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Analisi SWOT del canale di distribuzione della carne bovina italiana

A NALISI DEL CANALE DI DISTRIBUZIONE DELLA CARNE BOVINA IN I TALIA

2.3 Analisi SWOT del canale di distribuzione della carne bovina italiana

L’analisi SWOT è uno strumento di verifica dell’organizzazione del mercato a sostegno dell’anali- si di marketing che permettere di focalizzare i fattori critici e di successo in termini di situazione ambien- tale, di una strategia e di una scelta distributiva. Si tratta di un procedimento che consente di sintetizzare le informazioni raccolte circa un tema specifico e fornisce informazioni fondamentali per la definizione di politiche e linee di intervento.

In riferimento agli studi sull’analisi delle filiere agro-alimentari, si sottolinea come l’analisi SWOT sia molto spesso utilizzata in quanto consente d’individuare quali sono i fattori d’eccellenza (punti di forza), le aree ad elevato margine di miglioramento (punti di debolezza), i possibili vantaggi futuri che potrebbero essere sfruttati (opportunità) e gli eventi e cambiamenti futuri che potrebbero costituire un fat- tore di rischio e che potrebbero condizionare negativamente i risultati della strategia (minacce).

Lo studio di queste diverse dimensioni consente di mettere a punto le competitività attuali e le ten- denze future di un comparto:

• analisi endogena → analisi dei punti di Forza e di Debolezza serve a definire la competitività di

un settore;

• analisi esogena → analisi delle opportunità e delle minacce serve a focalizzare l’attenzione sui

L'efficacia di questa metodologia d'indagine dipende dalla capacità di effettuare un'interpretazione "incrociata" di tutti i fattori individuati. E' opportuno cioè appoggiarsi ai punti di forza ed eliminare, o diminuire, i difetti per massimizzare le opportunità e ridurre i rischi.

L’applicazione dei principi dell’analisi SWOT al canale di distribuzione della filiera carne bovina ha consentito di individuare gli elementi di forza e di debolezza, le opportunità e le minacce di seguito richiamati.

Punti di forza:

• forte rilevanza del comparto bovino da carne nell’ambito dell’economia del paese, sia in termini di produzione sia di capacità occupazionale;

• presenza in Italia di razze autoctone riconosciute come di qualità superiore non solo dai consumatori nazionali ma anche esteri;

• concentrazione di una parte rilevante dell’offerta nazionale di carne bovina in un numero limitato di imprese industriali di macellazione e lavorazione;

• presenza di alcuni gruppi industriali e distributivi con forte orientamento al mercato che, attraverso un elevato livello di integrazione verticale, realizzano il controllo dell’intero ciclo produttivo;

• stili di consumo che assegnano alla carne un ruolo importante a fronte di elevati livelli nutrizionali e facilità di preparazione;

• riconoscimento qualitativo per molti prodotti tipici, attraverso l’assegnazione di marchi a denominazione di origine, con forte capacità di penetrazione sia nel mercato interno sia in quello estero.

Punti di debolezza:

• difficoltà di contenimento dei costi di allevamento in conseguenza dei vincoli imposti, sempre più restrittivi, in tema di trasporto, di smaltimento degli animali morti in stalla, di inquinamento ambientale, di alimentazione animale, etc.;

• condizionamento dei vincoli strutturali in termini, ad esempio, di frammentazione della proprietà, che determinano una minore competitività del prodotto nazionale (in termini di costi) rappresentando, al tempo stesso, uno dei principali ostacoli allo sviluppo di modelli di allevamento estensivi;

• forte concorrenza esercitata da alcuni importanti produttori dell’Unione europea, presso cui vengono acquistati animali vivi e carni;

• notevole dipendenza dall’estero per l’approvvigionamento di animali d’allevamento;

• centri di ingrasso esposti ad una forte dipendenza estera e numero eccessivo di macelli, di capacità limitata e dimensioni ridotte, inadeguati per quanto riguarda gli standard igienico-sanitari, lontani dai circuiti distributivi moderni, senza dei veri e propri servizi di stoccaggio; • assenza di un coordinamento verticale nella filiera bovina;

• problemi logistici connessi all’esistenza di canali commerciali di tipo lungo a causa della presenza di un elevato numero di grossisti e di intermediari;

• scarsa differenziazione del prodotto;

• scarsa disponibilità di terra e suo elevato costo, che hanno determinato lo sviluppo in senso intensivo degli allevamenti italiani

Minacce:

• dimensioni delle aziende italiane molte contenute rispetto a quelle dei principali paesi europei, e conseguenti costi di produzione elevati;

• presenza di un eccessivo numero di aziende di piccole dimensioni ed elevato grado di polverizzazione anche nelle fasi più a valle della filiera;

• elevato numero di impianti di macellazione;

• crescita della concorrenza estera, anche e soprattutto, extra-Ue;

• crescita del peso delle insegne estere in Italia che tendono spesso a prediligere l’acquisto di prodotti non italiani: un esempio sono le insegne Carrefour e Auchan che nella loro offerta di carne rossa propongono prodotti di origine francese.

Opportunità:

• processo in atto anche nel nostro paese tendente all’integrazione degli operatori lungo il canale (ad esempio i percorsi di filiera controllata messi in atto dalla grande distribuzione), con l’obiettivo di sostenere la concentrazione dell’offerta, il contenimento dei costi di produzione, il miglioramento e la costanza della qualità: il coordinamento tra la fase agricola e quella a valle permette di migliorare la competitività delle carni nazionali sul mercato interno;

• benessere degli animali, in termini di differenziazione di prodotto e capacità di intercettare nicchie di mercato attente alla qualità del prodotto e al rispetto di principi etici di produzione; • vendita diretta, come risposta importante per molte aree marginali dove l’allevamento soffre la

concorrenza di produttori molto organizzati (fornitori privilegiati della grande distribuzione) e quindi può essere uno strumento di garanzia del reddito (equo) ai produttori

Dall’individuazione dei principali elementi di forza e debolezza e dalle minacce e opportunità si sottolinea come la filiera carne bovina italiana debba produrre notevoli sforzi al fine di fidelizzare mag- giormente i consumatori italiani verso il prodotto ottenuto da razze autoctone. Il processo, a partire dalla fine degli anni novanta, è in parte iniziato autonomamente a fronte della crisi BSE; molto, però, resta ancora da fare per rendere il prodotto italiano distinguibile rispetto agli altri, cioè elevarlo da prodotto commodity a prodotto di qualità (uno strumento che potrebbe essere applicato in Italia è quello di un marchio nazionale collettivo di prodotti di qualità).

Occorre considerare che il commercio tradizionale sta sempre più perdendo quote di mercato a tutto vantaggio del commercio di tipo moderno (supermercati ed ipermercati, etc.). In Italia questo ha portato ad un processo di “invasione” di insegne della grande distribuzione estera e ad un lento, ma con- tinuo, sistema di sostituzione delle produzioni nazionali con quelle provenienti dai paesi di origine delle stesse insegne. Al fine di contrastare questa tendenza gli operatori nazionali operanti nel canale di distri- buzione della carne bovina italiana devono puntare sempre più a processi di concentrazione sia verticali che orizzontali al fine di acquisire sempre maggiore potere contrattuale con il dettaglio finale e avere la forza necessaria, che può scaturire solo da un lavoro forte di gruppo, per rendere riconoscibile ai consu- matori il prodotto finale.

D’altro canto lo sviluppo della vendita diretta può rappresentare un’opportunità in più sia per gli allevatori sia per i cittadini: per i primi può essere un modo per avere un mercato di sbocco sicuro e un prezzo equo per i prodotti agricoli venduti; per gli altri, invece, può essere un sistema capace di fornire vantaggi sul fronte della convenienza di prezzo, sulla qualità dei prodotti e sulla freschezza.

Infine, l’innovazione tecnologica risulta sempre più un elemento importante per il canale di distri- buzione della carne bovina e, precisamente, focali sono: l’individuazione di nuove strategie di differen- ziazione della produzione, l’innovazione dell’organizzazione logistica, l’applicazione delle nuove tecno- logie della comunicazione e dell’informazione. Tutto ciò è di fondamentale importanza al fine di riuscire ad essere un interlocutore privilegiato della distribuzione moderna e poter essere competitivo rispetto ai nuovi competitor che si affacciano sui mercati (Brasile, Argentina, etc).