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Intervista ad una piccola realtà indipendente italiana

CAPITOLO 4: LA SITUAZIONE IN ITALIA: ANALISI QUALITATIVA DELLE

4.4 Intervista ad una piccola realtà indipendente italiana

Durante la stesura di questo elaborato è sorta in me la curiosità di conoscere più da vicino la realtà delle etichette indipendenti italiane. A tal proposito ho avuto il piacere di fare una breve intervista al sig. Guido Nemola, DJ e produttore fondatore della label Recycle Records.

Quando e perché hai deciso di aprire la tua etichetta discografica?

G.N: “Ho iniziato per gioco dieci anni fa con amici, pubblicando musica minimal- techno di stampo americano in formato mp3. Così è nata Recycle, in un mercato di nicchia.

96 Per permettervi di capire meglio il settore vi racconto cosa è successo negli ultimi anni. Per qualche anno ho lavorato bene vendendo files: andava di moda acquistarli, il “File Jockey” con il computer era trendy. Gli stores digitali avevano molti dipendenti, e facevano un ottimo lavoro redazionale, premiando i prodotti di maggior qualità.

La relativa semplicità nel pubblicare musica senza sopportare costi ha provocato l'ingresso nel mercato di tantissime etichette che hanno ridotto la qualità in favore della quantità, immettendo ogni settimana migliaia di brani “usa e getta”.

In seguito, il mercato del digitale è caduto quando:

a) La musica troppo “digitale” ha stancato il pubblico, il DJ con il computer è diventato sinonimo di “non professionale”. Gli stores digitali (tutti americani) hanno visto la domanda calare, hanno tagliato il personale e chiuso le sedi europee. Questo ha fatto si che mancando personale addetto alla selezione dei brani, questi fossero selezionati sulla base della completezza del piano di marketing (e dei relativi investimenti), sulla reputazione dell'aggregatore (il distributore digitale), sulla ricchezza del mercato del paese d'origine della musica.

b) Gli utenti non professionisti hanno iniziato ad usare i servizi di streaming piuttosto che acquistare la musica, riducendo ancora i margini degli stores: Beatport, il principale servizio di e-commerce, si è lanciato in un fallimentare servizio di streaming che l'ha portato vicino alla bancarotta, con conseguenti ritardi nei pagamenti

c) I pirati si sono scagliati sulla musica indipendente, lucrando sulle commissioni concesse dai servizi di file delivery “professionali” e su abbonamenti “tutto compreso” totalmente illegali. In questa seconda fase le lobbies delle compagnie telefoniche avevano interesse ad incoraggiare l'espansione della banda larga, facendo pressione sul governo affinché non facesse repressione su questi servizi. Nel momento in cui loro stesse hanno cominciato ad integrare servizi di streaming, hanno iniziato a limitare gli accessi ai servizi di file delivery illegali.

I costi legati all'acquisto di un servizio di contrasto di questo fenomeno sono superiori ai ricavi, specialmente per una label che non ha la possibilità di investire molto sulla promozione di un prodotto.

97 Nel frattempo è iniziata una nuova “primavera del disco in vinile”, con vendite inaspettate; gli indipendenti si sono lanciati prima delle Majors sulla nicchia di mercato: se le stamperie dei dischi in vinile sono ancora aperte è merito dei 12” per i DJ. Sono stato fra i primi a credere in questo ritorno ed ho avuto le mie soddisfazioni. Successivamente l'ingresso nel mercato di troppe etichette ha creato un eccesso di offerta con conseguente riduzione di copie vendute.

Inoltre, le Majors si sono accorte del mercato del vinile, iniziando a ristampare i dischi di tutte le “vecchie glorie”, e saturando completamente le capacità produttive delle stamperie.

Questo ha causato un allungamento del “Time to market” per gli indipendenti”.

In base a cosa decidi quali dischi pubblicare? C’è un genere in particolare?

G.N: “Lavoro in un mercato di nicchia, cerco in tutti i brani arrangiamenti minimali (con pochi elementi) ispirati alla techno di Detroit ed alla house music di Chicago. Un artista conosciuto è ovviamente sinonimo di un risultato accettabile”.

In che modo promuovi il tuo artista (es. facebook, twitter, blog ecc.)?

G.N: “Promuovo i brani, in digitale o vinile, tramite agenzie stampa, promo pool personale destinato a DJs e radio, post sponsorizzati sui social, DJ set mixati o live dell'artista, post in forum dedicati.

Ho organizzato anche eventi a supporto del rooster, con l'aiuto di professionisti del settore”.

Fai coproduzione con altre etichette? Come funziona?

G.N: “Il mio editore prende in licenza alcuni brani per inserirli in compilation tematiche.

I primi dischi in vinile pubblicati dalla mia label sono stati stampati grazie ad un accordo sul publishing”.

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Come avviene la distribuzione? Quali canali utilizzi?

G.N: “Digitale: accedo ai vari portali di e-commerce ed ai servizi di streaming tramite aggregatori, che provvedono a distribuire i contenuti sulle varie piattaforme.

Dischi in vinile: ho una partnership consolidata con un distributore tedesco, che distribuisce i miei dischi nel mondo. Il distributore si occupa anche di interfacciarsi con le stamperie, con cui ha un canale preferenziale”.

Il mercato di riferimento è prevalentemente italiano o estero?

G.N: “Quasi totalmente estero, Germania, Inghilterra e Stati Uniti in testa”.

Quali sono i pro e i contro in questo lavoro?

G.N: “Pro: si ha a che fare con giovani, è un lavoro in continua evoluzione

Contro: si ha a che fare con persone molto particolari, che spesso ragionano in modalità non lineare”.

Come vedi il futuro della tua ed in generale delle etichette indipendenti italiane?

G.N: “Ultimamente il genere che produco è “tornato di moda”, nel breve periodo sono ottimista.

Nel lungo periodo certamente bisognerà adattarsi ai cambiamenti e pensare a nuove strategie. Un futuro possibile per i DJs è lo streaming; un altro futuro possibile la temporanea morte di questo genere di musica da ballo”.

Aprire una piccola etichetta indipendente non è quindi semplice. Bisogna accettare che molto probabilmente all’inizio le cose non andranno bene. Come nel caso di Guido che nel corso degli anni è stato costretto a chiudere varie etichette da lui precedente aperte. Nel mondo delle indie ci si dedica ad un mercato di nicchia ed i rischi quindi sono dietro l’angolo come ad esempio un cambio di tendenze da parte del pubblico. Bisogna stare sempre al passo con i cambiamenti e se possibile anticiparli per non rischiare di farsi sopraffare dagli stessi. L’intuito per il ritorno del vinile ne è stato un esempio. In un momento in cui il fisico si trova in una fase di declino era impensabile immaginare il ritorno del caro e vecchio giradischi.

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CONCLUSIONI

Come si è potuto osservare dallo studio sul settore effettuato in questo elaborato, il mercato musicale, e nello specifico l’industria musicale sta subendo importanti cambiamenti.

Dopo il declino del settore discografico degli anni passati, sembra ci sia oggi uno spiraglio da cui entra la luce. Si tratta del mondo dello streaming.

Le nuove tecnologie e in particolar modo le piattaforme streaming stanno cambiando il modo di fare ed ascoltare la musica, portando una ventata di novità con vantaggi per tutti i soggetti del music business.

Oggi, per un artista, non è più di fondamentale importanza firmare un contratto con una grande casa discografica. Può benissimo prodursi da solo oppure richiedere il sostegno di case discografiche più piccole, le indie. Queste forniranno all’artista il supporto necessario per poter raggiungere il successo.

Da quanto emerge dalla mia analisi, le indie stanno conquistando sempre più spazio all’interno del mercato musicale, con guadagni di non poco conto e quote di mercato sempre crescenti. Questo è dovuto a vari fattori. Innanzitutto, spicca il modo in cui collaborano con l’artista, in quanto lasciano totale libertà artistica e di espressione senza imporre dei trend musicali dettati dal momento, solo per far cassa. Anche i consumatori stanno cambiando il range di ascolto, non fermandosi più solo alle poche canzoni di proprietà delle major ascoltate in radio, ma allargando le proprie conoscenze musicali a nuove realtà locali e internazionali offerte dalle indie. Anche questa volta il merito è di internet e dei servizi offerti. In piattaforme di rilievo come Spotify o Dazeer c’è posto anche per la “coda lunga”234 rappresentata dalle etichette

indipendenti e dai loro artisti. Queste piattaforme danno la possibilità di entrare in contatto con un pubblico che in altri modi sarebbe stato difficile da raggiungere.

234 Anderson, 2007

100 Ad oggi è facile svolgere una campagna di marketing e i nuovi artisti con i loro brani possono decollare molto più facilmente attraverso lo streaming. Lo streaming quindi riduce il divario tra major ed indie.

Detto così può sembrar facile per una piccola indie affacciarsi nel mercato musicale. Il principale ostacolo resta ancora oggi la distribuzione. Come analizzato nel terzo capitolo la distribuzione continua a essere un punto cruciale in quanto le indie hanno molte difficoltà a far conoscere i propri artisti, soprattutto a livello internazionale e sono spesso costrette a farsi distribuire dalle major, andando così a gonfiare le loro quote di mercato nonostante non si tratti di guadagni ottenuti dai loro artisti.

Rapportando i dati degli anni passati a oggi, tuttavia, le quote di mercato delle indie non hanno fatto altro che crescere sempre più. Quindi si tratta di un mercato in evoluzione con buone prospettive di crescita per il futuro.

Durante l’intervista al sig. Guido Merola della Recycle Record, ho potuto verificare quanto analizzato in questo elaborato. La maggior parte delle etichette indipendenti nascono su idea di un artista con l’obiettivo di promuovere sé stesso e altri sognatori come lui. Questo lavoro non è sempre semplice e i rischi sono veramente tanti. Ambizione e passione sono due aspetti fondamentali per chi possiede un’etichetta indipendente. Per chi ha pazienza di aspettare i risultati non tardano ad arrivare.

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Ringraziamenti

Vorrei ringraziare il Prof. Marco Guidi, relatore di questa tesi, per la grande disponibilità e per l’aiuto fornitomi durante la stesura.

Un sentito ringraziamento ai miei genitori che con il loro sostegno mi hanno permesso di raggiugere questo traguardo. Grazie anche a mia sorella Federica che in silenzio si prende sempre cura di me, e a Pier che mi sopporta.

Grazie a Martina per le infinite chiacchierate, per le mille avventure, per esserci sempre nonostante la distanza. Grazie a Valentina e Giulia, pronte ad accogliermi ad ogni rientro a casa con il bicchiere sempre pieno, e al piccolo Francesco. Grazie a tutta la mia famiglia.

Grazie ad Alessio per l’ottimismo che riesce sempre a trasmettermi e per essere rimasto al mio fianco quando più ne avevo bisogno.

Un ringraziamento speciale a Sara per aver sempre creduto in me, per i preziosi consigli, per avermi spronato a dare sempre il meglio, per esserci ogni giorno

Grazie alle mie amiche di sempre Alessandra e Rossana, il mio porto sicuro. Grazie anche a Gianna per averci regalato uno splendido nipotino con la promessa di non perderci mai più.

Grazie ad Alessandro e Mattia per avermi regalato un sorriso nelle tristi giornate di studio. Grazie anche a Roberto per avermi mantenuto in tutti questi anni d’università.

Grazie alla mia coinquilina Valentina per il tempo passato insieme che non dimenticherò mai.