiche e le agenzie di comunicazione si preoccupano più delle economie di scala, riducendo al minimo le differenze culturali e promuovendo superstar internazionali in un mercato globale. Preservare diverse culture, tuttavia, non significa tenerle sotto una campana di vetro. Le etichette indipendenti fungono anzi da ponte tra i contenuti culturali locali e i mercati internazionali, preservando però l’integrità e l’autenticità delle diverse tradizioni181.

L’artista quindi, scegliendo un’etichetta indie, potrà godere di condizioni contrattuali più favorevoli e piena libertà artistica e compositiva182.

Ovviamente ci sono dei contro; dal momento che le piccole etichette hanno chiaramente budget limitati, questo si riflette anche sugli sforzi in sede di marketing e di promozione, includendo anche il merchandising, concerti etc183

La nuova frontiera è il self-publishing che significa letteralmente autopubblicazione. Anche in questo caso, l’artista ha assoluta libertà compositiva e artistica, ma la differenza principale è che ha la piena proprietà delle royalties, così come i guadagni provenienti dalle esibizioni dal vivo e dal merchandising entrano direttamente e totalmente nelle tasche della band184. L’artista inoltre, distribuisce la musica ai suoi

fans senza intermediari o al massimo può usufruire dell’aiuto di un distributore185.

180 Bellu, 2018 181 Wintel 2015 182 Bellu, 2018 183 Ibid. 184 Bellu, 2018 185 Ibid

81 Detto così può sembrare il sogno di ogni musicista, libertà di espressione e guadagno netto, ma senza contatti di un certo oggi, non è facile farsi notare a causa della numerosa quantità di materiale che ogni giorno viene prodotta186. Inoltre, tale scelta

richiede un grosso impegno in quanto l’artista, oltre che a suonare e registrare gli album, deve anche pensare al marketing, alla distribuzione, all’organizzazione dei tour; ed il tempo non è mai abbastanza187.

A ben vedere quindi, l’opzione migliore tra le tre sembra essere la scelta di un’etichetta indipendente. L’artista potrà esprimersi liberamente, contare su soggetti che apprezzano e stimano la propria musica senza imporre dei canoni standard di vendita.

186 Bellu 2018

82

CAPITOLO 4: LA SITUAZIONE IN ITALIA: ANALISI