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Le reti di distribuzione

CAPITOLO 3: LE ETICHETTE DISCOGRAFICHE

3.2 Le indie

3.2.2 Le reti di distribuzione

“La distribuzione rimane tutt'oggi uno dei maggiori ostacoli per tutta quella parte di produttori indipendenti che per svariate ragioni non sono interessati a confrontarsi con le strutture Majors”154.

Le grandi case discografiche da sempre hanno avuto i mezzi per poter portare la propria musica sul mercato mondiale senza riscontrare alcuna difficoltà, quindi si distinguevano per una forte capacità distributiva. Questa caratteristica ha fatto in modo di riuscire ad ottenere enormi vantaggi sia con i rivenditori e sia rispetto alle atre piccole realtà discografiche sfruttando questa sorta di monopolio per controllare l’accesso sul mercato e quindi la scelta per il pubblico. Fortunatamente, a partire dagli anni ‘80, si sono affacciate nel mondo della distribuzione le reti indipendenti crescendo sempre più, iniziando da semplici accordi, sono poi diventate i migliori partner delle etichette indipendenti. Oggi, quindi gli artisti e titolari di contenuti hanno una scelta più vasta in fatto di distribuzione. Abbattuto il monopolio delle major, possono rivolgersi a nuovi segmenti di mercato e generare nuove opportunità commerciali.

152 Wintel, 2017

153 Mulligan, 2017, pag12 154 Mazza, 2002

71 Nonostante queste nuove opportunità il problema rimane poiché, la maggior parte delle etichette indipendenti, al contrario delle major, non ha le infrastrutture di marketing e di distribuzione necessarie per accedere ad un mercato discografico sempre più internazionale155. I nuovi servizi di streaming ed anche i social network

consentono ad artisti di tutto il mondo di entrare più facilmente in contatto con un pubblico globale.

Figura 3-8

Come si può osservare dal grafico il 37% del fatturato delle etichetti indipendenti proviene da guadagni da fonti internazionali. Per poter avere l’opportunità di accesso internazionale molto spesso sono costrette a ricorrere alla distribuzione di aziende di grossa portata internazionale o comunque che abbiano una forte presenza in specifici territori esteri. Di conseguenza, quasi tre quarti delle etichette indipendenti si affidano a distributori internazionali. Per risolvere tale inconveniente inizialmente alcuni distributori avevano avviato l’attività ma nel corso degli anni sono stati costretti a passare sotto in controllo delle major le quali nel frattempo avevano sviluppato nuovi servizi di distribuzione per le piccole etichette indipendenti. La conseguenza di tutto ciò è che molte etichette indipendenti non si sono affidate alle major solo per essere

155 Wintel, 2015

72 distribuite nel mercato internazionale, ma anche nel proprio territorio156. Le etichette

indipendenti quindi, sia da un punto di vista commerciale che da quello culturale hanno dovuto fare affidamento sulle grandi case discografiche per consentire ai propri artisti di farsi conoscere anche a livello internazionali. Tra gli aspetti negativi, oltre che i guadagni delle etichette indipendenti entrano nelle casse delle grandi case discografiche a seguito della distribuzione, ma tutto questo ha fortemente influenzato l’importanza attribuita dall’opinione pubblica al settore indipendente vista come una sorta di sottomissione alle potenti major.

Al di là dell’opinione pubblica, le collaborazioni tra major e indie sono fondamentali al fine di distribuire a livello internazionale un artista. Le major sono in possesso di ingenti capitali ed inoltre le reti distributive internazionali spesso vengono concesse da società affiliate dislocate in vari Stati. Non mancano casi in cui artisti in precedenza sotto contratto con una major decidono di mettersi in proprio, creando a loro volta delle etichette indipendenti e delegando, alcune fasi del progetto come le fasi di promozione e distribuzione alle major. Si hanno quindi da un lato le indie che controllano direttamente i ricavi ottenuti senza preoccuparsi di creare una struttura distributiva costosa e impegnativa e dall’altra si hanno le major dotate già di tali strutture che, senza sostenere alcun costo di produzione prestano le strutture già presenti e operativa su altri prodotti. A loro volta le etichette indipendenti rappresentano per le major dei veri e propri talent scout in grado di scoprire nuovi talenti da cui poi attingere risorse. Le major, come spesso accade, nel caso in cui alcune indie siano in possesso di un catalogo di artisti rilevante, cercano l'acquisizione dell'impresa o di ottenere una partecipazione al suo interno.

Ad oggi, nel sempre più globale settore musicale, le etichette indipendenti stanno diventando sempre più dipendenti dalle major o da società di distribuzione per ottenere la possibilità di offrire la propria musica ad un pubblico più vasto ed internazionale.

156 Wintel, 2015

73 Il mercato dei distributori è altamente competitivo, con al suo interno un elevato numero di operatori. Si stima che nel 2016 un totale di $ 1,2 miliardi di entrate delle

indie derivano dalla distribuzione attraverso le major o attraverso distributori

specializzati di proprietà molto spesso delle grandi case discografiche. Questa cifra non è un dato di poco conto, e come si può vedere dal grafico qui di seguito, rappresenta il 20,2% di tutte le entrate delle etichette indipendenti nel 2016157.

Figura 3-9

Le entrate delle etichette indipendenti molto spesso sono conteggiate all'interno dei guadagni delle major. Questo significa che, oltre a una fetta del proprio fatturato effettivamente generato, le grandi case discografiche ricevono anche parte delle quote di mercato delle etichette indipendenti, conteggiandole insieme alle loro. Questo è dovuto a tutti i vantaggi ottenuti grazie alla distribuzione delle etichette indipendenti. Non c'è trasparenza su come le grandi case discografiche rappresentano queste entrate

157 Mulligan, 2017

74 all’interno dei loro bilanci, ecco perché è così importante misurare questo tipo di entrata direttamente alla fonte e quindi presso le etichette indipendenti158.